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L’ennesimo aspirante suicida

Diciamo che mi chiamo Ismaele. Qualche anno fa (ne ho 28 adesso) ho iniziato ad illudermi di essere cambiato. Ma non era vero. Nessuno cambia mai davvero. Ci si risveglia solamente. Si impara a conoscere se stessi, se si è sufficientemente fortunati. E io ho fatto una scoperta sensazionale su di me: non mi piaccio. Nemmeno un pochetto.

Non vi annoierò con le contingenze della mia vita, sono certo che le conosciate già tutte. D’altronde, mi umilierebbe sentirmi omologato alla massa di coloro che meditano il gesto estremo perché sono stati lasciati dalla ragazza o perché gli è morto il cane (nonostante io sappia benissimo di essere soltanto un altro tassello del mosaico). Soprattutto, mi rifiuto di accettare l’idea di stare cedendo a un ricatto, di considerare il suicidio come un omicidio operato da terzi e di cui si è semplicemente vittime ed esecutori a un tempo, come vuole una nota teoria sociologica. Oh no, le cose stanno molto peggio di così. Ho avuto le mie delusioni, naturalmente. Come tutti su questa terra. Ma c’è qualcosa di più…
Ho capito che in realtà, da quando sono nato, non ho fatto altro che cercare di uccidermi: è la mia aspirazione, la mia vocazione.

Senza stare a specificare il come quando dove e perché quindi, lo stato attuale delle cose prevede che io non abbia più una direzione: sono fuori controllo. Non parlo più con nessuno (non ricordo nemmeno che suono abbia la mia voce), non stabilisco più contatto visivo nemmeno in famiglia; sono terrorizzato all’idea di pronunciarmi in qualsiasi modo, conscio che le mie intenzioni profonde rimarranno inespresse, le mie parole fraintese. Cerco di passare fisicamente inosservato: mi muovo silenziosamente, come un’ombra, evitando di interagire in qualsiasi modo con qualsiasi cosa o persona, nella vana speranza di ridurre gli effetti indesiderati delle mie iniziative. Ma è troppo difficile…

Sono agitato da passioni profonde, troppo violente per essere amministrate con equilibrio: e io non voglio che sia così. Non voglio essere così. Mi osservo, e assisto interdetto giorno dopo giorno al rivoltante spettacolo offerto dall’animale che è in me e che brama di emergere, di vivere con tutto se stesso. Questi non conosce moderazione: gli piace tutto ciò che vede, desidera tutto ciò che gli piace, vuole ottenere tutto ciò che desidera, e quando ci riesce cerca di distruggerlo. E se non ci riesce, cerca di distruggersi, con atteggiamenti autolesionistici.
Io non voglio vivere così. Non voglio essere uno schiavo. Devo essere libero. Cerco tranquillità, pace, stasi. Vivere significa affermarsi, cosa che non è possibile fare se non a discapito di qualcun altro. Al fondo di ogni mia azione intravedo ormai la motivazione vera, gretta e spregevole. Come corteggiare una donna: per me è solo un inganno. E io non voglio più danneggiare il prossimo. Aborro la necessità della lotta per la sopravvivenza.

Se volete scrivermi qualcosa privatamente, la mia mail è elmst.1428@gmail.com.
Ma non aspettate troppo a lungo.

Lettera pubblicata il 3 Luglio 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    silentry -

    l’analisi e appropriata
    possibile che non trovi un equilibrio?
    se cessi di esistere non puoi piu migliorare
    non in questa vita

  2. 2
    rossana -

    Ismaele,
    non si può dire che tu non abbia le idee chiare, se non altro nella certezza di non piacerti “nemmeno un pochetto”.

    apprezzo, inoltre, l’assoluta trasparenza, nell’inserire anche il tuo indirizzo mail.

    brutta storia, nell’insieme, soprattutto nel silenzio in cui tendi a chiuderti, che non stai utilizzando per un’introspezione ma per una specie di rifiuto del mondo, che parte dal rifiuto di te stesso.

    e allora mi sa che è proprio da te stesso che dovresti ricominciare, tenendo insieme, come fanno tutti, pulsioni, desideri, raziocinio e sentimenti. tutti gli esseri umani sono costituiti da tendenze diverse, che vanno indirizzate e armonizzate: questo è il principale lavoro quotidiano inconscio, dopo il procurarsi il cibo e un riparo per la notte, più o meno come fanno gli animali.

    to sei chiesto da cosa deriva la tua pulsione di morte?

    non è vero che si afferma se stessi solo a discapito degli altri. ci si può amare ed accettare anche senza essere in competizione con nessuno. questa già è una prima piattaforma di serenità, sulla quale poter costruire… a volte sono i genitori a prepararla per noi, in altri casi, purtroppo, siamo noi a doverci rimboccare le maniche… è un lavoro faticosissimo ma, credimi, ne vale la pena!

