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Padre padrone mi ha rovinata, cosa posso fare per uscirne?

di Sissi88
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Lettera pubblicata il 10 Giugno 2009. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 158 commenti

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  1. 111
    kombo -

    Vede, andriun, la lotta per la sopravvivenza è solo l’aspetto più superficiale di quello che in realtà succede in natura. Infatti, se la lotta non avvenisse in relazione a un equilibrio fondamentale, non sussisterebbe nemmeno.

    E’ molto semplice dimostrare quello che sto dicendo. Se la natura fosse governata dalla lotta per la sopravvivenza, tutte le specie dovrebbero scomparire, all’infuori di un’unica specie, ovvero la più forte. Ma anche questa specie dovrebbe scomparire, a causa dell’interruzione della catena alimentare.

    Questo, come è evidente, non è mai successo, e le prede continuano ad esistere insieme ai predatori. Un mondo di soli predatori non può esistere.
    Ecco perché non è la lotta che governa la natura, ma l’equilibrio. Questa è la semplice constatazione della realtà delle cose.

    L’uomo è l’unica specie che rinnega la legge di natura dell’equilibrio, e auspica una crescita infinita in un mondo finito, desidera l’immortalità, la giovinezza eterna.
    E questo per la semplice ragione che l’uomo è dominato dalla paura. La paura di essere abbandonato, di non essere amato; la paura della solitudine, e più in generale, della morte.
    Per questo ci affanniamo tanto.

    Comunque, non serviva andare così lontano per dimostrare che quello che lei dice è assurdo. Le basta ascoltare la sua coscienza. Ne siamo provvisti tutti, solo che alcuni la ascoltano, altri no. Le basterebbe ascoltare le sensazioni che prova quando afferma che un essere umano può meritare di subire violenza. Forse viene ravvivato da un leggero brivido di piacere, un piacere che lei stesso definirebbe perverso, se solo lo osservasse meglio.
    In ogni caso, le auguro di non avere figli, per lo meno non ancora, perché evidentemente sarebbe un danno sia per lei che per loro.

  2. 112
    Kiko -

    Cara Sissi88…questi tipi di genitori violenti in genere hanno avuto una educazione negativa, queste persone probabilmete dall’infanzia hanno subdito mancanza di amore e mancaza di qualcosa come cibo, protezione, ecc. tuto quello che serve ad una bambino e poi ragazzo.
    Detto questo non è una giustificazione a quello che poi a sua volta combina in futuro, come succede in alcuni casi si alcolizzano o diventano violenti con qualcuno…quindi il problema viene “scaricato” come una catena che va avanti da generazioni alla prossima generazione. Il PADRE PADRONE ha e 2 modi di esprimere violenza, Fiscamente o Psicolgicamente . Per gli psicologi come Susan Forward la violenza psicologica è peggiore in quanto i problemi che provocano rimangono tutti nel silenzio e nessuno se ne accorge in pratica rimango all’interno delle mura di casa per sempre…quello fisico spesso rimane in silenzio all’interno dell mura però siccome i segni i lividi sono alla luce in questi casi si riesce ad individuari spesso se si va all’ospedale…ma la vera forza dei genitori violenti e nella psicosi che provocano creano una sorte di dipendenza verso i figli provocata dai sensi di colpa e dalla mancata aprrovazione … questi genitori più passa il tempo più hanno bisogno di scaricare la loro inadeguatezza verso i figli e quando i figli saranno molto grandi dalla violenza useranno il vittimismo per creare sensi di colpa…ma alla fine in questo caso il vittimismo è una violenza poichè lo scopo e tenersi vicino i figli per sfogare le loro colpe…SE ti interssa leggere qualcosa di veramente saggio e potrebbe anche aiutarti ,Il libro di SUSAN FORWARD intitola “GENITORI SBAGLIATI” è il caso tuo in inglese è : TOXIC PARENTS …alla fine del libro ci sono dei consigli cosa fare al capitolo Come riprendersi la propria vita, ho letto parecchi libri ma questo è il più obbiettivo …spero che ti possa aiutare e che tu possa riprenderti la tua vita.

  3. 113
    FRANCESCO -

    ciao sissi,devo dire che ne hai passate davvero tante. voglio tirarti su dicendoti che per fortuna non sei l’unica.io e mia sorella,ma diciamo io in particolar modo, ho vissuto un esperienza simile con mio padre.la sua era una violenza di tipo psicologico,e solo a volte usava le mani.non faceva che offendere e chiamarmi stupido.non mi faceva mangiare in pace,non potevo dire come la pensavo altrimenti ne faceva una tragedia se non dicevi che aveva ragione.per ben 10 anni ho vissuto in questo inferno di infelicità.non c’era modo per farmi valere,nel senso che non ero libero di fare niente,e qualsiasi cosa facevo venivo sgidato.ero terrorizzato.ad ogni cosa che dovevo fare un infinita di litici quasi alla pazzia.adesso che sono più grande non ho ancora ritrovato fiducia in me stesso.devo dire che la colpa e sua e non posso che odiarlo e non volerlo vedere.non si e mai interessato di me,non mi ha mai aiutato nel lavoro,ha pensato solo a lui.solo chi vive queste situazioni puo capire il tuo stato d’animo.sono stato male e continuo ad essere in difficolta.quello che voglio dirti e di costruirti una strada senza che ci sia lui vicino a te..magari riesci a ritrovare la felicita’..

