I “cacechisti” della sinistra
Adoro i politici di sinistra. Li adoro con la stessa intensità con cui si ammira un artista che, pur stonando ogni nota, continua a salire sul palco con convinzione. Sono i campioni dell’opposizione, i custodi del dissenso sterile, i paladini della retorica indignata. E invito con entusiasmo gli elettori di sinistra a continuare a votarli, con la stessa fedeltà con cui si rinnova l’abbonamento alla palestra che non si frequenta mai. Perché così facendo, ci garantiscono un futuro radioso: tre legislature di centrodestra senza ostacoli, senza opposizione credibile, senza fastidi. In questo contesto, il presidente della Campania Vincenzo De Luca ha fatto centro con un neologismo che merita il Nobel per la linguistica applicata: “cacechisti”. Un termine che fonde il catechista, predicatore di verità assolute, con l’atto fisiologico più liberatorio. I “cacechisti” sono quei moralisti da salotto, che si ergono a giudici supremi mentre diffondono falsità, indignazione prefabbricata e incitamento all’odio mascherato da virtù. Sono i professionisti della nausea ideologica, capaci di provocare stimoli intestinali con una sola dichiarazione. E proprio quando pensi che il loro repertorio si sia esaurito, arriva Genova. Il Consiglio comunale della città ligure è stato recentemente il palcoscenico di una tragicommedia che nemmeno Ionesco avrebbe osato scrivere. Tutto è iniziato con la proposta di un minuto di silenzio per Charlie Kirk, attivista conservatore ucciso negli Stati Uniti “dagli antifascisti”. La maggioranza ha rifiutato, e i consiglieri di centrodestra hanno esposto cartelli con lo slogan “Prove me wrong”, un invito alla riflessione, o alla rissa, a seconda del livello culturale dell’interlocutore. Ma il momento più grottesco è arrivato con le parole del consigliere PD Claudio Chiarotti, che ha dichiarato: “Vi abbiamo già appeso per i piedi una volta”. Un riferimento diretto all’impiccagione di Mussolini, pronunciato in aula, davanti a colleghi e cittadini. Un’espressione che svilisce il dibattito democratico, trasforma l’aula consiliare in un bar sport ideologico, e conferma che la sinistra non ha più nemmeno il senso del limite. (Ma questa non è una novità. L’elezione della Salis al Parlamento Europeo era solo la penultima trovata circense della sinistra, ma tra pochi giorni mi auguro che arrivi la resa dei conti anche lì!) La sindaca Silvia Salis, tra una fetta di torta e l’altra, (la seduta era stata interrotta per il suo compleanno), ha preso le distanze. L’opposizione ha chiesto le dimissioni di Chiarotti, mentre la maggioranza (di sinistra) ha cercato di minimizzare. Il tutto condito da una arroganza istituzionale che farebbe arrossire anche il più navigato burocrate sovietico. A questo punto, non si può ignorare ciò che le neuroscienze ci suggeriscono. Studi condotti da Kanai, Amodio e altri ricercatori hanno evidenziato che i progressisti tendono ad avere una corteccia cingolata anteriore più sviluppata, associata apparentemente alla flessibilità cognitiva e alla gestione del conflitto. Tradotto: apparentemente maggiore apertura mentale, ma in realtà instabilità, indecisione e tendenza al relativismo paralizzante. I conservatori, invece, mostrano una amigdala più attiva, legata alla percezione del rischio, alla protezione dell’ordine e alla risposta alle minacce. Tradotto: maggiore coerenza, pragmatismo, e capacità di difendere valori stabili anche sotto pressione e l’on. Meloni ne è l’emblema vivente! Queste differenze morfologiche parlano da sole e soprattutto spiegano perché certi comportamenti si ripetono. E i “cacechisti” continuano a predicare mentre perdono consenso, mentre il centrodestra, con meno parole, più fatti e più nervi saldi governa! In fondo, il vero motore del successo del centrodestra è proprio la sinistra. Con i suoi “cacechisti”, le sue frasi shock, le sue battaglie ideologiche scollegate dalla realtà, la sinistra offre al centrodestra un terreno politico vincente per almeno tre legislature! E per questo, li adoriamo. Perché senza di loro, governare sarebbe molto più difficile. Sono il miglior alleato che non si può comprare: l’opposizione che si auto-sabota!
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