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Una violenza subita mai confessata

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Lettera pubblicata il 13 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 33 commenti

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  1. 21
    silvia -

    ciao superanonimo… indubbiamente una visita ginecologica imposta e con un medico che con il suo atteggiamento verso le pazienti non dovrebbe neanche esercitare (il mio ginecologo è un uomo e ti posso assicurare che non si è mai comportato così, anzi le visite si sono sempre svolte col massimo rispetto della mia persona) è shockante… ma questa rabbia e questa diffidenza mi pare di avere già capito che esisteva già prima… ho l’impressione che ti sei costruita attorno una gabbia con le tue stesse mani, forse inizialmente per timidezza o per l’educazione ricevuta, non lo so… ma non sempre il contatto fisico è “malvagio” o “sporco”…

  2. 22
    superanonimo -

    Sono un asociale e lo sono sempre stata fin da principio, complice i miei malesseri fisici che mi hanno portato ad avere un concetto del corpo più profondo della media delle persone.Ma essere violentata da chi dovrebbe curare i malati è la meschinità vergognosa più grande dell’universo.I ginecologi e i dottori in generale sanno benissimo che molte visite potrebbero essere fatte dalle dottoresse e la loro invadenza soprattutto verso le minorenni obbligate dai genitori e non in grado di decidere è cosa indecentemente ignobile.Altro che necessità medica, è abuso a 360 gradi:perchè allora le musulmane riescono a risolvere il problema del ginecologo?Forse Silvia è adulta e soprattutto consenziente:questo cambia moltissimo le cose,ma per una figlia impossibilitata a decidere, così come per donne in coma o appena violentate è ben diverso.I musulmani sono una società più numerosa della nostra:sarebbero tutti matti?Anche sul lavoro mi sento dire che sono troppo chiusa,ma si devono rispettare anche gli asociali.Comunque non si stimola un asociale imponendogli i contatti sociali e fisici più sconci, non si fa altro che rovinarlo e chiuderlo ancora più in sè stesso.L’avesse capita quella prof.che mi costrinse a 14 anni a stare seduta gomito a gomito col compagno maniaco per eccellenza:la signora iscrisse poi suo figlio alle scuole dei preti per farlo vivere nell’ambiente più raffinato possibile.Mia madre qualche anno fa fece una mammografia:le scrisse la regione e si trovò senza chiederlo una dottoressa.Nessuno la obbligò, fece tutto di testa sua e dopo la visita mi disse che sarebbe stata l’ultima volta perchè sono esami che scocciano anche con una dottoressa e anche per la prevenzione di un tumore(che è ben altra cosa di un problema estettco come la peluria).Non si curò minimamente di giustificare quella maledetta visita di anni prima, quella è sempre rimasta un mio dovere inderogabile per la cura del mio aspetto fisico.Per le adulte le dottoresse si trovano, ma per le giovani no:quante dottoresse ci sono nei reparti di ginecologia degli ospedali pubblici?Se se ne fa un problema gerarchico,ossia che le ragazze devono essere comandate perchè giovani,all’autorità si accompagna la responsabilità verso chi non può difenderti.Esiste negli ospedali una regola che impone la priorità alle dottoresse soprattutto nei reparti ginecologici?Così come negli uffici, luoghi di lavoro che dovrebbero essere molto più seri del teatro o del cinema, è giusto che quando c’è un bagno col cartello donne ci si trovi dentro i colleghi maschi a far pipì a porta aperta?L’asocialità e la riservatezza vanno rispettate:sono una natura come tante altre, quali l’omosessualità e l’ambivalenza, e non una deviazione o malattia esse stesse, caso mai potrebbero essere, come nel mio caso, una conseguenza di gravi acciacchi.Non si può imporre all’asociale certi contatti sulla base di certe prassi, è come costringere uno sulla sedia a rotella a fare gare che neanche un sano di gambe riuscirebbe.

