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Le parole di una vecchia canzone

di

Trovo nel vostro forum, 3/11/2002: …vai »

Vorrei tanto ritrovare parole che ho sentito cantare, e che non ricordo. In una canzone, che cantava mia madre, c’erano a un certo punto le parole:

Scese
la vampa d’odio per le strade
nelle bellissime contrade
getto’ il fratel contro il fratel l’odio crudel
….

Non ricordo il resto. Parlava di uno che era figlio di un dottor, di un altro che avea per padre un murator, che erano amici da piccoli e che poi si ritrovavano a morire insieme da parti opposte di una barricata. Uno dei due (o tutti e due?) con capelli biondi come l’or.
Mia madre era del 1905 e credo che quella canzone parlasse di quello che era successo in Italia intorno agli anni ’20.

Cerco anch’io il restante testo. La canzone la cantava mio padre negli anni 30.
I tratti di testo che ricordo dicevano:

é primavera ancor e brilla il sole d’or, la rondine è tornata a cinguettar.
Sulla veranda in fior giocavan due figliuol:
Gastone pargoletto di un signore e Gianni che ha il suo babbo minator.
Scese la vampa d’odio per le strade
e in ogni piccola contrada, in ogni piccol paesello
ogni fratel conto il fratello nemico si scagliò
l’ italia sussultò; vestita di gramaglie singhiozzò.
Sulla veranda in fior,
feriti di pugnal, giacevan due rival:
Gastone pargoletto di un signore e Gianni che ha il suo babbo minator.
Mamme, dalle pupille ancor bagnate, quegli occhi tremuli asciugate;
vestite un abito da festa; un’altra italia ormai s’è desta
e dite allo stranier: “Qui si combatte è ver, ma sol per chi ci tocca le frontier”

SE QUALCUNO HA GIA’ TROVATO IL TESTO RESTANTE, MI FAREBBE COSA MOLTO GRADITA SE ME LO INVIASSE.
GRAZIE

Lettera pubblicata il 24 Agosto 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 25 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    paolo vezzoni -

    Riferimento: canzone “Scese la vampa d’odio nelle strade”

    anch’io vorrei tanto ricostruire questa canzone che cantava mia mamma. Io l’ho sentita negli anni Cinquanta, ma chiaramente era di un periodo precedente, gli anni Venti dovrebbero essere giusti, mia mamma era del 1914.
    Oltre a quelli citati, mi ricordo solo un altro verso:

    “ed agitava ognun la sua bandiera”

    Se nel frattempo avete ricostruito la canzone, mi farebbe piacere che me la inviaste

  2. 2
    giuseppe -

    Come volevasi dimostrare, nella mia risposta a “Le parole di una vecchia canzone” ho dimenticato di inserire la canzone. Eccola:

    E’ primavera ancor
    e brilla il sole d’or,
    la rondine è tornata a cinguettar.

    Sulla veranda in fior
    si bacian due tesor
    due fanciulletti biondi come il sole:
    Gastone il pargoletto d’un signore
    e Gianni che ha il suo babbo minatore.

    Bimbi, o rigogliosa giovinezza,
    o primavera di bellezza.,
    che non sa l’ombra del dolore,
    che non conosce ancor nel cuore
    la falsa dignità
    che li dividerà
    un giorno nella grande società.

    E crebbero ancor più
    e con la gioventù
    ognuno se ne andò pel suo destin:
    Gastone fu dottor
    e Gianni minator;
    la vita li divise nel cammino;
    ed agitava ognun la sua bandiera
    mentre nel ciel scoppiava la bufera.

    Scese la vampa d’odio nelle strade
    e nelle tacite contrade:
    in ogni piccol paesello
    ogni fratel contro il fratello
    nemico si scagliò;
    l’Italia sussultò,
    vestita di gramaglie singhiozzò.

    Feriti di pugnal
    giacevan due rival:
    Gastone accanto a Gianni minator.
    L’aurora li svegliò
    e il cuore palpitò
    e piansero quei visi di pallore;
    rinacque un sentimento in ogni cuore,
    tornò la pace e uccise ogni rancore.

    Mamme dalle pupille ancor bagnate
    quegli occhi tremuli asciugate:
    vestite un abito di festa:
    un’altra Italia ormai s’è desta.
    E dite allo stranier
    Che si combatte è ver ,
    ma contro chi ci tocca le frontier.

