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Cosa succede dopo il dolore della separazione?

Scrivo dopo un po’ di tempo un breve aggiornamento della mia situazione affettiva successiva alla delusione più devastante che ho incassato: l’abbandono.
Ci sono molte lettere che parlano della fase immediata post-separazione. Anch’io ho iniziato a condividere la mia esperienza su questo sito quando il trauma era piuttosto recente e le ferite del tutto aperte.
Ora, però, vorrei guardare insieme a voi un attimo oltre.
Cosa succede DOPO la disperazione dei primi mesi?
In parte, ne scrivo per auto-ispezionarmi e, insieme ai vostri preziosi contributi, capire qualcosa di più di quello che provo; in parte, per individuare se ci siano delle dinamiche comuni nell’andamento della convalescenza e del recupero, la cui consapevolezza possa procurare un qualche sollievo ai cuori sofferenti. Perché piangere e avere l’ignoto davanti dà questa vertigine, un’illusione della dilatazione del dolore ad infinitum di fronte alla quale non si può che disperare.

Fatta questa premessa, vengo al punto.
Nella mia ultima lettera mi trovavo in un momento di grande serenità, mi sentivo euforica all’idea che il vuoto dentro si fosse, in qualche modo inspiegabile, come riassorbito. Mi credevo guarita e, piena di speranza, vi avevo incoraggiati a stringere i denti, fiduciosa che poi il male finisce sempre e prima del previsto.
Credevo di avere la verità in pugno: basta aspettare e le situazioni per cui disperavamo iniziano misteriosamente ad apparirci indolori, superate, improvvisamente remote!
Poi questo sentimento si è in qualche maniera evoluto.

A distanza di 8 mesi dall’interruzione della mia storia di quasi 12 anni, non sento più il dolore lancinante sperimentato così tante volte. Sono anestetizzata. Come quando uno subisce un’ustione gravissima e i suoi recettori sono irrimediabilmente compromessi, non sente più alcun male. Nello stesso tempo, però, mi pare ci sia poco di cui gioire perché non riesco neanche a provare il “bene”. Sono insofferente in entrambi i sensi, quasi sensorialmente (non cognitivamente) disinteressata ai sentimenti e alle sensazioni, non stimolabile. La mia soglia di coinvolgibilità si è innalzata a livelli inauditi.
Eppure, quello che vorrei più di tutto sarebbe sentirmi innamorata, credere in qualcosa, sentirmi emotivamente viva. E, invece, mi sembra di non essere reattiva, per quanto razionalmente apprezzi determinate situazioni, i miei sensi sono sedati.
Perché, in parte, è vero quello che ha più volte ribadito Andy: spesso una ragazza ha il vantaggio di vedere tornare il suo ex e, in concomitanza, di incontrare repentinamente una persona nuova che le stia vicino.
OK, è successo anche a me.
Però voglio dire come ci si sente quando succede. Io non ho tratto alcuna gratificazione dal sentirmi cercata di nuovo dalla persona che mi ha distrutta. I suoi ritorni mi destabilizzano soltanto e non mi procurano alcun sollievo, è una vittoria amara priva di un qualunque senso di rivalsa. Il ragazzo che ho amato così disperatamente non esiste più e le rinnovate attenzioni di questo fantoccio (che solo ora si ricorda della mia esistenza) non possono riscaldare il mio cuore gelido.

Nello stesso tempo, non riesco neanche a investire davvero le mie emozioni in qualcosa di nuovo. È una commedia dell’assurdo in cui il mio ex mi ha portato via la capacità d’amare, cosicché non ce n’è rimasta per nessuno, neanche per lui, neanche per me, e neanche per eventuali persone meritevoli. C’è solo desolazione e frustrazione. E un cuore serrato, intento a difendersi.
Non cadrò nella trappola che mi sta tendendo, ma nell’ansia di proteggermi e disincantarmi, mi schermo anche da tutto il resto.

Nel 1970 Elisabeth Kübler Ross ha individuato una regolarità negli stati emotivi che si avvicendano (non necessariamente susseguendosi in ordine, ma anche sovrapponendosi e ripresentandosi più volte) nell’elaborazione della morte:
1. Negazione (rifiuto che l’evento traumatico si sia davvero verificato),
2. Rabbia (ribellione con emozioni forti di ira e paura),
3. Contrattazione (la speranza nel futuro guida tentativi di ricostruirsi),
4. Depressione (reale presa di coscienza della perdita subita),
5. Accettazione.
Io ci vedo un’estrema similitudine con l’elaborazione della separazione. Suppongo di trovarmi nella quarta fase adesso e sono turbata all’idea di poter ripercorrere di nuovo le altre fasi ancora e ancora prima di darmi veramente pace.