  3. 23
    Paolo cogitoergosum -

    Buonasera a tutte, gentilissime che qui scrivete!
    Mi permetto di dire qualcosa su quest’argomento e su questi fatti, così terribili e distruttivi, premettendo però che ogni discorso su argomenti come questo, in un luogo come questo, è comunque fuori luogo.
    Per cui provo soltanto a far intravvedere una possibilità, una svolta.
    Mi rivolgo, per doverosa precedenza alla donna che ha avuto la capacità e il coraggio di aprire questa lettera denunciando i fatti accaduteli, ma ciò vale ovviamente anche per tutte coloro che altrettanto degnamente e coraggiosamente hanno sentito il bisogno di aprirsi.
    Illustrissima “Opss” (mi spiace non poter rivolgermi a Te chiamandoti per nome) ciò che tu denunci è di una tale gravità (e, ahimè, di una tale attualità) che non può essere sottovalutata. Non mi ritengo all’altezza di aiutarti personalmente in vicende come queste ma ti esorto, con tutto il sostegno umano possibile, a continuare nel prezioso e difficile cammino che hai voluto intraprendere confidando il tuo trauma su queste pagine!
    TI prego, per il tuo bene e per il valore immenso che ha la tua vita e la tua serenità, cerca seriamente qualcuno che ti possa ascoltare e che possa “ricevere” e accogliere il tuo dramma, anzitutto ascoltandoti.
    Sarà un cammino dolorosissimo e denso di ostacoli e “fughe” ma alla fine ti porterà a rivedere la vita con più “realità”.
    Ci sono bravissime psicologhe e psicoterapeute che potranno aituarti in un cammino di “analisi”, nel vero senso del termine, standoti vicina, per aiutarti a rivivere ed elaborare una vicenda così distruttiva e determinante per la qualità della tua vita. E, se posso, non appoggiarti a coloro che ti fanno capire che “è meglio metterci una pietra sopra”!
    Rivolgiti invece, con fiducia, a chi senti che ti accoglie con tutto il tuo “fardello” di dolore e di rabbia, e di paura!
    Cammina decisa, senza desistere nonostante incontrerai momenti difficili da “confessare”, a te stessa prima che a chi ti ascolta!
    Dopo, credimi, la tua vita tornerà a “splendere” per quella che è, piena di limiti e di dubbi ma libera da quei fantasmi che ti impediscono oggi di amarti e di farti amare! E, valga per tutte, per favore, non cercate di darvi risposte affrettate e “accomodanti” sul perchè delle vicende che vi sono successe.
    E’ normale, credetemi, non riuscire a vedere “da sole” la vicenda per quella che è stata, mentre, assieme a persone competenti e rispettose, potrete finalmente tornare a pensare al presente e al vostro futuro almeno con sufficiente dignità per voi stesse!
    Spero di essere stato almeno un poco d’aiuto nel farvi capire che esiste una via d’uscita e, per favore, accogliete e comprendete le umane scuse che vi porgo a nome di tutti, di chiunque vi legge e vi ascolta, per ciò che vi è toccato di subire! Dire che non tutti gli uomini sono così sarebbe troppo facile e “banale” ma è comunque vero! “Lassù qualcuno vi ama” diceva il titolo di un film, mi pare, ma anche quaggiù, ve l’assicuro!! Grazie!!!

  4. 24
    fabio81 -

    Premetto che sono un ragazzo e credimi a leggere questa lettera quasi mi viene da piangere solo immaginando quello che hai provato e che provi.
    Io penso che tu non sia una fallita e non devi rinunciare alla voglia di vivere, perche cosi facendo dai continuazione alla violenza.
    Hai anche detto “per me chi prova pena?” io penso che tu non devi chiedere compassione e commiserazione, ma gia con il fatto che ne stai scrivendo devi dare forza a tutte le donne che tutt’oggi subiscono questi IGNOBILI e ABOMINEVOLI atti.
    Forse ti farà bene parlarne con una persona fisica magari un tuo parente.
    Ti faccio tantissimi auguri per il futuro e per le sorprese positive che la vita ti DEVE regalare.
    Un abbraccio.

  5. 25
    Andrea -

    E’ una storia molto triste la tua.
    Ma che aspetti a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta? Se continui così sarai capace solo di piangerti addosso mentre invece credo sia ora di prendere in mano la tua vita!

  6. 26
    superanonimo -

    E’ sorprendente l’afflusso di interventi maschili.Non voglio assolutamente oscurare il caso di ops, ma riferendomi al mio mi piacerebbe sapere se questi maschi condividono l’imposizione di dottori uomini alle donne,soprattutto adolescenti e minorenni e per cause di non assoluta necessità fisica.
    Tornando a ops:sfogarsi,come nel mio caso, dà sollievo momentaneo.Gli unici esseri che sanno dare qualcosa in simili casi sono gli animali, soprattutto i cani, ma io ne ho avuto uno qualche anno fa e mi sono sentita terribilmente in colpa per averlo avuto.Mi è sembrato di trasmettergli il mio male,di coinvolgere una creatura assolutamente innocente e pura.Si spera sempre nella purificazione della propria anima, a mio avviso la prima difesa è tendere ad una vita ritirata al massimo.La purificazione, se avviene, potrà avvenire non in questo mondo troppo materiale:il mondo dei malati è vicinissimo a ‘quell’altro mondo’ e chi ha avuto esperienze di coma questo concetto lo capisce più degli altri.Solo in un mondo dove l’anima è fuori da quella gabbia che non è altro che il corpo può esserci purificazione.Sono comunque dell’idea che siamo tutti sporchi perchè la vita sociale tende troppo al sesso ed al contatto fisico:l’abuso è un qualcosa che in modo più o meno velato tocca tutti.
    Io non consiglio assolutamente psicologi e psichiatri, soprattutto per le mie esperienze coi dottori.Nel mio male trovo sollievo tanto più riesco a rimanerne lontano.

  7. 27
    Andrea -

    … si parla di psicoterapeuti, NON di psichiatri o psicologi.

