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Comportamento scorretto di uno psicologo, come denunciare il fatto?

di feliz76
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Lettera pubblicata il 1 Aprile 2010. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 835 commenti

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  1. 491
    maria grazia -

    Marc, forse mi sono spiegata male. io non mi sono scagliata verso chi cerca di dare un aiuto morale ( che ovviamente è sempre utile e prezioso ). Ho solo messo in evidenza una lacuna “formativa” che è diffusa tra gli psicologi. Se io vado dallo psicologo per capire perchè le persone intorno a me si comportano in un certo modo, e come devo io regolarmi al riguardo per riacquistare serenità, lo psicologo, oltre che darmi sollievo emotivo, dovrebbe essere in grado di fare un’ analisi approfondita e dettagliata di tutta la situazione, estrapolando dai miei racconti eventuali elementi che possono far pensare a un disturbo che riguarda le persone coinvolte. Altrimenti quando poi esco dal suo studio per riaffrontare quella determinata circostanza, mi troverò di nuovo in difficoltà. Era questo che intendevo dire.
    Non si vuole assolutamente demonizzare a titolo gratuito una categoria in se e sparare a zero sul loro operato, ma solo descrivere oggettivamente una realtà in tutti i suoi aspetti anche “tecnici”. Perchè è questo ciò che conta di più.

  2. 492
    maria grazia -

    Il mito dello psicologo onnipotente e carismatico che con la sua calma ieratica, la sua parlantina e la sua verve riesce a trovare il buono in qualsiasi persona e a risolvere brillantemente anche le situazioni più controverse è appunto solo un mito che è meglio rimanga relegato all’ ambito cinematografico.
    Nella vita di tutti i giorni le cose sono un pò diverse.

    Non mi prendono sul serio? e vabbè pazienza.

  3. 493
    Golem -

    Chi invece le fave le capisce cosa avrebbe detto, quando c’è una pletora di lamentele che fornisce indicazioni inequivocabili su una categoria? E quanti altri tacciono proprio perchè sono così “impalpabili” le “prove” di “incompletezza”.
    E guarda un po’ che anche l’altra provocatrice (che non capirebbe nulla dell’umile legume) parla di lacune formative della categoria proprio come il sottoscritto. Sempre che non si pensi che ci si sia furbamente accordati per provocare la suscettibilità dei sapienti di leguminose

  4. 494
    Suzanne -

    Bé, sarebbe bello se ci si rivolgesse agli psicologi solo per avere qualcuno che ci ascolti e che ci dia una pacca sulla spalla. Probabilmente se fosse cosí questa e tante lettere di denuncia non esisterebbero.
    Invece il mondo è sempre un pochino più variegato di chi vuole sempre e comunque appiattirlo ad una sola prospettiva, unica e vera. Ci sono persone, ad esempio, il cui impasse psico-emotivo crea enormi danni a sé e agli altri, per questo è auspicabile si rivolga a professionisti ( ammesso se ne renda conto, perché altrimenti non c’è proprio speranza). A quel punto, uno psicologo competente fa davvero la differenza.

  5. 495
    angela -

    Maria Grazia uno psicologo che non è capace di empatizzare con te che gli sei di fronte è semplicemente una persona opposta a te che si identifica con le persone che a te nella vita creano disturbi e quindi inevitabilmente penserà che il problema sia tu. Automatico.
    Le basi per evitare tali errori nella professione sono “avere un’atteggiamento non giudicante,essere accogliente,mai colpevolizzante ,riconoscere la persona nella sua identità etc etc… ” tutti atteggiamenti che se non sei empatico dovresti avere e come professionista potresti anche essere bravo. Ma il problema principale è la sostanziale ignoranza cognitiva in cui riversa ormai la stragrande maggioranza degli Italiani a causa soprattutto del metodo di istruzione e dei comportamenti sociali narcisisti diffusi . Tante conoscenze nozionistiche ma nessuna conoscenza per esperienza diretta,questa è l’istruzione che crea ignoranza, sottosviluppo cognitivo e agressività arrivistica. Questo deficit non permette la comprensione di cosa significhi veramente essere “non giudicante,accogliente,non colpevolizzante,acritico, e riconoscere l’identità dell’altro,(non hanno imparato a conoscere neanche chi sono loro,figuriamoci) .Involuzione sociale. Meglio espatriare.

