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Piccolo sfogo, scusatemi

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Da quando è finita la scuola, ovvero l’hanno scorso (eh si, mi sono diplomato tardi) ho perso un sacco di amici o conoscenti che prima frequentavo. Sembra quasi premeditato da un dio bastardo a cui ho fatto qualcosa di davvero brutto in una vita precedente, ma, stando all’oggettività dei fatti, è andata così.

Prima mi piaceva stare solo, quando potevo. Avevo amici, a scuola parlavo con tutti, ero anche abbastanza “cattivo” facevo ironia un po’ su tutti, ma non con cattiveria, e credo risultavo simpatico. Tra loro non cercavo amicizie vere perché di amici ne avevo. Un gruppo formato quando frequentavo l’altra scuola. Eravamo, in pratica io, Mike il mio ex miglior amico, Giò e Luigi. Ed altri li intorno. Uscivamo sempre, andavamo a scuola insieme, ci vedevamo spesso, durante le vacanze quasi tutti i giorni. Io ero contento, gli volevo bene, ci trovavamo bene. C’erano dei problemi, come li han tutti ma tutto sommato era una situazione ottima.

Finisco la scuola e mi trovo disoccupato, ho molto tempo libero e mi annoio molto. Inizio una brutta fase di “introspezione” o cazzate così.. nel frattempo molti dei miei compagni di classe non li sento più, alcuni ogni tanto, ma mi rendo conto di non aver legato tanto con nessuno di loro. Nello stesso periodo il mio amico Mike si trova una ragazza e mi dedica sempre meno tempo, per non dire per niente. Giò, indovinate? Stessa cosa. Il nostro gruppo inizia a sciogliersi, ci vediamo sempre più di rado, Mike esce con la sua ragazza e con altri che io non conosco. Giò idem, non usciamo più insieme, io non ho altre compagnie e mi sento solo. Luigi non si fa più sentire, non so che fine abbaia fatto.

Era appena iniziata la mia fase “brutta”, era tipo settembre. Io mi sentivo proprio male, ed io tendo, nel bene e nel male ad esagerare le cose, per cui, sentendomi proprio male, non resistendo più, dopo qualche settimana decido di parlarne con Mike. Quello che provavo era, diciamo pure ad uno stato embrionale, non sapevo bene che mi stava succedendo, avevo pensieri bruttissimi, mi sentivo solo, isolato, avevo attacchi di panico, avevo l’ansia perenne, e insomma, essendo per me una cosa davvero nuova ho voluto provare a parlarne con Mike. Eravamo molto amici. Pensavo non ci fosse nulla di male.

Non mi ha capito. Insomma io parlavo, lui ascoltava, io gli dicevo qualcosa di brutto che pensavo e lui, con parole banali ma, insomma erano quelle da dire, mi rincuorava. Poi tornavo a casa, piangevo per giorni e lui non si faceva sentire per settimane. Questo è andato avanti per un po’ finché ho deciso di non dirgli più niente, fare finta di niente, dirgli che stavo meglio e provare ad andare avanti. Mi sono sempre pentito di avergliene parlato. Fortunatamente però a qualcosa è servito, ha iniziato ad invitarmi ad uscire con le nuove persone con cui usciva. Lui, la sua ragazza ed altri due ragazzi. Ora esco con loro il sabato sera.

Purtroppo credo di aver avuto parecchia assenza d’affetto, o una cosa così, cose normali che chiunque vive, credo di non averle vissute, parlo di, non lo so, sentirsi un poco speciali, importanti per qualcuno.. non mi era mai successo. Fino a poco fa eravamo 4 amici (o poco più) che uscivano e si divertivano, e ne frattempo avevo scuola. E poco tempo dopo, proprio all’improvviso mi ritrovo solo. Ma davvero, non avevo con chi uscire, mi sentivo male, ho provato a dirlo a Mike ma non mi ha capito, mi sentivo strano. Tutti loro avevano trovato una ragazza, per di più nessuno di loro per proprio merito, insomma, sono stati tutti cercati, ed io mi sentivo.. isolato. Sapevo che sarebbe successo. Ma non è bello vedere tutti i tuoi amici che.. e tu rimani indietro.

