La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Ciao Lulu. E così anche tu hai perso un bambino….e questo, secondo me, rende più nitido il quadro d’insieme.
E, soprattutto conferma il fatto che tu non sei ne pazza, né autolesionista.
Lui, il povero dentro, è stata la classica goccia di mer…che ha fatto tracimare un vasino stracolmo.
Chissà quante ne hai passato, chissà quante ne hai dovuto affrontare anche quando eri già stanca e a pezzi. Ma avevi una bambina, dovevi per forza andare avanti.(ipotizzo…).
Poi tua figlia è cresciuta, forse è diventata indipendente, forse non ha più avuto bisogno di te (in senso materiale, intendo) e tu hai perso il più importante dei motivi per cui farti forza.
Il vuoto del bambino perso, il vuoto della figlia cresciuta,…..troppi vuoti da riempire e troppa poca forza per farlo.
Hai incentrato tutto su di lui e quando ha fatto ciò che fa fatto ti sei piegata su te stessa come una tenda canadese che perde di colpo tutti i sostegni.
Scusami la banalità ma (secondo me) il buco in cui sei caduta e da cui stai uscendo lo si può descrivere con un esempio….è come chi è in casa da solo ma si veste e si cura come se dovesse arrivare qualcuno e chi invece neanche si lava la faccia e si toglie il pigiama ma non perché le tute sbragate e le ciabatte sformate sono comodissime ma perché nella sua testa dice “che me frega…..ci sono SOLO io”.
“SOLO” io…..come se noi non contassimo niente e dovessimo fare le cose solo per gli altri.
Scarsa stima di sé, troppi vuoti da riempire, poca forza, energie a zero, motivazioni annullate, una vita che ti fa lo sgambetto di continuo e ti da un calcione quando sei a terra…..
No Lulu, non sei pazza né autolesionista….se solo ho azzeccato un decimo della “verità” sei solo una delle persone che descrive Anna quando dice “pazzesco come riescano a ferire persone tanto piu’ in gamba di loro e MERAVIGLIOSO, poi, come queste stesse persone, ferite a morte, riescano a rialzare la testa e perdonare…”.
A volte chi ci ferisce ha un volto ed un nome. A volte, invece, chi ci frega è la vita stessa. Come quando un bambino se ne va…..
Ciò che conta è, appunto, alzare la testa e ripartire…..’NDO ANNAMO???? Che importa! Intanto cominciamo ad annà….poi se vede…..
Ciao Naty. Ci credi che mia madre continua a parlare agli altri di me chiamandomi “la bambina” e nonostante abbia la pretesa che io risolva tutti i problemi di tutta la famiglia pretende che lo faccia secondo i suoi dettami????
A quindici anni mi sbranavo con lei, mettevo le cuffie e me ne andavo con lei che gridava in sottofondo.
Ora la lascio smanettare nella sua ansia di dare dell’imbecille a tutti coloro che non la pensano come lei e a imporre la sua volontà e poi faccio un gesto che so per certo la fa imbestialire….
Faccio finta di mettermi due auricolari, di accendere un invisibile lettore mp3 e dicendo con ritmo “Unz unz unz unz unz “ e simulando di suonare un basso, una batteria me ne vado…..
Ho smesso di sbranarmi con lei….non ne vale la pena. E’ capace di dirti che hai torto anche se le stai dando ragione solo per il gusto di darti torto.
Vive nell’attesa di potermi dire il maledetto “te l’avevo detto IO……” che so già che sarebbe capace di dirmi anche se avessi una videoregistrazione di lei che mi sta incitando a fare ciò che poi si rivela una ..azzata…..
Il suo motto è “fate quello che dico io ma non fate quello che faccio io” con sottotitolo “siete troppo incapaci per eguagliarmi”.
Ripete di continuo che sono stata una gran delusione ma non lo dice espressamente ma con un malinconico “ed io che speravo che…….” Scrollando la testa .