Vorrei sentire anche la voce di qualcuno che ce l’ha fatta a raggiungere l’accettazione di cui sopra senza, però, diventare cinico e irrimediabilmente sfiduciato/distaccato/anaffettivo. C’è qualcuno che sensibilmente ha pianto e ora sensibilmente sorride di nuovo?
Un abbraccio,
Marzia.

Lettera pubblicata il 18 Ottobre 2009. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 1.178 commenti

Pagine: 1 2 3 118

  1. 1
    andy -

    lo chiamerei entusiasmo a scadenza breve.
    mi capita ugualmente, non ho stimoli, il mio è un apparente entusiasmo verso le novità.

    purtroppo nel passato non possiamo tornare.
    ma non era un passato vero.

    era il nostro cervello diverso, la realtà è sempre stata la stessa, ma era meglio vivere quella illusione effimera che questa vile realtà.

    l’unica cosa da dire: sperare in un NOSTRO cambiamento.

    a presto 😉

    ps: colgo l’occasione per salutare anche ely che assieme a marzia sono fra quelle pochissime ragazze per cui ancora vale la pena sperare.

  2. 2
    Criss -

    Io vivo una conseguenza forse opposta alla tua, ma sicuramente conseguenza dello stesso dolore:

    avevo una riserva immensa di amore per lei, ma lasciandomi non mi ha portato via la capacità d’amare, anzi, l’ha amplificata. Adesso che lei non c’è io ho ancora tutta quella potenza d’amore ma ovviamente non posso riversarla su una persona nuova che non amo, perchè è tutta riservata a lei che amo. Insomma, c’è la volontà d’amore ma non c’è il soggetto potenzialmente ricevente.

    Non è cinismo o sfiducia o mancanza d’affetto; è amore per qualcuno piuttosto che per qualcun’altro.

  3. 3
    toroeduto -

    Cara marzia, io non ho seguito la prima parte della tua storia, ma da quello che ho letto ho intuito tutto.
    Nella fase in cui credi di essere (non amo molto gli schemi) da me vissuta a suo tempo, non credevo più nell’amore, anche se “sentivo” in me la voglia di riprendere a vivere, dopo la forte delusione subita. Ma ero scettico, uscivo con delle ragazze, ma c’era in me una sorta di sfiducia, paura di soffrire di nuovo.
    Anche perchè quando hai vissuto una storia importante, non ti accontenti di un ripiego, avevo solo bisogno di avere la fortuna di conoscere la persona giusta. E’ arrivata dopo 7 anni, forse sono stato anche diffidente all’inizio, ma cosciente che se dovevo vivere
    una situazione d’amore ricambiato, dovevo riuscire a superare tutti i pregiudizi che mi attanagliavano. Sentivo che era vero amore e non potevo sciuparlo per i tarli che si erano insinuati nella mia mente. Ne ho anche parlato con lei…mi colpì la sua semplicità a banalizzare tutti i miei preconcetti, anche lei veniva da una situazione più bruciante della mia.
    Questa sua semplicità andava proprio nella direzione in cui volevo andare, sentivo un sentimento che credevo incapace di provare ancora, semplicemente perchè era la cosa più coinvolgente che mi fosse capitata nella vita. Dopo 2 anni ci siamo sposati e ho conosciuto la vera felicità. 30 anni da sogno 2 figlie un’intesa fantastica, tanto che lei ormai non è più su questa terra, per gli altri, io la porto sempre nel cuore e vivrà in me fino al mio ultimo giorno, sono stato fortunato, anche se ne sento la mancanza fisica, non ho mai cercato altre situazioni, non vivo di ricordi vivo ancora per lei e per le nostre figlie.
    Devi solo aver pazienza e avere la fortuna di imbatterti nella persona giusta, non commettere il mio errore, cancella tutto dalla mente, quando sarai libera, sarai pronta ad avere quello che io auguro a tutti, la fortuna d’incontrare la persona che sappiamo, esiste da qualche parte. Buona fortuna

  4. 4
    Spectre -

    Beh ma la separazione E’ un lutto. Si chiama in maniera diversa, ma è la stessa cosa in base agli effetti che provoca, quindi le similitudini non sono nemmeno da cercare più di tanto. Le trovo evidenti. Se poi si è alla prima esperienza di questo tipo, credo sia praticamente impossibile non cadere in uno degli stati che citi tu… anzi direi che almeno 3 su 4 li si tocca quasi per forza.

