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La preparazione dei dolci di Natale in Sicilia

Arrivavano le vacanze e in tutto il paese riunioni di parenti, di nonne con nipotine, di zie antiche si accingevano a celebrare un rito antico: la preparazione dei dolci di natale.
Le coffe dei fichi che mia nonna Giannina aveva preparato in estate e che aveva fatto seccare al sole spaccandole in due su canne di fiume venivano aperte e i fichi secchi lavorati per formare insieme a mandorle, noci, uvetta, miele e cannella un dolce impasto che sarebbe servito da ripieno a dei piccoli capolavori che mani espertissime avrebbero realizzato.
Ricordo quando nonna ci portava a casa di Zia Vitina, una sua comare, per imparare noi bambine a comporre quei dolci che avrebbero fatto pompa sulle nostre tavole il giorno di Natale a festeggiare quel Bambino che avrebbe salvato l’umanità e portato pace nella nostra famiglia.
Zia Vitina e le sue numerose figlie insegnavano a noi bambine ad impastare, farcire e poi con coltellini affilati incidere quei fagottini e realizzare piccoli capolavori che gareggiavano con quelli degli adulti espertissimi in tagli, riccioli e volute.
Quei giorni rimangono nella mia memoria di bambina come momenti di felicità trascorsi insieme ad adulti che si proponevano di tramandare nelle nostre mani un sapere che sarebbe durato nel tempo.
Poi noi bambine siamo cresciute, io dopo gli studi mi sono trasferita in Sardegna con altri riti e altre abitudini natalizie. Quei dolci e la loro preparazione sono rimasti nel mio ricordo di bambina e nelle vetrine delle pasticcerie.
Ma oggi aver incontrato delle compagne di scuola che realizzano ancora con perizia quei piccoli capolavori mi ha riportato indietro nel tempo, mi ha fatto ricordare chi non c’è più, rituffandomi in un mondo che credevo di aver dimenticato ma che ho ritrovato intatto nel mio cuore.
Grazie Rosalina, grazie Lina, grazie Contessa e tutte le altre.

Lettera pubblicata il 16 Dicembre 2020. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    white knight -

    Cara Giovanna, trovo i suoi racconti sempre belli e interessanti. Soprattutto mi piace come riesce a trasmettere la sua “saudade”: i suoi ricordi risultano dolci e belli anche per me che non li ho vissuti e, a dire il vero, non amo particolarmente il Natale 😉 inoltre la ringrazio perché i suoi dolci siciliani a base di fichi e mandorle mi hanno distolto momentaneamente dal ricordo orribile del bollito di mia nonna (grandissima cuoca ma il bollito a me fa rivoltare lo stomaco). Adesso per fortuna si va mangiare pesce al ristorante XD per quello che può valere, le auguro buone “feste”. Cordialmente.

  2. 2
    Golem -

    Giovanna davvero un bel racconto, che mi ha riportato indietro nel tempo, ai miei Natali di bimbo in un Sud come quello che hai raccontato così bene. Stessi riti e stesso calore umano, di cui noi bambini godevamo in attesa dell’arrivo del giorno in cui ritrovarsi tutti insieme per il pranzo della grande famiglia. Chi ha vissuto quei momenti, oggi sa quanto sia stato fortunato.
    Buon Natale.

  3. 3
    Bottex -

    Boh, io so solo che c’è una signora di origini napoletane al mio paese che ogni anno prima di Natale mi porta gli struffoli. Spettacolari!!

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