Pretende di manipolare, imporre, condizionare ma poi, all’atto pratico, allarga le braccia mi dice “ora è il tuo turno” e mi rovescia addosso qualsiasi problema….
E’ fatta così ed io le voglio un gran bene lo stesso perché la prima ad essere vittima di questo atteggiamento è lei.
Lei che si rode il fegato per problemi che nascono, vivono, muoiono nella sua capoccia, lei che è sarebbe persa se rimanesse da sola, lei che non sa godersi la vita perché è troppo concentrata nello sforzo di demolire gli altri pur di mantenere a tutti i costi un ruolo….
Mia madre ha paura di rimanere indietro, di perdere il posto da capobranco, ma è ben conscia di non avere così tante energie per poter mantenere quel ruolo. Così finisce per ringhiare mentre chiede aiuto…..
Non è che tua mamma è un po’ come la mia???
Luna: “……Però libera e la differenza poi si sente eccome.” O YEAH!!!!!!
Anna. Sei splendida! Tutto qui! Copio e incollo pure io
Ciao ciao a tutti! Vi voglio un gran bene!!!
LULU, mi spiace…
LILLY, anche io ho “dovuto rinunciare”, diciamo così, a un bimbo… Non nella maniera così terribile e violenta che hai raccontato, però…
Sì, ho pensato che le nostre madri si somigliassero, leggendoti.
Io le voglio bene, come te, solo che mi sono stufata, LILLY, voglio vivere a modo mio, a casa mia, con la famiglia mia… E invece niente. Almeno per ora. Comunque sto abbastanza bene.
Saluti a tutti
NATY e LILLY: un mio amico lo chiama “uccidere la madre”, che ovviamente non significa ammazzarla fisicamente! Ma affrancarsi… da una presenza ingombrante, molto spesso più interna che esterna.
C’è chi ha la madre a 4000 km ma non riesce ad accendere il metaforico mp3…
Ingombrante a volte anche nelle similitudini e nelle differenze, poiché figure femminili di riferimento così importanti – come quelle maschili, in modo diverso – hanno un loro perché nel proprio modo di concepirsi come donne, come figlie e anche come madri, e questo che si sia madri o no.
Quando riesci a viverti le similitudini e le differenze – che sempre ci sono – in modo diverso, guardandole da un altro punto di vista, sei sicuramente più serena. Al contempo più libera e più completa.
Su mia madre e me potrei scrivere un tomo 😉
anch’io le voglio bene. Su questo non ho avuto dubbi mai, neanche quando mi ha amato così male, che avrei potuto odiarla. Invece di odiarla mi disperavo dentro.
Capire che quando ingaggiava/ingaggia le sue battaglie con me non stava/sta litigando con me ha fatto parte del viaggio.
Mia madre è una donna grande davvero, per molti versi. E’ lei ad avermi dato la vita, e anche ad avermi trasmesso, geneticamente e non solo, molte cose per cui io mi amo e amo quello che mi circonda.
Le somiglio, e al contempo siamo diverse.
I nostri bivi sono stati diversi.
Nei momenti peggiori del mio viaggio lei mi ha fatto male sul male, seguendo le sue ragioni.
Dicendo che ha fatto quello che poteva non l’assolvo con buonismo, ma mi affranco. Anche quelli sono bivi in cui ciascuno sceglie per sè.
ADA: penso che se non a tutti a molti sarà capitato di pensarlo almeno una volta… 😉
il fatto di essere dei cyborg, intendo.
Ma alla fine io credo che se vivi le emozioni a livello semi-zero, che sia pure per proteggerti, che sia pure perché ti va bene così, e non hai idea di cosa ci sia oltre, ti perdi un bel po’ di emozioni, di sfumature, di livelli, di esperienze e sensazioni.
ANNA: 🙂 🙂 🙂
Bacioni a tutti 😀
..mi sono assentata per problemi con pc..vi leggevo ma non potevo scrivervi!!!
