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Consigli sul tipo di università: cosa scegliere? come farla?

Ciao a tutti, scrivo un’altra lettera per porre a tutti voi un mio dubbio: quale facoltà universitaria scegliere e come farla col massimo dell’impegno. Mi scuso in anticipo per aver scritto (di nuovo) una lettera così lunga, il fatto è che se non esprimo bene tutti i vari fattori ho il timore di non poter ricevere le giuste risposte!

Attualmente ho 20 anni (a breve) , ho appena fatto un anno di università ad Ingegneria Informatica senza successo (neanche un esame dato) , ed ero indeciso se rimanere a Ingegneria o andare a fare Psicologia o Scienze della formazione primaria. Come potete vedere sono due tipi di università molto differenti (praticamente i due opposti) .
Fin da dopo le medie pensavo che il mio futuro avesse avuto a che vedere con l’ingegneria, inizialmente perché mela cavavo bene con la matematica, poi perché ho scelto come scuola superiore un istituto tecnico professionale ed in fine perché ho visto che effettivamente mi piace “sbaloccare” con oggetti informatici (tipo PC, console ecc. ) .

Poi però, arrivato in 5a superiore, ho iniziato a considerare anche l’idea di insegnare. Quando mi venne dato l’opuscolo delle varie università e vidi “scienze della formazione primaria” mi piacque molto l’idea di insegnare ai bambini, non ho mai avuto presenze infantili nella mia vita però avevo la sensazione che mi potesse piacere. è difficile da spiegare, ma l’idea di insegnare, non solo a livello teorico ma anche pratico (aiutando gli studenti) mi piaceva molto.

Io stesso ho provato questa sensazione un paio di volte, la prima volta in un centro in cui si doveva insegnare l’italiano a dei bambini cinesi (dove ho partecipato per alcune lezioni come volontario) , la seconda volta quando ho fatto da sostituto al mio maestro di karate per dare lezione ad un gruppo misto tra ragazzi e adulti di livello basso.

Oltre ad aver provato di persona (seppur per poche volte) l’esperienza di insegnare (con i vari pro e i vari contro) ho soprattutto provato l’esperienza di essere uno studente e di avere io stesso qualcuno che mi faceva da insegnante. Negli ultimi 2 anni delle superiori ho avuto dei bravi professori che mi hanno saputo aiutare ad andare bene a scuola. Una mia professoressa addirittura è stata per me molto importante, è stata un po’ come una figura materna (dopo la morte di mia madre) . Sabato scorso vidi un film indiano su un ragazzo dislessico e un professore che lo aiuta a guarire, quel film mi ha illuminato gli occhi e mi aveva fatto capire che cosa mi sarebbe piaciuto fare.

So che detto così sembra che non ci siano dubbi, ma la verità è che la scelta non è così semplice: innanzitutto sono spinto dal continuare ingegneria per i motivi scritti sopra (ad esempio perché mi interessano i componenti informatici) e per il fatto che può offrirmi molti buoni sbocchi (che non è roba da poco) , senza contare che con ingegneria potrei eventualmente insegnare alle scuole superiori (anche se non è la stessa cosa) mentre a scienze della formazione primaria potrei solo insegnare alle scuole inferiori (impresa difficile ai giorni d’oggi e che non dà altri sbocchi) .

Ho appena fatto un anno di ingegneria, dai risultati risulta che non ho combinato nulla, ma comunque ho studiato delle materie e probabilmente continuando non partirei da zero, se invece mollassi ingegneria sarebbe un anno perso. La cosa brutta è che non riesco a capire il perché sia andato così male.

Ho esaminato i vari fattori per i quali sono andato male all’università (pur essendo stato un buon studente delle superiori) , sicuramente il fatto che sono passato da un tipo di studio molto più facile e semplice delle superiori a quello all’università (molto più difficile) , poi il fatto di essermi ritrovato tutte materie di calcoli complessi, passando dall’amare all’odiare la matematica.