  4. 114
    andriun -

    Un plauso a Francesco che non si nasconde di fronte alle difficoltà: invece di piagnucolare e basta come fanno naturalmente le femmine, o come succede in questo mondo moderno e decadente, anche agli effeminati. Le ciambelle, si sa, non sempre riescono con il buco, ma cercare di dare la colpa agli altri dei nostri insuccessi, non aiuta di certo a migliorare la nostra autostima. Anzi è la cosa peggiore che una persona può o potrebbe fare, dal momento che è proprio così si crea l’alibi migliore per giustificare quello che è diventata e nel contempo rinunciare ad ogni volontà di miglioramento. Per non parlare del livore e del risentimento che la stessa alimenta dentro di se, a mio avviso del tutto ingiustificato, verso coloro o colui che a torto o a ragione ritengono essere unico responsabile dei proprio insuccesso. Poi, sfido chiunque a dire di aver avuto un infanzia felice! A ben vedere, tutti abbiamo o avremmo qualcosa da recriminare ai nostri genitori; ma a che pro?

  5. 115
    Filippo -

    E’ difficile trovare la risposta magica!Puoi fare ricorso a diverse strategie, anche contemporaneamente, per creare la “distanza” ottimale tra Te e tuo padre. Già avere la forza di parlarne è un mezzo proficuo per alleggerire il peso della situazione così come essa si presenta. Non chiuderti, non smettere di condividere ciò che vivi con persone che siano veramente di fiducia. Tieni presente che la persona più importante per Te sei Tu!L’Università o altro percorso può agevolare l’uscita dallo stato di “dipendenza” a favore della tua autonomia, prima mentale poi per tutto il resto. Sono certo che ci riuscirai e benissimo

  6. 116
    phyllis -

    Io e Henry è stato insieme per 5 anni. Entrambi abbiamo messo il nostro capitale insieme per aprire una piccola attività e da allora abbiamo vissuto felicemente senza alcun problema. Ho sempre discutere sul matrimonio con Henry, ma le sue risposte era presto potremo sposarci. Ero sorpresa uno Venerdì sera quando ero a casa di mio fratello Giovanni mi ha chiamato al telefono e mi ha detto che non possiamo più continuare con il rapporto perché ha trovare se stesso una ricca signora che vuole sposare. Sono rimasto scioccato e ricoverare per 3 giorni. Ero così stanca e ho cercato di prendere la mia vita, perché io lo amo davvero. Tutto l’investimento è stato aperto nel suo nome e la firma e mi sono lasciato con niente. Una Domenica sera, quando ero alla ricerca on-line per chiedere aiuto, mi è stato diretto da drmichealokada @ gmail. L’ho contattato e mi ha detto che cosa ho bisogno per provvedere lui a riportare la mia felicità, che mi aiuterà e dopo 2 giorni il mio Henry tornerà da me e fedele alla parola mia Henry è tornato …. che cosa sarebbe la mia vita sarebbe stata ora se non per Dr.Okada. Voglio solo dire un grande ringraziamento per questo grande uomo

  7. 117
    molly -

    sono capitata su questo sito per una ricerca diversa a questa, ma la tua lettera mi ha fermato e ho letto. ormai sono passati mesi da quando l’hai scritta, e di certo non ho la verità in tasca, ma non me la sono sentita di voltarmi e andare. mi hanno fatta arrabbiare le risposte che hai ricevuto fino ad ora, perchè non sono pratiche e tu hai bisogno di reagire. non vi meritate questo, ma sembra che vi siate adattati a subire ed è profondamente sbagliato. immagino che in qualche modo tua madre, te e perfino tuo fratello gli vogliate bene, tuttavia il bene non è da confondere con la paura e con l’essere succubi di un uomo talmente insicuro di se stesso da non concedervi libertà. ho un solo consiglio da darti, ed è drastico, ma la situazione potrebbe evolvere in peggio e forse questa potrebbe essere la soluzione meno dolorosa. denuncialo. alla prima occasione in cui ha comportamenti violenti nei confronti di tuo fratello o intimidatori nei confronti di tua madre, chiama i carabinieri o la polizia. se temi che tuo fratello e tua madre non ti sostengano in questo, e possano dire che non è vero, allora filma anche solo con il cellulare alcuni di questi suoi comportamenti e chiedi che i filmati vengano messi agli atti; di fronte a quelli c’è poco da dire o da giustificarsi. è sicuramente difficile, siamo coetanee e so che siamo adulte e allo stesso tempo ancora fragili, ma la vita va affrontata a testa alta. non lo fai per odio, lo fai per amore. non appartieni ai tuoi genitori, è giusto restituire l’amore che ti viene dato, ma mi è sembrato di capire che non ne hai ricevuto da tuo padre, tuttavia da tua madre si ed è a lei che devi renderlo, liberandola se non è in grado di farlo da sola. perchè sei giovane e hai una vita davanti, perchè ti sforzi di far parte della società, perchè rinunci a tutto per il quieto vivere, sei una brava persona, lo sei veramente, rifletti su tutte le difficoltà che hai sopportato e pensa a quanto vale la tua vita e soprattutto la tua felicità. non sono parole vuote le mie, non ho il tuo problema, ma ho affrontato altri disastri, completi disastri, nella mia vita e ho imparato che per essere felici e dare felicità bisogna credere in se stessi.

