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Perché abbiamo paura di mostrarci?

Che domanda banale, vero?
Però sapete, ci riflettevo… A pensarci è una cosa davvero stupida…
Abbiamo paura di mostrarci perchè abbiamo paura dei giudizi, sì, di ricevere risposte negative, di essere esagerati, di essere scansati, presi in giro, di essere visti fragili…
Però è stupido.
E’ stupido non dire quel “anche io ti amo”, è stupido non ammettere che si sta male per qualcosa e non parlarne, è stupido tenersi i dubbi dentro e poi dirsi da soli “ci dovevi pensare prima”, è stupido non dire a qualcuno “aiutami” quando sai che da solo non farai niente…
E’ stupido tenersi per se le proprie idee che rimbombano nella testa, quando magari se parlassi scopriresti che c’è qualcuno vicino a te che la pensa uguale.
E’ stupido fare quelli forti quando ci si sente fragili, dire “ok, è tutto a posto, mi sta bene”, quando in realtà vorresti cominciare con “aspetta, ho delle cose da dirti…” …che ne sai che passeranno anni prima che tu possa dire quelle cose?
Che ne sai che addirittura le dimenticherai?
E’ stupido, accettare di perdere qualcosa di importante, è stupido, stupido non parlare.
Perchè non parliamo?
Perchè non diciamo come ci sentiamo, perchè non gli diciamo quanto bene gli vogliamo? O che pensiamo che il suo comportamento sia sbagliato?
Perchè corrodiamo le nostre corde vocali, la nostra mente e i nostri occhi con dolore e lacrime che forse si potrebbero evitare, se solo non avessimo così paura?
Perchè non dobbiamo provare a mettere quel vestito che ci piace, pensando che ci prenderanno in giro?
Perchè non ci lasciamo andare a certi comportamenti perchè “le persone non sono abituate a vedermi così”?
Perchè non diciamo “anche io sono uguale agli altri, anche io ho sentimenti, anche io soffro, anche io merito amore”?
Perchè non diciamo “non sei tutto questo granchè, smettila di tirartela”?
Perchè dobbiamo farci sempre del male?
…vedete, io sono una persona molto sensibile, so di esserlo, sento la sensibilità altrui, non dico di azzeccarci sempre, non sono perfetta, nessuno lo è…
Ma sapete, a volte, vedendo i comportamenti delle persone, leggendo molte lettere che vengono messe qua, capendo che ci sono tante persone come me… ecco, mi dico…
Ma perchè?
Perchè essere così autodistruttivi con se stessi? Sono comportamenti inconsci, il chiudersi perchè ci si sente fragili, l’avere voglia di sfogarsi scrivendo, l’essere sensibili…
Sono comportamenti umani, anche le persone che ci creano problemi, che ci creano i complessi sono umane e provano certe cose…
Ma allora perchè, perchè, perchè dobbiamo sempre soffrire così tanto?
Perchè?
Rapporti che finiscono per incompatibilità che forse non sarebbero poi così gravi, se uno si lasciasse andare all’altro, cose mai fatte per la paura di fallire, parole mai dette…
La sensibilità a volte fa schifo.
Forse sarebbe meglio se fossimo tutti alberi.

Lettera pubblicata il 30 Aprile 2011. L'autore ha condiviso 15 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Silvana4910 -

    Ciao Empatica, mi è piaciuta la tua lettera, rispecchia molto il mio stato. Forse la risposta alle tue domande è che ci accorgiamo che chi ci è di fronte non ascolta, non vede, non legge nelle righe e si sofferma alle apparenze senza capire che la persona che ha di fronte sta cercando di raccontare i propri disagi e che, quest’ultima,si accorge che invece sta perdendo tempo, allora si cambia discorso e si finge che tutto va bene. Scusa, ho fatto un casino con le parole, spero di essermi spiegata. Le prime persone che non ci capiscono sono proprio quelle della famiglia, e allora io mi chiedo, se non possiamo contare su di loro, chi ci può capire? Per questo siamo portate a chiuderci sempre di più e a capire che possiamo contare solo sulle nostre forze, finchè ne abbiamo. Beh! Ti auguro buona fortuna.

  2. 2
    Alex1 -

    Ho letto questo post…La prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa poesia di Rielke

    Io temo tanto la parola degli uomini.
    Dicono sempre tutto così chiaro:
    questo si chiama cane e quello casa,
    e qui è l’inizio e là è la fine!

    E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
    che sappian tutto ciò che fu e che sarà;
    non c’è montagna che li meravigli;
    le loro terre e giardini confinano con Dio!

    Vorrei ammonirli, fermarli; state lontani!
    A Me piace sentire le cose cantare!
    Voi le toccate diventano rigide e mute!
    Voi mi uccidete le cose!

  3. 3
    mela29 -

    @Alex1 questa poesia mi mette i brividi e rispondo con Caproni:
    Io solo

    La Bestia assassina.
    La Bestia che nessuno mai vide.
    La Bestia che sotterraneamente
    falsamente mastina
    ogni giorno ti elide.
    La Bestia che ti vivifica e uccide…
    ……
    lo solo, con un nodo in gola,
    sapevo. È dietro la Parola.