Ne ho parlato un poco poco anche con Giò, e tra molte cose che sono successe siamo arrivati ad oggi. Metà maggio. Sono passi circa 9 mesi. Non ne ho mai più parlato con nessuno di questa cosa. Si vedeva certe volte che ero giù, forse qualche volta han sospettato, ma io non ho mai detto niente, non ho mai chiesto niente. Intendo dire “aiuto” non ho mai chiesto compassione. Chiedevo invece, si, come cioè, in modo normale, di poter uscire un poco di più.. chiedevo continuamente a tutti quelli che conoscevo di uscire con me, fare qualcosa. Di giorno, di sera.. Molto spesso venivano, ma se non chiamavo io, nessuno si faceva mai sentire. Ancora adesso è così.

Ari, la ragazza di Mike, la conoscevo anche prima che si mettessero insieme, siamo stati insieme a molti concerti. Ci vedevamo qualche volta, eravamo “amici”.. Lei sapeva della mia situazione, insomma, un po’ come tutti lo sapevano, per sentito dire, voci.. nel suo caso gliel’aveva detto Mike.

Dopo mesi passati in solitudine, a non far altro che riflettere, pensare, scervellarmi, contorcermi provando a capire cosa potessi fare, dove ho sbagliato, perché mi sentissi solo, perché non avevo un amico, perché mi pareva che tutti intorno a me stessero bene tranne me, ho iniziato a farmene una ragione. Insomma, è così e basta, non posso farci niente. Io ci provo è, provo a cambiare le cose ogni giorno, faccio di tutto. Sembra che per ora non funziona, ma continuo a provare..

Sabato scorso siamo usciti. Io, Mike, Ari e gli altri due. Stavamo parlando di non so cosa, di compagnia, di amicizia una cosa così. Ad un certo punto, non ricordo come, esce il discorso che passavano di li due ragazze, ed uno dei ragazzi dice “oh quelle due stanno venendo qua”. Non era vero, ovviamente, ma l’altro ragazzo fa la battuta “non vengono perché ci sei tu, riferendosi al primo”. Al ché Mike, con una frecciatina, simpatica, non me la sono presa. E’ la verità. Dice: “non vengono perché c’è quello strano col magione bianco” o una cosa così. Io avevo il maglione bianco. Io dico “eh, tu ridi, io ci piango” ridendo. Ed Ari inizia a dire “ma non è vero dai, perché devi dire così, non è vero”.. Ha detto solo questo. E non ci ho visto più.

Non è la prima volta che mi dice una cosa del genere. Lei sempre a dire cose a suo parere “carine”, come per farmi stare meglio. Come per rincuorarmi. Per mettersi la coscienza apposto e pensare di aver fatto la buona samaritana. Non so se qualcuno potrebbe capire. Il perché non ci ho visto più, sono esploso, ho fatto una scenata.

Per mesi mi sono tenuto tutto dentro, ho sempre fatto finta di niente, ad alcune battutine carine, a finti buonismi quando io non ho mai chiesto niente a nessuno. Per un sacco di tempo, per me troppo ho fatto finta di sorridere quando stavo malissimo, finto un buonumore che non esisteva. Nessuno mi ha mai chiesto niente a riguardo, nessuno si è accorto o preoccupato, meglio così! Era quello l’intento e sono contento che sia andata così.

Ho stretto i pugni sotto il tavolo, chiuso gli occhi e soffocato un urlo che voleva uscire fuori come un uragano. Pregavo che la smettesse, che stesse zitta. Lei continuava. Non sono più riuscito a trattenermi. Mi veniva da piangere, singhiozzare, mi veniva da urlare, da prendere a pugni il tavolo, da graffiarmi il viso. Con voce che provai, spero riuscendo, a camuffare calma e sincera, piano dissi.

“Stai zitta Ari. Zitta, per favore”

Continuava. “Ma perché devi dire così non è vero quello che pensi tu e blablabla”

Con voce sempre bassa e denti stretti mentre stringevo i pugni, cercando di evitare di scoppiare a piangere iniziai la scenata. “Ari, ti prego. Io non ti ho mai chiesto niente. Non ti ho mai chiesto niente, i tuoi pareri tienili per te, per favore.”

