La fine improvvisa di un amore
di
Loredana
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Caro Faber…mai detto di cercare un uomo romantico per forza, ma solo uno che MI PIACCIA e che MI RISPETTI.
Quest’ ultimo ha il primo dei requisiti, ma nn il secondo.
Cedendo al primo perche’ mi e’ girata cosi’, ho fatto si’ che il secondo passasse automaticamente in secondo piano.
E solo di questo mi dispiaccio.
Cmq, l’ ho scritto qui, per raccontare il fatto a degli “amici” che tanto sanno e tanto possono capire e nn certo per cercare un’ assoluzione personale per una banale notte di similpassione con un uomo qualunque.
Se fosse cosi’ semplice l’ affaire nn l’ avrei nemmeno menzionato. Ma qui nn e’ cosi’ perche’ c’e’ un passato che dovevo saper chiudere e nn ho chiuso. Perlomeno nn come “dicevo io”.
Anna io non credo che sia uno sbaglio..
Ti sei comportata come hai sentito fosse giusto in quel momento..lontano dagli schemi mentali e dalle regole troppo severe che spesso ci diamo..
Solo quando dopo il cervelo ha cominciato a dire la sua hai cominciato a sgridarti per aver “ceduto” dopo le belle paroline che gli avevi scrito..
..e allora? Sei stata bene, no?
Ma quale figura Anna..siamo persone cerchiamo di non dimenticarlo mai!
Sonia
@ SUNY
tu hai detto al tuo ex che vuoi vivere la tua vita..e allora fallo…desideri andare a cena con questa persona??? Non c’è nulla di male,nulla di offensivo,nessuna mancanza di rispetto verso di lui,ma appunto,come ti chiedi alla fine del tuo intevento,c’è verso di te,perchè limiti la tua vita.
Perchè privarsi di una bella serata con una persona che ti interessa?? Forse ti aiuterebbe anche a capire meglio cosa vuole Suny,a renderti più indipendente,a mettere te al centro del tuo mondo a essere padrona della tua vita.
ANNA giusto per ripetere le stesse parole di SUNY:sei stata bene?Sì!Le pippe mentali non portano a nulla.La vita va goduta e vissuta appieno.Qualcuno ha detto “ogni lasciata è persa” è questo vale sia per le donne che per gli uomini.Goditi il tuo Ken finchè non riesci a trovare un Ken che ti rispetti.Altre pippe mentali si trovano nelle parole di SUNY.Poniti la stessa domanda che fai ad ANNA:ti piace il ragazzo?Si?Allora accetta l’invito e passa la serata con lui.Il tuo ex non esiste più!Il resto è noia.Maia ti meriti davvero “un codardo un vile un bugiardo un falso”.Complimenti per la sincerità.Non tutte hanno il coraggio di dire ciò che tu affermi e questo non fa altro che confermare tutte le teorie a proposito dell’ uomo bastardo.GATTO alla tua ex il brodo lo sta già scaldando un altro uomo.Rassegnati.
RISPOSTA CUMULATIVA:
ragazzi, ragazzi (e mi metto in torta), quante volte nella nostre missive qui ricorrono le parole “DOVERE”, “SENSO DI COLPA”, “NON MI PERDONO”? Quante volte (sempre troppo troppo poco) ricorrono invece le parole “VOGLIO”, e, attenzione, non “VORREI”, ma proprio “VOGLIO”. Non è solo una questione di tempi e modi verbali…
A Faber, che pure dice anche cose che condivido assolutamente, voglio dire anche che, però, guarda caso c’è una canzone di cui tutti ricordano le prime due strofe, e quasi nessuno la terza. Per molti, nella memoria collettiva, la canzone di Ferradini è una testimonianza del fatto che se tratti bene una donna (o un uomo) te la pigli in quel posto perché chi “meno ama è più forte si sa”… ma in realtà la canzone dice un’altra cosa, che è quella della terza strofa… chi ha il coraggio di vivere davvero come dice la terza strofa? e chi ha il coraggio di ammettere che le storie non vanno male soltanto perché il mondo va così e quindi se sei buono va male perché sei troppo buono?
ANNA, ok, credo di aver capito la questione, ma il punto non è perdonarti, o dover dimostrare qualcosa a te stessa. E’ scegliere, consapevolmente. Personalmente sono contenta di sentirti dire che hai passato una bella nottata. E tutto il resto, invece, è fumo… sai perché? perché c’è l’orgoglio che cozza anche con l’istinto. L’istinto ti ha fatto cogliere un’occasione che avevi voglia di cogliere, l’orgoglio ti dice: no, non avrei dovuto, perché ho deciso di non cascarci più.
Ma davvero, più ti leggo, e più i tuoi pensieri razionali mi sembrano più legati ad una questione di principio, a una condotta che hai deciso di mantenere, che a quello che senti davvero.
