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La speranza non è qui

Sfoglio la rivista capitata nelle mie mani e mi fermo, curiosità.

Un elenco di nomi mi attira:

Anastasia (resurrezione), Daryna (che ha il bene in sé), Iryna (donna di pace), Farah (Felicità), Zahira (Colei che aiuta), Halima (Paziente).

Mi colpisce il significato di questi nomi di donna e provo a immaginare Anastasia Ucraina e forte nel corpo, il viso orgoglioso la voce e i modi ruvidi. Cade e si rialza. Lei
come le donne russe, moldave e afgane.
Anastasia (resurrezione).

Cerco di visualizzare Zahira, donna persiana cioè iraniana, confusa tra le donne che protestano contro il regime: generosa e piena di coraggio, non ha paura della morte.
Pensa una società più umana, ha lo sguardo nel futuro.
Zahira (Colei che aiuta).

Altri nomi femminili altre storie in paesi diversissimi e nomi antichi, quando non c’erano le proiezioni e il futuro si cercava negli occhi degli anziani.
Nomi di bambine e nomi di adulte, nomi pieni di bellezza per cercare la speranza anche dove c’è violenza.

Oggi il futuro, almeno per noi occidentali, sta negli algoritmi di macchine perfette.

Per l’ uomo bimillenario cercare significati nella storia è diventato inutile, così quando ho sentito la notizia in televisione non mi sono meravigliato più di tanto:
conosceremo presto il viso dei robot quasi umani che assisteranno gli anziani.

Sarà un triste passaggio che non festeggerò

Lettera pubblicata il 3 Gennaio 2023. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    kittya -

    A me non dispiacerebbe essere aiutata da un robot in tarda età piuttosto che da un infermiere che ti picchia…

  2. 2
    Genovese -

    Che tristezza dover riconoscere che l’uomo non è naturalmente buono e sempre di piu’ preferiamouna macchina priva di qualsiasi sentimento orrenda copia di noi

  3. 3
    Gabriele -

    @Genovese, con tutto il rispetto hai fatto la scoperta dell’acqua calda, e messo in evidenza, almeno secondo me, che l’Italiano medio vive nella sua bolla di cellophane, pensando che il suo naso e le sue due narici siano tutto il suo mondo…
    Poi gli capita una rivista sotto mano, e si rende conto che, toh esistono anche altre culture, e che l’Italia nella sua unicità è comunque uno dei 196 Paesi che compongono il globo terraqueo.
    A conclusione ti posso integrare anche altri nomi, Iraniani Kimi, Ucraino Julia, Russo Segeij, oppure Sergej a seconda delle regioni, Etiopia Kiros, Eritrea Muur, Israeliano Kadesh, Germania Otto, Spagna Jorge ed avanti così…

  4. 4
    Gabriele -

    @Genovese, con tutto il rispetto hai fatto la scoperta dell’acqua calda, e messo in evidenza, almeno secondo me, che l’Italiano medio vive nella sua bolla di cellophane, pensando che il suo naso e le sue due narici siano tutto il suo mondo…
    Poi gli capita una rivista sotto mano, e si rende conto che, toh esistono anche altre culture, e che l’Italia nella sua unicità è comunque uno dei 196 Paesi che compongono il globo terraqueo.
    A conclusione ti posso integrare anche altri nomi, Iraniani Kimi, Ucraino Julia, Russo Segeij, oppure Sergej a seconda delle regioni, Etiopia Kiros, Eritrea Muur, Israeliano Kadesh, Germania Otto, Spagna Jorge ed avanti così…

  5. 5
    rossana -

    Genovese,
    al momento, soprattutto per gli anziani, un robot sarebbe anche per me preferibile a un’infermiera o a una badante.

    Non c’è limite al peggio per i piccoli, per i vecchi e per chiunque sia incapace di difendersi. Basta affacciarsi a un qualsiasi social per avere una visione realistica dell’attuale società.

    Mi piace come scrivi e apprezzo i pensieri che condividi.

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