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Docenti universitari fantoccio

È ora di finirla con questi docenti universitari che credono di avere il diritto di trattare gli studenti come caprette da manovrare e rimproverare in base all’umore in nome di una superiorità intellettuale che molte volte sono lungi dall’avere!

Sepolcri imbiancati, è finito il vostro tempo.

Sapete l’ultima cosa bella che è mi è successa? Ho telefonato ad una professoressa perché avevo bisogno di sapere che cosa prevede il suo cosiddetto programma, tra l’altro in un altisonante quanto ridicolo e-learning (se l’affianchiamo all’immagine della professoressa stessa avremmo davvero un effetto che le grottesche pitture espressioniste SI SOGNANO). Io sono una del ghetto non frequentanti, perché, mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa, devo lavorare e non posso seguire il 70, per Giove, per cento delle lezioni per ottenere il ‘minimo di presenza’ che il regolamento accademico della nostra facoltà ha abolito da anni. Quindi, intendevo chiederle cosa avrei dovuto studiare in più per colmare la lacuna. Fermo restando che la sua assistente, ragazza brillante che fatica a seguire i pensieri espostile in italiano standard da un parlante nativo, mi aveva fatto sapere ciò:

…siccome la profffessoressa cioè nn sa bbene cosa fare. Lei aveva previsto che non ci fossero non frequentanti capito [ in un corso in e-learning, dove lei fa una lezione su tre e le altre si fanno sul computer, N. d. R, ]… e quindi pensava cioè di mandare i non frequentanti da qualcun altro capito…poi è saltato fuori [linguaggio tecnico altamente specializzato per indicare l’assidua frequentazione e la massima attenzione che la professoressa accorda agli aggiornamenti sullo svolgimento didattico, N. d. R] che non ci sono altri corsi…adesso non sa cosa farà…magari ne parlate giovedì…se c’è…

Se ne può dedurre con che intelligenza io avrei chiesto un permesso al lavoro per andare da una prof che forse c’era e forse no e che probabilmente mi avrebbe rimandato alla prossima settimana, considerando anche che il giorno precedente ne avevo preso un altro per andare da una prof che si è presentata un’ora dopo e in mezzo minuto mi ha reso noto che aveva perso la tesina che le avevo consegnato per prima un mese e mezzo prima, rimandandomi a un altro ricevimento della settimana successiva “SE L’AVESSE TROVATA”.

Prendo una pausa dal lavoro, contata, e chiamo la prof dell’inizio. Le chiedo se ha deciso e la risposta è:

“Signorina, io non glielo dico. Viene qui e si fa la fila, tutti lavoriamo. L’università funziona così, forse lei non lo sa e io non posso farci niente: se riesce la fa e se no non la fa.”

A questo punto vorrei prendere spunto dal discorso stesso per chiedermi:

  • Perché io, che mi sono laureata con una tesi sperimentale su un argomento mai trattato in Italia con 110 e lode in corso, mentre già avevo dato 3 esami della Specialistica, dovrei farmi dire che non so come si va all’università?
  • Perché io, che conosco l’inglese da madrelingua dovrei aver paura di una che, evidentemente e senza dubbio per alcuno, non l’ha mai imparato, fermo restando che la professoressa “insegna”- a questo punto le virgolette si fanno d’obbligo- letteratura inglese?
  • Si può veramente dire che una vecchia di 90 chili per 1.50 m d’altezza, conciata come un clown e puzzolente come un insetticida, che va all’università dalle ore 16.30 alle ore 18.30 per cinque mesi ma non sempre, e per quattro volte un’ora in mezzo in più di mercoledì, che fa lo stesso corso con gli stessi argomenti antichi come le Sfingi da anni, quest’anno addirittura a distanza (salvo poi discriminare che a distanza c’è davvero), lavora??????????
  • Soprattutto, con che coraggio mi viene a dire che se devo lavorare posso fare a meno di fare l’università, considerando che è con i soldi che nel momento in cui ti chiamavo, prima e dopo, guadagnavo, che TU sei lì, a pontificare sul fatto che non devo permettermi di sporcare il TUO reale ricevimento con una prosaica telefonata?