  8. 28
    opss -

    Buonasera a tutti.
    Grazie per gli innumerevoli interventi, grazie a tutti e grazie agli uomini che hanno, con i loro interventi, aperto in me la consapevolezza che esiste qualcosa di buono in molti di loro, e chissà in quanti altri, io lo spero!!!
    Ho più volte pensato e ripensato a quello che ho subito, ed è vero, ho avuto il coraggio di dirlo a voi, ma non sto meglio! Devo farmi aiutare, io almeno devo provarci. Sembrerà banale, ma la cosa che mi torna in mente sempre più spesso sapete qual’è? Ho come la sensazione che sia stata colpa mia, perchè non ho detto no! Non sapevo si potesse dire, questa è la mia giustificazione, e forse è così, forse, anzi sicuramente, non devo colpevolizzarmi!!!!!! Devo solo parlarne con qualcuno che sappia ascoltare e farmi lavorare su me stessa, non metterò una pietra sopra, non l’ho fatto in tutti questi anni e non lo farò adesso che sono una donna, ma non riesco a dimenticare, la sensazione che provo quando ci penso è una strana sensazione di viscido, di ribrezzo, mi fa stare male pensarci, ma le vostre parole mi aiutano, grazie a tutti.
    Prometto a me stessa, e a voi tutti che mi avete aiutata e consigliata, che mi farò aiutare!
    Domani ho un esame all’università, sono terrorizzata, so tutto, so il 100% del programma, ma ho un’insicurezza dentro che non è spiegabile a parole, forse questa mia insicurezza, nella vita, come nel lavoro, come negli studi, dipende da questo avvenimento e io, se non mi farò aiutare, non lo scoprirò mai!
    Grazie ancora a tutti, un grazie con il cuore. Davvero.

  9. 29
    silvia -

    cara opss, a 6 anni è impossibile dire di no a qualcosa che non si capisce… NON è stata colpa tua e probabilmente ti ci vorrà un bel po’ per accettarlo… ma è possibile farlo anche se ci vuole tempo e molta forza di volontà… anch’io non ho detto no a 5 anni e mi sono vergognata e sentita colpevole x una vita… mi ricordo tutto come se fosse ieri… all’inizio voleva semplicemente un bacio sulla bocca, poi sempre di più, fino ai rapporti orali… io provavo a dire no, ma alla fine riusciva sempre a farmi fare quello che voleva…. e per anni, anche se sapevo razionalmente che per una persona adulta è molto facile far fare ad un bambino qualcosa, io in qlche modo sentivo che ne avevo la colpa… ho allontanato chiunque… non riuscivo più neanche a vedere gli abbraccci di mio padre in modo innocente… mia mamma si era accorta che qualcosa era cambiato e cercava di domandare se fosse successo qualcosa con qualcuno ma ho sempre negato… poi è arrivata l’adolescenza… mi sentivo diversa dagli altri… odiavo me e il mio corpo… se mangiavo vomitavo l’anima oppure passavo lunghi periodi a mangiare pochissimo… ho cominciato a passare da un ragazzo all’altro per non sentirmi diversa, ma non durava più di una settimana perchè il contatto fisico in realtà mi creava ribrezzo… ho voluto di proposito fare l’università in un’altra città: gente nuova, vita nuova, nessuno ti conosce, pensavo, è possibile rincominciare d’accapo… mi sono buttata a capofitto sui libri, all’università buoni risultati, ma mi son sempre sentita imperfetta, macchiata… col cibo gli stessi problemi, con le persone la stessa mancanza di fiducia e lo stesso ribrezzo… finchè non mi sono sentita ad un punto morto, volevo cambiare, volevo il contatto con gli altri, volevo fidarmi, volevo amarmi… sono andata dalla psicologa dell’università… le prime sedute stavo in silenzio, nn sapevo cosa dire o perchè ero andata lì… poi è venuto tutto da solo… gradualmente le cose hanno cominciato a cambiare e io stessa gradualmente ho imparato ad aprirmi e a non avere paura… le esperienze della vita hanno fatto il resto… ho passato per studio molto tempo in india e davanti a quella miseria il resto sembra quasi una sciocchezza, una prima storia sentimentale seria, il primo rapporto sessuale che mi ha fatto sentire liberata da una colpa mai commessa e “purificata”, la prima delusione sentimentale e una lunga malattia alle ossa che mi ha obbligata per quasi un anno a letto e a camminare con le stampelle ma che mi ha insegnato ad amare il mio corpo e a curarlo… le cose brutte arrivano lo stesso, è normale quando ci si apre con gli altri, ma arrivano anche cose molto belle e non tutti gli uomini sono degli orchi… e ad una certa età non è possibile dire di no o ribellarsi a qualcosa che non ci va… per uscirne c’è ovviamente bisogno dell’aiuto esterno, ma lo stimolo e la volontà devono venire da noi stessi, e tu sei sulla buona strada… un abbraccio!!!

  10. 30
    Mene -

    In bocca al lupo! Anche se in ritardo.
    Ti va’ di dire come è andata? Spero un pizzico meglio del solito. Anzi, a dirla tutta spero tu abbia preso 30.

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