Provò a dire qualcosa, la fermai con uno sguardo. “Quand’è l’ultima volta che ti sei sentita sola per più di un giorno, Ari? Quand’è l’ultima volta che sei dovuta uscire da sola cercando di trovare.. qualcuno perché ti sentivi disperatamente sola? Quand’è, Ari, l’ultima volta che non hai dormito di notte stando sveglia a fissare il soffitto?” Sentivo le lacrime scendere.

“Io non ti ho mai chiesto niente, tu non sai niente. Non so perché tu ti senta in dovere di dirmi quelle cose, ma tientele per te. Non è la prima volta che mi dici una cosa simile. Non capisco cosa ti fa pensare di averne il diritto. Credi di fare una cosa carina, Ari? Quando stai male, quando hai qualcosa che non va, lo puoi dire a qualcuno?” Silenzio. Alzo un poco la voce, involontariamente. “Ele se ti senti un po’ male, se ti senti sola, se ti succede qualcosa, puoi confidarti con qualcuno tu?” – “Si.” – “Quando è stata l’ultima volta che ti sei sentita sola, che sei stata male Ele?” – Silenzio. “Quando è stata l’ultima volta che sei stata male per 9 fottuti mesi sentendosi sola come un cane?” Iniziai a questo punto a fare dei forti ed affannosi respiri per ritrarre le lacrime, funzionò, un pochino.

“Noi due non siamo amici. Io ero amico con Mike. Non ho più nemmeno lui. Mi hai mai chiesto di uscire, tu? Mi hai mai chiesto di fare una passeggiata perché ti andava di stare un po’ con me? L’hai mai fatto? Pensi che lo faccia qualcuno? Non puoi farlo, non possiamo parlare, essere amici per una qualche sorta di regola implicita del tipo “sei la ragazza di un mio amico quindi non possiamo parlare?” E’ per questo? E non affrettarti a dire di no. Pensi che dire di no sia la risposta giusta Ele? Se non esiste questa regola, perché non l’hai mai fatto? Perché non te ne frega un c..... E pensi che me ne importi? Non me ne importa niente, non ti ho mai chiesto niente. Non sei costretta, non lo farei nemmeno io, ma per l’amor di dio non dirmi come sono e non ti permettere di dirmi qualcosa su di me. Sono io che ho passato gli ultimi mesi a non far altro che pensare a me, a cosa sbaglio, a quello che faccio a.. Ti ringrazio della tua schifo di pietà, avresti potuto dimostrarmi che non è vero che allontano la gente, che non è vero che sono antipatico, asociale e tutte quelle cose li. Avresti potuto dimostrarmelo se lo pensi davvero, se ti interessava davvero qualcosa, anzi che dire “ma non è vero” Ma non è vero cosa, io non ti ho mai chiesto niente, non mi serve niente.”

Scoppiai a piangere, non sono più riuscito a trattenermi. “La conosco la storia, non sapevi se era il caso di farlo, temevi che avrei detto no, ti pareva ti allontanassi, e tutte quelle cose li, la conosco la scusa non c’è bisogno che sprechi fiato. A meno che non hai qualcosa di più originale, ma non credo”

“Non ho mai chiesto niente a nessuno. L’ho fatto con Mike, quando? 8 mesi fa? Mi era appena iniziata sta cosa, non sapevo che c.... fosse, che devo dire? Mi dispiace di averlo fatto, mi dispiace. Ci ho provato, stupido io, non è servito niente. Non gli interessa. Non sono problemi suoi, sono problemi miei. Ed ha ragione a pensarlo. Sa che sto male ma non mi cerca mai, MAI una volta. Almeno ha la cortesia di starsene zitto e non fare l’ipocrita. “ma non è vero”. Almeno abbia la decenza di stare zitta. Se non fosse vero me l’avresti potuto dimostrare un minimo. Notare che per mesi stavo da cani. O avere il piacere di parlare con me, se davvero pensi che non faccia così schifo come dico io, ma non l’hai mai fatto. E’ facile parlare. Ti metti la coscienza a posto e niente impegni. Grazie, sei gentile.”

Avevo finito il discorso. Erano tutti zitti. Fortuna il locale era quasi vuoto, era molto tardi.

