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Poche idee, ma confuse

di Adam
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 25 Ottobre 2017. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 30 commenti

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  1. 21
    Suzanne -

    Acqua, possiamo sempre provare, magari si riaccende la scintilla! Sono sempre possibilista, però ti avviso che ho un caratteraccio!
    Adam, valgono anche i diversi dialetti in coppia??
    Non ho ancora letto l’articolo, mi è venuto però in mente Galimberti quando dice che il nostro pensiero è tanto articolato quanto riusciamo a padroneggiare il linguaggio, e su questo sono piuttosto d’accordo. Si potrebbe fare un excursus a questo proposito sul linguaggio odierno della politica, che sembrerebbe nascondere davvero una totale vacuità di pensiero permettendo alla gente di evitare qualsiasi sforzo cognitivo di comprensione.
    Da un altro lato invece sono sempre più convinta che la comunicazione più profonda, intensa e intima non debba servirsi di parole, perché veicolo di interpretazioni arbitrarie. Soprattutto nelle relazioni affettive.

  2. 22
    Acqua -

    OK Suzy cara, allora usiamo la “Chat” per litigare e “Poche idee, ma confuse” per fare la pace (con il benestare di Adam): c’e’ anche il sottofondo musicale che ci “concilia”. Che tu abbia un caratteraccio l’ho capito benissimo da subito: menomale che io sono molto buona e tollerante e che solitamente vado d’accordo anche con le persone difficili. Mi piace la tua ultima affermazione “sono sempre più convinta la comunicazione più profonda, intensa e intima non debba servirsi di parole, perché veicolo di interpretazioni arbitrarie”: quindi di cosa si dovrebbe servire? Di gesti? Fammi un esempio piu’ concreto: sono interessata perche’ sto cercando modalita’ comunicative alternative per far meglio capire quello che sento a chi so io.

  3. 23
    Adam -

    Ciao Suzanne!
    Come va? Scusami il silenzio, qui dopo un periodo in apnea con zillione di cose da fare, lavorative e non (work hard, play hard dicono i colleghi anglofoni) ora invece periodo un filo più calmo.

    Vero Galimberti offre sempre spunti interessanti!
    Riprendendo il filo di quanto si parlava,io non ho un’idea già molto a fuoco. In ambito relazionale, quelle di cui parli, credo siano due forme di comunicazione diverse e anche se concordo vi è quella senza parole che viaggia ad un livello più’ intenso profondo ed intimo, pur nella sua imperfezione ed esposizione ad interpretazioni,  anche quella verbale può’ venire in aiuto,ovviamente se supportata dalla volontà di ascolto. 
    Questo ad ambito, personale affettivo,invece  sul linguaggio utilizzato oggigiorno nel macro… poche parole,se non un sorriso,anzi un ghigno, triste e amaro
    https://www.youtube.com/watch?v=fC_t9RjneGk

  4. 24
    Suzanne -

    Ciao Adam, vedendo il video mi ritengo sempre più fortunata nel fare il mio mestiere e nel vivere un po’ fuori dal mondo… Almeno evito di sentire sempre i soliti discorsi con quattro frasi standard da ripetere senza ulteriori sforzi argomentativi.
    Ho recentemente letto un libro bellissimo di un veterinario scozzese, James Harriot, che racconta la sua vita in questo villaggio sperduto. Mi è venuta voglia di semplicità, una vita spesa con passione godendosi ogni istante. Ultimamente tra i miei amici c’è questo desiderio di mollare tutto e cambiare vita, anche se poi non sanno bene descrivere ciò che vorrebbero, al di là di istantanee anche un po’ sfocate. Non so, forse dovremmo ridimensionare un po’ tutti la nostra idea di soddisfazione e realizzazione personale…

  5. 25
    wildvoice -

    Suzanne, fai una gran tenerezza… ti hanno mazziato di brutto in altre lettere e vieni qui a cercare rifugio. Ma invece di scappare sempre dalla realtà non sarebbe ora di cominciare a confrontarcisi seriamente, smettendola di credersi superiori agli altri quando di fatto sei solo e semplicemente ancora un’allieva della vita? Ridimensionare il proprio ego ( quando questo è gigantesco ) può essere salutare, sai?

  6. 26
    Golem -

    Vabbè, al di là delle polemiche, credo che quello di cercare la nostra Shangri-La sia un pensiero che abbiamo avuto tutti.
    C’è un dato di questa nostra società che accentua questo aspetto ed é quello che riguarda la genesi del desiderio. La nostra cultura è passata nel giro di un paio di generazioni dal vivere per il Paradiso Celeste a vivere per il paradiso terrestre. Questo spostamento dei valori è la prima causa della nevrosi da “collocazione dell’IO”, dovuto alla fabbrica dei desideri imposta dalla cultura del consumo. Stranamente i più “sofferenti” sono i soggetti più acculturati, ma non abbastanza da essere immuni dalle suggestioni di quell’aspetto sottoculturale di cui si accenna. È chiaro che le aspirazioni di questi soggetti sono più “sofisticate” di quelli della massa bovina, ma non per questo meno illusorie.
    Sono certo che nessuno di coloro che auspicano il “buen retiro” trovandolo si sentirebbe appagato, perchè il problema di queste persone non è fuori, ma dentro di loro.

  7. 27
    Suzanne -

    Ecco, la Maria è tornata…non ce la fai proprio a stare lontana, vero?
    Non si può proprio lasciare una lettera pulita, senza intromissioni sgradevoli e polemiche?

  8. 28
    Adam -

    Ciao Suzanne
    Anche il mio microcosmo è fortunato e quasi esente da certe dinamiche
    Ma non esistono isole e l’intero  mondo non è mai stato così  interconnesso.
    Percio’ trovo sinceramente preoccupante l’utilizzo in politica di meccanismi che fanno leva sui sensori primari e per questo piu’ immediati e quindi remunerativi

    Fare leva su Paura, Rabbia è ahimè bel breve vincente, arriva mille volte più’ velocemente;inoltre  se controintuitiva la realtà  dei fatti ha bisogno di tempo e pensiero,  un gap che la farà sempre perdere rispetto ad una fake news così orchestrata. 

    Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe

  9. 29
    Adam -

    Parlando  del  video,pur avendo il difetto di essere di parte, mostrava molto bene un atteggiamento che sto vedendo sempre piu’ a 360 gradi , destra o sinistra Europa o mondo.   

    Trump trionfo’ ieri ma oggi il dibattito per scegliere il candidato democratico si sta riempiendo di slogan e mezzucci che sfruttano le nuove conoscenze sul processi cognitivi e le sue bias

    Ascoltavo un intervista molto interessante a Marco Cappato,che parlando di  questo limite, evidenzia quanto sarebbe importante, in un mondo in cui la politica diventa schiava del risultati a breve periodo,la presenza e lo sfruttamento di altri  canali, quali l’attivismo e la partecipazione diretta. Se ritrovo il link te lo giro.
    Mi hai incuriosito sul libro, spero di avere il tempo di cercarlo e leggerlo anche se non sento lo stesso bisogno di cambiamento. Il tempo ed i ritmi solo la parte per me difficile da riconciliare,
    PS
    Se puoi, “Don’t feed the troll”, esistono per ricevere un attenzione che non meritano

  10. 30
    Suzanne -

    Adam, non è un libro sul cambiamento, ma sul restare e creare un proprio piccolo, speciale mondo. Il mio discorso era proprio sul rivedere il senso del “cambiare vita” ( o fuggire?), e ricominciare ad abitare il qui ed ora. Quello che sto cercando di fare io, seppur con le mie mille difficoltà.

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