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Non riuscire ad amare

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Lettera pubblicata il 24 Gennaio 2013. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 45 commenti

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  1. 21
    Sweet -

    Mi hanno detto che devo fare più esperienze, conoscere più gente. Mi hanno detto che sono troppo romantica. Mi hanno detto che mi pentirò. Mi hanno detto che non andrò da nessuna parte. Mi hanno detto che lavoro, mutuo, bollette, macchina, televisione, cellulare, ospedali, medici, poste, banche, figli, matrimoni e funerali siano necessari e normali. Io invece, adesso capisco, non ci vedo nulla di necessario e di normale. Vedo l’essere umano come un animale costretto a vivere dentro il recinto sociale, e la famiglia tradizionale per me è la microcosmica gabbietta dentro il recinto. Per me, come dici tu, non vuol dire per tutti. Vuol dire per me.
    Mi soprende la pace con me stessa con cui dica queste cose. Io, irrequieta da sempre, elaboro questi pensieri e sto bene.
    Mi viene in mente Novecento, T.D. Lemon Novecento. Mi immagino così la felicità, lui sulla sua nave io sulla mia casetta tra me e me, tra me e i miei pensieri, tra me e le mie abitudini, tra me e la mia libertà.
    Sono andata fuori tema perchè credo che certe sensazioni non possano per costituzione essere circoscritte. Almeno per me. Staccarmi dall’unico legame importante (pur sperando per un domani di continuare la grande amicizia, il grande affetto che ci ha sempre uniti, pur invitandolo nel mio mondo), soffrirne emotivamente, cerebralmente e fisicamente è il prezzo, troppo alto, per la libertà. C’è chi riesce a sfuggire dalle sue leggi, chi riesce ad adattarsi o a non sentirne mai il richiamo. Io sono troppo irrazione, troppo testarda, troppo nostalgica e malinconica per non seguire il richiamo dentro. Forse per te è lo stesso.
    Non credo nelle presupposte proprietà terapeutiche della psicologia. Credo che il dolore, anche il più difficile da affrontare, sia personale e non c’è niente e nessuno che possa sostituire il ciclo delle cose, dei sentimenti, della natura se non se stessi, come viene e come si riesce. Questo per me. Se credi che ti possa far stare meglio, allora fai bene ad andarci. Però permettimi solo di dirti una cosa, un mio pallino di questo periodo: qualora ti suggerissero qualsiasi tipo di farmaco, informati bene da chi non ha alcun tornaconto. Ciao

  2. 22
    rossana -

    ciao Sweet,
    molto bello il tuo post, che nel suo insieme per me richiede riflessione.

    “focalizzata su pochi e selettiva per stile”: questo può essere in molti casi uno degli impulsi istintivi alla fedeltà (di cui forse anch’io sono affetta). ti sono grata per averlo portato alla mia attenzione!

  3. 23
    luna -

    Sweet, ciao, bella lettera la tua e in certe cose mi “riconosco”, per quanto siamo tutti diversi. Ma per esempio nel bisogno di ascoltare la propria voce si. Mi permetto solo di dirti che gli psicologi non prescrivono farmaci. Cio’ che dici sul tornaconto, per il resto, per me vale anche per il farmaco per il mal di testa. La scelta di andare dallo psicologo e’ sentita o meno e personalissima, ne convengo. Qdo anni fa ci andai, per gli attacchi di panico, lo feci dopo moltissime resistenze. Non volevo ‘ingerenze’ ecc. Avevo pero’ anche un’idea errata di cosa sarebbe successo se ci fossi andata. Scoprii che nessuno si stava mettendo tra me e me, anzi. E farmaci io non ne ho mai presi. Ne’ ho mai pensato che i messaggi che ci inviamo vadano ignorati o tappati. Fermo restando pero’ che c’e’ una ragione pero’ se in alcuni casi sono necessari come supporto ad una terapia. Il “viaggio” che feci allora fu pero’ in me (non solo allora, ma quel tratto lo ricordo con particolare “affetto”, perche’ denso di emozioni e di scoperte, non solo di paure) e non solo su una sedia, ma nel mondo e nel mio, in passeggiate solitarie tra la natura, scoprendo che prepararmi delle tisane non era solo ficcare delle foglie dentro l’acqua, leggendo e scrivendo, sentendo il mio cuore pompare correndo, i miei piedi camminare sulla terra, ri-conoscendo persone che gia’ conoscevo come se le incontrassi per la prima volta per quanto ootessimo avere dei ricordi in comune

