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Tradimenti e ricatti: il mio incubo

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Lettera pubblicata il 28 Luglio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    trent -

    oggi ho incontrato la psicologa. era una ragazza, avrà avuto più o meno 30 anni. sono rimasta positivamente colpita dall’incontro…mi ha innanzitutto rassicurata e mi ha consigliato innanzitutto di parlarne con mio cognato. secondo lei, devo iniziare a capire se lui può essere per me un punto di riferimento. o comunque cercare chi per me possa esserlo. mi ha dato come “compito” questo. dobbiamo incontrarci tra venerdì o lunedì. oggi sono stata un pò più serena. soprattutto perchè io e mio marito non ci parliamo, non parlandoci non litighiamo. le ho fatto vedere alcuni lividi. lei mi ha sconsigliato almeno al momento di denunciarlo (dice che finirei per suscitare il lui ancora più rabbia). dice che devo essere pronta io, a andare via. andar via senza però scappare. mi ha veramente fatto una buona impressione. che ne pensate? io ho smesso di avere fiducia in me…magari sono così stupida da non accorgermi se dice qualche cavolata.

  2. 12
    Tabacco73 -

    Innanzi tutto mi sento di esprimerti la mia solidarietà per quanto ti sta succedendo e ti è successo in passato!
    Non sono in grado di dirti se la tua psicologa sia una persona valida o meno in quanto assolutamente privo delle competenze necessarie per farlo! Però mi sembra sensato dire ‘cercare un punto di riferimento’; qualche dubbio ce l’ho se possa essere il fratello di tuo marito….per carità da quel poco che hai scritto tu non ci sono poi elementi per giudicarlo ma da quanto ho capito io tua suocera e tuo marito sono due persone abbastanza simili (imporre un test della fertilità mi sembra comunque una cosa che deve rimanere nella coppia e non di dominio pubblico) come mai lui (tuo cognato) è così diverso?
    Però mi fido della tua capacità di giudizio, soprattutto perchè ne hai passate tante quindi dovresti essere in grado di ‘vedere il marcio’ ad un km di distanza!
    Ti faccio i miei migliori in bocca al lupo e cercherò per quanto possibile di continuare a leggere la tua storia. un saluto.

  3. 13
    genoveva -

    Concordo con @Tabacco73.
    Trovo poco professionale i suoi consigli del tuo psicologa.

  4. 14
    Andrea74 -

    Sconsiglia la denuncia per evitare di aumentare la rabbia del marito?!

    Io non ho parole: è come dire “tieniti il pugno in faccia e non denunciarlo, se lo denunci poi magari te ne da due!”

    E’ un’assurdità!

    Invece portare il problema alle orecchie delle Forze dell’Ordine, specie in un paesino piccolo, potrebbe indurlo a rigare dritto, non per paura della galera ma dello stigma sociale nel vedersi i Carabinieri che vanno a cercarlo per parlargli!

    Io sono nato e cresciuto in provincia e nelle piccole stazioni dei Carabinieri c’è sempre un maresciallo o un brigadiere di particolare sensibilità che difende le persone molto indifese come Trent e mette un po’ di sana paura alle carogne!

  5. 15
    LUNA -

    ciao trent. Genoveva, il fatto che trent si sia rivolta ad una psicologa è fondamentale. Il fatto che il parroco l’abbia messa in contatto con una psicologa pure. E trent ha detto pure che si sente meglio. Mi spieghi cortesemente in base a quali tue competenze puoi affermare la scarsa professionalità della psicologa e fare commenti negativi su una seduta che non si riassume in 3 righe, comunque? Chi vive la situazione di trent pensa di essere senza via d’uscita proprio perché le viene fatto credere. Personalmente son perfettamente d’accordo sul fatto che trent deve preparare il suo allontanamento senza farne parola con i suoi aguzzini, e prima di tutto cominciare ad riorientarsi dentro di sè e su un piano di realtà, diritti civili e umani, risorse effettive uscendo dall’ottica sfasata della manipolazione e violenza anche psicologica. Del cognato: capisco la perplessità di Tabacco e fondamentalmente penso che di certo a trent non serve un’altra forma di dipendenza, ma recuperare un suo senso di autostima e indipendenza (se pure in costruzione) però è anche vero che non sappiamo quali elementi ha portato trent e come ne ha parlato con la psicologa e viceversa. La frase da trent riportata come ‘cerca di capire se può essere un punto di riferimento’

