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Carenza di intelligenza sociale?

Credo di essere al limite. Se non lascio al più presto aperta una valvola di sfogo, esploderò. È proprio per questo che ho deciso di scrivere qui, dal momento che di quello che sto per dire non riuscirò mai a parlare con nessuna persona che conosco.

Ma vengo subito al dunque.
Sono tormentata dall’idea di aver completamente buttato la mia adolescenza. Mi spiego: tra meno di un anno sarò una diciottenne, ma di questi ultimi cinque anni che cosa mi è rimasto? Da quando avevo 12 anni, non ci sono stati cambiamenti, anzi, la situazione è rimasta completamente invariata. Ho sprecato gli anni che – come dicono – dovrebbero essere i migliori della nostra vita soltanto studiando e praticando a livello agonistico uno sport il quale, non essendo io portata per esso, non mi ha mai dato gratificazioni (anzi, in passato è stato fonte di frustrazione e insoddisfazione, che fortunatamente ho imparato ad ignorare) ma assorbe soltanto il mio tempo.
Non posso nemmeno dire di essere maturata come persona. Il percorso di studi che sto affrontando mi costringe ad apprendere nozioni che non mi risultano utili e che, d’altra parte, dimentico immediatamente dopo una verifica, tanto che il mio bagaglio culturale pesa meno di zero.
Pari a zero sono anche le esperienze “amorose” che ogni ragazza normalmente affronta durante l’adolescenza: sono ferma al livello di una bambina di prima media (senza nulla togliere, per carità). Non ho mai provato neanche lontanamente cosa significhi avere una relazione con un ragazzo; non ho mai dato un bacio; nessuno si è mai interessato a me; non ho mai rivelato i miei sentimenti, poiché con il ragazzo di turno il più delle volte non avevo il benché minimo rapporto, e se avessi tentato un qualsiasi approccio sarei sembrata, giustamente, una mentecatta.
La situazione non varia molto anche per quanto riguarda i rapporti sociali non strettamente sentimentali. Posso affermare con decisione di non avere, e non avere mai avuto, amici. Non intendo quei rari rapporti di profonda intimità e sintonia che pochi fortunati riescono ad instaurare con un’altra persona, no. Non sono così ambiziosa. Intendo quelle amicizie/conoscenze di tutti i giorni, persone con le quali scambiare quattro chiacchiere cordiali, o uscire a prendere una pizza o che altro. Credo che iI problema risieda non negli altri, ma nel mio atteggiamento. Con i miei coetanei non riesco mai a entrare in confidenza: probabilmente risulto infatti essere una ragazza scialba e tremendamente banale. Se si sta facendo una conversazione in gruppo, ad esempio, io non parlo mai, non per timidezza ma perché non ho effettivamente mai nulla da dire; se mi é espressamente richiesta la mia opinione, poi, inizio a sovrapporre farfugliando brandelli di quanto è stato appena detto da altri dando alla luce un’accozzaglia di frasi slegate tra loro o di una banalità allucinante, tanto che l’interlocutore rinuncia ad interpellarmi di nuovo. Mi capita troppo spesso di avere davvero difficoltà a esprimere con chiarezza ed efficacia un qualsiasi concetto, e questo mi blocca tantissimo. Oltretutto, se guardo a tutti gli altri ragazzi e ragazze, mi sento terribilemente inadeguata. Loro, qualsiasi sia l’argomento, trovano sempre cose interessanti da dire, mentre io non ho conoscenza quasi di nulla, né alcuna opinione in merito. Sembra che tutti tranne me siano nati già “imparati” e pronti a dire la loro in ogni momento, mentre a me manca del tutto quella prontezza di spirito, quella capacità di buttare qua e là una battutina simpatica, di dire qualcosa di pertinente e interessante.
Ma adesso mi sto rendendo conto che mi sfugge anche la comprensione delle più semplici dinamiche sociali, soprattutto quelle cose che agli altri vengono assolutamente naturali. Insomma, non sono socialmente intelligente.
Vedo inoltre che, più passa il tempo, più i miei coetanei collezionano esperienze di vario tipo, e più io rimango indietro. E se prima, nonostante tutto, riuscivo a consolarmi ripetendo a me stessa: “Se riescono a fare tutte queste cose è perché non dedicano il loro tempo alla propria crescita intellettuale”, ora questa scusa non regge più. Difatti, il loro spessore culturale (alla maturazione del quale essi non hanno minimamente contribuito) è evidentemente di molto superiore al mio, che pure non ho fatto altro che dedicarmici negli ultimi dieci anni.

E poi… E poi… E poi…
E poi c’è A.
A., che è un mio compagno di squadra da quando avevo 8 anni.
A., che ha un paio di splendidi occhi azzurri.
A., che è un ragazzo estrememente simpatico e intelligente.
A., che è socievole con tutti ma che con me perde tutto il suo entusiasmo.
A., che, le poche volte che ho tentato un approccio (non dico esplicito, ma soltanto amichevole) ha visto in me una persona rigida e noiosa, e che giustamente manifesta il suo interesse per ragazze più simpatiche e più carine. Più simpatiche… Beh, per ovvi motivi, se con me non parla mai, come potrei risultargli simpatica? Più carine… Ok, sono molto alta (1.80m), ma ho un fisico non proprio asciutto e un viso dai tratti irregolari (soprattutto il naso, molto importante), sgradevoli. Insomma, non ho la bellezza, non ho una personalità brillante… Non ho nulla.