    Io ho pianto poco. Due volte. Sorrido oggi? No, ghigno con attenzione. Rabbia? Sapessi qual’èera il mio primo pensiero appena aprivo gli occhi…

    Poi credo che il cinismo, la sfiducia ed il distacco te li infonda anche lo schifo in cui viviamo, perché, almeno è valso per me, una volta ritornato “sul mercato bacato dell’amore moderno”, ho potuto vedere da fuori tutte le coppie che ci sono, e mi è venuta voglia di vomitare nel 90% dei casi. Vomito anche sulla maggior parte delle finte donne in circolazione (niente papponi sugli uomini che fanno altrettanto schifo please, lo so pure io), che pensano che i bambini vanno presi per la collottola come i gatti tanto poco ne sanno, però sono “fighe ed emancipate lavoratrici” che vengono ad insegnare agli “uomini che non sono più come una volta” come si sta al mondo. E poi toh! mi strofino gli occhi quando incontro DONNE vere in quanto animali più unici che rari. Sono poche, ma ci sono, e si tengono ben alla larga dal mare di merda generalizzato ed avvicinarle è come conquistare un fortino perché ti fanno impazzire (forse giustamente).

    Per il resto io sto quasi esattamente come te. Sono arrivato al punto che una persona mi sta tirando per i capelli verso di lei perché vede il mio evidente distacco, anche se lei è un po’ come te… anestetizzata. Come faranno una totalmente “anestetizzata”, ed un semi anestetizzato che guarda tutti dall’alto, a trovarsi in qualche forma? Boh… vedremo.

    Per rispondere alla domanda iniziale… cosa succede DOPO? Potrebbe iniziare un viaggio lunghissimo. Meglio portarsi tante provviste.

  5. 5
    Ely80 -

    Ciao Marzia, ho seguito la tua vicenda e proprio per ciò che ci accomuna , ti sono vicina…io dopo cinque mesi posso dire di oscillare tra i punti 4 e 5. Questo significa che ci sono momenti in cui mi occupo di me stessa e delle mie passioni e quindi ritengo di essere in fase di accettazione e poi ogni tanto, soprattutto nel fine settimana, mi fermo a pensare al passato e immancabilmente mi scende qualche lacrima, mi lascio cogliere dalla nostalgia e mi manca il mio passato…
    Sono convinta che più passa il tempo e più queste oscillazioni si dilateranno nel tempo…lo spero! In modo tale che i momenti di sconforto si faranno via via più radi lasciando il posto a qualcosa di nuovo e bello…è questo che secondo me succede dopo…
    Io dopo questa batosta ho iniziato a guardare la vita in modo diverso; ho capito che tutto è realmente così sfuggente, che vale la pena vivere intensamente quei pochi attimi di felicità che ci vengono concessi senza dare per scontato che durino a lungo…viviamoli per quello che sono!
    Sorridi, il sorriso è l’arma più potente che abbiamo a disposizione per stare bene e per far star bene chi ci sta vicino!
    Io ho imparato a farlo spesso, a sorridere con il cuore e ho notato che fa davvero bene ed è pure contagioso! Prova anche tu, ti sentirai viva…
    Non angosciarti nell’attesa di innamorarti…non spetta a noi decidere quando è il momento giusto…succede e basta!
    L’amore non si cerca…si trova!!
    Auguro a te, a me e anche ad Andy di ritrovare presto la felicità…ce la meritiamo tutta!!!!

    PS: grazie Andy per la tua stima, ti saluto con affetto…Ely

  6. 6
    Criss -

    ….guardate che le cose sono sfuggenti, e gli attimi di felicità durano poco, perchè dall’altra parte abbiamo sempre dei vigliacchi depressi di vita, gente che non ha nè una personalità nè un posto nel mondo, e quindi finiscono per rendere confuse le persone sane e solide.
    Se la gente sapesse quello che vuole, gli amori durerebbero in eterno.