  4. 24
    luna -

    Neanche io ho mai potuto fare a meno di ascoltarmi. Se non lo faccio mi ammalo, detta in breve. Sento una differenza fisica se mi vado contro, ma non mi dilungo sulla mia cartella clinica. Posso dirti pero’ che mi e’ capitato che disturbi in teoria cronici se ne andassero perche’ tornavo ad andarmi “verso”. Ti capisco quando parli (indifferente cosa sia per te o per me) di cio’ di cui hai bisogno per stare bene.

  5. 25
    cerchio -

    Mauflex mi permetto di dirti che la tua analisi così lucida mostra grandi capacità introspettive.
    Per quanto riguardo la possibilità di una famiglia concordo con te che non debba assolutamente essere una scelta sociale ma ti ho chiesto se la tua situazione ti faceva soffrire proprio per capire se tale condizione era dettata da un progetto di vita diverso o da un disagio nel vivere il rapporto in maniera più intima. Inoltre poni l’ accento su particolari dinamiche familiari cercandone un nesso con quello che ti sta accadendo e questo mi porta a pensare che tu abbia preso consapevolezza di determinati meccanismi.
    Solo una cosa mi permetto di non ritenere corretta: la tua decisione di vivere i rapporti con “scadenza” è assolutamente rispettabile nel momento in cui, dall’altra parte ci sia una persona che decida di vivere i rapporti nello stesso modo e che non venga “illusa” mostrandole la possibilità di un progetto di vita insieme che duri per la vita.

  6. 26
    rossana -

    Mauflex,
    la mia conoscenza in materia di psicologia (di recente definite bonariamente “da quattro soldi”) m’induce a mettere in evidenza questa tua frase: “Mia madre è stata per me non solo una madre ma anche una complice a volte, uno scudo altre volte, altre volte un avversario, un ‘generale nazista’ altre volte ancora.”.

    questo tipo di relazione infantile, molto importante per la costruzione futura di una relazione di coppia, potrebbe spiegare il tuo attuale modo d’intrattenere rapporti con l’altro sesso. quando il rapporto fra i genitori non è bilanciato, già si parte male. ma la situazione peggiora, cammin facendo, se l’istintivo attaccamento alla madre è perturbato da suoi atteggiamenti contrastanti. questo può portare a temere inconsciamente un legame stabile, oltre al fatto d’aver indotto il soggetto a sviluppare un’attitudine autonoma nel suo misurarsi con la vita. ad avere cioè meno bisogno di altri del sostegno di un/a partener.

    sei portato all’introspezione, cosa abbastanza rara in un uomo. considera quanto ti ho suggerito in tutta libertà e, se credi, verificane anche la possibile efficacia con lo psicologo. sei sulla buona strada e hai ottime possibilità di raggiungere a breve un’idea concreta sul tuo modo di essere, che non può che esserti d’aiuto per non sbagliare troppo nelle tue scelte future.

    in bocca al lupo!

