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Una domanda impossibile

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Ciao a tutti, scrivo perché ho bisogno di sfogarmi, e tristemente non ho nessuno con cui parlare di come mi sento, di cosa provo. Sono venuta qui perché in passato ho ricevuto consigli preziosi.
Negli ultimi due anni ho fatto quello che alcuni di voi mi avevano consigliato: mi sono messa in gioco come mai nella vita, ho dato tutta me stessa, ho dato calci e sfondato le porte dei miei limiti. Le domande erano: fin dove posso arrivare? Chi sono veramente a 30 anni? Ho sempre vissuto da spettatrice nella mia stessa vita e non da protagonista. E’ successo che ho scoperto dei limiti immensi e li ho superati, allo stesso tempo ne ho scoperti di altri, ho subito delle amare sconfitte, ho visto sfumare la possibilità che avevo di lavori retribuiti.

Al ritorno da questa esperienza ho ripreso la mia vita di tutti i giorni fatta di solitudine (non ho amici e la mia famiglia ha un nucleo ristretto), di un ragazzo che lavora fuori e torna di rado, che mi vuole bene ma mi vede e mi tratta per quello che sono (un po’ al posto sbagliato al momento sbagliato e in ritardo su tutti i fronti nella “tabella di marcia” della vita), di un percorso di studi che mi isola dal mercato del lavoro dove ci sono le possibilità, e quindi a me non succede mai niente. Non mi colloco socialmente, non ho gruppi da frequentare anche perchè abito lontana dai centri cittadini e non posso permettermi un auto. Di passività totale insomma per mancanza di potere sociale.

In tutto questo io non sono più quella di prima: quello che mi avevate consigliato di fare ha sortito i suoi effetti. Impegnarmi e confrontarmi con cose più grandi di me mi ha fatto scoprire che sono un po’ diversa dalla ragazza impacciata che sono sempre stata e dal mio essere “disinteressata” a tutto. In fondo non è stato proprio uno scoprirmi, io mi sono sempre “sentita”, ma è come se non mi fossi strutturata. Ho scoperto invece di essere forte, ho scoperto che mi piace impegnarmi per essere forte. Ho scoperto che mi piace mettermi in gioco, sentirmi al pari con gli altri, vedermi più brava di alcuni, lasciarmi ispirare da chi ha qualità migliori delle mie. Ho scoperto che mi piace uscire e stare nel mondo, ho scoperto che mi piace frequentare persone, solo che non ho mai potuto permettermi di frequentare molto e capire cosa voglio davvero, di fare dei paragoni, di scegliere tra tante possibilità. Mi piace condurre il gioco, mi piace essere libera: io sono una persona molto libera nella mia testa, con una mentalità aperta, che sopravvive del rispetto verso se stessa e gli altri (sono fondamentali: siamo esseri umani e non bestie), ma per il resto penso di essere molto più aperta della maggior parte delle ragazze.

E qui scatta il problema: io non mi sento davvero quello che sono stata fino ad ora, e non mi piace nemmeno il mondo delle donne per quello che lo conosco. Io vorrei prendere l’auto e uscire a mezzanotte proprio come fanno gli uomini, perché è bella la libertà, è bello andare a prendere un caffè con gli amici dopo una serata davanti alla tv in pigiama. E no, non passo le ore a scegliere le minigonne e i tacchi o a laccare le unghie. Ci ho provato ma va bene una volta l’anno, mica sempre. Io vorrei guidare quando esco col mio ragazzo, è insopportabile per me dover stare in quella macchina ed essere portata avanti e dietro, sono debole e non ho nessun potere in quel momento, nessuno. A lungo andare è mortificante. Non vorrei avere il ciclo e il seno, ma vorrei avere i muscoli e potermi difendere se ce ne fosse bisogno, vorrei essere più forte tanto da sentirmi di muovermi per le strade con un minimo di tranquillità. Non vorrei dovermi preoccupare dei capelli, io mi sento di portarli corti e non curarli, così come il trucco. Detesto il trucco e i chili di creme che sporcano la faccia rendendola solo peggiore salvo rarissimi casi. E invece ormai a 30 anni lo colleziono per dare un aspetto migliore alla mia faccia bianca e lavata a prima mattina..
Non voglio pensare mai al futuro perché sì, vorrei una famiglia, ma non vorrei essere io la schiena della famiglia: non voglio partorire, non voglio avere un ruolo da accuditrice perchè non lo sento mio. Mi sento più tranquilla all’idea di essere “padre” e avere una compagna con cui condividere il peso e le cose della vita, ma di certo non rimanere incinta io, questa cosa mi fa orrore, mi dispiace dirlo ma è così.
Vorrei avere lo stesso potere nelle relazioni che ha mio fratello, perché questa idea mi toglie di dosso un’ansia che mi segue e mi opprime da quando ero bambina. Vorrei fare quelle battute da uomo a volte, che denotano tutto quel poter essere nella vita qualsiasi cosa si voglia essere e fare sempre e comunque ciò che si vuole.
Invidio tantissimo gli uomini di recente, eppure nella vita non li ho mai considerati troppo.
E infine invidio quelle persone che a trent’anni stanno al momento giusto nel posto giusto, perché penso che a trent’anni si chiuda l’era delle sperimentazioni e si ha un’età biologica e una pazienza proprio mentale per fare qualcosa di diverso dagli adolescenti che non sanno ancora chi sono e devono cercarlo oppure costruirselo.

