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Amaro rimorso

Ciao a tutti, vi scrivo perché ho bisogno di sfogare e anche parlare con qualcuno dello sconforto che sto provando.
Purtroppo data la situazione attuale e le varie vicissitudini della mia vita, mi sono ritrovato a 30 anni con un lavoro di merda e ancora a casa coi miei genitori, da due anni a questa parte ho iniziato a sentire un forse senso di amarezza per lo stare ancora in casa con i miei e non riuscire ad andare a vivere solo per via dello stipendio, mi sentivo stupido nei confronti degli altri, nei confronti di me stesso, il bambacione della situazione, non capendo che in realtà ciò che mi faceva davvero sentire uno schifo non era solamente il fatto di stare ancora in casa, (magari un po anche quello), ma la mia mancata realizzazione professionale e personale in tutti i sensi…
Arriva il bel giorno che trovo questa casa molto umile a un prezzo che ci arrivo per poco a pagare ma ce la posso fare, così la prendo, dopo 3 giorni inizio a rendermi conto di essere stato davvero un cretino, mi sembrava chissa che dovessi fare andandomene di casa, invece l’unica differenza che sto trovando è un sacco di solitudine e un rimorso amaro nei confronti dellatteggiamento stupido da depresso che ho avuto negli ultimi due anni in casa dei miei per la convinzione che abitare a 30 anni in casa sia una colpa, non mi manca la mammina che mi rifa il letto, non è un discorso da sfigato il mio, mi manca la chiacchierata con mio padre, il mangiare insieme, il confrontarsi il discutere, senza togliere che spesso ci litigavo pure con mio padre, ma mi manca il tutto ugualmente, me la stessi comprando la casa ci poteva anche stare, ma sto in affitto, non convivo con nessuna donna né mi sto comprando una casa né niente di niente che cosa ho ottenuto., soltanto fiumi di soldi buttati e tanta solitudine, potevo rimanere in casa e collaborare per la crescita mia e della mia famiglia magari insieme, invece sono stato capace solo di disperarmi per avere cosa…. il nulla. Ho commesso un forte errore di valutazione, ho proiettato tutti i miei malesseri nel fatto di dover per forza andarmene di casa quando non capivo che era proprio la mia famiglia che poteva darmi una mano, ora non ho il coraggio di tornare indietro, che cosa direi al mondo che mi hanno sempre sentito parlare di questo,… e ora che dico che torno indietro? con quale motivazione, mi vergogno, e so di aver sbagliato. apparte un appello a tutti i giovani di godersi la propria famiglia e lamentarsi il meno possibile chiedo a tutti voi più risposte possibile da chi vive la stessa situazione e da chi anche non l’ha vissuta ma volesse darmi un parere mi farebbe bene e piacere… grazie….

Lettera pubblicata il 5 Maggio 2014. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 15 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    Edgar -

    Molta gente viene qua con dei dubbi da esporre, ma nel tuo caso non vedo dubbi: hai le idee chiare, chiarissime. E’ un bene quando riguarda il dover prendere scelte che riguardano la propria vita (a volte invece è meglio avere un po’ meno certezze quando si deve decidere per gli altri, ma questo è un altro discorso). Per me devi agire di conseguenza con le tue idee: ti sei reso conto che vivere così non vale la metà di vivere coi tuoi sotto vari punti di vista? Bene, getta via il tuo orgoglio e di’ ai tuoi genitori che hai fatto un errore, come hai scritto qua a noi, e che dovevi sperimentarlo sulla tua pelle per poterlo sapere. Che con quest’esperienza hai apprezzato ancor più lo stare a casa con loro. Che hai capito che a volte stereotipi inutili (buoni o brutti che siano) ci influenzano e che nel tuo caso è stato lo stereotipo “30enne a casa con i suoi uguale sfigato”. Hai fatto un errore? Bene, ricordati che la saggezza popolare dice che errare è umano, perseverare è diabolico.

    Sul serio, capisco l’amaro rimorso, ma non ci vedo niente di irreparabile. Se per caso sei stato maleducato con i tuoi scusati in maniera sincera: sono sicuro che capiranno e saranno lieti di riaverti con loro. Su con la vita!