    se ti va, scrivi qualcosa di più sul tuo passato che ritieni più significativo…

  3. 3
    justmyphase -

    Ciao Ismaele,
    dici che non stabilisci più alcun contatto, eppure qui hai scritto. Perché? C’è forse un altro desiderio oltre a quello di uccidersi? Sembra anche che tu voglia che qualcuno ti risponda. E io in breve lo faccio anche, come altre persone prima di me.
    Vuoi comunicare Ismaele, vuoi comunicare.., e lo stai pure facendo senza danneggiare il prossimo. Anzi a me hai dato qualcosa in più. Mi sei servito, sì, posso dire che mi sei servito, se ti può piacere questo linguaggio utilitarista. Io non ci ho mica perso niente a leggere il tuo messaggio, non c’è alcuna transazione, non mi hai nemmeno rubato del tempo perché ho deciso io di dedicarcelo. E guarda che sono una persona vera eh, ora sono qui seduto in questa stanza, con il computer, e mi sto dedicando a questo “dialogo”.
    Quindi..?
    Questa storia della teoria sociologica mi piace, guardacaso non la conoscevo. Io non la butterei via proprio così. Eppure è vero, “che vada a quel paese la sociologia” quando poi tu senti emozioni e pensi pensieri che ti paiono scaturire unicamente e assolutamente da te.
    Cosa vuoi?
    Vuoi essere speciale?
    Perché chiedi di scriverti privatamente, ..forse perché vuoi che ci si dedichi a te e solo a te? Qualcuno si è mai dedicato solo a te, nella tua storia?
    Sono solo domande e spunti, forse sono un po’ diretti, ma te li dice uno fragile come un giunco, uno che è “nato deluso”, eheh.
    E probabilmente il mio “eheh” è frutto della birra che sto sorseggiando in questo momento, quindi “chimica”, artefazione, non realtà, non verità (forse diresti).
    Se pensi che sia una vita di merda spendila almeno per far capire agli altri che sia di merda, volendo essere estremisti.
    Se stai zitto, se muori, chi ti ascolterà? Dio? L’assoluto?
    No.
    A me fa piacere leggerti.
    Non mi togliere questo piccolo aiuto contro la solitudine dei miei significati.
    Grazie,
    ciao..!

  4. 4
    gessys -

    ciao
    nelle tue giornate ,anni,momenti terribili dettati da tanta solitudine,amarezza devi ricordare di essere una persona che come tutti possiede dentro sè tanta sensibilità e tanta voglia di riuscire a trovare quella comprensione ,rispetto ,capacità di ascoltare che oggi purtroppo manca a tutti e ti capisco per questo.
    però ricorda che sono momenti,attimi,anni ,la tua vita continua e tu devi farne parte perchè per essa sei importante ,come l’aria che respiri,e di questo non devi mai dubitarne.
    tutti viviamo periodi brutti,tristi,deludenti e per questo posso dirti che è vero,però non gettare mai la tua vita perchè sei una persona valida e meriti di trovare la pace che cerchi ,e vedrai che il tempo ti premierà .
    fatti tanta forza e ricorda che qui su questo forum,non sei solo,perchè nessuno è solo .
    forza

  5. 5
    geko -

    … e l’ennesimo aspirante suicida che, nonostante i fiumi di parole con cui gli aspiranti suicidi sono soliti ammorbare gli altri, non si suiciderà, né ora né mai. 🙂

  6. 6
    Event -

    Ogni uomo uccide ciò che ama, diceva Wilde.
    E siccome in fondo in fondo, dietro tutte le sovrastrutture culturali che ci siamo inventati nei secoli per poterci dire “civili”, ciò che ognuno ama è se stesso in quanto unico oggetto “reale”, finisce che tutti non fanno altro che cercare di uccidersi.
    Cambiano solo i tempi d’esecuzione.
    Ovviamente ci sarebbe molto altro da dire, e da come scrivi intuisco che ne hai anche tu, ed ho pure il lieve sospetto che il tuo dire non sarebbe affatto banale.
    Ma prima che mi dilunghi in vacui discorsi elettronici occorre sapere una cosa fondamentale: sei ancora vivo?
    Le parole impiegano tempo, e il tempo è prezioso, giacchè la mia di morte, è una cosa elaborata.
    Spero che la risposta sia si.
    PS. il tuo indirizzo di posta risulta inesistente, questo qua invece è reale e funziona benissimo:event-horizon99@libero.it

  7. 7
    rossana -

    Event,
    punto di vista molto interessante. grazie di averlo espresso.

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