“Sai qual’è la cosa che più mi dispiace? Non di aver fatto questa figura di merda. Ormai è fatta, possiamo anche non vederci mai più, ed è il meno. Non so nemmeno se andarmene adesso e lasciarvi fare una bella risata, sparlare un po’ di me, lasciarvi così.. oppure rimanere in questo imbarazzo così assurdo. Perché il cattivo sono io. Dovevo solo tenermi tutto dentro. Come al solito. E fingere un sorriso, e dirti hai ragione. E continuare altri 9 mesi così. Perché è colpa mia. Sai, vorrei che provassi tu cosa provo io in questo periodo. E l’hai già provato, di sicuro, non sono mica il solo. Avete tutti i vostri c.... di problemi. Il problema è quando questo diventa l’unica cosa che hai, l’unica cosa che provi durante tutto il giorno. Quando non ti togli il malessere di dosso per settimane. Li è il problema. Vorrei lo provassi. E non avessi Mike che ti ascolta, a cui puoi parlare, che ti volesse bene. Che ti rincuorasse. Allora ti direi io “ma dai sorride non è vero questo, non è vero quest’altro” e vedere come reagisci. Come pensi che reagiresti, Ari? Lo direi senza però mai fare nulla. Solo parole. Per far finta di essere il buon samaritano del c..... Non te lo auguro davvero. Solo, scusami, solo.. tientele per te queste cose, ti prego.”

“Sai dopo questa cosa, che tu non hai idea di quanto mi dispiaccia sia successa, qual’è la migliore delle cose che può succedere? La peggiore e che non mi parlate più, e mi starebbe pure bene. Me lo merito. Che non mi invitaste più, sai, non mi inviterei nemmeno io se potessi farlo. La miglior cosa è che ora io ti faccia, vi faccia una gran pena. Sono proprio contento che, se va bene provate compassione per me. Come un maledetto cane randagio sporco, bagnato e bastonato. Che ti fa pena, poverino come soffre. Non lo tocchi nemmeno, ti fa schifo, è sporco magari ha pure chissà quale malattia, ma ti fa tanta pena povero cucciolo. Che bello, è lo scopo della mia vita fare pena alla gente. Come un cane. E dirai a Mike “Povero, non sapevo stesse così, come mi fa pena, come possiamo aiutarlo? *implicito: cioè, prima che facesse quella scenata non gli avrei mai parlato o invitato ad uscire, mi sta antipatico, è noioso e mi fa pure schifo.. un po come a tutti, se no non starebbe solo, ed è anche per questo che tu che eri il suo migliore amico non lo consideri praticamente proprio più, però ora che mi ha fatto pena, compassione, pietà, lo aiuto, come se fosse un piccolo ragazzino malato che ha bisogno di pietà, perché altro non merita* Vorrei abbracciarlo poverino..” Grazie. Bella prospettiva, ed è la migliore delle ipotesi.

Provai di nuovo a trattenere le lacrime, ero fuori di me, mal di testa dietro la nuca, ansia, e se non avessi parlato per tutto il tempo probabilmente mi avrebbe anche preso l’affanno. Infatti smisi di parlare e mi venne. Dissi “scusate” ed andai in bagno.

Tornai diversi minuti dopo. Mi ero lavato la faccia. Mi ero asciugato e tornato con un sorriso sulle labbra dissi che dovevo correre a casa perché c’erano problemi. Ovviamente una scusa. Salutai tutti da lontano e feci per uscire. Uno dei ragazzi mi chiese se volessi un passaggio, ma rifiutai. Non li vedo o sento da allora.

Che storia di merda. E’ colpa mia. Ci sono tante cose che non hanno senso. Sono stato cattivo. Non è colpa sua. Ecc.. ecc… Lo so, lo so.

Piccolo sfogo, scusatemi.

Lettera pubblicata il 13 Maggio 2014. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 25 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 1
    rossana -

    Ahsk1,
    lo sfogo non è affatto piccolo! ho cominciato a leggere senza notare prima il nick dell’autore. a metà scritto circa, mi è venuto in mente che potevi essere tu, e ho constatato di essere nel giusto.

    non aggiungo altro, non essendo riuscita a terminare la lettura.