Attenzione: è chiaro che senti anche che non vuoi farti prendere in giro da Ken, o dai suoi simili kenniferi che girano, che vuoi un uomo che ti piaccia e ti rispetti (il che mi sembra ottimo e sacrosanto), però a me pare che quanto è successo non lo escluda. Perché tu quando hai scelto di andare hai scelto pensando: IO VOGLIO, talmente tanto chiaramente che pare che tu sia andata lì con il teletrasporto. Ma non era il teletrasporto dell’inettitudine.
Perché non provi davvero a dirti che questo teletrasporto non era incapacità di volontà, blackout della volontà di avere rispetto per te stessa, ma era bensì volontà bella e buona?
Volontà bella e buona di passare delle ore con uno che ti piace.
Non hai tradito proprio niente di te, a mio parere (e a parte che questa faccenda del perdono è assurda… non siamo a scuola, non ci sono esami in cui prendere un voto, questa è la vita), hai seguito te. E forse, sai, ti posso dire? Non la tua sete di amore che non sa quello che ha davanti e ci casca, ma la tua sete di passione, emozioni, consapevole, e basta.
Se continui a vederti come una canna al vento, che si fa rubare le caramelle dai ken del mondo rischi di non renderti conto quando le cose invece le fai per tua volontà, bella chiara, concisa, diretta. Diretta com’è la passione.
Certo che in te ci sono mille parti, come
in tutti noi. E’ chiaro che sarai anche una donna assetata d’amore, e che non vuoi farti pigliare in giro. Ma se tu fai una cosa perché ti va di farla, e ti piace pure, e la descrivi anche come un’esperienza piacevole, la presa in giro dov’è?
Sei più libera di quello che credi, anche dalle trame dei vari ken, purché tu ti renda conto che non sei una canna al vento, ma sei una donna che sceglie.
Paradossalmente forse sei stata più forte nel momento in cui hai deciso di andare a casa sua perché ne avevi voglia, ti sei permessa di farlo, di quando dicevi di no non perché volevi dire no, ma perché dicendo sì ti pareva di dimostrarti debole. Debole con te stessa. Sei stata più libera in quella notte di adesso che ti martelli di sensi di colpa verso te stessa, e il tuo codice di protezione. Non identificarti con chi eri, scopri chi sei adesso.
Comunque non è vero che ogni lasciata è persa: sono perse le cose che lasciamo quando non ci ascoltiamo veramente. La questione non è di vivere tutto, ma di vivere ciò che vogliamo.
SUNY: hai descritto una cosa bella, delle sensazioni belle che hai provato, hai descritto la vita! La vita che non si è fermata, l’apertura rispetto la chiusura, la curiosità rispetto alla speculazione interiore castrante e assassina delle emozioni.
Per chiusura intendo quella in cui il dolore ti aveva posto, com’è anche naturale che sia. Ma poi la voglia di vita apre le porte. e meno male!!! Hai descritto la tua guarigione, il tuo ritorno accanto a te e dentro di te.
Le sensazioni non sono nè buone nè cattive, sono sensazioni e basta. Puoi sparare loro addosso, ma non muoiono. Si paralizzano, questo sì. Poi, se le porti in tribunale, ci metti di mezzo la pubblica accusa (il super io, con tanto di parruccone), se ti dici che stare bene è una colpa, chissà come mai stai male, ah?
Come puoi portare la felicità agli altri se non ti occupi della tua? Come puoi sorridere se ti detesti perché sorridi fuori da uno schema preciso, che, tra l’altro, è cambiato sotto i tuoi occhi, ha assunto via via regole differenti?
Come puoi sapere quello che provi se sapere quello che provi ti spaventa al punto che metti gli argini a quello che senti?
le impostazioni di default sono le tue, non quelle degli altri. Se resetti il sistemi trovi suny, con quello che vuole lei, non la Suny di sei mesi fa (o quel che è, non mi ricordo bene), non quella di tre anni fa, non quella di 20 anni fa… no, neanche quella di domani. Trovi la Suny di oggi, con quello che desidera oggi. A volte in controtendenza? può darsi. Liberati dal giudizio, dal senso di colpa, dall’idea che dipenda solo da te rendere felici gli altri, che sia tu a dover tenere sotto controllo la situazione.
entra dentro alle tue sensazioni, alla tua sincerità.
Non cascherà il mondo.
Non è cascato mesi fa, quando di colpo ti sei ritrovata catapultata in una vita diversa, e non cadrà oggi.
E comunque non c’è altro che possiamo fare se non ascoltarci.
vaff…. all’amore
Essi’, Luna, dici cose tanto vere…
Sono una donna orgogliosa, dopo “la catastrofe” lo sono diventata ancor piu’…
Ho paura di rimanere dentro con il cuore in queste vicende di passione e basta.
Ho solo tanta paura…nn di “perdere” chi nn ho avuto mai, ma di perdere me, un ‘altra volta.
