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Pregiudizi, poca stima o cosa?

Buongiorno a tutti,
oggi sono a chiedere a voi un’opinione ed eventualmente un suggerimento.
Il mio compagno ha interrotto una relazione molto turbolenta con la sua ex, che nessuno nella sua famiglia approvava… per stare con me. Da inizio anno conviviamo.
Premetto che io ho 35 anni e lui 38. I genitori di A. sono anziani e ha altri fratelli più grandi di lui, A. è il più PICCOLO.
Due sono le cose che ci hanno dato “fastidio”.
1. Pregiudizio nei miei confronti perché ho origini meridionali. Sono nata ad Aosta e vivo in Emilia. Purtroppo non ho ne accenti meridionali, non ho TRADIZIONI particolari, dico purtroppo non per questo rinnego le mie origini (i miei nonni si sono trasferiti più di 50 anni fa…..) ma non per questo mi devo giustificare con loro. In particolare con il fratello più grande che ho visto solo per un paio di occasioni, non ha perso tempo a fare delle battute tristi sui meridionali e sua moglie la prima e unica volta che ho visto (siamo andati un attimo in casa sua) non mi ha rivolto la parola, non si è NENCHE presentata…, ed è rimasta tutto il tempo nella stanza con noi a far FINTA di pulire la cucina ma ASCOLTAVA quello che dicevamo noi 3…
2. Qualche giorno fratello più grande ha chiamato a casa mia, ho risposto io e mi ha chiesto di passargli suo fratello. Ha invitato A. alla prima comunione di sua figlia e quindi nipote di A. ma con chiarezza e franchezza gli ha detto che vuole che ci vada da solo…..
L’indelicatezza di suo fratello di comunicare questa cosa, ha chiamato in casa mia mi lascia pensare un paio di cose. Da quel poco che ho visto, il fratello maggiore di A. non lo tratta bene o comunque ha quel modo tra lo scherzoso e il buffoneggiare nel dire le cose che non mi piace, quindi ne deduco che abbia una bassa stima di suo fratello più piccolo e poi la mi deve aver preso per una emerita scemina…
Di questa cosa ne abbiamo parlato con sua madre che ha fatto orecchie da mercante e vuole restarne fuori senza commentare la cosa… e poi ne abbiamo parlato con un altro fratello e la sua compagna e sono rimasti basiti da questo comportamento.
Adesso il mio compagno vuole andare a parlare con suo fratello per chiarire la questione. Anche se per me non c’è nulla da chiarire, i problemi di suo fratello non sono problemi nostri e in più gli ho detto al mio compagno di prenderla su ridere come ho fatto io. Nel senso che suo fratello, come secondo lavoro dovrebbe fare il consulente matrimoniale, visto che la fidanzata con il quale stava prima non andava bene… e da quel che ho capito neanch’io gli vado a genio e quindi gli ho detto che la fidanzata gliela trovi lui…
Secondo voi gli deve parlare? Ma se suo fratello ha una moglie che oltre a essere una bigotta maleducata, gli ORDINA pure con chi si deve presentare o non presentare suo fratello non fa prima a lasciarli perdere?? Lo so, sono troppo drastica..

Lettera pubblicata il 5 Maggio 2014. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Rossella -

    I pregiudizi dipendono da noi. Io non ho paura di apparire poco credibile perché i miei figli, se Dio vuole, avranno modo e maniera per “imporre” la loro personalità. Di conseguenza non mi pesa avere una figura debole, perché proprio questa debolezza è la chiave per aprire la porta del futuro, visti i tempi. Non mi sento scoraggiata… non temo di essere un giorno derisa e calpestata perché la prima linea per me è il secondo posto. Non mi pesa stare un passo indietro… e poi credo veramente che i miei figli avranno una personalità molto forte, perché due famiglie che hanno una storia che affonda le loro radici nel Medioevo porteranno avanti la pienezza del carattere. Francamente non credo nella possibilità di smussare gli angoli di un carattere. Magari fosse possibile! Ma anche no, dai… altrimenti la nostra vita non avrebbe uno scopo. Rischieremmo di morire di noia o di seguire troppo l’interesse. La realizzazione può dipendere anche dall’impegno profuso per conservare l’armonia. Per educare i miei figli (senza venire meno ai miei dovesi verso la famiglia umana) ho bisogno di vivere una vita “appartata”… ai miei tempi il grembiule dava questo tipo di garanzia, e poi le marche non erano visibili… quando erano evidenti il problema non si poneva perché le riviste di moda non erano molto diffuse nelle famiglie. Io le leggevo, ma siccome mia nonna era una sarta non mi sentivo sopraffatta dal mercato, riconoscevo ad ogni uomo il suo talento creativo.

  2. 2
    Rossella -

    Come ho detto altre volte non credo nella fortuna… poi amando l’arte non mi è stato difficile comprendere il ruolo degli artisti minori. La loro importanza. E’ questione di sensibilità. Non voglio abituare i miei figli ai luoghi comuni. Le cose che si danno istintivamente hanno uno scopo che resta avvolto nel mistero in molti casi. L’albero, come si dice dalle mie parti, si piega da piccolo. Ma anche qui dipende dall’ambiente e dalle prospettive che hai davanti a te. Quando presumi che tuo figlio potrebbe avere una vocazione fai del tuo meglio per prepararlo. In tutti gli altri casi ti preoccupi solo della formazione umana, perché sarà lui a trovare la sua vocazione. Tutto può cambiare anche nel primo caso, ma se vuoi dare una linea di governo non puoi metterti a fare il genitore moderno. In che senso poi? Quando non viene assuefatto a quelli che potrebbero essere i suoi vizi non viene fuori nessuna linea educativa in particolare. Dipende dal mondo. E’ buono in funzione delle decisioni di una maggioranza. Quindi, in un certo senso, lo prepari alla successione in termini assoluti, ma non hai la certezza di durare perché nel momento in cui subentra una dinastia più potente della tua ti eclissi. Invece la successione che ho in mente prevede il rifiuto di mio figlio. L’istituzione si consolida attraverso una linea educativa ben precisa e la gestione cambia.

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