    ,

  3. 3
    Paolo Vezzoni -

    Mille grazie al signor Giuseppe che ha inviato il testo della canzone. Mi ha fatto molto piacere.
    Paolo vezzoni

  4. 4
    Paolo Vezzoni -

    gentile sig. Giuseppe,
    sa per caso in che contesto nacque questa canzone o chi la scrisse?
    Grazie
    Paolo

  5. 5
    Glauco -

    Io canto questa canzone che cantava mio papà e mi accompagna la mia chitarra. Mio padre la cantava e un amico che l’ascoltava alla fine piangeva.
    Le parole che canto sono un po’ diverse, ecco il testo:
    E’ primavera ancor
    e brilla il sole d’or,
    la rondine è tornata a cinguettar.
    Sulla veranda in fior
    si bacian due tesor
    due fanciulletti biondi come il sole:
    Gastone il pargoletto d’un signore
    e Gianni che ha il suo babbo minatore.
    Bimbi, o rigogliosa giovinezza, (Bimbi, o rigogliosa fanciullezza),
    o primavera di bellezza.,
    che non sa l’ombra del dolore, (che ignora l’ombra del dolore)
    che non conosce ancor nel cuore
    la falsa dignità
    che li dividerà
    un giorno nella grande società.
    E crebbero ancor più
    e con la gioventù, (ma con la gioventù)
    ognuno se ne andò pel suo destin:
    Gastone fu dottor
    e Gianni minator;
    la vita li divise nel cammino; (l’idea li avea divisi nel cammino)
    ed agitava ognun la sua bandiera
    mentre nel ciel scoppiava la bufera. (Mentre nel ciel ruggiva la bufera).
    Scese la vampa d’odio nelle strade
    e nelle tacite contrade: (e per le tacite contrade)
    in ogni piccolo paesello
    ogni fratel contro il fratello
    nemico si scagliò;
    l’Italia sussultò, (l’Italia palpitò)
    vestita di gramaglie singhiozzò.
    Feriti di pugnal
    giacevan due rival:
    Gastone accanto a Gianni il minator.
    L’aurora li svegliò, (l’aurora li destò)
    e il cuore palpitò, (il cuore sussultò)
    e piansero quei visi di pallore;
    rinacque un sentimento in ogni cuore, (fu un pentimento e un patto e in ogni cuore)
    tornò la pace e uccise ogni rancore.
    Mamme dalle pupille ancor bagnate
    quegli occhi tremuli asciugate:
    vestite un abito di festa:
    un’altra Italia ormai s’è desta.
    E dite allo stranier, (E dica allo stranier)
    Che si combatte è ver ,
    ma contro chi ci tocca le frontier. (Ma sol con chi ci tocca le frontier)
    (E’ primavera ancor e brilla il sole d’or
    la rondine è tornata a cinguettar)

  6. 6
    paolo vezzoni -

    Grazie, Glauco.
    Sai per caso l’origine di questa canzone e/o chi la scrisse e in che occasione?
    Paolo

  7. 7
    passante -

    Sebbene la canzone e’ senz’altro degli anni venti (o prima) doveva essere stata rispolverata per il 1953 quando gli alleati assegnarono Trieste all’Italia e Tito aveva ammassato le truppe alla frontiera jugoslava.

    Autore sconosciuto.

  8. 8
    Glauco -

    Caro Paolo,

    purtroppo non so l’origine di questa bella canzone. Mio padre non c’e più però due sue sorelle ultranovantenni son vive e pimpanti. Chiederò loro se mi possono aiutare in questa indagine. Ma bisogna avere pazienza.
    Cordiali saluti,

    Glauco

  9. 9
    Paolo Vezzoni -

    Caro Glauco, grazie, attenderò.
    Paolo

  10. 10
    Glauco -

    Eccomi qua dopo tanto, ma purtroppo con nessuna novità. Ho parlato con una delle mie due zie e tutto ciò che essa si ricorda è che lei e suo fratello cantavano questa bella canzone verso gli anni ’30. Non sa nè titolo nè altri riferimenti su una sua possibile origine. Mi dispiace…Ma ho un’altra zia cui chiedere e speriamo in meglio.

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