  7. 7
    Spectre -

    Il fine settimana è una bella “noce”. Sarà perché si esauriscono i compiti della settimana e si ha più tempo libero… che magari si passerebbe con qualcuno molto volentieri, invece che doversi arrangiare. Me l’hanno detto in molti, dalle persone normali, a chi magari è psicologo o similare. Credo sia naturale trovare qualche difficoltà a riorganizzarsi per conto proprio, dopo del tempo in cui si sapeva sempre con chi stare, o a chi pensare. Anche il semplice pensiero che qualcuno è “per te” fa passare meglio il tempo, che diventa più leggero e meno nemico.

    Io però ho sentito molto la mancanza delle abitudini, quelle su cui purtroppo ci si adagia pure, piuttosto che di lei. Anzi, dopo i primissimi tempi, è stato pure meglio non averla tra i piedi, tanto saremmo finiti per sfinirci a forza di discussioni o oppressi dall’aria pesante. Che schifo.

    Oggi purtroppo non riesco a vivere intensamente le cose nel vero senso della parola. Sono un po’ distaccato anche se presente. Inizialmente prendevo tutto quello che mi capitava a tiro, con ansia, col tempo passa pure quella e ti assesti sulle tue cose che non senti più come limitanti, ma centrali. Per cui si sta bene anche a casa, anche da soli, prediligendo la qualità alla quantità.

    PS. l’amore lo si deve anche un po’ cercare cmq. Aiutare diciamo così…

  8. 8
    Spectre -

    @ criss
    Criss, gli amori finiscono e basta, magari proprio perché uno dei due sa perfettamente cosa NON VUOLE e di conseguenza cosa vuole, per cui lascia.

  9. 9
    roby -

    Ciao a tutti!
    In verità invidio il “vostro tempo già trascorso”..
    Lui mi ha abbandonata mi piace questa espressione poichè indica con esattezza la sensazione che provi quando lui ti dice: non ti amo più!)1 mese e mezzo fa.
    Mi sono affidata ai giorni che passano.
    Ogni mattina apro gli occhi e i primi istanti dopo il risveglio sono i peggiori poichè c’è l’illusione di aver vissuto solo un incubo. Invece il peggio arriva qualche momento dopo,pensi “eccomi qui, ho un altro giorno davanti a te,un giorno fatto ancora di ricordi,di perchè e di paure”. Peccando sento il peso della disperazione sul cuore.
    L’ora più buia penso sia passata.
    Quella nella quale provi un dolore non solo emotivo, ma anche fisico..non ti lascia repirare tranquilla nemmeno per un attimo!
    Contemporaneamente alla fine della mia relazione,il mio papà ha subito un importante intervento al cuore, pensavo di avere il suo appoggio.Ma ha confermato soltanto il suo essere codardo ed egoista. Un uomo impossibilitato dalla nascita di amare. Così mi ha abbandonata anche in questa tragedia.
    Siamo stati insieme 1 anno e più,credevo in lui, nel suo amore nonostante la paura che il suo passato potesse ritornare (lui era tanto diverso da come è stato con me: un uomo libero, pieno i donne e superficiale). bhè forse quell’uomo è tornato.
    Conoscete il detto:il lupo perde il pelo ma non il vizio?
    Ma dovevo dargli la possibilità di amarmi e di stare insieme..così facendo un gran lavoro su me stessa si era conquistato la fiducia.
    Mi viene da ridere!Quanta energia interiore sprecata per uno che vive le sue ore in palestra e davanti ad uno specchio!!
    2 sett fa l’ho incontrato, la cosa spiacevole è che non era da solo. Ha portato nel locale che sa che frequento una ragazza.
    Mi sono sentita una povera pazza che si arrampica frettolosamente fino al decimo piano e si lancia di sotto. Vederlo è stato come sbattere al suolo.Lo odio!il male che mi ha fatto è inspiegabile, eppure lo sento ancora dentro di me…

  10. 10
    Criss -

    @spectre, ma parli di chi si ama o degli opportunisti calcolatori che stanno con te per convenienza? Ah, ecco, immaginavo, perchè io parlo delle persone che amano ma comunque rovinano i rapporti perchè non sanno dov’è il bandolo della matasssa del proprio essere. Quelli di cui parli tu per me sono solo feccia, carne da cannone. Gli amori di cui parli tu non sono mai iniziati, quindi non si può parlare di una loro “fine”.

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