  2. 2
    Lory -

    Nelle altre lettere dici di non avere nessuno ma poi esci.
    Questo sfogo chilometrico poi sembrano i discorsi da ragazzine.
    9 mesi? Ma lo sai che ci sono ragazzi tuoi coetanei che lottano con malattie croniche, gravi, serie e incurabili mentre tu frigni perché i tuoi amici hanno il loro giocattolo mentre tu no?
    Essere felice per loro, per il loro fidanzamento? Perchè sembra che tu li volessi sempre appresso a te, ma mica siete una coppia!
    Scommetto che se ti richiameranno non avrai neanche il coraggio di mandarli a quel paese per sempre. Non ne hai il midollo.
    E’ ovvio che non hai una ragazza se non sai stare da solo e trattare bene gli altri.
    Scusa la sincerità, mi rendo conto che è quella che nessuno vuole anche se si dice il contrario.

  3. 3
    Clara -

    Ciao Ahsk1,

    in privato ti ho già espresso il mio pensiero in merito a tutta la faccenda. Noi non conosciamo la tua situazione…
    Mi hai detto che non ho capito niente, ma quello che non ho realmente capito è il PERCHE’ scrivi questi sfoghi? Io sono arrivata al fondo di tutto quello che hai scritto… cosa vorresti da noi? Pareri? Te l’ho dato e mi hai detto che non ho capito niente… Opinioni? Non conosco la storia e non mi permetto di giudicare…

    Quello che posso dirti è di fare una profonda riflessione su quello che sono per te i rapporti umani. Cosa ti aspetti dagli amici? Quanto sei disposto a dare? Quello che ti ho raccontato in privato era quello che intendevo. Ho sempre perdonato quel collega, ma ora mi sono stancata! Io ho sempre perdonato tutti, mi sono dimostrata forte anche quando ero debole e adesso che non ce la faccio più la gente si stupisce…

    Buona giornata a tutti!

    Clara

  4. 4
    rossana -

    Clara,
    comprendo il tuo sconforto: il tuo, sì, che meriterebbe di essere preso in seria e affettuosa considerazione. eppure non ho mai letto qui grandi “sfoghi” da parte tua…

    se avessi più di forze psico-fisiche e meno problemi familiari, mi sarebbe piaciuta una relazione epistolare con te, che ritengo una giovane grande donna.

    un abbraccio.

  5. 5
    Clara -

    Ciao Rossana,

    grazie! Vedi, io non è che non comprendo cosa dice Ahsk1. Magari ha ragione, ma noi non possiamo dargli molti consigli, semplicemente perché non viviamo la sua situazione.

    Il ragazzo è giovane… Io sono arrivata a 30 anni (e uscendone molto delusa) a capire che i rapporti umani non dipendono mai da te, ma dalla gente che ti sta intorno. Tu puoi essere disponibile, ma se l’altro non ha la minima intenzione di relazionarsi con te non c’è verso.

    Tante persone che dicevano di tenere a me son sparite. Domenica ho discusso con un volontario (via fb) perché mi diceva che io mi lamento di non uscire mai e quando mi dice cosa potrei fare per uscire io non voglio… Ma se io volessi uscire con una compagnia di amici e tu mi dici “Potresti farti portare in cortile dai tuoi (ho barriere architettoniche tali da non poter uscire in autonomia) e poi uscire dal cancello e farti un giro da sola…” Certo hai soddisfatto il mio bisogno di uscire, ma non quello di farlo in COMPAGNIA… con il risultato che, anche se potessi uscire dal cancello (e non è cosi scontato che con la carrozzina girare da sola per Milano sia fattibile), probabilmente piangerei per la solitudine dopo aver guadagnato l’uscita. Questo cosa vuol dire? Che alla gente va benissimo quello che vuoi fare, basta che lo fai a modo loro… 🙂

    Ciao!

    Clara

    Ps. il mio indirizzo email è claraxx83@hotmail.com. Se hai voglia di scrivermi e magari darmi il contatto FB (se lo hai) mi farebbe piacere!

  6. 6
    soul -

    ti voglio conoscere.

