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Come convincere una persona ad andare dallo psicologo?

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C’è questa persona che conosco che rifiuta la realtà. Questa storia va avanti da anni. Lui si crede normale – di sicuro non è matto – ma il problema è che pensa che tutto quello che c’è nella sua testa sia giusto e deve dare un’interpretazione personale e spesso distortissima dei fatti che ha sotto i suoi occhi. Ad esempio se io gli dico una cosa banalissima come “Mi piacerebbe comprarmi una jeep” lui, come se pensasse anche al posto mio mi risponde “no, tu sei una ragazza, penso che ti piacerebbero altri tipi di macchina più piccoli”. Giuro, io rimango scioccata ogni volta che mi capita di parlare con lui. Come può una persona pretendere di entrare nella testa degli altri? Inoltre, come se questo non bastasse, lui è sempre triste e frustrato per varie cose come il lavoro, la sua vita in generale e così via. Anche se si lamenta sempre però non vuole l’aiuto che gli viene offerto, preferisce rimanere dove è, continuare a lamentarsi e fare le cose a modo suo. Anche se nei suoi lamenti dice sempre che la sua vita – e quindi le sue scelte – è disastrosa. Praticamente è una contraddizione vivente. Siccome sono anni che continua, i suoi familiari e quasi tutti i suoi amici gli hanno suggerito di parlare con uno psicologo o con uno psicoterapeuta ma lui si rifiuta perchè andarci, secondo lui, vorrebbe dire “essere anormale”. Ho provato anch’io a spiegargli che può fargli bene parlarci e non è assolutamente perchè ha una qualche malattia. Ma ora lui ci vede tutti come nemici che lo crediamo “fuori di testa” (ma ovviamente questa è una cosa che si dice da solo, nessuno si è mai permesso di insultarlo). Di solito chi ha questi problemi è restio ad accettare aiuto dall’esterno, me l’avevano detto, ma come fare per farlo ragionare? A me, in realtà, non interessa molto di lui, voglio dire non è un mio parente e nemmeno un amico, ma ci devo lavorare insieme e il suo carattere mi sta rendendo la vita impossibile. Qualcuno ha idea di cosa si può fare?

Lettera pubblicata il 27 Aprile 2012. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Ste -

    Ciao mayuka, ma con questa persona, oltre a lavorarci, hai altri rapporti?
    Penso, come per te risulti insensato mettersi nella testa di un’altra persona, che anche per lui dia fastidio il non essere accettato per quello che è. Premessa, non conosco la situazione come la vivi tu, pertanto leggo ciò che riporti dal tuo punto di vista.
    permettimi un paio di domande, gli piace scherzare? riesce ad avere opinioni personali fuori dal coro? come si comporta con gli estranei?.

  2. 2
    mayuka -

    Grazie della risposta, Ste. Io ho solo un rapporto di lavoro con questa persona, ovvero dobbiamo lavorare insieme su alcuni progetti. Sul campo lavorativo lui è efficiente e devo dire che ha anche una bella testa. Il problema è che appena c’è una pausa, un pranzo, un’uscita al supermercato dopo l’ufficio non fa altro che lamentarsi o avere dialoghi come ho detto nell’esempio. Come dire, non c’è comunicazione, non riesci a dirgli niente perchè tu funzioni già come lui ha deciso nella sua testa. Per questo mi verrebbe sempre da starmene zitta ma se sto zitta lui comincia col dire che la sua vita è orribile ecc ecc (aggiungo che io conosco anche la sua famiglia e lui ha sempre avuto una vita agiata, genitori amorevoli ecc ecc, l’unico suo problema è che dice di sentirsi “vecchio” perchè ha 30 anni e secondo lui doveva già avere una famiglia. Poi il lavoro che fa dice che è riduttivo per la sua intelligenza e cose così. I soldi non gli sono mai mancati, ma non fa che comprarsi roba che in realtà non vuole o di cui non ha bisogno. Ad esempio lui non ascolta musica, solo la radio in macchina ma si è comprato un i-pod da 100 e passa giga perchè un nostro collega glielo sbatteva sempre sotto il naso. Me lo ha anche dichiarato). Inoltre a volte mi chiama a casa, inizia parlando di lavoro ma poi finisce con lo sfogarsi. Solo sfogarsi di consigli o di pareri non ne vuole sentire. Si sfoga su situazioni di lavoro ad esempio in cui ero presente anch’io. Io provo a dirgli che forse la sua versione è un pò “falsata” – vede sempre tutti contro di lui quando non è vero, anche il collega più indifferente secondo lui gli da contro – ma lui non vuole ragionare, mi dice anche che non ci arrivo. Non so, io non ho mai potuto permettermi i suoi lussi prima di lavorare, apprezzo il fatto di avere un lavoro, di avere una famiglia (per altro i miei genitori sono malati da qualche anno e quindi ultimamente vado avanti e indietro dall’ospedale per l’uno o per l’altro – ma non mi lamento anche se sono sempre stanca) e ringrazio per la vita comunissima che ho.
    Per risponderti, lui ogni tanto dice qualche battuta, ma se sono io a farla o anche qualcun altro, sembra come non capire lo scherzo e tenta di correggerci. A volte è anche capitato di unirsi a noi colleghi in una discussione scherzosa, ma sono rarissimi casi. Sembra come che queste rare volte acquisti lucidità. Per il resto è sempre gentile, con tutti è gentile. E credo anche che per questo non si preoccupa di fare richieste “strane” (una volta siccome era solo a casa ed era depresso mi ha chiesto di fargli compagnia, non curante del mio fidanzato a cui non avrei mai potuta fare una cosa del genere). Anche chiedendo questo non si fa problemi perchè tanto è stato “gentile” nei modi, quindi una brava persona.Per le opinioni fuori dal coro… sul lavoro succede, ma come ho detto ha una bella testa. Io ho molta stima di quello che fa sul lavoro e credo che un pò tutti lo apprezzino. Per il resto forse preferisce omologarsi

