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Difficoltà nel dirigere gli eventi

Non so perche, non riesco mai a dirigere un minimo glio eventi che mi accadono, sembra che sia sempre passivo a farmi trascinare da come vanno le cose. volevo rimanere nella situazione di lavoro di prima, e poi mi hanno chiamato da un parte, e alla fine nn sapevo che fare non sapevo che fare e ci sono andato, e me ne sono pentito amaramente ora non so piu come uscirne, ma gia sapevo da prima che avrei sbagliato ad entrarci, ma siccome conveniva pure a loro perche gli serviva personale hanno insistito e alla fine nn sapevo piu che fare, e ho accettato, e mi sono solo che rovinato.

Altrta cosa ad esempio stavo benissimo solo non avevo intenzione di iniziare convivenze o simili avevo proprio un periodo che stavo bene cosi poi mi e capitata una frequentazione cjhe alla fine trascinato da lei e diventata una convivenza, ecco ora ho portato due soli esempi.

Ho constatato proprio questo che nella vita spesso cado in balia degli eventi facendo cio che le circostanze mi portano a fare anche quando so palesemente che non fa per me cosi tanto perche mi capita e non so piu che fare sembra come se vado in panico e alla fine accetto tutto quello che mi capita senza dirigere niente. e sono perennemente insoddisfatto e scontento.

So che la risposta di tutti sarà..semplicemente sei un co......! pero vabene non so se qualcuno ha qualche idea o vuole dire qualcosa proposito consigli o opinioni fara piacere

Lettera pubblicata il 30 Gennaio 2018. L'autore ha condiviso 17 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 25 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Angwhy -

    Mah,non ci vedo niente di male a fare nuove esperienze,se uno si irrigidisce e dice di no a tutto magari non rischia nulla ma alla fine diventa paranoico.a volte si sbaglia sapendo di sbagliare sperando che le cose vadano diversamente ma anche questo fa parte del gioco,quando non succede piu nulla nella tua vita è pure peggio

  2. 2
    Yog -

    Ma quale co...... e quale co....... Va benissimo così: cosa vuoi dirigere? Sei un manager? No, e non lo sarai mai (il perché ce lo hai detto tu), perciò rilassati, prendi le cose buone che ti piovono sulla groppa e scrollati quelle cattive. Poi la sera ti schianti le arterie con una boccia di narda ed hai trovato il Tao.

  3. 3
    Rossella -

    Lasciarsi vivere alle volte può essere la soluzione. Io ti consiglio di considerare i sensi di colpa che fanno parte della natura umana e di assolverti senza mai costruirti una falsa coscienza. Le situazioni affrontate con spavalderia ti portano a restare prigioniero di te stesso perché l’identità collettiva è debole. Tutti tardi o presto facciamo questa esperienza. L’uomo che pensa di poter tenere sotto scacco il simile (spinto dalle mode e da un lassismo che lo condanna a “soccombere” sotto la sua stessa vanità perché la coscienza lo interpreta come una forma di villania, di malacreanza che contraddice la sua natura. Noi proviamo piacere di essere superiori al denaro e al tempo che perdiamo e questa è la nostra vera grandezza) vive prigioniero di una grande illusione. Trascorrerà la vita a fare il “cagnolino”. Per modo di dire. Perché sarà sempre interiormente combattuto tra la ferinità della natura e ciò che gli è superiore, come il prodigioso e il semidivino. Il fenomeno non è felice. L’amore è servizio. E’ il rispetto che si colloca oltre i confini del mondo conoscitivo e delle nostre comodità.
    Ti auguro buona giornata!

  4. 4
    glosstar -

    “Sei un co......” non e’ la risposta alla dinamica di quel che ti accade, ma il risultato. Il problema risiede infatti nella scarsa stima e conseguente mancanza di rispetto che dedichi a te stesso. L’auto castrazione a cui ti sottoponi non blocca solo le tua decisioni, ma genera in te un immenso bisogno di considerazione e validazione.

