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Il malessere dei giovani

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Lettera pubblicata il 26 Novembre 2010. L'autore ha condiviso 23 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 29 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 21
    ventolibero -

    Di impegnarmi in un progetto economico di ampio respiro? Sarebbe puro delirio giusto?
    Tuttavia però cerco di percorrere la mia strada,non mi limito a lasciarmi andare alla deriva del laissez-faire! Sì:prendiamo consapevolezza che,di fatto,questo mondo ci rigetta,ma per rientrarci qualcosa dobbiamo pur farla,siamo chiamati a farla o no?Troppo semplice “condannare” loro,i fanatici del peace&love,i sessantottini di aver creato i presupposti per questo letamaio e non fare nulla,da parte nostra,per spazzare via questi escrementi che ci opprimono i polmoni e lo spirito.Troppo comodo,troppo facile (mi si passi la metafora)stare alla finestra e provare pietà per colui che vedo fuori,all’aperto al freddo e sotto la pioggia.In quel caso la mia pietà è vera,è autentica,è partecipe?No,devo uscire,devo farmi partecipe della sua condizione,della sua paura,della sua incertezza!E se non partecipo a quei concorsi non è solo per i motivi detti sopra ma anche,e soprattutto,per questo:io sono un medico,mi sono dannato per diventarlo e questo voglio fare nella vita e non il teoreta che,dall’alto di una cattedra si arroga il diritto di stabilire quali siano le condotte malate e quali quelle normali.Dei tanti ostacoli,degli infiniti impiccci,intoppi,scogli che mi vengono creati non me frega proprio un c.... (perdona il mio linguaggio)io vado avanti,ci metto cuore,anima e sudore!
    Come dice un famoso collega:”vivere non è una maledizione ma una semplice condizione”.E’ una condizione elementare,bassa e solo noi possiamo darle complessità e spessore.Tocca a noi decidere quale esperienza fare dell’amore,come affrontare i giorni della solitudine,che tipo di felicità ricercare,che significato dare ai nostri insuccessi,come investire le nostre qualità a favore della vita di tutti.
    Possiamo anche incrociare le braccia e lasciarci trasportare dalla corrente ma nemmeno in quel caso smetteremmo di essere sempre noi i timonieri della nostra esistenza.Tante persone ci possono aiutare, certamente,ma nessuno può sostituirsi a noi nel rischioso mestiere di vivere.Se poi vogliamo fare dei nostri giorni un qualcosa di simile alla sopravvivenza,cioè una vita senza “senso e sensibilità” perchè ci angoscia il fatto che il futuro quantomeno si presenta difficoltoso è altro discorso.
    Perdona la lungaggine ma ho cercato di essere “completo” nel mio ragionamento!
    Alessandro

  2. 22
    rhasya -

    causa ed effetto. il pensiero e l’azione generano pensieri e azioni,positive o
    negative.è nella mente il problema,perchè siamo noi e non gli altri,noi a dover
    essere Coscienti di noi stessi e della potenza delle azioni. perchè non cambia mai
    nulla,anzi sempre peggio? perchè non c’è attività cosciente,pensante,si è in balia
    dell’attimo e di ciò che succede intorno,quando questo contorno è frutto di
    precedenti sbagli. so che può sembrare una str.. per qualcuno,ma il karma è la
    nostra energia,il nostro punto di inizio e di arrivo,in ogni ciclo e se non siamo noi a
    voler riscattare l’attuale situazione,non lo può essere nessun altro.Aprirsi alla
    essenza,al significato più profondo di ciò che siamo e di qual’è il nostro
    compito,sono i punti a cui ci si dovrebbe attenere.
    io,sono riuscito a intraprendere un percorso spirituale e mentale da pochi
    anni,dopo molta sofferenza fisica e mentale(non voglio raccontare la mia storia,non
    ne sono ancora pronto),ho voluto cambiare solo il modo di vedere le cose.”tutto
    qua.”il vedere le cose realmente per come sono,senza filtri di pensieri,di
    emozioni,senza i filtri così umani,che ci chiudono molta della verità.
    credo che si possa tentare,per lo meno,l’intelligenza e lo spirito ci guida sempre.
    non abbiate timore,il bene non può portare al male e viceversa. e anche se l’oggi
    sembra un disastro,serenità e pace a tutti.