    E’ la cosa che più mi spaventa, ma che anelo con tutta me stessa: la parola, mettere voce a tutto quello che ho dentro, sputarlo a dosso a chi non sa!

  4. 4
    mela29 -

    Empatica io sono così: sono unache non mostra se stessa, che siè costruita una maschera, un’armatura inespugnabile e sono sola.
    Circondata da amici, parenti che mi voglio bene, o meglio, vogliono bene a quella persona che è fuori di me, ma non mi conoscono affatto o almeno non fino in fondo.
    Sono una di quelle persone grigie che non ha una propria opinione, che si fa trasportare, che non reagisce, a cui va sempre tutto bene, che accetta tutto, fuori.
    Ma dentro sono un vulcano in attesa di eruttare, una bomba inesplosa, un concentrato di ferite da umiliazioni, stress, disprezzo degli altri.
    Ancora resisto, purtroppo, a volte vorrei che ci fosse quella goccia a far trabboccare il vaso, ma non arriva ancora.
    Io sono diventata così proprio perchè, come hai detto, sono stata troppo sensibile, fiduciosa e me stessa.
    Adesso sono la maschera che porto, anche se desidero con tutta me stessa che qualcosa faccia scattare quello che è nascosto dentro di me.
    Per ora vivo in apnea, credevo veramente di esserefelice in questo status piatto, invece mi sono scoperta distrutta, è già qualcosa!

  5. 5
    silvana_1980 -

    Perchè alla fine la pensona sensibile o come te EMPATICA, tende a legarsi con quella EVITANTE quella insensibile che da tutto per scontato, alla persona che se ne frega di come stai, alla persona che prende da te…ma che raramente da qualcosa a te.
    Arriva il momento in cui la persona empatica si stanca, perchè viene ferita profondamente, perchè vede che da da e da…e non ottiene. L’altra persona si nutre delle sue attenzioni, dei suoi gesti, ma come un neonato, un bambino piccolo non ricambia e non si rende conto che deve dare qualcosa anche lui. (nb. io sto parlando al maschile ma sono conscia del fatto che ci sono anche donne che si comportano così).
    Cosa succede? La persona empatica è sfinita, ha finito le energie ed è delusa come un atleta che ha corso la maratona e si rende conto che nessuno è venuto agli angoli della strada a dargli rifornimento e nessuno ai bordi della strada gli ha dato incorraggiamento. Corre da sola nel deserto più assoluto e comincia a domandarsi se ha senso arrivare a tagliare il traguardo. Si sono bravo, sono un campione, faccio il migliore tempo ma…se facessi diversamente, se facesi meno…qualcuno se ne accorgerebbe? Qualcuno si è mai domandato quanto mi alleno per ottenere sti risultati, quanto mi costa?
    Ed è là che salta la comunicazione tre due persone. Per fare qualsiasi cosa, anche per amare e restare amici ci vuole una motivazione. E allora la persona empatica diventa evitante. Ma a differenza della persona evitante ha buona memoria, e difficilmente ritornerà ad essere empatica con quella persona…e forse la persona evitante diventa empatica si, può essere (difficile ma capita).
    Ma la persona emapatica delusa all’inizio si domanda: la persona inizialmente evitante è diventata empatica per egoismo personale (della serie…il bambino prima che si era stufato del giocattolino adesso lo rivuole per un pò perchè è suo, per poi ributtarlo nuovamente in soffitta) o per reale interesse (il bambino si rende conto che il giocattolino può dare dei buoni spunti anche in altre fasi della crescita quindi se lo mette via in un cassetto e lo conserva e lo rispolvera con la dovuta cura e considerazione)?
    Nel dubbio salta la comunicazione da ambe le parti. Quando riprenderà? Boh. Forse quando non è più tempo di giocare con le bambole, il bambino sarà cresciuto ma la bambola è stata lasciata talmente tanto tempo in soffitta che appena la prendi in mano…si staccano i pezzi. Si è rotta. Ormai è troppo tardi. Oppure no?
    Le bambole si possono anche riparare se davvero sono importanti, se ci tieni davvero, se ti ricordano qualcosa di te che ha avuto un senso profondo. La bambola con le toppe e le cuciture, non sarà più come prima…ma starà li alla tua portata e tu comincerai a guardarla con occhi diversi.
    Ho fatto un pò di metafore…spero di aver fatto capire un pò perchè saltano le comunicazioni tra le parti. Ci vuole equilibrio, cura e costanza nel tempo per conservare bene le cose.
    Anche l’amicizia e l’amore.

  6. 6
    Empatica -

    Grazie a tutti per i commenti… capisco i vostri punti di vista…
    Alex1, la poesia di Rielke è… fantastica.
    Silvana_1980… Comprendo quello che hai scritto, è la metafora del bambino e della bambola è stupenda, io pure uso spesso metafore per parlare di cose del genere, per cui capisco bene, e mi piace tanto, soprattutto l’ultima parte… davvero bella.

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