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Sant’Ambrogio e l’ecumenismo

Quest’anno saranno 1610 anni dalla morte di Sant’Ambrogio Questo Santo (venerato da tutti i cristiani) lottò strenuamente ed inflessibilmente per il riconoscimento esclusivo della Chiesa di fronte al paganesimo, all’arianesimo e alle altre eresie; come anche per la sua libertà e autonomia rispetto al potere politico, sostenne infatti strenuamente dinanzi all’Imperatore non solo i diritti della Chiesa, ma l’autorità dei suoi pastori, e difese con gli scritti e con l’azione la dottrina della vera fede contro gli Ariani. Sarebbe positivo che questa ricorrenza possa essere anche la base su cui (ri)costruire il nostro tessuto sociale così profondamente distrutto e minato dal materialismo e dal consumismo più sfrenato, l’azione di Ambrogio contro le eresie dell’epoca dovrebbe darci la forza per combattere le eresie di oggi, rappresentante dall’egoismo, dalla volgarità, dall’intolleranza. La ricorrenza ambrosiana dovrebbe, per i cristiani essere anche di stimolo per raggiungere quell’unità tra i credenti nel Risorto che tutti auspichiamo. L’unità della Chiesa potrebbe anche sconfiggere la diffidenza e alle volte il razzismo che è presente in molti dei nostri concittadini verso quei fratelli cristiani che hanno deciso di eleggere la nostra città quale loro nuova Patria allo scopo di dare ai propri figli un futuro migliore. Sant’Ambrogio protegga sempre questa città e ci aiuti a guardare al futuro con quell’ottimismo che dovrebbe connotare i cristiani di qualsiasi confessione.

Marco Baratto

Lettera pubblicata il 28 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Spiritualità

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    Rossella -

    L’omelia pronunciata in occasione della festa del santo patrono di Salerno racchiude tutto quello che io ho sempre pensato a proposito della chiesa. Detto questo al momento penso che se il Signore dovesse mettere sulla mia strada un uomo il mio sì dipenderebbe dalla religione di lui perché la chiesa non mi ha mostrato il suo volto materno e non riesco a far dipendere il mio rapporto con l’istituzione ecclesiastica da quel sacerdote. Non sono nessuno per poterlo fare… non mi sono mai piaciute queste distinzioni. Il mio futuro di sposa lo vedo nella casa, lo vedo con la famiglia. Per quanto ho creduto nella chiesa non vorrei portare un punto di vista che mi toglie la speranza… infatti l’omelia (anche se ho ascoltato una sintesi… ma la cercherò) rafforzava questa mia speranza e penso che ogni sacerdote dovrebbe sentire forte questo desiderio di amare e servire la chiesa. Ovviamente, se da qui ai prossimi cinque o sei anni non dovessi ricevere nessun segno sarei in grado di farmene una ragione perché le ferite si rimarginano. Vorrei portare anche quest’altra speranza… non oggi, non domani, ma arriverà il giorno in cui riuscirò ad accostarmi ad un confessionale con cuore ricolmo di gratitudine. In questo momento (non voglio essere ipocrita) mi sentirei sollevata di un peso se mi fosse data la possibilità di vedere la luce di un nuovo giorno… e di lasciarmi alle spalle eventi che hanno messo a dura prova la mia fede.

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