Il medico non può subordinare le cure a ideologie
La salute non si boicotta: il medico non può subordinare le cure a ideologie.
Scrivo per esprimere profonda preoccupazione e indignazione di fronte alla scelta della Dott.ssa Ilaria Deli, medico di medicina generale a Bolzano, che ha comunicato ai suoi assistiti l’intenzione di boicottare i farmaci prodotti dalla multinazionale Teva per motivi ideologici legati al conflitto israelo-palestinese. Questa decisione, per quanto motivata da convinzioni personali, viola gravemente i principi fondamentali della deontologia medica e rischia di compromettere la salute dei pazienti. Non tutti i farmaci sono intercambiabili, e non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo ai principi attivi. Sostituire un farmaco per ragioni politiche, senza una valutazione clinica individuale, espone i pazienti a rischi concreti: minore efficacia, effetti collaterali, interazioni non previste. A tal proposito, ricordo che il Codice di Deontologia Medica, approvato dalla FNOMCeO, stabilisce chiaramente:
Art. 3 – Doveri del medico: “Dovere del medico è la tutela della vita, della salute fisica e psichica dell’Uomo […] senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia”.
Art. 4 – Libertà e indipendenza della professione: “Il medico […] non deve soggiacere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura”.
Art. 17 – Prescrizione e uso dei farmaci: “Il medico deve prescrivere farmaci secondo criteri di appropriatezza clinica, scientifica ed economica, tenendo conto delle esigenze del paziente e della disponibilità dei farmaci”.
Questi articoli non lasciano spazio a interpretazioni: la prescrizione deve essere guidata esclusivamente da criteri clinici, non da convinzioni personali o ideologiche. Il giuramento professionale impone al medico di “curare ogni paziente con scrupolo e impegno, senza discriminazione alcuna”. Inoltre, la Teva Pharmaceutical Industries è uno dei principali produttori mondiali di farmaci generici, molti dei quali non hanno equivalenti terapeutici diretti. Boicottarli indiscriminatamente può significare privare i pazienti di cure efficaci e accessibili, in particolare quelli con patologie croniche o in trattamento multidisciplinare. Mi auguro che l’Ordine dei Medici e l’Azienda Sanitaria intervengano con fermezza per tutelare il diritto alla salute, che deve restare inviolabile e indipendente da ogni forma di pressione ideologica. La medicina non è un campo di battaglia politica: è un luogo di cura, responsabilità e rispetto. Ai pazienti che hanno ricevuto la comunicazione della Dott.ssa Deli, voglio rivolgermi con rispetto e chiarezza: non lasciate che la vostra salute venga subordinata a scelte ideologiche. Avete il diritto di ricevere cure basate su evidenze scientifiche, appropriatezza terapeutica e rispetto della vostra condizione clinica. Se vi è stato proposto di modificare una terapia consolidata per motivi estranei alla medicina, chiedete spiegazioni, pretendete trasparenza, e consultate altri professionisti se necessario. La fiducia tra medico e paziente si fonda sulla responsabilità, non sull’attivismo. La salute è un bene troppo prezioso per essere politicizzata. E voi, come cittadini e pazienti, avete il diritto di difenderla.
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