E mi sento male, male per i conflitti che vivo. E accettare quello che c’è e non c’è non mi basta. Questo è stato un altro sabato in cui avrei voluto prendere l’auto e uscire con altri amici maschi e questa cosa mi rompe il petto. Ma sono donna e a casa non ho il permesso di guidare la sera, può farlo solo mio fratello. Che poi torna a casa sereno, e tutto va bene nella sua vita o almeno meglio che nella mia. Ma come faccio adesso a fare finta di niente, che quello che voglio non esiste, adesso che per la prima volta nella vita mi sembra di vedere bene a fuoco cosa voglio e di non riuscire più a tornare indietro?

Lettera pubblicata il 14 Ottobre 2018. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 21 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    glosstar -

    Negli ultimi anni hai solo lasciato emergere la parte superficiale di te stessa, ora sei alla fase successiva del tuo percorso evolutivo, quella di accettare la parte profonda di te stessa. Forse facendo questo passo, troverai l’armonia tra te e chi sei.

    Emigra altrove, lascia quel nido pigro e frustrante.

  2. 2
    hope10 -

    “ora sei alla fase successiva del tuo percorso evolutivo, quella di accettare la parte profonda di te stessa.”

    Grazie per aver letto la mia lettera e per avermi scritto. Per accettare cosa intendi? Accettare quello che c’è non mi toglie la voglia che ho dentro di esserci davvero ed essere come sono. Cos’è che manca davvero?

    “Emigra altrove, lascia quel nido pigro e frustrante.”

    Questo non è possibile per ora perché non ho denaro non avendo un lavoro.

  3. 3
    Gabriele -

    Ci sono più aspetti da considerare: dici di avere un ragazzo, possibile che non abbia conoscenze per farti fare almeno un colloquio? E per la famiglia vale lo stesso. Oltretutto se volete potete uscire insieme tu e tuo fratello, gli costerebbe così tanto?
    Secondo me, hai rinunciato a delle occasioni anche per favorire i tuoi familiari o ragazzo dell’epoca. Hai molte più possibilità di quello che pensi. Certo se stai nel Sud Italia, dove a trent’anni la donna deve essere già sposata con due figli piccoli, il discorso lo posso capire. Se non sei in questa situazione allora dovresti attivare le molte conoscenze che hai tramite il ragazzo e la famiglia.
    P.s. È un pensiero tutto da donna pensare che per essere belle e femminili ci voglia necessariamente il trucco: a me piace la donna struccata, anche perchè a lungo andare ti abitui ed abitua ad una “maschera” e non è giusto.

  4. 4
    hope10 -

    Ciao Gabriele, grazie per avermi risposto.
    Il mio problema legato ai trent’anni e al sud italia sta nel fatto che lavoro non ce n’è, a meno che non conosci qualcuno e io non conosco nessuno. Il mio ragazzo è dovuto emigrare e ha potuto farlo solo quando ha trovato chi gli ha messo i soldi in tasca pure per partire, nemmeno mai dieci euro gli hanno dato qua. La mia famiglia con tutto il bene che mi vuole mi ha detto di non conoscere nessuno. Proprio tramite conoscenze non posso fare nulla.

    Grazie in ogni caso per i consigli.
    Le opportunità le ho perse perché quando ero più giovane ero ancora più insicura di adesso e non avevo molte esperienze esteriori del mondo, questo mi ha portato a perdere molti treni e a passare molto tempo a casa. Comunque ormai il guaio è fatto, ora voglio guardare se non al presente almeno avanti.

  5. 5
    Yog -

    Guarda che guidare di sera è una rogna, sei fortunata che ti scarrozzano.

  6. 6
    hope10 -

    Consigliami tu qualcosa Yog 🙂
    Automobile a parte.. 🙂

  7. 7
    Yog -

    Hope, ti capisco. Nemmeno io ho mai desiderato partorire.
    Dato che non aspiri a dover consumare la tua esistenza ad accudire infanti e vecchiacci, leva le tende e va a far la ragazza alla pari in qualche posto tipo Germania o Galles; il ragazzo lo scarichi, lo saluti caramente e poi scatenati e conduci una vita più piccante anche sotto quel profilo, altrimenti è chiaro che schiatti di noia.

  8. 8
    hope10 -

    @Yog grazie per il parere, schietto come al solito! Bè al ragazzo tengo, quindi non se ne parla, però per il lavoro e il quotidiano sarà indispensabile fare qualcosa al più presto hai ragione!

  9. 9
    Yog -

    Ennò, devi intendermi. È il ragazzo il problema. Meditaci

  10. 10
    hope10 -

    @Yog, non si può vivere di prime volte, il patner non è che si butta quando ci si annoia! Se il mio problema fosse la sessualità poi, mi organizzerei con lui di conseguenza e proverei ad aprire la coppia, cercherei l’adrenalina che secondo te mi manca, ma mi conosco. So che almeno in questo momento, ciò di cui ho bisogno è concretezza, possibilità, sapere che nel futuro posso costruire qualcosa, che posso crearmi una solidità e come soprattutto farlo.
    Però Yog hai ragione, nella vita il divertimento, il relax, uscire e distrarsi invece di moltiplicare i pensieri quindi lo svago inteso nella sua accezione sana, è qualcosa di fondamentale. Tu pensi che a me manca, e da questo punto di vista non posso darti torto.

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