  3. 23
    ventolibero -

    Quando parli di karma ed energia non riesco a seguirti (per dei miei limiti)ma concordo in pieno sul discorso della consapevolezza.Non può esserci azione senza il pensiero che la determina e spesso ci troviamo in balia di eventi che ci sovrastono e che non dominiamo proprio perchè non c’è consapevolezza delle proprie azioni.E’ di una banalità colossale questo pensiero ma credo che la sua verità stia a ragione di quel senso di inadeguatezza che non ci spinge all’impegno e al rischio e ci costringe all’accettazione inerte di un mondo che è causa di disagio profondo ma che noi confermiamo ogni giorno.Probabilmente molti non si troveranno daccordo ma credo fortemente che il benessere non vada ricercato solo in se stessi ma,soprattutto,scoprendo una dimensione di sè che ci porta a vivere una vita partecipata e condivisa.Partecipazione e accoglienza sono dimensioni importarti per non giungere a ritenersi estrenei a se stessi.Tutti soffriamo,tutti passiamo per esperienze che davvero ci annichiliscono,ci sgomentano!Io,ogni giorno della mia vita,della mia giovane vita,incontro esistenze la cui lacerazione di angoscia e terrore assume quasi una dimensione ontologica e per questo,mi si scusi l’espressione,rimango quasi personalmente offeso (perdonatemi se mi esprimo in questi termini) nel leggere i tanti che qui sopra usano,direi abusano,il termine depressione!Possibile che tutti sono “depressi”?Non sarebbe il caso,forse,di cominciare a distinguere ciò che è depressione da quello che invece è malessere esistenziale?Ecco:se si giungesse alla consapevolezza di questo forse,dico forse,ci si scoprirebbe maggiormente capaci di incamminarsi su una strada seria di impegno e di riscatto!
    Alessandro

  4. 24
    geko -

    Ventolibero, non ti si può controbattere, sai tutto tu! Ogni volta tiri fuori questa cosa del tuo lavoro, lavoro che sembra ti dia la luce per illuminare e risolvere (a parole) le vite di tutti.
    Spero almeno che sarai un bravo dottore e non uno dei tanti so-tutto-logi.
    Ciao
    (detto tra noi, so sciaguratamente molto bene qual’è la differenza tra depressione e semplice malessere)

  5. 25
    ventolibero -

    Bravo o no,non posso dirlo certo io.Ci metto del mio,mi do da fare (come ho sempre fatto),cerco di comprendere.Non sempre ci riesco!
    Le parole servono a me per allevare le mie sofferenze incontrando quelle degli altri e le loro sofferenze.
    A te,mi sembra solo che servano per piangerti addosso!E scommetto che quello “sciaguratamente” vuol fare intendere che tu sei o sei stato un altro grande,profondo e inconsolabile “depresso”.Ormai siamo tutti “depressi”.Qui sopra però! Ma ti pare che se tutti questi che usano a sproposito la parola depressione fossero tali avrebbero forza e capacità di stare al pc e,seppure in forma anonima e senza volto,socializzare? Ma di cosa stiamo parlando? Ah si:a te sta bene solo chi si piange addosso e si lamente delle sue poche o molte difficoltà,dei suoi piccoli o grandi disagi.Tu approvi soltanto chi presenta se stesso come la vittima del male e del dolore unico e irripetibile.Come tu ti senti! Ma smettila dai…per favore.Non so in cosa tu sia laureato ma sono certo che proprio quelli come te dovrebbero fare gli psichiatri nella vita. Per trarre vantaggi per loro stessi!
    Con amicizia ma senza stima,
    Alessandro

  6. 26
    geko -

    Ciao Alessandro o ventolibero, la tua risposta conferma la mia diagnosi su di te. Ma per fortuna io non sono un dottore so-tutto-io. Ciao con stima