  7. 27
    mauflex -

    @ Sweet: bellissimo post, davvero. Solo una cosa non mi convince: “Staccarmi dall’unico legame importante (pur sperando per un domani di continuare la grande amicizia, il grande affetto che ci ha sempre uniti, pur invitandolo nel mio mondo), soffrirne emotivamente, cerebralmente e fisicamente è il prezzo, troppo alto, per la libertà.” Capisco, anzi, posso capire come l’affetto infinito per una persona (come nel mio caso per Laura, adesso che l’ho lasciata) sia così forte da risultare quasi insormontabile al momento di prendere una decisione, ma se pensi che questo non coincida con ‘libertà’ beh, meglio chiudere. Io con Laura non mi sentivo più libero. E non perchè lei facesse qualcosa per farmi sentire ‘in gabbia’, anzi, è una ragazza, lo ripeto, meravigliosa. Ma per me stare con lei non coincideva più con il concetto di libertà. e l’ho lasciata. Adesso come sto? Malissimo, mi manca ogni minuto, e questo è il prezzo da pagare. Ma l’ho fatto per tutti e due E’ inutile stare in un rapporto in cui si è felici a metà o dove è un continuo lottare tra tentativi di fuga e il pensiero di non far del male alla persona a cui vuoi un bene infinito, ma non ami più. Poi ovviamente adesso che mi manca e che, dalle sensazioni che ho, sembra quasi che mi abbia lasciato lei da come mi manca… beh, ci sono momenti in cui mi chiedo: avrò fatto bene? Forse la amo ed ho solo paura. Ma poi penso agli ultimi tmpi, alcuni momenti in cui sentivo così chiaro il bisogno di ‘altro’… e mi trattengo ed aspetto. tra un mese farò due conti con quello he mi sta succedendo adesso. per ora devo solo farmi passare addosso tutto questo e viverlo sulla pelle. Quando la tempesta si sarà calmata si faranno un po’ di conti con quello che è stato, e si cercherà di dare un senso a tutto ciò.

  8. 28
    mauflex -

    @cerchio: io in realtà non vivo i rapporti ‘con scadenza’, vivo i rapporti per quello che sono, senza chiedermi se fra 6 mesi/1anno/2anni staremo ancora insieme o no, ma finisce sempre che ad un certo punto non riesco più ad andare avanti. Anche con Laura è finita così, ma era nata diversamente dalle altre volte: non mi ero innamorato, nemmeno ci pensavo, è venuta lei a cercarmi. Poi piano piano che andava avanti pensavo ‘ci sto proprio bene, è strano, perchè non ho avuto la mia tipica mazzata iniziale di innamoramento folle, è un sentimento che cresce piano piano…vuoi vedere che è la volta buona?’. Ma alla fine è finita così, di nuovo. Le voglio un bene infinito, mi manca da morire, è una ragazza meravigliosa. Ma ad un certo punto ho cominciato a sentirla come un peso. tutto è partito quest’estate: ho fatto un viaggio da solo, sono stato benissimo, sono tornato e quando ci siamo rivisti ho sentito come qualcosa dentro che mi diceva: ‘stai meglio da solo, senza legami, senza obblighi verso nessuno’. Io voglio dire…se avessi 22 anni non mi farei nessun problema e direi ‘beh, è giusto così, voglio vivere e divertirmi, a certe cose ci penserò a 38 anni…’. Il problema è che io HO 38 anni! Non so, forse sono solo un immaturo ed ho realizzato tardi tante cose, ed adesso voglio recuperare il tempo perduto…non so. Mi fa un po’ tristezza detta così, ma forse il mio cervello ragiona così adesso.

  9. 29
    mauflex -

    @rossana: ti ringrazio, spero davvero di arrivare a capo di qualcosa. Penso che il punto chiave sarà quando davvero riuscirò a riconoscere le cause reali del mio modo di agire, e riuscire a scindere quello che voglio veramente dalle mie paure. Così, quando mi si ripresenta questa difficoltà emotiva, saprò che non sono io… sono le mie paure che parlano per me. Ma non è facile arrivarci, almeno, non per me.

  10. 30
    cerchio -

    Ti chiedo scusa se hai inteso relazione con data di scadenza come un giudizio. Intendevo solo evidenziare che ad un certo punto non ne trai più interesse e finiscono. Continuo a dirti che secondo me il percorso che stai facendo mi pare un buon modo di andare verso il cambiamento. Nelle tue domande io percepisco risposte che già tu conosci e continuo nel dirti che non è un’analisi lucida quella che ti manca. Posso chiederti cosa provi nel momento in cui ti rendi conto che tutto sta finendo? Soffocamento? Ansia? Paura? Tristezza? Delusione? Senso di colpa?
    Mi piacerebbe saperlo

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