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Mio padre è morto e non mi manca

di Geg

Buon pomeriggio.
I miei genitori erano persone diametralmente opposte. Insomma, era un matrimonio che non sapeva da fare. Ma ci sono situazioni nella vita che porta a fare scelte errate.
Mio padre aveva un carattere particolare e non era facile intergire con lui.
Già da piccolo ho dovuto fare un percorso di psicoterapia a causa di malesseri dovuti a una situazione famigliare ostile; non rendevo a scuola, ne una vita al di fuori delle quattro mura domestiche.
Gli anni passavano e dovevo convivere con i miei turbamenti, tensione e vedere mia madre con il volto teso. Mio papà oltre il suo carattere, aveva un fisico imponente e mi è toccato essere lo spettatore di scene di violenza verso mia madre, una donna minuta e isolata dal mondo esterno.
Molte volta, la vita stessa, mette un bivio: lottare al costo della propria vita stessa, o morire nelle mani del carnefice.
Mia madre ha scelto la prima strada: è stato l’inizio del delirio. Quell’essere era fuori controllo, c’erano continui litigi e violenza e ogni giorno, per lungo tempo e ogni giorno dovevo intervenire la Polizia o Carabinieri.
La situazione era tesa. Ho rischiato il riformatorio. E’ stato il periodo peggiore della mia vita. In assoluto.
Il filo della tragedia era sempre più sottile. Mia mamma non ha ceduto e, pian piano abbiamo vinto le nostre battaglie.
Gradualmente ho iniziato a rendere a scuola, mia madre mi è messa al lavoro per potermi mantenere e gradualmente abbiamo trovato un nostro equilibrio.
Abitavamo sotto lo stesso tetto, ma in stanze e entrate separate. C’erano periodi dove soggiornava in una città in un’altra regione.
Nonostante ciò vivevamo con la paura che potesse tenderci una trappola.
Mia madre, seppur il cruento passato, ha voluto che avessi un rapporto con lui; ma non era così altrettanto.
Non si è mai preoccupato di me e, ogni volta che tentavo di riavvicinarmi, all’improvviso spariva. Per me era una lacerante sofferenza. Ma, nel tempo, ho preso atto che dovevo vivere senza di lui. Così è stato.
Ci sono stati anni di silenzio e durante il Covid, ho riparto la porta. Ma quegli anni di distacco, conflitti, sentenze a suo sfavore, discorsi non ha dimostrato un minimo di maturità. E, per la prima volta, ho preso le distanze per paura di rivivere i vecchi drammi.
Penso che per lui i “tempi d’oro” erano terminati perché altri sei anni prima si era installato definitivamente sopra di noi.

E, in questo frangente, c’è stato il riepilogo. Non è la prima volta che ricevo telefonate commerciali da vari prefissi. Ma, un pomeriggio de prmi di marzo ho ricevuto una chiamata proveniente dalla città dove in passato soggiornava.
Ho recepito un brutto presentimento: era l’Ospedale. L’avevano trovato senza coscienza e disidratato. E’ stato ricoverato, gli avevano fatto i primi accertamenti per poi, dopo circa una settimana, è stato trasportato nella struttura più vicina alla sua residenza.
Successivamente è stato spostato in una RSA per le terapie. Ho interessato il Giudice Tutelare per fornirgli un assistenza post ricovero.
Durante l’arco della sua convalescenza ho mantenuto i contatti con il personale medico per sapere il suo status di salute. I famigliari andavano a trovarlo, ma non mi è mai giunta la sua volontà d vederm.
L’ultma fase della sua vta l’ha trascorsa n una casa di riposo. Dagli aultimi accertament gl avevano dagnisticato una metastasi. Ho rotto il muro e, quando potevo, andavo a trovarlo. La prima volta è stato agghiacciante vederlo così trasformato e faceva fatica a parlare.
Gli portavo sempre qualcosa, ma a un certo punto c’è stato il declino: i medici, a un certo punto, avevano stimato solo poche ore di vita.
Dopo qualche ora dalla mia visita, era deceduto e ho partecipato a tutta la fase funebre.
E’ stato angosciante, ma non ho stilato nessun discorso, ne gli ho fatto alcun cenno di saluto perché non si si possono cancellare ann d delusone e vuoto.

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Categorie: - Famiglia - Me stesso

2 commenti

  • 1
    rossana -

    Come potrebbe mai mancarti un padre che ti ha dato tanta sofferenza.

    Hai fatto un lungo e doloroso percorso, sia per prendere le distanze da lui che per essere di supporto a tua madre. Puoi esserne molto orgoglioso.

    Sei stato anche buono, e generoso, nell’essergli vicino nei suoi vissuti di fragilità e malattia. Più e meglio di così sarebbe stato davvero difficile poter fare.

    Mi farebbe piacere che mi spiegassi come si fa ad avere l’aiuto di un giudice tutelare.

    Da qualche tempo sto approfondendo i rapporti conflittuali con i genitori. “Lettera a mia madre” di Georges Simenon e “Lettera al padre” di Franz Kafka (questa è reperibile sul web in PDF).

    Anche Pirandello non pote’ mai avere un buon rapporto con il padre (“Il figlio cambiato” di Camilleri). Straordinariamente coraggiosa Sylvia Plath, che negli anni ’50 oso’ affermare “odio mia madre”.

    Alcuni genitori sono la rovina dei figli. Non si può che sforzarsi di comprenderli e, se si riesce, di perdonarli, sapendoli incapaci di essere diversi.

  • 2
    Geg -

    La ringrazio per la sua riposta. Sono più dell’idea non di perdonare, ma prendere atto della diversità, senza portare odio e condannare i mal costumi dei propri ascendenti. Ma, per sradicarsi da certe male culture, è indispensabile un riferimento che possa dare un auto (per me è stato mia madre).
    Dopo l’incidente ho segnalato per e-mail al Giudice Tutelare della Procura di zona.
    Ma le consiglio di avvalersi di un Legale che possa gestire al meglio la pratica nel modo più efficiente in base alle proprie problematiche. Appena ho modo leggerò alcune delle opere che ha menzionato.

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