Una colpa del mio pessimo andamento la do anche alla mia condizione sociale attuale: non ho persone che mi stimolano, non ho gruppi con cui studiare, non ho più rapporti con professori diretti come con le superiori eccetera, infatti ho notato che anche in altre cose (esempio la musica o la patente) mi sto dedicando sempre meno, è come se non riuscissi a trovare la voglia e la volontà di andare avanti, pertanto aggiungo la domanda: Se decido di continuare con ingegneria, come faccio a migliorare e a ritrovare la voglia di impegnarmi e studiare?

Ho visto compagni (anche della mia età) che invece hanno l’ingegneria nel sangue, che si appassionano e vanno bene, ed io mi sono spesso chiesto se anch’io avessi quella passione. La mia speranza era quella di crearmi una passione andando avanti, il timore è che se ciò non accadesse rischierei di perdere altro tempo molto importante!

Di lasciare l’università non ci penso proprio, primo perché comunque mi piace l’ambiente universitario e secondo perché non voglio avere un futuro senza un diploma (che ritengo indispensabile) . Non ho ancora ben chiaro cosa voglia fare da grande, ma di sicuro niente da poco!

Ultimamente stavo considerando anche psicologia, in quanto al di là dei bambini mi piace capire come funziona la mente delle persone. Mi ispirava l’idea di poter in futuro aiutare le persone attraverso la comprensione e la discussione. Non so se questa facoltà possa darmi un futuro, penso che abbia qualche sbocco in più di scienze della formazione primaria, ma sicuramente molti sbocchi in meno rispetto ingegneria.

Sento che in teoria questa materia potrebbe piacermi molto, non so se poi mi piacerebbe anche in pratica (da studiare) . Altro grosso timore è che questa facoltà possa piacermi perché io stesso ho dei problemi (del tipo introverso e asociale) . Sona una persona che ama riflettere e farsi molte (troppe) seghe mentali, non so se scegliendo psicologia manderei avanti una mia passione oppure incrementerei un mio difetto.

A voi le risposte e i consigli…

Lettera pubblicata il 25 Luglio 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Maddalena -

    C’è un unico modo per sciegliere senza sbagliare: seguire il proprio cuore.
    Hai già la possibilità di fare l’Università e chissà in futuro non potrai più fare una seconda facoltà, quindi scegli col cuore perchè questo tempo di università potrebbe non tornare più e quindi è da vivere al meglio, e il meglio lo hai solo scegliendo con il cuore quello che vuoi studiare. Non guardare a se avrai lavoro dopo o no: solo se avrai fatto con passione lo studio universitario allora sfonderai in quel campo. Auguri!

  2. 2
    The Dreamer -

    Ciao,
    scusa se te lo dico, ma credo tu abbia davvero le idee un pò confuse. Niente di grave, normalissimo, però vorrei raccontarti la mia esperienza, magari potrà aiutarti.
    Esattamente come te tra pochi mesi avrò 20 anni. Dopo il diploma, spinta dai tuoi stessi nobili valori (assistenza, aiuto e contatto con bambini e disagiati in particolar modo), mi sono iscitta a Scienze dell’Educazione, un ramo di Scienze della Formazione, seguendo per curriculum circa l’80% di lezioni con gli studenti di Scienze della Formazione Primaria. Vuoi la verità? Per me è stata una grandissima delusione. Perchè la dimensione umana non è marcata come si pensa, nemmeno poi tanto favorita. Nonostante abbia dato qualche esame con dei più che buoni risultati (almeno per me la soddisfazione è stata altissima, proveniente anch’io da un istituto professionale, tra l’altro di ambito economico-turistico), mi sento comunque non motivata al proseguimento. Volevo emozionarmi. Volevo vedere un professore metterci cuore, anima, passione quando spiegava l’approccio con ragazzini in difficoltà. E invece non è così. Gli unici insegnamenti che mi porterò dentro sono quelli di filosofia, gli insegnanti ti trasmettevano la loro dedizione, la loro arte. Ma per il resto non ti aspettare nè professori nè studenti meno aridi che altrove, più profondi, più sensibili. Ho trovato persone lì solo per farsi mantenere da mamma e papà, persone che deridevano disabili (alla faccia dell’educazione), persone che storcevano il naso davanti ai bimbetti delle elementari (nel campus che frequento, università ed elementari hanno l’area ricreativa in comune, divisa solo da un cancelletto). Quello che conta è l’esito dell’appello, quello che conta è superare almeno il 25 e poi forse ti degnano di mezze parole. Certo, il sogno di lavorare con i bimbi è stupendo, io stessa non lo rinnego, ma la strada è solo che in salita. A noi già ci prospettavano anni di studio, specializzazione, master dda cifre esorbitanti, , e poi, forse, se si è fortunati il precariato. Onestamente sono in crisi, nemmeno io so se valga la pena continuare. A questo si aggiunge che per esigenze personali dovrei rinunciare all’importanza della frequenza. Mi sto davvero chiedendo cosa ci possa riservare il futuro.