Anzi…e’ ancora qualcosa di diverso…in fondo, nn e’ nemmeno “paura” perche’ sono conscia di nn poter venire “distrutta” da una faccenda cosi’…e’ che la vecchia ferita e’ ancora li’ a ricordarmi la mia profonda sconfitta.
Ed io nn voglio perdere piu’.
Cavolo…che casino 🙁
10 anni fa, a pari condizioni, avrei gestito il “gioco” con abilita’ da maestri…come ci cambia questa vita!
Bacio a tutte
Gianfi: anche no!!! 😀
ANNA: cara Anna, grazie perché in questo confronto mi aiuti a riflettere… già, come si cambia… la scoperta della fragilità e della sofferenza non piace a nessuno… e travolge tutti.
e ci si divide allora in un prima e un dopo il fattaccio o i fattacci. Se il dramma, grande o piccolo che sia, è interiorizzato, ma non rielaborato, è un casino. Il cambiamento non è più un’evoluzione. Anche se tutti noi cambiamo sempre, EVOLVIAMO, da quando abbiamo fatto “ueeee ueeee” nella culla la prima volta 😉
che sconvolgimento la scoperta di non essere invincibili, di essere intelligenti, ma di essersi fatti fregare lo stesso, a volte di aprire la porta al nemico, a volte solo di non aver saputo difendere il proprio bene… di non aver avuto il completo controllo della situazione (ma il controllo completo non esiste quando ci sono di mezzo gli altri, esiste solo il sapersi bilanciare bene per non delegare, in toto, il controllo agli altri, e saper prendere la porta quando il gioco, chiamiamolo così, non vale più la candela… si chiama istinto di sopravvivenza, credo, o forse solo equilibrato amore per se stessi… si chiama scelta).
c’è chi quando incontra un bugiardo, o quando l’amore gli ha fatto male, si sente vittima, per tutta la vita.
pensa che il destino sia un fatto talmente bastardo e incontrollabile che tanto vale farsi trasportare dal vento, perché a quel vento è impossibile opporsi attraverso la propria buona fede e la propria buona, persino ottima, volontà. Non esiste applicazione che tenga. Ho bisogno d’amore, ma tanto mi arrivano solo schiaffoni… E così, senza rendersene conto, interiorizzando questa idea, continua a delegare all’esterno la propria vita.
c’è chi, invece, si accusa di non essere stato abbastanza in gamba (come dire: eppure, caspita, PRIMA non ero uno/una in gamba io?) per aver saputo cogliere le bugie di un/una bugiardo/a, il tradimento di un traditore (evito le // ma intendo tutto unisex ;), le manipolazioni di un manipolatore, i prodotti scadenti e scaduti di un venditore tanto abile nelle parole quanto imbroglione…
cosa sarà stato? un bisogno d’affetto talmente patetico da diventare ciechi?
e allora si autoaccusa, di non aver saputo avere i confini abbastanza tenaci, quelli che coprono il deteriorarsi dell’interiorità del cuore, quelli che dovrebbero proteggere il “nucleo” dai terremoti della vita. Ci si accusa e ci si dice: senti, mai più, hai capito, mai più? mi hai già deluso una volta, come posso più fidarmi di te? D’ora in poi ti terrò sotto stretta sorveglianza, perché tu non combini altre cavolate (per dirla leggera, ndr).
Ed è più “grave” dirlo dentro di sè, a se stessi, che dirlo a qualcun altro.
In realtà penso che nei problemi di cuore, o in quei problemi che sembrano centrare con il cuore, ma in cui alla fine, purtroppo, persino l’amore inizia a centrare solo fino ad un certo punto (e si chiamano spesso problemi di prevaricazione, violenza, manipolazione, dipendenza,
e chi ne ha, purtroppo, più ne metta) questi due atteggiamenti, queste percezioni di sè e del (male) vissuto, convivano, insieme a tanti altri aspetti, facendo spesso a botte gli uni con gli altri.
Però c’è probabilmente anche una tendenza interiore a far prevalere un aspetto sull’altro, a seconda della base che si ha.
Saper imporsi delle cose, nella vita, a volte è necessario, per non andare alla deriva, perché la libertà non diventi anarchia (sto pensando a quando mi imponevo di studiare, mentre avrei voluto andare in giro…), perché qualcosa ci porterebbe a soffrire avanti in una situazione, ma l’istinto ci salva, ma per salvarci ha bisogno anche delle braccia forti della ragione.
A volte bisogna anche sapersi rimproverare. Ma il punto è non arrivare a cazziarsi dalla mattina alla sera. E ricordarsi che volersi bene, ma bene davvero, rimane la prima cosa.
Se ti vuoi bene davvero, se ti bilanci, se sai riconoscere davvero cosa ti fa stare bene e cosa ti fa stare male, se ti ascolti, forse di cazziarsi ci sarà sempre meno bisogno?