Ho letto i vostri complimentidopo la mia uscita di scena..Luna Anna soprattutto ai vostri mi riferisco..Mi fate i complimenti perchè ho preso io una decisone, perche’ ho deciso della mia vita..perchè mi sono aperta e nello stesso tempo allontanata..
In quel momento le vostre parole mi hanno anche gratificata, fatto sentire un po’ orgoglio
sa di me..ma poi quella sensazione è passata..mi sono fermata e ho osservato la realta’..
E la realtà è che come il solito io non ho fatto niente..lui aveva già fatto..lui si era al
lontanato e distaccato, lui aveva mille dubbi ed era confuso, lui aveva cambiato atteggiamento nei miei confronti..io ne ho solo preso atto e titrato le somme..
Ma, sinceramente, non avevo scelta..non avevo alcuna alternativa..
E allora mi dico..è passato quasi un anno da quel giorno di giugno in cui la mia vita mi è crollata tra le mani..sono cambiate amicizie, situazioni..si sono alternati sentimenti, emozioni, paure e ansie..ma nonostante cio’ il primo approcio con un altro uomo mi roiporta nella stessa situazione di spettatrice..perchè io guardando le cose con obiettività devo ammettere che la decisione l’ho subita..solo che non ha avuto neqnche le palle di comunicarla..e mi ha lasciato la patata bollente!
Non credevo che mi avrebbe fatto soffrire cosi’ il distacco da lui..e non so quanto sia dovuto alla sua mancanza e quanto, invece, a qualcosa di piu’ profondo..qualcosa che sento è stato smosso dentro di me..qualcosa che ha riscavato in emzzo a ferite e dolori ancora non metabolizzate..qualcosa che mi fa sentire sbagliata, che annulla anche quel poco di stima in me che ho..qualcosa che mi fa dire che che non merito niente forse..
Mi siete stati di grande aiuto in questi mesi..ora sento che non ce la faccio piu’ da sola..non so se uno psicologo potrebbe aiutarmi, mi sembrava di stare meglio, è vero, solo due mesi..ero piu’ felice , fiduciosa, serena e ottimista verso la vita..ma forse è stata sola una parentesi..perchè adesso mi sento spenta, vuota, molto peggio dei mesi successivi alla fine..perchè li’ ero carica di rabbia, delusione, tristezza..comunque sentimenti che mi tenevano viva..adesso sento di non esserlo piu’..sento di sopravvivere, non di vivere, mi accorgoi che niente mi gratifica e mi appaga piu’, niente riesce a farmi sorriderte col cuore, non riesco a trovare un senso alle mie giornate..che mi sembrano soo uh alternarsi di ore in attesa dell’ora di andare a dormire..VUOTA E SPENTA..
..non mi sembra un problema da poco..non voglio pensare che l’unico senso della mia vita era lui (l’ex), non voglio credere che non mi basti il fatto di fare qualcosa per me stessa..
ma forse è cosi’..e la fine di questa ultima storia..ha reso piu’ evidenti problemi che non ho mai superato..e se penso a lui che ha un certo punto ha preferito non continuare..beh, mi viene unn velo di malinconia sugli occhi..tristezza..
perchè se ero riuscita a risorridere alla vita lo avevo fatto grazie a lui..
Ma io voglio farlo solo grazie a me..vorrei riuscire a ripartire da me, a amarmi, apprezzarmi, a non sentirmi cosi’ inutile..vorrei..ma oltre tante parole..il mio cuore, che aveva ripreso a battere, si è rispento..e ho paura per me..non mi riconosco e rivorrei tanto la vecchia Sonia..ma ho paura da quella sera di giugno mi ha lasciato anche lei..
scusate lo sfogo..Ma purtroppo questo ha lasciato in me “la fine improvvisa di un amore”..ed è passato un anno..
