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Il mondo è un posto così crudele

No , non è una lettera rivolta a voi per chiedere consigli .. no , è uno sfogo. Può sembrare banale, scontato , ma il mondo  è un posto così crudele. Gente che si suicida per bullismo, che non trova nel prossimo conforto , che non trova aspirazioni di vita perché la realtà che li circonda è gretta e malata.

Vorrei  fare qualcosa… io non sono un santo , anche io sbaglio,  ma porca puttana io non derido un uomo con un handicap o non prendo per il culo un ragazzo morto suicida durante il suo funerale. Per non parlare di quei signori che vendono la droga , spacciano … ma non si rendono  conto che la vita li ha già abbandonati … non se ne rendono conto?

Mi auguro che voi viviate nell’onestá e con l’idea di rendere un mondo un posto migliore. Ciao…

Prometeo

Lettera pubblicata il 15 Aprile 2018. L'autore ha condiviso 34 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 6 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Sai, io sono giunta alla conclusione che esistono solo due alternative: la buona fede e la cattiva fede. Al centro, purtroppo, ci sono le macerie. La mia determinazione non nasce dal caso, ma da quello che ho potuto constatare con i miei occhi. Per cui sono molto serena. Tra l’altro io non ho mai lucrato su qualcosa che non mi convinceva fino in fondo e ancora sto a spasso. Per dire. Allora io dico questo: se mi sono chiare le condizioni che rendono possibili determinati fenomeni, mo’ ci vuole, perché devo mettermi a fare il fenomeno? Per imbrogliare le acque. O per cos’altro? Non mi metto apposto la coscienza esaltando la vanità (che a parole magari condanno perché in cuor mio so che parliamo di ben altro), l’ambizione, ecc. Mi creo degli autoinganni perché ho bisogno del famoso Grillo Parlante, una coscienza separata, che, quando mi dice bene ,coincide con la coscienza collettiva. Quando mi dice bene. Perché non mi basta. E io ne ho conosciute di persone ragionavano in questo modo. Con questo dispotismo.

  2. 2
    Rossella -

    Ma ne ho conosciuto tante altre (veramente tante) che hanno messo da parte i deliri di onnipotenza, accettando la realtà, e hanno scelto di non vivere con rassegnazione una vita che mitigava la forza delle passioni brutali che avrebbero voluto esprimere per essere artefici del proprio destino. Persone intellettualmente oneste, legate ai valori del buon vivere e non alla lotta per la sopravvivenza a scapito di donne ingenue (come lo sono stata io) e giovani in cerca di speranze. Questa smania si riflette inevitabilmente sulla società tutta. Ma quella rassegnazione di cui ho parlato ha per me un valore altissimo perché ci sono cose che non si capiscono mai fino infondo. Allora anche quest’umiltà. Umiltà che purtroppo manca.

  3. 3
    Sconvolto -

    Eh sì … fa proprio ca.... non c’è dubbio . Sembra di stare all’inferno. E’ tutto così falso, cattivo, triste, difficile, maledetto.

  4. 4
    white knight -

    E’ l’inferno ragazzi. No, nulla di dantesco. Quella era semplicemente un’allegoria. Il vero inferno, così come il vero male, derivano principalmente dalla mancanza di bene. Un po’ come nella termodinamica: il freddo non esiste, è semplicemente “mancanza di calore”. Mentre il buio è mancanza di luce. E perchè questo? Perchè l’umanità si è secolarizzata, relativizzata e ateizzata troppo (non scrivo i motivi per i quali si è secolarizzata perchè sono sempre i soliti e troppi).
    Non confondetemi per un chierichetto, non è quello il punto, anzi, prediligo altre religioni, più antiche e più popolate da diverse divinità, però un uomo e una donna non dovrebbero mai voltare le spalle ai propri dèi e alla propria spiritualità. Perchè il nostro spirito è un pezzetto di divinità in noi. Senza quello siamo solo macchine a controllo numerico (corpo=hardware; mente=software).

  5. 5
    Golem -

    Me cojoni! Hardware, software. Siamo computer secolarizzati, relativizzati e ateizzati. E io che credevo di essere solo “interizzato” (amala. L’Inter neh?). Sono d’accordo bianco cavaliero, è un momentaccio, ma dopo l’inferno arriva la primafera. È sempre così.

    Comunque, io credo, senza timore di sbagliare, che sull’appartenenza dello “spirito” il nostro Professor Yog -l’unica mente superiore di questo consesso dopo la Rossye – la pensi diversamente. A meno che quella divinità non si chiami Narda, appartenenza che peraltro condivido. Nella remota possibilità che anche tu ne riconoscessi quel valore divino, anzi divinaccia, troverai col lui spazio per le tue rimostranze.
    Una prece.

  6. 6
    Yog -

    E invece il waitnait ha ragione. Noi SIAMO macchine a controllo numerico. Il nostro genoma ricorda, drammaticamente, la macchina di Touring.
    E richiediamo di essere oliati spesso e q.b. con narda purissima.
    Poi, è chiaro, qualsiasi cosa sotto spirito è da rispettarsi fino all’ultimo pezzetto, e il detto latino “Narda poenultima dea” ha ancora oggi una sua forte validità, peraltro compatibile con i 7 Sacramenti di quell’altra Chiesa, il cui Magistero ha però preferito – per questioni cromatiche e incapacità enologica del tempo – bassi gradi alcolici e colore rosso sangue.

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