Ma non avete capito, voi che fate corsi che dicono ogni anno le stesse cose (quelli che tornavano dalla prima guerra mondiale stavano male, in sostanza, mi chiedo come mai), voi che invitate le vostre amiche che parlano di foibe in Italia in una lezione che dovrebbe essere sui War Poets, così poi la prossima volta vi invitano loro a Londra, perbacco se siete furbe, voi, che insegnate letterature di lingue che non sapete parlare, voi, che prendete uno stipendio reale per un posto che per la vostra posizione politica vi hanno dato, voi, che prendete quei soldi perché noi ve li diamo, noi a cui dite di non iscriverci all’università se dobbiamo lavorare, voi che sentenziate sullo stipendio che i nostri genitori vi pagano,

NON VI VERGOGNATE MAI?????????

nemmeno un pochino?

Ps: sono andata al ricevimento. La “signora professoressa” mi ha visto alle undici del mattino, stava scherzando nel suo studio con una collega. È uscita per trasportare la sua reale mole al bagno, e mentre tornava le ho chiesto se alle 16. 30 avrebbe fatto ricevimento. Vedendomi lì da un’ora, speravo dicesse che potevo chiederle udienza in quello stesso momento, considerando che mancavano sette ore. Ma come osavo? Il leviatano mi ha risposto, senza nemmeno guardarmi, con un cenno del capo.

Il pomeriggio è arrivata alle cinque, ridendo amabilmente con un’altra amica, non degnandomi di uno sguardo pur sapendo che ero lì da molto per lei. Ha parlato con questa fino alle cinque e mezza, dopo di che mi ha fatto entrare e senza nemmeno salutarmi mi ha chiesto:

“Che vuoi?”

A quel punto, le ho spiegato la mia situazione lavorativa, il problema della frequenza e lei mi ha urlato qualcosa come:

“Lei ha fatto una cosa sommamente ingiusta. Lei è molto scorretta nei confronti dei suoi compagni, a venir qui e pretendere di fare quest’esame [ l’unico fornito dalla facoltà, N. di R.]. Queste cose succedono solo in Italia! Lei ha barato! Sappia che io la mando via: ho mandato via un’altra come lei la settimana scorsa. Io vi mando via!”

Solo in Italia, in effetti, ci teniamo delle rovine come lei. Per inciso, questa signora ha due sorelle, e tutte e due sono, casualmente, come lei, professori ordinari (ovvero, circa 4.500 euro mensili, esclusi pranzi, convegni, libri, etc. pagati dall’università) all’Università di Bologna.

Lettera pubblicata il 24 Ottobre 2006. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Carlalberto Iacobucci -

    Hai perfettamente ragione muriel1983. I Docenti Universitari risiedono nell’Olimpo. Mia figlia attende da 8 mesi una pseudo-docente che dovrebbe avviarla alla tesi. Ha scritto e-mail , è andata ai colloqui previsti dalla stessa (mai vista) ha parlato con assistenti ( non proferiscono parola ed infine ribadendo quanto sunnominato siamo innanzi ad una scomparsa. Proveremo con il programma televisivo. ..Chi l’ha vista ?
    Poi esigono aumenti salariali. Ce ne vuole di coraggio. Se vuoi fare la Manager questo è, nessuno ti nega nulla, ma dai spazio ad altri. Siamo alle solite …sono sempre gli stessi a pagare. PER ADESSO !!!

  2. 2
    filippo -

    posto M = me*da, in generale si ha:

    Costituzione di M = Parlamento di M = Leggi di M = Ordinamenti istituzionali di M = Magistrati di M = Università di M = Docenti di M = …

    ne segue che, se ciò che hai esposto è oggettivamente vero, il problema non sta nella cicciona puzzolente, ma nel sistema che l’ha prodotta e che, ovviamente, non ti fornisce mezzi per far valere i tuoi diritti.
    negli ospedali c’è un tribunale del malato, ma prova a verificare se ti rende giustizia o ti piglia solo per il c**o.
    non mi ricordo che nelle università ci sia un tribunale dello studente e qualora tu volessi riferirti al rettorato non caveresti un ragno dal buco, lasciando stare le possibili ritorsioni.
    di che ti meravigli?!
    un giudice di pace che dice alla donna regolarmente pichiata dal marito che deve ritirare la querela di parte che idea ti suggerisce?!
    un altro giudice di pace comprensivo verso uno str**zo violento pluridenunciato con testimonianze e che non paga il dovuto alla ex moglie e alla figlia che ti dice?!

    30 anni fa le cose non erano diverse nella sostanza, ma solo nel minore grado di degenerazione.
    come si è arrivati a questo?!
    si tratta solo del naturale decorso patologico di una società senza spina morale, un aggregato instabile di loschi interessi conflittuali, una dislocazione quantica mal riuscita, come nel film “La mosca”.

    se ne hai la possibilità pratica, lascia questo paese.

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