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Istruzioni per vivere cercasi

Ciao a tutti, periodicamente mi ritrovo in questo sito a leggere molte vostre storie; spesso tra le righe ritrovo molto di me stesso: insicurezze, paure, disillusioni e sofferenze interiori mai confessate al mondo che ci circonda. Ogni volta,  quando capito davanti a fiumi in piena di parole che vengono direttamente dalla parte più nascosta del cuore, vorrei poter dire “ci sono anche io”, condivido le stesse emozioni, anche io sono ritornato in questo piccolo angolo virtuale perchè spesso la Vita che mi sta attorno non mi appartiene. Si, questo è quello che continua a pervadermi il cuore e la mente: questo mondo non mi appartiene e io non appartengo a lui. Siamo due sconosciuti costretti a coesistere e ad interagire senza mai comunicare. Io non ho una vera “storia” da raccontare,  non è la fine improvvisa di un amore che mi ha riportato qui: è la mancanza di interesse per le “cose” di questo mondo che mi fa scrivere queste righe; un latente mal di vivere che con il tempo, mattone dopo mattone, ha costruito una fortezza inespugnabile dentro di me. Più guardo il fiume della vita che scorre attorno a me e più sento il vuoto. Le logiche che sembrano tanto entusiasmare le persone mi provocano solamente “spasmi dell’anima”. E mi ritrovo ogni giorno più solo. Ma sono io che mi sto ritirando in questa prigione di cristallo: più o meno volontariamente mi ritrovo a fuggire dalle relazioni sociali che ho sempre fatto fatica a coltivare. Mi sono sempre sorpreso a cercare un personaggio da interpretare per non lasciar trasparire il mio malessere, una sorta di compromesso per riuscire ad avere rapporti con il Prossimo.  Ora non ne ho più voglia: è faticoso cercare di mostrare interessi che non ho, è umiliante dover dimostrare entusiasmo per un mondo di specchietti e frenesie. Io questo non lo condivido,  non ho fiducia nel genere umano e non riesco a guardare al domani sorridendo. In questa vita non ci credo e a trent’anni non cerco più di raccontarmi favole. Spesso mi ritrovo a piangere in balia di me stesso: vorrei avere obiettivi, sogni, grandi progetti  e fiducia nelle mie capacità ma quando guardo dentro di me vedo solo una gran tristezza. Ho un buon lavoro per il quale mi sono sempre impegnato e mi ha dato delle discrete soddisfazioni ma la mia anima continua a sanguinare. Da un anno ho iniziato la psicoanalisi, è stata utile perché ho trovato spiegazioni che prima non avevo ma non mi è servita a sentirmi più vivo e a combattere quell’inerzia che domina le mie giornate. Inutilità. Il mondo brucia sotto la sofferenza che noi causiamo e c’è chi è in grado di parlare di sogni. Io non ce la faccio, purtroppo non ci riesco. E poi c’è questo mondo virtuale dove tante idee simili si incontrano. Perché non è replicabile anche fuori? Io sono il primo a non essere in grado di comunicare ciò che sono veramente. Forse non sono mai stato abituato a farlo. Forse quello che ho veramente da dire è incompatibile con il fluire frenetico della vita.

Lettera pubblicata il 16 Agosto 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    rossana -

    Skyfall85,
    molto bella la tua lettera! e altrettanto difficile suggerirti sentieri per trovare una strada maestra inesistente.

    ci sono, al mondo, persone sempre più che felici, per qualsiasi cosa, anche la minima: è il loro carattere a renderli così. ed altri, mediamente sempre abbastanza malinconici, di fronte, forse, alla consapevolezza che in fondo in fondo nella brevità dell’esistenza sono davvero poche le situazioni e le persone che possono avere una reale importanza.

    tutto quello che a volte viene, bello o brutto che sia, quasi sempre poi se ne va, e nulla o quasi nulla resta. forse è proprio questa inconscia percezione che in alcuni casi può rendere tutto più arduo. poi c’è la genetica, la formazione, le esperienze assorbite nell’infanzia, e un mare di altre componenti soggettive a delineare il nostro modo di essere.

    hai fatto bene a intraprendere la psicanalisi. a me ha cambiato la vita. ma devi avere la forza e la costanza di portarla a termine (cosa che non ho fatto)… ti potrà consentire un tuo equilibrio.

    gli aspetti vitali ritenuti ultra primari sono due soltanto: cibo e sesso. per il cibo, già sei attrezzato. il sesso può essere anche a buon mercato ma, come il cibo, dà molto più gusto se è di qualità o di alto gradimento. a fine analisi potrebbe venire anche questo ma, se non dovesse venire, non permettere a questa “carenza” d’incidere troppo sul tuo temperamento. resta aperto al futuro e al prossimo, fiducioso e costruttivo più che puoi.

    un grande abbraccio.

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