  7. 27
    ventolibero -

    Bravo!Ma permettimi di dirti che le “invasioni di campo” vanno fatte anche,e soprattutto,nella vita! Ma cosa credi,di essere il solo ad aver sofferto? Di essere il solo a stare soffrendo? Di essere il solo che nella vita,in futuro,incontrerà ostacoli e lacrime che lo sbatteranno a terra con forza e prepotenza? Un giorno mi capitò (per mestiere,e scusa se sono noioso) di incontrare una donna che aveva il figlio (23 anni)in degenza nell’SPDC dove lavoro.Un ragazzo con una storia di devianza e violenza (eterodiretta),con un vissuto di esperienze quali carcere,droga,disoccupazione,colloqui al Sert e in ultimo,a suggello,7 (dico 7) Tso (trattamento sanitario obbligatorio,previsto solo in ambito psichiatrico il che è una vergogna e una violenza)in vari reparti di psichiatria. Sai cosa mi sentii dire da questa madre? Che suo figlio è cresciuto “senza un padre”!Gli risposi “eccone un altro signora” indicando me stesso.E allora? Mia madre ha sempre fatto la sarta,mio nonno era un pescatore…E allora? Come la mettiamo? Vogliamo adeguarci ai tuoi livelli? Ben volentieri…la tua lettera sulla bellezza.Ti descrivi con un “corpo da modello” con “un viso maschile a detta di tutti bello”,con la “tartaruga addominale”,con un lavoro “non eccezzionale ma comunque un lavoro”.E allora il tuo problema (te lo chiedi tu stesso)? Anchi’io,in assenza di altro,potrei affidarmi all’esteriorità:non ho la tartaruga addominale come te (sono un pò sottopeso,69 kg)ma credo che il mio 1,81 di altezza,i miei capelli flavi e l’occhio ceruleo in un volto somigliante (dicono) a quello dell’attore Kim Rossi Stuart non mi darebbero problemi a riciclarmi a starletta…Solo che,pur riscontrando ben pochi benefici,mi accontento di quello che ottengo,che riesco ad ottenere,con impegno e passione.E proseguo sulle strade che ho scelto!Tu invece? Non ti basta,non ti è sufficiente quello che ottieni? Bene,sei bello,inventati qualcosa,fatti avanti,mostrati,vai da qualche parte ma agisci per la miseria! Anche solo per soddisfare una lacuna economica! Ma impegnati per qualcosa porca puttana!
    Amico qua nessuno ci regala niente e,come dice una canzone di Ligabue,”quando tocca a te ti devi muovere”.Ascoltala questa canzone,è terapeutica! Infinite sono le vite stanche e sole e come dice Morgan Freeman nel film LE ALI DELLA LIBERTA’ “o fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire”,perchè la sopravvivenza non è indolore nè incolore perchè tinge di nero e avvolge di tenebra la tua esistenza.

  8. 28
    ventolibero -

    Per vivere allora sfruttiamo tutte le nostre risorse:che siano esteriori o interiori,estetiche o intellettuali o che (ancora meglio)le si possegga entrambe! E qua non centra un c.... il guardare chi sta peggio per stare meglio,qua si tratta di alzarsi la mattina,ogni mattina e fare,come dice il poeta Prevèrt “il proprio mestiere di UOMO”. E spesso,pur tra le tante o infinite difficoltà,facendosi una salutare e rigenerante risata,che dissacra ogni cosa,ogni problema che riteniamo insolubile.
    Mi scuserai se sono stato d’impeto,ti stringo la mano con amicizia e rispetto (per la stima vedremo,e dai ridi su),
    Alessandro

  9. 29
    unonessunocentomila -

    oggi noi giovani viviamo un malessere generalizzato ed in aumento più che altro per la mancanza di autorealizzazione e di soddisfazioni nella vita.
    Siamo diventati schiavi a tutti gli effetti, le università sono oggi dei punti di formazione che non formano anzi cercano di fermare i giovani quanto più possibile, i professori sono scadenti e poco professionali.
    Dal punto di vista lavorativo c’è poca chance, familiare men che meno.
    E’ necessario che il paese si svegli i giovani e non solo stanno soffrendo abbiamo bisogno di un riscatto sociale.

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