  3. 3
    Ste -

    A me sinceramente sembra che abbia solo una gran solitudine e che i suoi punti di riferimento siano, oltre ai genitori, le persone che ha al fianco.
    Se lui per primo non ritiene di aver bisogno di aiuto non mi porrei la tua domanda d’inizio. Se una persona affronta una situazione con l’ausilio di un terapeuta significa che almeno è predisposto a fare un cambiamento, almeno così credo. Mi sembra il Ligabue della situazione, geniale ma incompreso.
    Lodevole il tuo attacamento nei suoi confronti , significa che sei una persona attenta a ciò ch ti circonda, ma questo tuo interessamento può dipendere dalla tua situazione famigliare?
    La mia domanda non vuole essere una provocazione , ma siccome in primis ci sono passato, so che le difficolta con le persone care porta ad una sensibilità maggiore.
    Io ho un’amico che qualsiasi cosa faccio mi da addosso, se vuoi in maniera scherzosa, ma non c’è nulla che gli vada bene , cosa dovrei fare? dirgli di andare a farsi vedere da uno bravo?(l’ho anche fatto purtroppo :-P), lo accetto per quello che è, gli voglio un bene dell’anima e siamo amici da più di 20anni. Cerca di capire tu che rapporto vuoi con questa persona e accettalo per quello che è, poi se la situazione diventa “difficile” pensa prima a te stessa e poi agli altri, non è un discorso egoistico, ma semplicemente “l’uno, nessuno e centomila” farà lui un passo per ottenere la tua amicizia e fiducia. Buona fortuna.

  4. 4
    Clara -

    Ciao Mayuka!

    Quando ho letto il tuo esempio di discorso (quello sulla jeep) mi è venuto un pensiero spontaneo (non ci dici cosa gli hai risposto): perché, quando ti ha detto “Penso che a te piacciano le macchine più piccole” tu non gli hai risposto: “Ehm, questo è quello che pensi tu… In realtà a me piacciono le jeep!” accompagnato da un bel sorriso. Oppure “Hai ragione, solitamente, alle donne piacciono le macchine piccole. Però a me piacciono le jeep!”. Altro sorriso!
    Per quanto riguarda la storia della compagnia, se si trattava di una sola sera, saresti anche potuta andare, magari con il tuo fidanzato (cosi il collega aumenta un po’ il cerchio delle amicizie). Da come lo descrivi non deve essere come Raul Bova, che motivo avrebbe il tuo fidanzato di non accettare una persona cosi?
    In conclusione, boccerei lo psicologo/psicoterapeuta… Ma come, voi non volete che lui vi imponga il suo pensiero e voi pretendete che vi ascolti? Credo che ognuno debba vivere la sua vita come crede, a meno che non diventi un pericolo per sé o per gli altri (se vedeste che è cosi depresso da minacciare un suicidio o un omicidio, mandatecelo!) Finché rimane ad un livello di espressione del proprio pensiero ci sta. Potreste anche “chiudere le orecchie” e lasciarlo nelle sue convinzioni… che male vi fa?

    Ciao

    Clara

  5. 5
    uffastrauffa -

    il titolo non lo nascondo mi ha fatto sorridere. e ancora di più il racconto…pensavo si trattasse di una persona molto più stretta e vicina a te. mah…ti dirò…secondo me una persona non va convinta ad andare dallo psicologo. sarebbe un controsenso…una persona che non vuol guarire, dando per scontato che debba farlo…non guarisce. il suo comportamento disturba più chi sta intorno che se stesso evidentemente. fidati, cerca di aiutarlo un modo più pratico (non che la psicoterapia non lo sia. io sono uno che dallo psicologo ci è stato). cercate di non farlo sentire un peso. lui si sta solo difendendo…

  6. 6
    Popa -

    sembrerebbe una forma di autismo; se così fosse, risulterebbe molto difficile aiutarlo.

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