  6. 496
    Golem -

    Io invece penso che “l’appiattimento prospettico” provenga proprio dalle carenze insite nella pratica psicoanalitica, oltre che dalla qualità intrinseca del “professionista” stesso, ovviamente. L’intervento di Angela -che ha vissuto l’esperienza direttamente quanto intensamente- non solo supporta questa lettura ma la rafforza. Personalmente credo che molti “psicologi” sarebbero i primi ad avere bisogno di uno psicologo, se ce ne fossero di veramente validi. E probabilmente hanno scelto quella specializzazione più per tentare di capire loro stessi che non gli altri.

  7. 497
    beetlejuice -

    “Bé, sarebbe bello se ci si rivolgesse agli psicologi solo per avere qualcuno che ci ascolti e che ci dia una pacca sulla spalla.” Anche se fosse unicamente per questo motivo, non sarebbe poco, non deve essere sottovalutato. Avete mai conosciuto qualcuno che per un’ora sia in grado di ascoltare con attenzione i vostri problemi, senza parlare dei propri e soprattutto riesca a darvi prospettive oggettive e non soggettive, spiegandovi anche certe dinamiche alla base di alcune difficoltà? Io no. La professionalità sta anche in questo, però il primo che deve andarci con mente “aperta” è proprio il soggetto stesso. Molti ci vanno pensando che lo psicologo imponendo le mani sulla testa possa togliere tutti i mali e regalare la felicità eterna, molti altri partono già scettici.
    Credo che l’adagio che recita “dallo psicologo ci vanno tutti, tranne quelli a cui serve davvero” sia verissimo.

  8. 498
    angela -

    Marc,forse non è chiaro che qui si sta “attaccando” non chi non è stato capace di dare benessere ma chi ha provocato malessere. Inoltre non si sta attaccando ma si sta facendo luce su questi fenomeni. Che possano esistere da qualche parte psicologi preparati non elimina l’evidenza dell’esistenza di psicologi pericolosi e distruttivi. Questa lettera fa luce su di essi. Ora dato che ne sono tanti il problema si fa piu complicato in quanto come possono esistere psicologi distruttivi esisteranno invasati che creano scuole di psicoterapie guidando alla disfatta l’intera categoria. Per questo la questione si allarga sempre piu e non è piu confinabile in una singola esperienza negativa,ma si allarga alla inquietante costruzione di un sistema enormemente deficitario e pericoloso. Un ordine regionale che non ritiene un suo iscritto con disturbi della personalità un problema per l’intera categoria è gia un’istituzione malsana. Un ordine nazionale che non ha nessuna gestione sugli ordini regionali è completamente inutile e fuori da ogni logica di esistenza se non solo rappresentativa.

    Golem… mi hai fatto sorridere bene con le fave nel commento 493.
    E sono totalmente d’accordo con il tuo commento 489

  9. 499
    angela -

    Marc cosa pensi di uno psicoterapeuta che prende sotto braccio la sua “cliente” (o paziente sganciagrana) che ha un leggera depressione bipolare ed inizia a passeggiare con lei nella stanza dicendole nell’orecchio grandi offese:”puttana,zo......,tro..,deficente..” e poi si complimenta con la “vittima” ,che è paralizzata in uno stato di terrore, per non aver reagito ,in quanto questo significa che non ha nessuno problema ?
    e di un’altro che consiglia di bere alcolici per poter dormire ad una persona che soffre di insonnia,ansia e depressione?
    e di un’altro che redarguisce il suo paziente colpevole di essersi fidato del suo precedente psicologo? e non parliamo di tante altre cose che sono troppe e tante.
    Forse è meglio che ti informi prima sulla quantità di merda sommersa che persiste nell’ambiente della psicologia italiana prima di sventolare alta la bandiera degli “psicologi capaci”. I cosiddetti psicologi capaci se esitono dovrebbero essere fautori del miglioramento della loro categoria impegnandosi in prima persona per eliminare il marcio e non cercare di nasconderlo. E bast.

  10. 500
    maria grazia -

    Condivido completamente la tua analisi angela, che trovo impeccabile in tutti i suoi passaggi. quando accenni all’ ignoranza capillare delle persone – cresciute secondo stereotipi fuorvianti e fortemente condizionata da una società arrivista – il discorso può essere ricollegato a quelle “incompletezze” cui accennava anche Golem nel momento in cui la persona che si rivolge allo psicologo deve giudicarne l’ operato.

    Il paziente – aldilà degli ideologismi – è spesso incapace di fare un’ analisi obiettiva di ciò che realmente ha ricevuto dal suo analista. Esclusi i casi limite in cui l’ abuso e la prevaricazione sono stati palesi, nella maggior parte delle volte secondo me chi si rivolge allo psicologo si illude di aver trovato la quadra. Ma è appunto solo un’ illusione.

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