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Guerra all’ISIS?

Gentile Direttore, le chiedo cortesemente di pubblicare questa mie considerazioni sulla questione ISIS (o, come viene chiamato da alcuni giorni, DAESH).

Bombardare città e villaggi controllati dall’ISIS, facendo strage di civili che con lo Stato Islamico spesso non hanno nulla a che fare se non subirne l’occupazione militare, sarebbe come bombardare Palermo o tutta la Sicilia per colpire la mafia. Esattamente la stessa cosa.

Chi è convinto non resti altro da fare se non una guerra, dovrebbe scendere in piazza a chiedere di inviare nostre truppe di terra ad affiancare i valorosi Curdi Peshmerga (di religione islamica, tanto per precisare….), attualmente gli unici, o quasi, a sacrificarsi sul campo.

Noi, “Italiani brava gente”, in passato ne abbiamo fatte per i porci (guerre colonialiste, Prima e Seconda Guerra Mondiale)…..forse stavolta potremmo fare una cosa utile e giusta.

FORSE….perchè i precedenti (Iraq e Afghanistan) non inducono affatto all’ottimismo…

Le guerre sono sempre e comunque delle bruttissime bestie. E quasi mai risolvono i problemi.

La situazione è incredibilmente difficile e complicata e penso abbia ragione Gianluca Di Feo a concludere il suo illuminante articolo al riguardo (ultimo numero de L’Espresso) scrivendo: “Non ci sono terapie semplici, non basta bombardare e persino la sconfitta dell’esercito dell’ISIS potrebbe non essere risolutiva. La sua forza è in un’idea, le radici del suo successo affondano negli errori dell’Occidente. È questo il suo potere invisibile. Che richiede tante azioni convergenti, lunghe e costose, politiche, economiche, diplomatiche, militari. Una sfida che nessuno ha ancora lanciato”.

Grazie, cordiali saluti, Lorenzo Bolomini, VR, 3477661618

Lettera pubblicata il 27 Novembre 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Mondo - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Rossella -

    La posizione della Francia mi sembra giusta nella misura in cui la crisi europea potrebbe accendere nel mondo focolai di guerra nati sulle ceneri di movimenti d’indipendenza. Non sono decisioni facili da prendere, questo è vero… a maggior ragione il dibattito sul terrorismo di matrice islamica dovrebbe lasciare il posto alle notizie di politica interna ed estera. L’antipolitica in questa fase ha la funzione di sedare i movimenti nazionalistici nel mondo europeo ed extraeuropeo.

  2. 2
    Golem -

    Lorenzo, ammirevole il tuo slancio, ma tu ragioni con la coscienza occidentale. L’Islam moderato non esiste. Esiste quello violento e quello NON violento, ma se un mussulmano dovesse scegliere tra un califfato islamico e una democrazia occidentale, sceglierebbe il califfato, contaci. Noi per loro siamo e resteremo sempre infedeli e per questo il nostro destino è quello di convertirci o morire. Non ci sarà MAI dialogo. Ci riuscì solo Federico II in Sicilia 800 anni fa, ma per poco. A quell’epoca noi vivevamo il Medioevo e loro il massimo splendore. Oggi è il contrario. È l’Islam ad essere in pieno Medioevo.

  3. 3
    Prometeo -

    Io non sono d’accordo con l’affermazione , sebbene intelligente, di Golem.
    Secondo me l’ISLAM moderato , come tutte le religioni “moderne”,esiste ed è tangibile nei piccoli gesti della nostra società ( amicizie , testimonianze, credenze).
    Certo, esiste la sua parte radicalizzata (Isis) ma, io credo che quest’ultima si può sconfiggere solo mettendo in parallelo un’azione offensiva e un’azione di “tolleranza”.

    con la prima , si sconfigge l’islam radicalizzato ( e non solo l’isis) sul campo, con la seconda si apre la cultura di tutti i popoli: Si prepara il popolo a diventare sempre più COSMOPOLITA.

    Prometeo

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