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Mostrami il tuo volto e ti dirò chi sei!?

In questi giorni il Ministero dell’Economia e delle Finanze – di concerto con l’Agenzia delle Entrate – sta mandando in onda a reti Rai unificate, visti i tempi bui, uno spot pubblicitario sociale per promuovere la campagna di sensibilizzazione contro l’elusione e l’evasione fiscale. L’iniziativa è senz’altro meritoria e per una ragione molto semplice. Se i governi nelle passate legislature avessero realmente tentato di recupere in maniera seria ed efficace le imposte evase, oggi si sarebbero potuti evitare, senza dubbio alcuno, molti dei tagli imposti dall’attuale crisi economica. Ma non è di questo che voglio parlare. Il messaggio è in ogni caso giusto e anche l’eticchetta di “parassati sociali” mi sembra più che appropriata. Quello che però non condivido assolutamente è il modo scelto per rappresentare questa piaga della della nostra società. Di solito gli spot pubblicitari promuovono comportamenti e per farlo utilizzano situazioni. In questo caso si è invece preferito di ricorrere a qualcosa di completamente diverso, forse di più diretto. O almeno in apparenza. E forse perché è proprio quest’ultima lo strumento prescelto. Gli autori dello spot, per meglio rendere l’idea, hanno utilizzato una successione di diapositive attraverso le quali mostrano “i parassiti” che ogni giorno attenta alla vita degli degli esseri viventi e non. La fortunata serie si conclude con la diapositiva del parassita della società, cioè l’EVASORE FISCALE. Un soggetto al quale non solo è stato dato un volto ma anche una sembianza specifica. Il testimonial prescelto si presenta ai nostri occhi con la barba incolta, lo sguardo truce e furtivo, scuro di carnagione. Ha quasi le sembianze di un latitante, di qualcuno che non vive in mezzo a noi. Quindi un’immagine falsata fa da supporto ad un comportamento. Ed è proprio qui che a mio avviso si annida l’errore. L’evasione fiscale è un comportamento, una pratica e ricorrere alla personificazione dell’evasore non solo non aiuta la causa ma credo anche che non sia per niente educativo. L’evasore può essere bianco o nero, calvo o con una lunga chioma, alto o basso, con la barba o perfettamente rasato, europeo o asiatico. È un modo sbagliato di rappresentare la realtà ed ha un gusto amaro già assaporato in epoche passate. Senza contare che le teorie Lombrosiane che legano la tendenza a delinquere all’aspetto, per quanto istintivamente condivisibili, sono state ormai ampiamente considerate fuori da ogni logica. Quindi mi ripeto, promuovere un comportamento virtuoso e dissuadere dal tenerne uno incivile non può assolutamente passare attraverso la “personificazione dell’agente tipico”. Non sarebbe forse stato più efficace, ed anche più corretto, mostrare il parassita potenziale nella veste del cittadino qualunque, a cui la legge “offre la possibilità” di evadere e magari legarla alle immagini dei servizi di cui esso stesso usufruisce senza finanziarli? Ma… tant’è!

Lettera pubblicata il 17 Agosto 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Cittadini - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    T.D._ -

    Ciao,
    come al solito quando si prova ad affrontare discorsi che dovrebbero coinvolgere un pò tutti, interessando il Cittadino, il numero dei commenti lascia a desiderare.
    Al di là della disperata constatazione, sono d’accordo con te. Inutile, dunque, che io mi metta a ribadire gli aspetti che già tu hai notato, essendo nella tua stessa linea di pensiero.

    Approfitterei, però, per una riflessione: il fatto che SOLO adesso comincino a girare queste specie di campagne di sensibilizzazione. Timbrate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, italiano poi!: proprio quello giusto! Ma al di là della burla che lo Stato ci fa, essendo il primo a fare i suoi loschi giochetti, in un Paese civile la lotta all’evasione la si dovrebbe sostenere costantemente, non solo quando la crisi non accenna a far marcia indietro (e temo che non lo farà, almeno a breve) e l’acqua arriva alla gola. Dovrebbe essere una pretesa dello Stato e del singolo cittadino impegnato a combatterla ogni singolo giorno, non quando le casse dello stato non riescono più a sostenere i debiti che via via si accumulano.

    Inoltre, riallacciandomi alle tue osservazioni, mi chiedo perchè al posto della faccia di quel signore x (e per quanto sia concorde con te nell’affermare che il messaggio sia ineducativo, credo anche che il tizio abbia preso qualche soldino per far mettere la sua faccia insieme agli sgorbietti parassiti: la mia dignità me lo impedirebbe!), non abbiano messo una delle maggiori banche italiane.

    Certo, i cittadini DEVONO opporsi all’evasione per primi e trovo irresponsabile delegare doveri e colpe agli altri o alle lontanissime istituzioni. Però, lor signori mi concedano, se si partisse a rivalutare le leggi applicate nei paradisi fiscali e iniziando a punire con multe non pseudo-rappresentative ma impegnative, credo che l’Italia una buona boccata d’aria la prenderebbe. Certo, non risolverebbe nè tutti nè molti dei nostri problemi ma stiamo parlando di milioni di euro. Ora, un evasore è un evasore, disonesto è se ruba allo Stato (e a tutti i suoi concittadini) anche un solo euro, ma incominciamo da coloro che per anni hanno mangiato a nostre spalle fino a vomitare mentre c’era chi moriva di fame, poi penseremo (giustamente!) anche a chi ci ha rubato la ciccolata.

    Ti linko un video a tema: http://www.youtube.com/watch?v=i-WosfxZEd8&NR=1

    Ciao

  2. 2
    Caesar75 -

    Caro/a amico/a,
    l’insensibilità di una parte della comunità degli internauti a questioni attinenti la nostra vita di cittadini è arcinota e non mi colpisce più di tanto(purtroppo ci ho fatto l’abitudine) e in ogni caso, da buon garantista,voglio pensare che l’indifferenza sia dovuta solo ad una opposta visinone delle cose.Quindi qui come altrove(social network)le cose non cambiano.Cmq restiamo sul tema.Il sistema delle imposte si fonda su diversi principi sanciti anche dalla nostra Costituzione e tra questi ritengo che almeno due in particolare meritino una piccola riflessione.Il primo è il principio di eguaglianza.Attraverso il gettito fiscale è possibile finanziare tutta una serie di servizi sociali e di garantire in questo modo anche a chi ha una basso livello di reddito di poter usufruire di servizi altrimenti inaccessibili.Strettamnete collegato al primo è il principio di solidarietà.Un pincipio che dovrebbe servire da cemento per una qualsiasi comunità.Quindi per dirla con parole semplici…chi ha di più dovrebbe mostrarsi solidale con chi ha di meno.Probabilmente quando Padoa Schioppa affermo che “..pagare le tasse è bello”,intendeva dire proprio questo.Detto ciò ritengo che l’evasione fiscale non sia solo il frutto della furbizia di certi delinquenti o di una convinzione politica ultra liberista secondo la quale il carico fiscale debba essere minimo.Anzi ritengo che sia anche un fenomeno largamente tollerato in ambito istituzionale.Di fatto funzionerebbe come una sorta di ammortizzatore socio economico.

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