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La vita non è una fiaba

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Lettera pubblicata il 7 Febbraio 2007. L'autore ha condiviso 9 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 42 commenti

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  1. 31
    anonimo87 -

    ok forse mai no, ma la maggior parte delle volte la gente lascia questo mondo senza lasciare tracce della sua esistenza.

  2. 32
    Furiousangel -

    Ma allora perchè fate figli se poi vi lamentate delle vostre stesse vite?
    I vostri genitori magari hanno passato una vita di merda quanto voi, o perchè brutti (purtroppo conta parecchio..) o perchè poco brillanti (il successo è uno status sociale piuttosto vincente inutile negarlo) o perchè poveri (i soldi non fanno la felicità ma per mangiare servono), ma ciò nonostante hanno deciso che dovevate nascere e non per farvi un piacere ma per un loro desiderio, un istinto animale che non sono stati capaci di reprimere.

    Io ho preso una decisione, per quanto possa essere bella questa vita non ce n’è sarà mai una perfetta e alla fine l’epilogo sarà sempre lo stesso, inutile illudersi, lasciate perdere le favole sul paradiso, quelle servono a chi non è in grado di accettare la propria fine, se esisteva veramente un dio buono non l’avrebbe mai creata la vita.
    Non c’è equilibrio in nulla, ci sono solo grossissime distinzioni ovunque voi andate, questo è molto bello sicuramente per chi sta da una parte ma per chi sta dall’altra tanta serenità non deve esserci.
    E poi vogliamo parlare della vecchiaia? Relitti dopo 60 anni (un soffio di vita) che si trascinano tra ospedali e chiese, perdono il contatto con la realtà, non capiscono più come prima cose semplicissime, anche questo è molto bello, si si, non vedo l’ora di viverlo..

    Quindi come dicevo, io ho deciso che non avrò mai figli naturali, può darsi che ne adotterò uno, ma di certo non creerò una vita destinata a morire, non sono così crudele.

    Voi invece quando starete un po meglio vi lascierete andare e farete uno, due o tre figli i quali magari avranno una vita d’inferno per colpa di malattie, condizioni sociali, mentali o fisiche o quello che volete e alla fine che lo vogliate o no, moriranno come tutti, è questo che veramente volete?

  3. 33
    Furiousangel -

    Domenico ti auguro non ti capiti mai qualche disgrazia perchè poi altro che venire qui a scrivere cazzate su chi sta peggio in quanto non può camminare.. ognuno vive il proprio malessere (qualunque esso sia) come se fosse l’handicap più grande che c’è, io lo so bene, ho la salute e basta, devo ritenermi fortunato per questo? e il resto cos’è optional?
    Devo raccontarti la mia adolescenza dove tutto ci sembra rosa? ma dove..
    Tu da come scrivi penso che hai avuto tutto, di che ti lamenti? Quando sei in grado di affrontare con serenità la vita (se sei dove sei vuol dire che era così) e non ti abbatti per niente non ti serve altro.
    Sei fortunato e dovresti stare in silenzio.

  4. 34
    anonimo87 -

    Furiousangel ti immagini che quando noi faremo parte dei relitti over 60 dovremo ancora lavorare grazie ai politici che ci ritroviamo? altro che pensionati in giro tra ospedali e chiese… la nostra vecchiaia la passeremo al lavoro e la pensione non la vedremo mai, moriremo lavorando come i soldati in battaglia. la vita e’ una guerra e come nelle guerre combattute con il piombo e le bombe alla fine nessuno vince un bel niente, tutti vengono sconfitti.