SONIA carissima, mi dispiace molto che tu stia male, molto. Ma al contempo penso anche che tutto ciò che provi sia naturale e che il fatto che tu pensi di poter andare da uno psicologo sia una buona cosa per te. Indipendentemente se poi deciderai di andare a no, se ancora sentirai questa spinta o no, pensare: “sto male e sono stufa di stare male e voglio fare qualcosa per stare meglio” è sempre una buona cosa. Perché anche se abbiamo la sensazione di non sopportarci e di odiarci, magari, persino, in quel momento, nel momento in cui abbiamo così le palle piene di stare male e ne siamo consapevoli, di stare male e di averne le palle piene, vuol dire che ci vogliamo bene.
Vuoi Sonia, e hai ragione.
Tra l’altro posso dirti che potresti essere ancora più incazzata di prima, in realtà, in questo momento in cui ti senti apatica.
Potrebbero esserci un sacco di energie bloccate in questo tuo momento di “piattume”. Sofferenza, rabbia, disincanto, ma anche un’immensa voglia di essere, fare inespressa, che cerca la sua via per rompere gli argini.
Ma alle volte per non piangere mille, per il timore di farlo, blocchiamo anche il ridere mille.
Ci assestiamo su una modalità di “riposo” o di apatia.
Riguardo le cose che ti ho detto l’altro giorno le penso assolutamente, ancora.
E i miei non erano complimenti, non ti ho dato una medaglia al valore perché hai fatto una cosa giusta. Il concetto non era giusta o sbagliata, fi.. o fifona.
La mia era empatia perché continuo a pensare che una cosa importante per te tu l’hai fatta. L’hai fatta nel momento in cui hai fatto questo:
@io ne ho (solo) preso atto e tirato le somme…
perché ti sei ascoltata. e perché comunque sia ti sei tolta da una situazione che ti generava disagio, che non somigliava a quello che sentivi e volevi.
Prendere atto sia delle tue sensazioni che di come stavano andando le cose, e che le cose non andavano bene per te, tirare le tue somme e scegliere di parlare chiaro, Sonia, non è una cosa da poco, proprio per niente.
E’ una cosa importante. Non da medaglia, da salute.
Il fatto che lui si fosse allontanato è cosa sua, e in nessun caso possiamo controllare gli altri. Ma esiste anche il non ascoltarsi, il non prendere atto, non scegliere.
Non è vero che non avevi alternative.
Avresti potuto continuare a fingere con te e con lui che ti andava bene.
Il punto che hai preso atto e hai scelto rimane, ed è una cosa sana.
Il punto che provi malinconia perché una storia non è andata come avresti avuto piacere che andasse è un’altra cosa. E’ ovvio che tu possa provare malinconia.
Non è essendo un cyborg che esce da una frenquentazione senza sentire delle sensazioni, soprattutto dalla prima storia dopo la storia importante che hai concluso, che saresti stata più sana.
Ognuno sente quel che sente. Ed è naturale che tu possa provare frustrazione.
Per quanto riguarda la parentesi fiduciosa, ottimista… si vive giorno per giorno e stai bene stai bene, in quel momento, e se stai male
stai male. Il discorso è che in questo momento hai le sensazioni che hai, e che, certo, è possibile anche che come sono andate le cose con questo ultimo ragazzo abbia sollevato delle questioni dentro di te.
Non vuoi pensare che l’unico senso della vita era il tuo ex, ma ti senti malinconica a pensare che questa storia sia andata così (tutte sensazioni naturali ripeto!)…
Sonia probabilmente la questione ora è tra te e te…
ma non nel senso che Sonia debba prendersi a cazzotti, ma che Sonia è in una fase in cui è confusa, perché nell’ultimo anno le sono successe tante cose. E te lo dice una a cui nell’ultimo anno ne sono successe di cose… e che come te prende atto che le sensazioni sono tante.
Certo è che se ti senti un po’ in un imbuto qualcuno che ti aiuti a dipanare la matassa potrebbe alleggerirti e toglierti un po’ di affanni 🙂 aiutandoti a tirare fuori quegli strumenti che certamente hai, ma che magari al momento ti sembra di non avere o di avere perduto.