  3. 3
    Stardust -

    The Dreamer Ti ringrazio della tua risposta, sei stata davvero utile! Trà l’altro ho anche mia sorella che fà scienze della formazione sociale ma non ho mai avuto modo di chiedergli opinioni (in quanto la vedo di rado).

    Che abbia le idee confuse non c’è dubbio, però forse anche te ne hai un pochino. Il mio pensiero (forse sbagliato) è che scienze della formazione (o educazione) e psicologia avvessero molte cose in comune, se così fosse magari potresti valutare psicologia!

    Tornando a me sono intenzionato a non seguire scienze della formazione perchè ci sono troppi fattori contro. A questo punto il dubbio magggiore è se provare a continuare con ingegneria o provare psicologia (i due estremi)! Se qualcuno attraverso quello che ho scritto nella lettera sà aiutarmi a scegliere (anche attraverso esperienze personali) gliene sarei grato!

  4. 4
    Stardust -

    I miei dubbi trà psicologia e ingegneria si fanno sempre più grossi, da una parte come consigliato da Maddalena sono spinto a provare psicologia, anche solo per vedere se sono compatibile, da l’altra però ho paura di poter trovare delle delusioni come quelle che ha trovato The Dreamer nella sua facoltà (perchè non è detto che l’università e le materie debbano corrispondere alle mie aspettative)

    Se sbaglio le previsioni rischio di perdere soldi ma soprattutto 1/2 anni (non sò ancora bene se quest’anno sia stato del tutto perso). Con Ingegneria non correrei alcun rischio in quanto non dovrei imboccare una nuova stada e ripartire da capo, bensì continuare con quella che già stò facendo, sono sicurò però che se continuo con ingegneria continuerò a pensare “e se avessi provato psicologia?”

    In questi giorni dovrò cercare di informarmi, anche perchè siamo già ad inizio Agosto e trà iscrizione e preparazione esami ci dovrò perdere del tempo (e ancora non sò se dover studiare Freud o la Programmazione in C++)…

  5. 5
    Michael -

    Stardust, non so se hai notifiche attive per cui tu possa essere informato del mio commento; se mai lo leggerai, sarei però curioso di sapere come si è evoluta la tua situazione.

    Grazie e comunque sia, in bocca al lupo.

  6. 6
    Laura -

    Mi piace come scrivi. Scienze della comunicazione?

  7. 7
    flaminia -

    ciao! alla fine cosa hai scelto? hai cambiato con psicologia? io sono nella stessa identica situazione e ogni giorno che passa penso “se non mi butto e poi mi pento!?” avrò sempre il pallino di psicologia nella vita.. sia perchè mi ci sento portata e sia perchè anche io come te ho una predisposizione per l’introspezione e la riflessione… però ho già 1 anno di farmacia alle spalle che sebbene non sia andato proprio a gonfie vele ho già avuto un approccio verso quelle materie e non partirei da zero… non so se darmi 1 altro anno per vedere come fanno le cose e poi decidere in definitiva l’anno prossimo o cambiare radicalmente e da subito.. in fondo meglio aver “sprecato” 2 anni di vita piuttosto che una vita intera a fare un mestiere che non sentiamo nostro.. no?

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