  5. 35
    alessandro -

    La vita è una merda, ma quale c.... di fiaba!
    Certo che non lo è, non è altro che strappo, lacerazione, dannazione, sofferenza, inganno e tradimento…come direbbe Boudelaire: ‘la vita è un’oasi di orrore in un deserto di noia’…
    Qua sopra ci sono un qualche migliaio di ‘depressi’, infiniti perenni ed eterni aspiranti ‘suicidi’, gente che pensa di potersi consolare con rapporti virtuali, con i ‘ti abbraccio’ e i ‘ti capisco’ scritti da anonimi, con volto e voce ignota, tanto facili e scontati da scrivere quanto vuoti e freddi e insensati…ecco, questi qua, a parer mio, non hanno capito un c...., nulla i questa merda di vita…bene fanno a definirsi ‘depressi’, è il loro premio, il giusto riconoscimento alla loro ‘sensibilità’, così credono e pensano e parlano, buon per loro, e solo per loro, perchè poi c’è chi soffre davvero e veramente, c’è chi nemmeno può concedersi la possibilità di sentirsi rivolgere un ‘ti abbraccio’ su internet perchè non hanno una lire e fanno la fame o perchè, depressi veramente, sofferenti davvero, sono in un letto e non hanno percezione del mondo che gli è intorno e che si agita con un fare insensato e disumano…non si ammazzano, perchè quasi non sono presenti a se stessi, perchè la sofferenza vera li distrugge e li logora, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, istante dopo istante, ogni sacro e santo o schifoso e dannato momento di questa vita che è una merda…ma se solo tutti coloro che si tengono in piedi ed hanno anche la forza di inscenare farse grottesche su un sito internet, riuscissero a capire la differenza tra malessere esistenziale e depressione, e se solo capissero che la depressione non un premio a nessuna sensibilità e non dicessero stronzate, se solo capissero che si soffre perchè si soffre e non c’è nè motivo nè senso di questa sofferenza, che arriva, devasta e riparte, e se solo capissero che dalla vita non ci deve aspettare ricompense nè altro, beh allora…allora sapendo che la vita, appunto, ‘è un’oasi d’orrore in un deserto di noia’, capirebbero che, nonostante tutto, proprio per la sua insensatezza, e proprio perchè non ci sono ricompense da aspettarsi, vale sempre e comunque la pena di viverla.
    E vaffanculo a tutto…anche al mio cancro che a trent’anni non me ne lascia più di 5 altri da vivere!

  6. 36
    Furiousangel -

    Alessandro, da quando uomo a messo piede sulla terra è esistita sempre questa distinzione: c’è a chi va meglio e a chi va peggio.
    Niente è scontato, niente ha un senso nemmeno a cercarlo.

    Notizia di oggi: http://www.abruzzoweb.it/contenuti/sarinya-la-sposa-cadavere/44579-324/

    Ad un passo da quello che sogni da una vita e ti tocca arrivarci così..

    Io voglio provare a cambiare idea e atteggiamento, ma non è facile come si pensa, non basta il coraggio, la voglia o la fiducia, c’è ben altro da tenere in considerazione. Come io non posso capire il tuo stato, tu non puoi capire il mio.

    Non so che dirti se non di battere quel figlio di puttana, altre parole sarebbero inutili.

  7. 37
    alessandro -

    Ti faccio notare, Furiousangel, che diciamo la stessa identica cosa, ed in particolare quando dici: ‘Niente è scontato, niente ha un senso nemmeno a cercarlo’ e ‘Come io non posso capire il tuo stato, tu non puoi capire il mio’…ora io che ho detto nel mio intervento?

    Devo poi dirti che se hai inteso le mie parole come a te rivolte, non saprei che dirti, anzi solo questo: non ho letto nessun commento prima di scrivere il mio, e pensa: non ho letto nemmeno il testo della lettera, mi è bastato il titolo e solo quello!

  8. 38
    Furiousangel -

    non importa se non hai letto, il fatto è che hai detto semplicemente le cose come stanno, bisogna provare a vivere quando si è in vita.

    sulla prima parte ho solo rafforzato ulteriormente i concetti che avevi espresso.

  9. 39
    chesy -

    io spero solo che esista quel dio!quel dio di cui tutti noi speriamo ci sia! perche diversamente sarebbe solo la fine di tutto.ma se l’uomo conosce l’amore ,la carità,il perdono, l’umiltà!…se tutte queste cose fanno parte di noi ( significa che qualcosa deve esserci!)

  10. 40
    Rossella -

    Io al contrario penso che per ogni cosa ci sia il suo tempo. A 30 anni, diciamolo pure, non sei credibile come “amico della gente”. Io ho preso talmente tanti pali che il mio unico desiderio nella vita è quello di pensare a me stessa. Ma è una cosa che ti viene da dentro e a fare il gioco del mondo risulteresti falso. Questo mio sentire mi porta ad essere profondamente scettica sul Vaticano II e sulla chiesa riformata. Tutti si lamentano perché come ti ho detto alla mia età di vero in quello che potrei desiderare ci sono solo gli onori. Perché mi sembra anche giusto. Non penso che uno si alza la mattina per vent’anni con il desiderio di volersi fare una famiglia (di studiare e di trovarsi un lavoro) e si ritrova in preda alle voglie della gente (che ti prende e ti posa), alle calunnie, ai rifiuti, alle maldicenze e quant’altro e una volta guadagnato un posto in società diventa amico della gente. Ma che storia è? La disponibilità? Perché gli altri sono stati disponibili con me? Questa è una favola. Ma chi ci può credere. Io anche se avessi il mondo ai miei piedi continuerei a sentire il bisogno di starmene per conto mio. Invece c’è chi vive i 30 in maniera diversa. Non lo so, io li ammiro, ma non ci riuscirei perché nella vita non cerco un riscatto. La sola idea mi rattrista perché non mi sento colpevole di niente.

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