Lettera pubblicata il 10 Febbraio 2017. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 21 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    Confusa30 -

    io sto messa peggio di te e sono vecchia!
    Consoliamoci

  2. 2
    Xleby -

    17 anni. È presto presto per tirare conclusioni. Invece di scrivere qui ti consiglio una psicologa. Non sei in ritardo per nulla… Ma sto gruppo in cui fai sport non si riunisce mai??

  3. 3
    Rossella -

    L’adolescenza non si butta. C’è chi, come la sottoscritta, non ritiene di averla mai vissuta in maniera piena: La mia natura mi porta a vivere le relazioni sociali come dei rapporti umani. Quando mi sforzo di essere più al passo con i tempi mi accorgo di tradire me stessa. Me ne accorgo perché noto una certa stanchezza unita a sentimenti d’angoscia e oppressione. Non si tratta di un retaggio culturale, perché guardare persone che si divertono mi fa piacere. Lo trovo stimolante. In quanto al resto sono decisamente tradizionalista. Quando penso al matrimonio, ad esempio, mi vedo pronta ad accudire i miei suoceri perché me l’immagino come un ponte tra la vita domestica e le abitudini sociali. Questo connubio è alla base dell’educazione che desidero impartire ai miei figli. Chiaramente se mio suocero avesse qualche situazione da risolvere, consiglierei a mio marito (perché non intervengo in queste cose) di dire a suo padre di risolvere situazioni che per me non sono regolari (è pur sempre la nostra vita) e dopo a casa nostra è il padrone: io gli cederei volentieri il mio posto accanto ai miei figli e a mio marito perché non amo la mondanità. Mi piace uscire per fare qualche passeggiata, ma non voglio impegni perché non sono capace di vivere le pubbliche relazioni con quel distacco che le rende un momento piacevole. Le vivo come dei rapporti umani e la ripetitività mi potrebbe rendere meno aperta verso gli altri e meno disponibile in famiglia. Dai… l’adolescenza non finisce mai per chi l’ha vissuta! Mi sembra una bella cosa. Un saluto!

  4. 4
    Suzanne -

    Asphaelia, se può consolarti, credo che l’adolescenza sia per certi versi il periodo più brutto della vita, quindi pensa che in futuro non potrà che migliorare. Principalmente per un’unica ragione: si impara pian piano a ricercare ciò che realmente ci fa stare bene, e non ciò che dovremmo fare in base alla nostra età anagrafica. Tutti siamo insignificanti in quella fase della vita, perché siamo un guazzabuglio di personalità contrastanti e indefinite. Troverai il tuo personale modo di renderti interessante, fosse anche quello di rimanere in silenzio e apparire un po’ misteriosa. Inizia a riflettere su ciò che desideri essere davvero, e vai per tentativi ed errori; qualcosa si ottiene sempre!

  5. 5
    Yog -

    Beh, data la tua età manifesti capacità espressive scritte assolutamente decenti, perciò non mi butterei giù. Poi se non hai intelligenza sociale, chissenefrega, mica devi darti alla politica o fare relazioni industriali. E anche la bellezza è una faccenda relativa. E poi, se non hai nessuno con cui mangiare una pizza, basta che te la fai portare a casa e te la mangi da sola. A tutto c’è rimedio.

  6. 6
    Piccola78 -

    Rossella, secondo me hai una 70 ina d’anni. O sto proiettando un film differente?

    L’adolescenza, la maturità… quando uno capisce ciò che vuole e lo realizza, lì sta la pienezza della vita, il resto è noia.

  7. 7
    Pace per tutti -

    Asphaleia
    il yuo intervebto è l’esatto contrario si molri che scrivono qui, pieni di se e che sanno tutto.

    Rpeto due cose che hanno scritto:

    scrivi molto bene ed hai proprietà si linguaggio
    L’adolescenza è un periodo duro e di cambiamenti.

    In termini di relazioni forse sei in ritardo e il tuo fiore sboccerà più avanti. Sii meno dura e critica con te stessa.

  8. 8
    Piccola78 -

    Pace, io ho trovato tutto lo scopo della mia vita in Dio e, prima di Lui, nulla acquetava la mia anima… finché non ha trovato rifugio in Dio. Dio è Amore. Anche la sofferenza e il dolore, che pur non sono tolti, sono superati dall’Amore di Dio. Chi ha Dio, ha tutto!

    Ragazza, cerca Gesù nella Santissima Eucarestia e Lì troverai la perla preziosa della felicità e della Vita!

  9. 9
    Vic -

    Asphaleia
    quella che ti manca è la fiducia
    in te stessa, una sufficente autostima.
    Il tuo modo di esprimerti è di buon livello,
    quindi non è quello il problema,
    ma di quello che ho detto sopra.

  10. 10
    Sofia -

    Ragazza ti fai troppe paranoie e seghe mentali!
    Chi se ne forte dell’adolescenza! Anche io non lo mai fatta! Hai 17 anni..tutta la vita davanti! Il mio professore di psicologia diceva sempre che gli anni migliori sono dai 18 ai 30…c’è chi non ha passato manco quelli su! Sei fortunata dai!

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