  6. 16
    LUNA -

    non va letta necessariamente in forma di dipendenza, bensì può essere un sano invito a trent a considerare lucidamente rapporti, risorse interne, sue, ed esterne. Andrea74, perdonami ma stai sbagliando tu e così confondi trent. La psicologa ha detto di non farlo ORA e, per esperienza sull’argomento, ti dico che ha perfettamente ragione. Una denuncia ora non solo scatenerebbe la sua rabbia, e lei comunque dovrebbe tornare a casa o in seno alla famiglia di cui ci ha scritto dinamiche e problemi, ma metterebbe in allarme i manipolatori che le darebbero ancora più filo da torcere. Di solito purtroppo per uscire da queste situazioni, a parte l’allontanamento in una casa d’accoglienza (sapendo di non tornare più e avendo quel riferimento e sentendosi pronta psicologicamente a farlo) ci vuole assolutamente l’istinto di conservazione, ma anche una certa lucidità, non un’impulsività che mette ancora più in pericolo, alza la tensione della manipolazione e la confusione creata dalla violenza. La denuncia va fatta, non si tratta di dire ‘subisci’ ma la denuncia di per sè non fa diventare più ragionevole un violento e se ci vivi ancora insieme anzi lui se la vive come un atto lesivo ingiusto non un diritto. Se la psic le ha detto ora ancora no avrà valutato, suppongo, una serie di cose. Andrea, credimi, sono indignata e addolorata quanto te, per la situazione di trent, ma tu ragioni da uomo normale che pensa a proteggere una donna. Lei si confronta con persone distruttive e sta recuperando lucidità rispetto a tutte le orride bugie sulla realtà, sulla sua identità, sulle sue energie e risorse e diritti. Vive in adattamento e pressione da anni. Ha fatto il primo passo fondamentale per liberarsi e vivere. Gli altri vengono, ma vanno ragionati e vissuti tenendo conto della situazione. Brava, trent, forza!

  7. 17
    Andrea74 -

    LUNA perdonami, faccio un passo indietro e chiedo SCUSA, ma è che questa storia tocca veramente. Puzza di vera, non credo che sia un fake, e quindi è molto allarmante!

    Ci sono violenze anche letali contro le donne OGNI GIORNO. Massimo Picozzi, egregio criminologo, ogni martedì dai microfoni di Radio 105 si sgola ripetendo che in Italia, in Europa ed in tutto il mondo di cultura occidentale (Giappone COMPRESO) la maggior parte degli omicidi e delle lesioni gravi sono a danno di DONNE, per mano di mariti, amanti, fidanzati, ex mariti ed ex fidanzati!

    E’ una strage, una guerra insensata con migliaia di morti, con uomini violenti che non hanno alcun rispetto della vita della donna che dicono di amare..

    Ripeto: chiedo SCUSA, ma la situazione descritta da Trent mi inquieta..