    Tale bisogno lo nutri compiacendo gli altri. Non dici NO a situazioni che sai essere dannose, al solo scopo di ottenere la gratificazione data dalla considerazione dell’altro, quando l’altro in realta, percepita la tua attitudine al supinaggio, ne fa leva e camminandoci sopra usa la tua fragilità a suo uso e consumo. Es. il cambio lavoro utile solo a chi te l’ha chiesto, e la convivenza auto inflitta.

    Non conosco la tua eta, ma il tuo problema di stima e’ direttamente connesso a una immaturità evolutiva. Devi lavorare sul diventare adulto. L’adulto decide, si assume la responsabilità delle proprie scelte giuste e sbagliate che siano e va avanti con la sua vita. In questo processo impara conoscere se stesso e a dominare l’ambiente in cui vive.

    Al contrario, se continui cosi ti ritroverai a vivere la vita che gli altri hanno deciso per te.

  5. 5
    Golem -

    Anch’io ti consiglio di considerare i sensi di colpa che fanno parte della natura umana e di assolverti senza mai costruirti una falsa coscienza.
    È la cosa migliore, credo.
    In subordine segui la lucida analisi professorale.

  6. 6
    yngvi -

    Questo si chiama mancanza di autostima…

  7. 7
    ilgattopardo -

    Glosstar e golem condivido e comprendo il vostro pensiero a riguardo. E penso sia effettivamente una giusta interpretazione. Ora qualcuno direbbe,se lo sai perche continui a farlo? Effettivamente è cosi. Ma poi quando ci si trova nella situazione nn ci si riesce, si e come spinti da una forza dentro che fa venire di comportarsi in questo modo. Bisogna veramente forzarsi-per-ascoltarsi, pero ci devo riuscire perche mi rendo conto che sembra una stupidaggine ma èuna cosa che ti fa veramente buttaree la vita. Ma per iniziare devo prima liberarmi delle cose chemi sono forzato ma sinceramente non so da dove iniziare… piu facile col.lavoro per la.convivenza nn so proprio come sbrigarmela

  8. 8
    ilgattopardo -

    @glosstar una cosa… posso sapere cosa ne pensi dell interpretazione di @rossella?

    Vistonche se non sbaglio mi sembra un po diversa dalla vostra

  9. 9
    glosstar -

    @gattopardo. Ti invito a dare un’occhiata ai post di Rossella. Sono facili da trovare, ce ne sono centinaia. Prendi una qualsiasi lettera, e il suo commento lo trovi tra i primi tre. Parrebbe proprio che lei passi le giornate “rispondendo” ai vari utenti che espongono le loro questioni tra queste pagine.

    Il termine “rispondendo” e volutamente virgolettato. Ti basterà leggere un paio delle sue composizioni per comprenderne senso e pertinenza.

    Non mi resta che augurarti, buona fortuna.

  10. 10
    Yog -

    Grattopardo, se permetti te lo spiego io (che sono Professore) cosa voleva dirti la Rossye:

    Permettersi di fallire alle volte può essere un dramma. Io faccio mia la vaga considerazione che i polpi alla marinara fanno parte della dieta mediterranea e quindi ti indicano la direzione di una coscienza scatologica. Le situazioni improntate alla miseria ti portano a frantumare l’universo perché l’identità collettiva è umanamente riflessa in uno specchio. Tutti, tardi o prima o presto o poi, facciamo questo volo celestiale. L’uomo che pensa di poter tenere al guinzaglio un bracco (spinto dalle ansie vane e da un parossismo che lo condanna a “svolgere il ruolo” della sua stessa identità perché la sapienza lo guida come una formula uno, stordita dal male odore che contraddice l’acquisto del deodorante – noi proviamo timore di essere imbibiti di speranza e inneggiamo al tempo che perdiamo e questa è la nostra vera forza canora) vive veneficamente una pia illusione. Trascorrerà la gita a fare il “compitino”. Per modo di dire. Il noumeno ben gli si addice. L’orrore è silenzio. E’ la sala d’aspetto che si colloca oltre le mura di una stazione o di uno studio dentistico.
    Ti auguro buona serata!

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