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Disabilità: e allora?

Salve a tutti,
vorrei dare testimonianza della mia vita affinché questa lettera possa servire a qualcuno.
Sono una ragazza fisicamente diversamente abile (cammino in stampelle) , ma in realtà non lo sono veramente. E sapete perché? perché io penso che, a parte i casi più gravi, solo chi se lo sente/se ne lamenta/si chiude in sé stesso o in gruppi di diversamente abili lo è davvero perché continua a pensarci sempre in un modo o nell’altro.
Io non frequento diversamente abili, non sono “del giro” come si dice, e non faccio parte di nessuna associazione, e non me lo sento quello che ho perché ho l’amore evangelico di chi mi sta accanto che mi fa sentire normale come tutti. Lavoro e ho 1000 hobby (suono, dipingo, scrivo,… ) e riesco anche a vivere da sola: pulisco casa, mi faccio da mangiare e tutto il resto che serve.
Certo, non posso volteggiare come una farfalla quando vedo una persona che mi piace, ma posso far volteggiare la mia anima per carpire chi mi interessa che poi in fondo in fondo è questo quello che conta.
Grazie per chi avesse letto! e spero di essere stata d’aiuto.

Lettera pubblicata il 23 Luglio 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Salute

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Anna -

    Ciao,io sono sposata da pochissimo con un diversamente abile(per la precisione paraplegico in carrozzina) che dire…?l lavora,guida ha mille passioni(per la precisione nuota e si sta interessando di subacquea)alla faccia di chi lo considera sfigato,sfortunato ecc…insomma è un tipo tosto che chiede solo di essere trattato “alla pari” e non come cittadino di serie B!!!!
    Purtroppo viviamo in una societa’ bigotta ed ignorante che non riesce ad andare oltre,si oltre quella carrozzina,e non sanno che sopra a quella sedia c’è un UOMO con le due idee,con una sua personalita’(e anche forte) e soprattutto con un CERVELLO!!!
    Mi permetto di raccontarti una cosa, ogni qual volta che si esce per esempio in pizzeria(COME TUTTE LE COPPIE!!!) al momento dell’ordinazione e del conto si rivolgono a me,come se mio marito non fosse in grado di ordinare ne’ di pagare heheheh,cioè noi la prendiamo a ridere (ma c’è da piangere!!!) e poi ci tengo a dire una cosa,che per amare non ci vogliono due gambe!!Ciao.

  2. 2
    solitudine93 -

    per amare ci vuole solo un cuore..ciò che alcuna gente non ha

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