  8. 18
    LUNA -

    andrea, volevo solo dire che la ‘materia’ è veramente tanto delicata, come giustamente noti anche tu. Io dico che è delicatissima anche dal punto di vista dell’approccio terapeutico e difensivo, caso per caso. Tanto più che la sola violenza psicologica, all’interno dell’approccio psicologico, richiede competenze specifiche. Questa storia potrebbe anche essere un fake ma resterebbe uno specchio di tante, troppe verità. Ciascuna con la sua storia individuale, tra dinamiche violente simili, micro o macro. La violenza fisica fa notizia, per quanto tanta tanta sia sommersa. Quella psicologica, morale, economica che sempre è con quella fisica quando non lascia lividi è ancora più sommersa. Eppure può uccidere o comunque distruggere un’esistenza. Andrea, capisco la tua indignazione e il tuo dolore nel sentire quelle notizie. Ho in mente, e credo starà lì per sempre, la foto di una di quelle vittime, stanca, triste eppure sorridente, in uno slancio d’affetto, ricerca di protezione verso un uomo che non c!è, già nella foto guarda truce solo davanti a sè. Con uno sguardo che fa paura. Anche per ciò che a posteriori sappiamo di lui. Lei lo viveva quel ‘ciò’. La protagonista di questa lettera ha già un punto di forza. Dice che sa di non amare il suo aguzzino. Sa cosa la circonda. – andrea, ho conosciuto molte donne che ce l’hanno fatta. Io ci credo, anche lei può.

  9. 19
    trent -

    salve a tutti. grazie mille per preoccuparvi di me. non ci sono abituata
    in questi giorni non ho controllato il sito perchè pensavo che oramai, dopo i primi commenti nessuno avesse più fatto. comunque, adesso sto un pò meglio, sono due giorni che non piango e per me è veramente un record.
    alla fine il modo in cui sono cresciuta e vissuta mi ha portato ad essere nulla mischiato con niente e quindi veramente non sapevo come uscirci da questa situazione. non è che in questi giorni è cambiato qualcosa o che ho fatto chissà che. ma solo il fatto di essermi resa conto del problema, solo il fatto di aver fatto un primo e piccolissimo passo mi fa sperare.
    come ho già scritto non è che mi sento in grado di capire se la dottoressa aveva ragione o no. so solo che non sarei riuscita a denunciare quel bastardo. lei diceva di mettermi prima a riparo e poi agire contro di lui. per quanto riguarda mio cognato è completamente diverso. ha studiato, ha viaggiato. non ha mai alzato una mano in vita sua. purtroppo però non credo che la soluzione sia affidarmi a lui. è più piccolo di me, è ancora molto giovane, ha appena 25 anni. alla fine non vorrei rovinargli la vita e costringerlo a prendersi cura di me. cioè, se io lo chiamo e gli chiedo di aiutarmi, ospitarmi ect. lui sicuramente lo farebbe, anzi ne sarebbe anche contento. ma io mi sento molto di peso. non ho mai avuto la possibilità di studiare, dovevo leggere di nascosto, perchè secondo mio padre i libri “mettono strane idee in testa alle persone”. lui è un ingegnere meccanico, con tutte le difficoltà per i giovani di oggi, è riuscito non solo a laurearsi subito ma anche a trovare un lavoro dopo un paio di mesi. che se ne fa di una come me? sono bella, gli uomini mi hanno sempre desiderata. ma ho solo quello. mi sento una nullità rispetto a lui. ma alla fine verso tutti mi sento così. avrei voluto studiare, sognavo di diventare una dottoressa. ero anche brava a scuola.
    il problema si pone per domani. dobbiamo andare ad un matrimonio di un amico di mio marito. dovrò fingere tutta la giornata di essere la brava moglie e lui il bravo marito. sarò circondata da persone squallide e ormai vedo tutto ciò che riguarda mio marito come “sporco”.
    per quanto riguarda mia suocera, beh, è anche peggio del figlio. abita nel mio stesso palazzo. mio suocero invece si è accorto che qualcosa non va, mi ha più volte sostenuta e chiesto perchè ero triste.
    ma la cosa che mi fa più rabbia di tutte e che in paese tutti ci considerano una bellissima coppia, felice e serena. una ragazza mi disse che ero stata molto fortunata a trovare mio marito.

  10. 20
    Tabacco73 -

    Luna, complimenti per quanto scritto!!!!!

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