  2. 2
    leonardo -

    hai ragione ma non è cosi facile, apparte che ho preso questa casa una sett fa… che faccio gia me ne vado:?.
    e poi per un anno o due anche 3 parlando con la gente ho sempre lamentato questa cosa che me ne volevo andare a vivere da solo…come se fosse la soluzione a tutti i prob. della mia vita…
    con quale faccia ritornerei, con la faccia di quello che non e tornato perche non ne valeva la pena ma perche non ce l a fatta o ha avuto paura…. non so mi sento strano, forse e meglio aspettare almeno un mesetto?… non so,.anche davanti alla mia ragazza… ho fatto anche a lei i stessi discorsi

  3. 3
    Angwhy -

    Caro amico a 16 anni ero gia pronto per andarmene via e non sai cosa ha significato dover aspettare per tanti anni ancora.forse tu hai idealizzato la cosa piu del dovuto ma a 30 anni pensare di stare ancora coi tuoi quando ci sono tantissimi giovani che non riescono e non san piu dove sbattere la testa.insomma è anche giusto che uno se ne vada penso io e poi essere autonomi insomma,nessuno ti impedisce di vedere o di sentire tuo padre anche tutti i giorni senza dovergli chiedere il permesso per ogni cosa.o no?

  4. 4
    leonardo -

    E questo il fatto, come hai detto tu , ho
    idealizzato la cosa, a mio padre non dovevo chiedere il permesso di niente, potevo fare come mi pareva in casa, avevo una camera solo mia, si forse e come dici tu, è anche giusto cosi, ma non so perche mi sento in questo modo, forse è anche il rimpianto di una situaziuone che avevo che era molto meglio di come la criticavo, e solo ora ne vedo i pregi,non so che dire

  5. 5
    Clara -

    Ciao Leon83

    sono d’accordo con Angwhy e prima di leggere la sua risposta stavo per consigliarti di chiamare i tuoi, invitarli a casa tua, invitare degli amici. Io penso sia solo il primo momento (che io, da persona portatrice di handicap fisico, vivrò tra un anno) di sconforto. Fossi in te aspetterei a mollare tutto… Poi vedi tu!

    Un bacio!

    Clara

  6. 6
    KATY -

    Non hai sbagliato!!!!

    Hai fatto benissimo!

    E’ stupendo che ti manchino le chiacchierate con tuo papà….quando ti capita, prendi il pulman e vai a trovarlo…

    IO sono andata via di casa a 22 anni, ho preso un appartamentino in affitto (ero a 2 km da casa dei miei) ma ero spesso da loro, comunque.

    I primi due mesi mi sentivo spaesata, poi è diventato tutto naturale.

    E’ un passo importante.

  7. 7
    Edgar -

    Scusami leonardo, non avevo capito che ti fossi trasferito solo da una settimana. Be’ io direi di aspettare almeno un mesetto, sì. Prova a vedere come gestisci lo stare a casa da solo, ma ricordati pure quello che ha detto Clara, che puoi invitare amici e parenti a casa!
    Se decidi di tornare già adesso poi rischi di pentirti al contrario, cioè di esserti pentito troppo in fretta.

  8. 8
    marikoska -

    se non ti stacchi rpima mentalmente dalla dipendenza affettiva con i tuoi, ovunque vivrai sarà la tua cameretta solo un po’ spostata… si allunga solo il cordone ombellicale ma non viene reciso..
    al posto tuo mi farei delle belle sedute psicologiche per capire come mai non puoi crearti una nuova famiglia invece che desiderare la compagnia dei genitori

  9. 9
    leonardo -

    Innanzitutto vi ringrazio a tutti per le risposte, per quanto riguarda il commento di marikoska, forse ha ragione che dovrei andare a parlare con uno psico
    dato che ogni volta che prendo una decisione piu grossa del solito, finisco sempre in un turbine di indecisioni e auto contestazioni di quel che
    ho fatto, nella fattispecie, oltre al mancarmi la situazione di prima, provo anche un vero e proprio senso di colpa, non ne capisco neanche io
    il motivo, e come se mi sentissi in colpa per aver lasciato tutto, è pur vero che spesso mio padre ci ha fatto a toni decisi discorsi a me e mio
    fratello del tipo ” abbiamo fatto tutta questa fatica io e tua madre per comprare una casa grande e ora voi ve ne andate a buttare i soldi in affitto
    ” ora non so se possa essere stato lui ad avermi condizionato, fatto sta che la sensazione che ho è quella che ho appena descritto.
    Quindi ne deduco che forse abbia ragione marikoska, voi cosa ne pensate…

  10. 10
    rossana -

    Leonardo,
    penso che si possa vivere vicino ai genitori, o anche in casa loro, senza che questi sovrastino oppure s’immischino nelle faccende dei figli. così come si può vivere a centinaia di chilometri di distanza e avere sempre papà e/o mamma che continuano a voler dirigere la vita dei loro “piccoli”.

    se i tuoi genitori, come mi sembra di aver capito, non sono del secondo tipo, sta a te scegliere serenamente cosa preferisci. prova per qualche mese e poi decidi senza farti condizionare nè dal loro affetto nè dalla spesa che potresti evitare. tieni, se puoi, la tua quotidianità nelle tue mani e reputati fortunato di poterlo fare!

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