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Gli asociali

Teorie psicologiche, esperti di sociologia, studiosi di scienze sociali parlano di omosessualità, di ambivalenza, di perversioni sociali, di misantropia. L’asociale non può e non deve esistere, lo si identifica nel timido nelle migliori delle ipotesi, altrimenti nello zimbello del gruppo, nel fobico, nello strambo, nel complessato, in quello da disprezzare. Il gruppo e la società vengono posti velatamente come ordine imperativo per ognuno: le teorie sociologiche parlano di amori e relazioni doverose già ai tempi dell’asilo. Come accennato da qualche sfortunata collega di forum, a scuola ti impongono le relazioni con la forza punendoti col maniaco di turno o imponendoti il costume da bagno o lo spogliatoio collettivo. Lo zimbello di turno che obbedisce prima alla propria natura, spesso assolutamente innocua per gli altri, non riesce e non può accettare certe tendenze, di per sè molto meno innocue della sua stessa natura.Il 90% degli insegnanti esorta alla socializzazione come primo dovere umano in una scuola dove la maggior parte di libri di educazione civica prevista sulla carta non viene mai aperta durante le lezioni,così come il diritto è materia obbligatoria solo per gli istituti tecnici e qualche sperimentazione,ma ai miei tempi non nel prestigiosissimo liceo. Già da piccolo ti inculcano l’idea che il gruppo e le tendenze contano più delle regole, delle idee e del rispetto, ovunque si parla di educazione sessuale molto più in ambito sociale che scientifico. A scuola come nel lavoro se ti isoli ti dicono che sei malato, devi farti problemi di coscienza e il primo contatto che ti impongono in modo più o meno velato è quello fisico/sessuale,mascherato sotto forma di scherzo, di prassi di gruppo, di confidenze innocue tra persone dello stesso sesso, di letture/riviste osè. Sembrerebbe che non esiste vita sociale senza sesso: esiste qualcuno che non si è mai beccato mani addosso da compagni o colleghi o capi? Molti apertamente dicono di no per partito preso ma alla prima occasione li vedi anche loro nelle stesse situazioni. Sesso come confidenza o come autorità e,più in generale, come modo di mettersi in relazione. Il rifiuto è definito come complesso, fobia, vergogna di qualcosa d’impuro. Se nessuno l’ha già fatto lo faccio io:f ondo la categoria degli asociali, ossia di coloro che per natura interiore si trovano bene all’interno della propria sfera, filtrando al massimo le relazioni sociali nel massimo rispetto degli altri. Si tratta di porre come primo obiettivo il rispetto e non le relazioni. La socializzazione in una società che deve ancora maturare tantissimo porta ad esaltare come relazione fondamentale il sesso e il potere con le drammatiche conseguenze note a tutte: molestie, abusi, sconcerie. L’intelligenza porta a mettersi in relazione quel tanto che basta per vivere in serenità. I più grandi geni della storia hanno tendenze asociali: non sono diventati capi nè hanno seguito i capi, non sono mai brillati per aspetto e posizione sociale ma hanno lasciato qualcosa di molto più profondo. Lo stesso Gesù Cristo era una sorta di asociale, diverso dagli altri e lontano dal mondo dei capi e del sesso, era angelo e non diavolo. Tra i diavoli ci mettiamo caporioni, maniaci, stupratori, arroganti, prepotenti, sfruttatori, tutte persone che cercano relazioni sociali per trarne ingiusto profitto. Molti eremiti, invece, sono diventati santi. Un profondissimo elogio a tutti coloro che vogliono stare tranquilli nell’ombra, vivendo nel profondo rispetto delle regole e degli altri ignorando tendenze e prassi sociali, coltivando la massima intelligenza allontanandosi da boria, futilità e bullismo. C’è il paradiso per i santi e l’inferno per i diavoli, ma ci sarà pure un mondo per gli asociali all’insegna della tranquillità e della purezza.

Lettera pubblicata il 24 Settembre 2007. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 56 commenti

Pagine: 1 2 3 6

  1. 1
    enrico -

    gia’…. :”(

  2. 2
    Koenig4 -

    Appartengo a questa nuova categoria di diritto visto che sono una persona Introversa. 🙂 Un caro saluto.

  3. 3
    asociale -

    l’asociale porta un fardello.
    essere asociali è uno schifo, fondamentalmente.
    è vero, grandi geni sono stati asociali, ma chissà quanto hanno sofferto per questa loro condizione. chissà, magari se ne avessero avuto la possibilità avrebbero barattato la loro asocialità e intelligenza per essere accettati dagli altri e vivere una vita normale.

  4. 4
    asociale orgoglioso -

    devo dire che mi ritrovo profondamente nella descrizione di strazio, e pensare che ritenevo la mia una malattia rara; forse è più comune di quanto pensassi…

  5. 5
    androide -

    Anche dopo anni dal post, non posso esimermi dal commentare, anche se solo con due righe:
    Anche se è paradossale penso che se si riuscisse tutti ad essere più asociali, nel modo in cui tu descrivi, saremmo in una società migliore. Rispetto e Integrità prima di tutto. Sono iscritto al “partito” anche io.
    Grande stima per lei.

  6. 6
    asociale acquisita -

    La società stessa anche dei gg nostri porta ad essere asociali. C’é chi si trova bene in mezzo a una folla…ce chi invece come nel mio caso si trova meglio in un posto lontano dalla gente. In una società di apparenza, ipocrisia, cattiveria, dove non si rispetta nè la natura nè il prossimo. Più conosco gli umani più preferisco gli animali.

  7. 7
    Solo come un cane -

    Voglio rivisitare la tua citazione: “Ci sarà pure un mondo per gli asociali all’insegna della tranquillità e della purezza.”.
    È sicuramente la frase che può colpire di più in questo testo, almeno per me che mi ci ritrovo completamente. Secondo me noi asociali siamo degli emarginati perchè il mondo non è ancora pronto a comprenderci, al contrario ci respinge. Essere asociale comporta la perdita dei tuoi legami sociali più importanti e ti lascia vivere in una tremenda tristezza. Ti ringrazio per il testo!

  8. 8
    miria -

    Io sono asociale…da sempre, credo, il fatto è che più passa il tempo e meno riesco a stare “in gruppo” anche solo per poche ore…devo preoccuparmi?

  9. 9
    eremita -

    Io credo che la natura aiuti l’uomo a ritrovare se stesso. E’difficile trovare le vere amicizie, se non per interesse o altro scopo. Però quando la vita ci mette alla prova dopo un terremoto o quando si ha un brutto male, si diventa più umili e tutti alla pari.

  10. 10
    Alberto -

    ciao a tutti…sono belle parole quelle dette qui sopra,io ho cominciato a allontanarmi dalla routine e dalla gente dopo piccoli casini combinati da ragazzo e ad influire si e aggiunto il posto tranquillo fuori citta’ dove abito! quando scendo in centro in mezzo alla gente mi sento stressato,penso a quello che potrebbero pensare loro appena mi vedono,mi sento osservato! pero’ anche se a volte la cosa mi butta un po’ giu’ altre volte mi sento piu intelligente perche seguo un percorso tutto mio e per ribellione mi sento come un lupo solitario in mezzo a un branco di pecore che giudicano e scartano per partito preso!!! avere una donna fa tanto comunque!!! senza dubbio,ma essendo ascociali faremo fatica doppia ad approciare! vorrei conoscere e chiaccherare con gente che la pensasse come me,davanti a una bel bicchiere di birra e riderci sopra a ste cose!!! uff grazie gente,non preoccupatevi comunque,siamo speciali cosi!

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