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Il successo dell’intercultura alla scuola “R. Cervini”

In settembre ha riaperto la scuola dell’infanzia “G. Vaiarini”, ora denominata “R. Cervini”. La sezione intermedia, quattro anni, è risultata molto particolare, unendo in una sola classe bambini provenienti da diverse scuole della città, bambini alla loro prima esperienza in un asilo e soprattutto bambini di origine e cultura fortemente eterogenee. Inizialmente un po’ di timore ha fatto capolino, il timore di sostenere tante e tanto significative differenze. Una bella sfida, per noi genitori e per le insegnanti che si accostavano a questo nuovo gruppo. Molti piccoli alunni non conoscevano neppure la lingua e ci siamo poste diversi interrogativi per esempio sulla possibilità di attivare risorse allo scopo di accelerare le competenze linguistiche di questi piccoli. Come sono andate le cose?

Il risultato ad oggi di questo gruppo di bambini mi ha insegnato cosi tanto! Innanzitutto ho capito come il maggior veicolo dell’integrazione ed ancor prima dell’alfabetizzazione sia la relazione, con un grande vantaggio in questa particolare fascia di età: la spontaneità e la solarità del bambino, la sua predisposizione a  legarsi naturalmente all’altro si sono rivelate le più preziose risorse, valorizzate dall’esemplare lavoro di due insegnanti, Monica e Giovanna, che sono state in grado di canalizzare le differenze verso un fiume positivo di colore. Le ringrazierò sempre, senza dimenticare mai il loro contributo centrale alla formazione della personalità delle mie bambine, per essere state abili costruttrici di un ambiente sereno, in cui il gioco e le esperienze cooperative hanno saputo in mille modi diversi veicolare conoscenze e competenze, consentendo lo sviluppo dell’identità del bambino.

Un elogio lo merita anche il gruppo delle mamme e dei papà, italiani, albanesi, macedoni, venezuelani, equadoregni, camerunensi….che hanno saputo accogliersi, collaborare e gestire al meglio momenti di scambio anche extrascolastico, favorendo il progredire di quell’idea di integrazione che purtroppo oggi rischia di andare alla deriva.

Penso al bel quadro di questo splendido gruppo di bambini, quando sento parlare illustri rappresentanti delle istituzioni che concepiscono “il migrante” come oggetto inanimato di cui discutere esclusivamente in termini di “peso” economico e sociale. Il populismo che spesso degenera in razzismo (è proprio cosi caro ministro dell’interno, questo ci insegna la storia!) ostacola la cultura e la crescita dei nostri figli in modo preoccupante.

Ecco perché oggi è ancora più importante che ognuno di noi, cittadino del mondo, prima che italiano, acquisisca piena consapevolezza del valore del suo agire nella quotidianità. Perché proprio dal seme della quotidianità possiamo ergere una barriera resistente al linguaggio volgare di chi coglie nel diverso da sé un elemento di minaccia alla propria identità.

Come dimostra questa meravigliosa classe, scorgere ricchezza nella diversità, piuttosto che insidiosi pericoli, è la più grande occasione di crescita che possiamo offrire ai nostri bambini, per renderli responsabili e creativi cittadini del futuro.  

Monica Caiazzo

Lettera pubblicata il 14 Giugno 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Scuola

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