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Sono disperata, mio fratello ha bloccato la sua vita

Buongiorno, scrivo perché sono disperata e non so a chi chiedere aiuto.

Mio fratello ha evidentemente dei problemi e tutta la famiglia ne sta risentendo in modo doloroso e angosciante anche perché non riuscivamo a capire come aiutarlo. Lui ha 20 anni. È un ragazzo intelligente, è sempre stato bravo a scuola, è uscito dal liceo scientifico con una media molto alta e si è sempre impegnato molto più di me. Si è impegnato, fino a un certo punto. Lo scorso anno si è iscritto all’università. Una catastrofe. Mutismo, sceneggiate, allusioni inquietanti. Non ha voluto dare nemmeno un esame, non ha seguito con serietà le lezioni e a giugno l’unica cosa che era rimasta era rinunciare agli studi.

Bene, che c’è di male, non esiste mica solo lo studio? No, appunto. Ma Mio fratello dice di non voler fare nulla, di sentirsi schiavo della società, di aver fatto tutto sempre per gli altri, di non avere interessi, di essere sempre stato “diverso”. Passa le giornate trascinandosi per la casa, a volte con aria da zombie. Non si può vedere un ragazzo buttare via la propria vita così. Non sappiamo più che fare.

Lui parla di tutto, ma appena si tocca questo argomento si chiude. È sempre stato un ragazzo timido, come me d’altronde… Ma da qui a bloccare la propria vita ce ne passa.

Abbiamo provato a parlare in tutti i modi con lui, ma le uniche reazioni che ha sono mutismo, rabbia o risposte come “sono un malato mentale”. Ho provato a consigliargli di parlare con uno psicologo, ma rifiuta perché teme di peggiorare i suoi pensieri. Dice di vedere solo sofferenza.

Eravamo una famiglia felice, senza problemi… ora da quasi un anno ormai un’ombra grava su di noi. E io non sono più così speranzosa…

Lettera pubblicata il 30 Agosto 2021. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Famiglia

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    marc -

    Vedi nulla accade per caso se lui ha un comportamento del genere un motivo c’è. In una società del genere si può andare anche un pò fuori. Forse tuo fratello fino ad ora non ha vissuto per lui, ma ha vissuto per vedere felici i propri genitori studiando e riportando bei voti a scuola. I genitori dovrebbero meno pensare ai bei voti e più al bene del figlio magari amare il figlio per quello che è, cosa che il figlio deve percepire. Per me questo e altro blocca tuo fratello e non ha più interessi per andare avanti.
    Se lui non vuole andare dallo psicologo il mio consiglio è assolutamente di non portarcelo per il momento, anche perchè i primi psicologi naturali di un figlio sono i genitori in questo caso maggiormente tuo padre. Per me tuo padre deve cercare di capire cosa ha tuo fratello e aiutarlo a risovere i suoi problemi. A quell’età sono diversi i problemi che possono mandare in loop un adolescente.

  2. 2
    white knight -

    Concordo sostanzialmente con Marc al commento n.1, probabilmente nessuno di voi si è mai accorto della sofferenza che si portava dentro tuo fratello. Non che siate dei mostri per questo, sia chiaro, però la nostra effettivamente è una società piena di persone per bene ma con empatia 0. Quelli che “finchè qualcosa non si rompe, non è necessario intervenire” e/o che vivono in un perenne ottimismo fasullo dove certe problematiche vengono negate finchè non diventano evidenti dallo spazio.
    Tuttavia è altresì vero che tuo fratello è maggiorenne e presumibilmente vaccinato. Inoltre se al liceo aveva bei voti dovrebbe essere pure sufficientemente intelligente da capire che lo studio e successivamente il lavoro non servono ad accontentare gli altri ma sè stessi. Che tutto ciò che produce in termini di reddito scolastico prima e lavorativo poi serivrà prima di tutto ad egli stesso che alla società di cui si sente schiavo.

  3. 3
    gianni -

    Se tuo fratello non vuole andare dallo psicologo andateci voi per farvi consigliare su come comportarsi con lui. Meglio comunque psicoterapeuti cognitivo comportamentali perché le terapie sono più brevi. Tra l’altro ci sono anche psicoterapeuti che vanno a casa dei pazienti.

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