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Quando rinasci dalla fine di un amore…

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Chi dice che nella vita si muore una sola volta si sbaglia. Quando una storia finisce, per chi è ancora innamorato il dolore è lacerante, ci si chiede quale sia la via d’uscita, ci si dispera, si piange, si spera in un ritorno, si dorme poco e ci si sogna spesso del perduto amore. Le giornate diventano grigie e la sera è immancabile l’appuntamento con la malinconia e il pianto. Si muore. Si vive uno stato di apatia e tristezza e non si intravede la luce… La risalita dipende solo da noi, ed è un percorso doloroso e di solito molto lungo, nessuno può compierlo al posto nostro: ora dopo ora, giorno dopo giorno ripercorriamo ogni secondo, ogni incontro, ogni carezza, ogni bacio… Quel sorriso, quegli occhi, quelle mani, quel profumo, quelle labbra, quella voce. Ricordare tutto per poter dimenticare tutto, e poi andare avanti. E così nel tempo quelle emozioni così vive, così profonde, così sincere cadono nell’oblio, nulla ha più contorni definiti e ricordare quell’amore non ci provoca più angoscia, perchè l’abbiamo interiorizzato. Ed ecco che ti accorgi che il tempo è trascorso, e tu sei andata avanti. Ti accorgi che non sa più nulla di te e tu di lui: dove lavori, dove abiti, che amici hai adesso? Come sta la tua mamma? E tuo fratello? Quel viaggio alla fine l’hai fatto? La vostra vita in comune non esiste più, e se guardi più a fondo ti accorgi che non ti manca più. Passato. L’amore diventa affetto, il pianto si trasforma in un sorriso quando ripensi ai momenti sereni. Ma che effetto ti farebbe sentire la sua voce, o rivederlo?

Lo incontri per caso, per strada, dopo poco più di un anno. -Ciao come stai? Bevi un caffè?-  – Ok, però offri tu.-  -Macchiato vero?- -Si-  E poi il congedo -Ciao che bello rivederti! Ti voglio bene.- -Anche io.-

Che sollievo tornare a casa e non essere sconvolta, non piangere, fare semplicemente quello che dovresti fare, sistemi casa, chiami quella tua amica, fissi quella visita. E non hai rimpianti.

Poi ti fermi un attimo a pensare, e ti viene da sorridere! Passato. Ma chi lo dice che si nasce una volta sola?

Lettera pubblicata il 9 Dicembre 2014. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Non la vedo in questo modo. Secondo me in quel momento sei felice di stare altrove e questo ti rende serena… altrimenti tanta gente non avrebbe tempo e voglia per rifarsi una vita nel giro di qualche anno! In caso contrario la piccola o grande depressione che segue alla rottura potrebbe dipendere dalla sensazione di aver fallito… ma l’amore è ininfluente, questo stato di abbandono dipende dal carattere della persona, poi è chiaro che se nel giro di qualche anno la persona non elabora il senso di frustrazione la depressione si cronicizza, la debolezza si cronicizza. In genere il ricordo dell’amore perduto bussa alla tua porta quando sei una donna (o un uomo)realizzata/o e nonostante tutto senti che ti manca qualcosa, questo fino al giorno in cui realizzi di aver perso qualcuno… da quel giorno in poi almeno sarai più serena; prima cercavi il tuo senso altrove… non lo so, magari ti mancava un figlio!

  2. 2
    Bobo -

    Un consiglio? Per me hai ascoltato troppi dischi di Battisti ..
    “e siccome è facile incontrarsi, anche in una grande città…”
    Cara, tu di rimpianti ne hai, e sono grossi come macigni, traspare dalle tue parole ..
    Cià

  3. 3
    Gip -

    Forse qualche malinconia, ma rimpianti no dato che sono io la scaricata! Che ci potevo fa’?

  4. 4
    Lupo -

    Belle parole,adesso che per me è passato tanto tempo,credo che la serenità ed il ritrovare se stessi,cambiati in meglio,sia una grande vittoria sui giorni tristi.

  5. 5
    oceania -

    A volte credo sia una questione di attimi, occasioni, coincidenze. Andare avanti è sempre possibile ma è davvero colpa nostra se non si riesce? Ritrovarsi ancora a pezzi nonostante una vita piena, non è che semplicemente si perde l’attimo, un certo tempismo necessario. È un po’ strano da spiegare ma sovente mi sembra una faciloneria pensare che semplicemente tutto andrà necessariamente meglio.

  6. 6
    rossana -

    Oceania,
    no, non è una colpa se non si riesce, soprattutto perché non si riesce quando non si vuole. ognuno ha in suoi tempi e le sue ragioni più o meno consce nell’indugiare…

    “pensare che semplicemente tutto andrà necessariamente meglio” può essere sia una faciloneria che una speranza. meglio non illudersi ma anche evitare di abbattersi troppo!

    buona serata!

  7. 7
    michelle -

    Ciao Gip! Condivido in pieno, belle parole e bella filosofia!
    L’importante e` ricordarsi, anche nei momenti bui, che si tornera` ad essere sereni 🙂

  8. 8
    Gip -

    Cari amici grazie a chi condivide, e amen a chi non condivide! Mi hanno insegnato che il tempo può essere vissuto come una lunga pausa, o come un processo, in cui tramite riflessioni si maturano dei cambiamenti. E quando siamo cambiati inevitabilmente guardiamo al passato con occhi diversi, e questo è il segno che siamo andati avanti. Inutile dire che chi abbiamo amato ci ruberà sempre un’emozione, ma in fondo, che male c’è? Come dice Lupo evviva la fine dei giorni tristi!

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