  8. 118
    andriun -

    clap…clap…clap.

  9. 119
    lucfiz -

    Ciao Sissi88, anche io come Molly mi son ritrovato in questa pagina per una ricerca e non ho potuto far finta di niente. Vorrei poteri dire .. su, fai questo o fai quell’altro per farti uscire fuori dalla gabbia in cui ti trovi, ma haimè no è così semplice. Quanto hai vissuto o stai vivendo, purtroppo, è entrato dentro di te e si trova nelle pieghe della tua sfera interiore. E’ li e aspetta solo il momento giusto di manifestarsi, come fosse una catena di Sant’Antonio. Sono un naturopata e non uno psicologo ma la mia esperienza mi ha portato ad incontrare persone con un passato molto simile al tuo. L’unico vero, reale e concreto consiglio che sento di darti è questo.
    Stringi i denti, per ora, e crea una tua indipendenza economica formandoti attraverso lo studio. Magari, perchè no, anche imparando nuove lingue straniere che possono aprirti molte possibilità di lavoro. Capisco che lo studio è per te un problema: accidenti, con una tale dolore dentro come sarebbe possibile altrimenti. Ma pensa a questo quando studi: lo studio potrà fornirti orizzonti lavorativi che ti permetteranno di crearti una indipendenza economica. Non appena ciò ti sarà possibile, spicca il volo e esci fuori dalla casa genitoriale per avere una tua indipendenza. Dopodichè, la prima cosa che ti consiglio di fare e trovarti un professionista del ramo (psicoterapeuta, psicanalista, vedrai tu sul momento) a cui chiedere aiuto per “vomitare fuori” tutta questa esperienza negativa. Ciò per far si di farti rinascere e poter esprimere quella che veramente sei e che le vicissitudine negative passate hanno incatenato nel buio di una cella le cui sbarre non si vedono ma ci sono. Ti aiuterà a poter amare come realmente sei e non come la vita di infanzia ti ha condizionata: ti aiuterà ad essere felice, veramente. Se farai ciò, credimi, dopo capirai che hai dovuto solo aspettare il momento più adatto per avere ciò che è un diritto di ciascuno: vivere la vita!
    Ora sei in una prigione ma prima o poi quella prigione si dissolverà, credimi. Abbi fiducia.

  10. 120
    antonella -

    Buongiorno mi chiamo Antonella e ho 32 anni.Io vi capisco perché mio padre è esattamente come lo descrive la ragazza.Lui è sempre stato il padre amorevole agli occhi altrui e gentile con tutte le persone intorno a lui lavorando nel bar da una vita e perfino il padre desiderato da qualche ragazza.Ma con le sue figlie e moglie no.A me fin da piccola non mi è mai mancato nulla ma io non posso ringraziare lui personalmente .Mi hanno guardata molto i nonni e mia sorella mi faceva da mamma.Loro erano sempre buttati nel locale ma gli ordini li sapeva dare bene anche se io scappavo e non l ho mai ascoltato.Ma i suoi atteggiamenti erano molto sospetti già all età mia di soli 4 anni.Mi faceva carezze strane e io percepivo già qualcosa di perverso perché era pur sempre mio padre.Ma lo mascherava molto bene .Inoltre quando non ascoltavo i suoi ordini e scappavo lui mi picchiava sempre molto e io lo facevo ancora di più apposta ed era una sorta di sfida.Quindi padre padrone ma io mi ribellavo e poi ero aiutata sicuramente da mia sorella che mi copriva e si faceva insultare al posto mio.Ma arrivata all età di 16 anni mia madre ha iniziato a dare segni di squilibrio e l abbiamo fatta ricoverare.Ha iniziato una cura di psicofarmaci e io ne ho risentito molto tanto da lasciare gli studi.E ho iniziato a lavorare al bar e intanto per suo volere mia madre è tornata a lavorare.Mica poteva stare in clinica e non aiutarla.Ma io col passare degli anni mi sono occupata di lei e non riesco a staccarmi da lì perché poi lui si arrabbierebbe molto ed è insostenibile.Lui è ancora fissato su una bambina che non ha voglia di far nulla e che scappa dalle responsabilità ma io comunque ho sempre dovuto farglielo credere e ora non so nemmeno io come fare per non far soffrire lei e incavolare lui.Sapete consigliarmi?Grazie.Le ho provate tutte ma non funziona.

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