In questo momento sei molto severa con te stessa, perché vorresti stare meglio, e mentre sei avvilita rischi di cercare uno schema di cosa significhi stare meglio e di viverlo come un lavoro, in cui darti il premio produzione o meno, in cui avvilirti quando ti sembra di uscire da quello schema.
In questo senso parlarne con qualcuno, come sta facendo Lulu, potrebbe aiutarti forse a vivere questo aspetto con più morbidezza 🙂
bacini
Sonia, mi dispiace tanto che tu sia un po’ in crisi…
Ti prego : non sentirti ferma e immobile. Non lo sei !
Sei solo stata colpita in una parte di te che esiste e che fa ancora male. Sei stata di nuovo non amata come volevi. Delusa, trascurata, svalutata. Sei stata considerata un qualcosa cui si puo’ rinunciare.
Proprio come un anno fa.
Non importa da chi.
Importa questo e tu sai che il tuo male viene da li’: dall’ autostima e dal valore che per primi ci diamo.
Sei il giudice piu’ impietoso di te stessa.
Se tu chiedessi a lui, direbbe che sei una persona fantastica.
Ne sono sicura ma a te resta nel cuore solo il fatto che, fantastica quanto vuoi, lui non ti abbia amata.
So che e’ cosi’ perche’ e’ una battaglia di tutti noi e tante volte l’ abbiamo gia’ scritto qui.
La ferita brucia sempre e quello resta il punto che fa piu’ male degli altri.
Ti racconto una cosa.
Io ho un fratello di qualche anno piu’ piccolo di me.
Siamo in conflitto perenne e credo anche eterno.
Lavoriamo insieme e battibecchiamo in continuazione con appellativi degni di due consaguinei abituati a scannarsi da sempre…
Ne volano di tutti i colori :-DDD
A me puo’ dire tutto senza che io faccia una piega…”sei grassa”, “sei brutta”, “sei scema”, “non capisci niente” e cosi’ via senza che io mi scomponga piu’ di tanto.
Quando mi dice ( chiaramente apposta – la lotta e’ all’ ultimo sangue ) “TANTO ANCHE QUESTO TI MOLLA”, a me si ferma il cuore e sento le lacrime istintivamente salire agli occhi.
COLPITA! Dura un flash ma sento il colpo.
DOLORE !!!!
E’ una cavolata detta per farmi male, ovvio, ma e’ dentro me che si quarcia qualcosa.
Chiamala paura, chiamalo passato che si risveglia, chiamala insicurezza…Forse e’ tutto e tutto insieme.
E a te fa male un Lui che se ne va.
Sonia, vedi, se tu fossi stata immobile, non avresti tirato alcuna somma. Saresti stata li’, magari a prendere le briciole delle briciole delle briciole della torta che avevi nei desideri.
Pronta ad umiliarti e farti passeggiare sopra.
Quanta gente lo fa?
Io con il famoso ex, l’ ho fatto.
Me lo sarei tenuto cieco, sordo e muto pur di non vederlo andare via.
Me ne vergogno ma lo ribadisco lo stesso per farti capire che la strada e’ stata presa e che non fosse facile lo avevamo capito.
Sai cosa dice l’ altra parte del mondo ? quella che si fonda sull’ egocentrismo e la sicurezza di se’, quasi fino alla superbia?
“Quel deficiente non ha capito cosa ha perso. Cacchi suoi ” e tirano avanti.
Non li invidio piu’ di tanto. Hanno solo problemi diversi dai nostri,
ma “loro” direbbero cosi’….
Facciamo una media e cerchiamo la virtu’.
Tu ne sei stata un grande esempio e continuo a sostenere che sei stata coraggiosa e forte nel prendere atto di un qualcosa che non ti andava bene e parlarne.
Cerca la tua strada per volerti bene. Cercala dove riesci. In uno psicoterapeuta, in un libro, negli amici, qui, ma non vederti ferma.
