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Comportamento scorretto di uno psicologo, come denunciare il fatto?

di feliz76
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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 835 commenti

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  1. 511
    angela -

    vabè… ho capito… non avete nient’altro da fare e commentate qui con filippiche quantistiche .
    Buona continuazione.

  2. 512
    marc -

    Vedo che nessun professionista non è intervenuto per rispondere ai miei quesiti, anche se non obbligati, nessuno che fà psicoterapia non dice che tipo di
    miglioramenti ha riscontrato e in quanto tempo.
    Questo poteva rendere questo argomento ancora interessante ma per me ora siamo arrivati ad una fase di stallo.

  3. 513
    Golem -

    Lo stallo si supera puntando in basso il muso e facendo acquistare velocità all’aeromobile. Purchè vi sia quota ovviamente, altrimenti meglio eiettarsi.

  4. 514
    rossana -

    Marc,
    dopo un serio tentativo di suicidio, a 29 anni, ho avuto la fortuna di essere indirizzata a una psicologa bravissima, allieva di Musatti, che in 5-6 anni mi ha regalato una vera e propria rinascita.

    per i primi 2-3 anni avevo con lei 3 sedute alla settimana; poi 2 e infine 1 soltanto. mi aveva precisato che la mia era un’età in cui ci si poteva “rimettere in sesto”, e così è stato, anche se nei primi anni ero così debilitata nel fisico e nella psiche da non poter lavorare, e avevo un bambino piccolo da crescere, da sola…

    all’inizio mi ha curata in cambio di alcuni quadri di mio marito, asserendo che avrei potuto saldare i suoi onorari in denaro più avanti, quando fossi stata in grado di riprendere il lavoro, e così è stato.

    non mi ha mai espresso una diagnosi e ha sempre taciuto, con l’eccezione della richiesta di associzioni verbali all’inizio della terapia.

    con il senno del poi, credo che non avessi abbastanza fiducia in me stessa, provenendo da una famiglia che mi aveva affettivamente molto trascurata. la crisi era subentrata alla nascita del bambino e alla mia grande difficoltà di assumermene la responsabilità dopo l’allontamento del padre.

    le devo l’equilibrio esistenziale della successiva quarantina d’anni.

  5. 515
    marc -

    Ma se finisce il carburante ogni manovra sarà inutile ed eiettarsi è l’unica soluzione.
    Questa discussione per me poteva essere alimentata dall’intervento dei professionisti o da chi ha fatto psicoterapia.
    Possiamo ancora noi provare ad alimentare questa discussione ma il fatto che ognuno si arroccherà sulle proprie posizioni riportando esperienze e conoscenze non ci permetterà di arrivere mai a dei punti fermi e a delle certezze, trasformando questo palco in una arena.
    Ma per l’argomento trattato e per quello che ognuno ha esposto questa lettera è e rimarra una lettera di sicuro interesse.
    Mentre scrivo mi accorgo della lettera di Rossana che dovrebbe far riflettere TUTTI.
    Oltre ai psicoterapeuti disonesti ci sono psicoterapeuti onesti che permettono di
    migliorare l’esistenza di una persona.
    Anche se in questo caso un albero che cade fa più rumore di tutti gli altri grazie di questa testimonianza e auguri Rossana.

  6. 516
    Golem -

    Se non ricordo male venne detto si trattava di una “non professionista”, a riprova che spesso basta un buon amico intelligente, empatico e con un minimo di cultura per aggiustare le nostre “solitudini” esistenziali.

  7. 517
    Golem -

    Marc, in aviazione si dice che per restare in “aria” serve quota o velocità. Se hai quota, picchiando acquisti velocità e quindi portanza. Se ha velocità puoi acquisire quota. Se hai finito il carburante devi avere quota e sperare in un atterraggio di fortuna.
    Il caso descritto è stato fortunato, un quadrifoglio in un campo di banali trifogli, come ho scritto in un’altra occasione. Se poi è vero che, come credo di ricordare, il quadrifoglio non era neanche abilitato, il caso è doppiamente fortunato, ma dal punto di vista strettamente tecnico è come aver avuto a che fare con un amica empatica e “appassionata”, non so se mi sono spiegato. Anche perchè la maggior parte di chi si “serve” dello psicologo ha “solo” bisogno di essere “ascoltato”, e di sentirsi “capito”, quindi di “esistere” per qualcuno che lo riconosca come persona. È sempre la solitudine interiore il problema, e lo “psicologo”, in mancanza d’altro, è l’ultima chance per sentirsi “importanti” per qualcuno, anche solo professionalmente.
    Con tutte le distanze del caso -e al maschile ovviamente- il letto di tante prostitute svolge esattamente quel ruolo, riempiendo certi “vuoti” emotivi più che esclusivamente sessuali. E spesso costa meno dell’altro lettino.
    Also spracht Golemtustra.

  8. 518
    Alda -

    Chi paragona lo psicologo ad un amico è come dire appunto che siamosiamo tutti psicologi. Tutti cerchiamo di capire I motivi alla base del comportamento delle persone ed è per questo che si dubita della psicologia e degli avanzamenti e risultati della ricerca scientifica in questo campo. È il solito ‘senso comune’ che non coincide di certo con la psicologia. Grazie Rossana per la tua testimonianza.

  9. 519
    maria grazia -

    Marc, siamo onesti. Nessuna delle testimonianze finora qui riportate riscattano la figura dello psicologo nel vero senso della parola, cioè da un punto di vista professionale. I casi qui raccontati che ne parlano in maniera positiva, accennano a un aiuto morale e a un sostegno “umano” ( dietro corrispettivo ) che il psicoterapeuta sarebbe in grado di fornire nella migliore delle ipotesi. Ma qui si parlava sopratutto di guarire il paziente ( o cliente ) oppure di diagnosticare eventuali disturbi riguardanti le persone che gravitano intorno all’ esistenza del paziente.
    Questi psicologi di cui viene qui testimoniato mi pare invece che non siano in grado di fare nulla che non sappia fare una qualunque persona che abbia la capacità di ascoltarti e di consigliarti per il meglio. E per questo non serve certo sborsare un onorario.
    Inoltre, c’è da tener presente che il paziente che è stato sotto analisi per lungo tempo, è portato a pensare di aver risolto il suo VERO problema quando magari non è così. E questo non può essere il paziente a riconoscerlo perchè lui o lei potrebbe mancare di obiettività..

  10. 520
    maria grazia -

    ..potrebbe cioè non aver compiuto un serio lavoro su se stesso/a improntato sul rimettere in discussione tutte le sue false credenze e i suoi schemi mentali più radicati. Infatti chi è reduce da situazioni familiari complesse e poco felici da un punto di vista affettivo, sviluppa poi negli anni un ego ipertrofico che funge da “corazza” verso il mondo esterno e che lo porta a distorcere il significato di molte esperienze esistenziali, senza vederne il reale insegnamento ( quello che io chiamo “narcisismo di riflesso” ). Per ovviare a tutto questo lo psicologo deve fare un’ opera di vero e proprio resettaggio della struttura emotiva del suo paziente, e questo implica farlo uscire dalla sua zona di confort. Non limitarsi cioè solo alle “carezzine” e alle parole gentili.
    Non tutti sono in grado di comprenderlo. E una persona molto problematica ed emotiva sai cosa fa quando si imbatte in un bravo psicoterapeuta che però non gli da il contentino? Cambia psicoterapeuta. Proprio come fa chi si rivolge ai cartomanti ( che in certi casi, per quanto siano “paraculi”, sono forse molto più risolutivi di tanti psicologi ).

    Buona serata.

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