  7. 7
    rossana -

    ciao Clara,
    credo tu abbia ragione nell’affermare che: “Tu puoi essere disponibile, ma se l’altro non ha la minima intenzione di relazionarsi con te non c’è verso.”. di certo tu puoi capire Ahsk1 molto meglio di me, che sono sempre stata abbastanza attraente ed estroversa.

    volendo, mi potrebbe riuscire d’interagire quasi con tutti. io, invece, sono arrivata al punto di non essere più interessata a farlo quasi con nessuno… tappe dell’età, come giustamente hai rilevato tu.

    ho pensato a te mentre camminavo, in contrasto con il vento, in cerca di alimenti per la spesa, e mi chiedevo, appunto, se vivevi in un paese o in città, se eri in contatto con volontari che potessero esserti di supporto pratico e, soprattutto, se avevi intorno a te familiari che, non solo ti vogliono bene, ma che pure te lo dimostrano…

    per l’ultimo punto, ti scriverò in privato, anche se soltanto per breve tempo perchè da poco ho chiuso quasi tutte le mie relazioni epistolari, incapace come sono ora di mantenerle in modo costante. mi va bene il forum, perchè posso “prendere e lasciare” a seconda di come mi sento. non ho un profilo su FB.

    concordo che uscire da soli richiede una grande forza d’animo e una lunga consuetudine: difficile provar gusto a qualcosa se non si ha il piacere di condividerlo con qualcuno che ti sia affine!

    un caro saluto.

  8. 8
    rossana -

    Soul,
    scusa la curiosità: vorresti conoscere Clara oppure Ahsk1? se casomai fosse Clara, già avresti modo di contattarla, e a me farebbe davvero piacere…

  9. 9
    Clara -

    Ciao Soul,

    a chi è riferito???

    Clara

  10. 10
    Ahsk1 -

    Rossana, è una domanda sincera questa. Mi piacerebbe rispondessi con altrettanta sincerità. Ti sembro davvero una persona così brutta da non voler nemmeno finire di leggere una volta capito che si trattava di me? E addirittura scriverlo per farmelo sapere. Davvero ti ho dato quest’idea così negativa?

    Clara scrivo qui, e non è la prima volta che lo faccio. Non lo so perché, per parlare con qualcuno. Per non tenermi le cose dentro perché mi fanno marcire. Ho scritto un sacco di cose, pagine e pagine e pagine di pensieri e riflessioni e teorie. Per me, le scrivevo per farle uscire, per rileggerle e vederle con più chiarezza. Adesso voglio (ri)provare a scriverle a qualcuno, insomma, che qualcuno mi legga. Non lo so perché, per vedere un po’ il giudizio degli altri. Per non chiudermi in me, insomma, per evitare di farmi domande e darmi risposte da solo. Cosa che comunque faccio, ma così leggo cosa ne pensa qualcuno che non sono io, dato che non ne posso parlare con nessuno che conosco. Per quello scrivo, credo.

    Lory ti ringrazio tanto per la sincerità. Ed io la voglio, che tu ci creda o no. Per quanto la tua sincerità sia soggettiva e personale, l’ho apprezzata, grazie.
    Io non ho mai detto di non avere nessuno, invero nella prima lettera che ho postato parlavo di come anche avendo dei “cosiddetti amici” non potevo parlare realmente con nessuno di loro, e mi faceva sentir solo. Ho parlato, sempre li di come debba fingere di stare bene quando esco con loro, e quando son solo star male.. questo tu lo interpreti come non avere nessuno? Si e no. Non ho mai detto di essere solo. Persone ne conosco. Se io chiedo di uscire, qualcuno c’è. Ma con nessuno posso parlare davvero, o essere me stesso. E’ diverso.
    Sul serio tu mi hai detto che ci sono persone che stanno peggio? Sul serio mi hai scritto che ci sono miei coetanei con il cancro? E questo cosa dovrebbe significare. Di solito io ho un carattere, che tu ci creda o meno, molto sottomesso e debole. Ma certe volte provo ad essere anche un poco “cattivo” come in questo caso. So che passerò come lo stronzo, ma non mi importa in questo momento.
    Seriamente tu, a quello cheio ho scritto mi hai risposto dicendomi che ci sono persone che stanno peggio? Ma ti rendi conto? Tu saresti una di esse? Dovrei stare bene perché tu hai il cancro o quello che hai? Dovrei sentirmi bene per quel motivo? Forse con questo messaggio ti è arrivato quello, ma non dovresti dire cose così estreme non conoscendo qualcuno…

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