Non lo sei ! Io vedo la tua strada e vedo te che, a grandi passi, la percorri…
SONIA: concordo con Anna: NON SEI FERMA, neanche un po’.
Ti leggo da mesi e se c’è una cosa che non ho visto è una persona ferma, tutt’altro, e men che meno in fase gambero…
quello che ti è capitato, non adesso, prima, non si lava via con un bucato, lo so, cara Sonia. Sono trambusti (chiamiamoli pure con il loro nome… traumi) che mettono in moto tante cose dentro di noi, tante sensazioni, domande e nuovi riassestamenti.
Ma leggendoti non ho mai avuto la sensazione che tu fossi ferma.
E non perché tu debba muoverti, ma perché le cose dentro di te si muovono.
Io per un periodo sono stata ferma. Non importa se in quegli anni ho fatto mille cose, anche cose importanti per il mio futuro…
se ci ho messo l’anima e se chi non sapeva – praticamente nessuno sapeva – avrebbe detto che ero in forma smagliante e spaccavo il mondo. Tranne chi sapeva quali energie ho, positive, quando spacco il mondo per davvero… molte molte di più 😉
Se penso a quegli anni particolari, per altri versi, li vedo come un blocco unico. Tanto che li chiamo “quei tre anni”.
Ricordi ne avrei tanti, ma alla fine certi ricordi che ho devo fare uno sforzo per catalogarli in un anno o in altro…
fanno parte del pacchetto, del pacchetto unico. Poi, se invece mi metto a scrivere l’altra biografia, mi accorgo appunto di quante cose ho fatto (e oggi non mi frega se ne avrei potute fare di più stando in pace e non in guerra).
In un certo senso non ero ferma neanche in quel momento, perché molte cose si muovevano comunque in me, ma in parte ero anche paralizzata interiormente dagli eventi che mi erano arrivati addosso e una parte di me girava in tondo come non mai. e andava a fondo. (con eleganza… senza fare troppo rumore, anche, ma comunque sempre a fondo, facendomi domande che oggi mi sembrano assurde, ma che allora mi sembravano serie… anzi, mi sembrava poco serio non averci mai pensato prima… pensa te… mi chiedevo se era vero che avevo sbagliato tutto nella vita o se, comunque, se avessi fatto altre scelte, in altri campi (grazie a dio invece ho seguito la mia strada comunque, de panza proprio, quella che mi somigliava) non sarebbe arrivato il tram. Se fossi stata non so bene cosa, ma una a cui non capita che arrivi il tram… non sapere esattamente cosa mi avrebbe evitato il tram ovviamente era terribile… luoghi comuni, quelli mi venivano in mente, quelli venivano tirati ballo… e io ci cascavo come un pollo…
Era vero, come mi ha detto un mio amico tempo dopo, che il problema non era “il tram” che per me mi era arrivato addosso, ma il fatto che continuavo a chiedermi perché mi era arrivato addosso il tram… dove stava il MIO errore, la MIA mancanza, e – questo capita alle persone tenaci… – io soprattutto continuavo a cercare di frenare il tram tenendo le mani contro il suo muso, mentre continuava ad arrivarmi addosso…
Per certi versi una parte del mio universo interno si era ristretta. Si restringeva ogni giorno di più.
Potrei rievocare una di quelle immagini per cui arriva l’alieno, ti spara e tu resti bloccato, come una statua di sale.
Non importa se non si vedeva da fuori… se era una parte di me, e non il tutto, ad essere di sale… dipende da che parte è…
La mia parte addormentata non comunicava in modo abbastanza chiaro alla mia parte sveglia che di dormire aveva le palle piene. se lo avesse fatto, anzi no, se l’avessi ascoltata, mi sarei svegliata prima… Poi però ho cominciato a muovermi… davvero, come quando sei ibernato e a poco a poco si scioglie il cubone di ghiaccio… troppa nostalgia di me…