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Frammentate emozioni…

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Lettera pubblicata il 23 Ottobre 2015. L'autore ha condiviso 7 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 21
    Cristiane -

    Golden scrivo perché lo faccio fin da piccola…. lo potrei fare su un diario ma rimarrebbero solo mie… dato che vivo in un mondo fatto di innumerevoli individui voglio condividerlo con la consapevolezza che a molti può non piacere ma piace a me quello che esprimo e può piacere ad altri poche persone poco sani di mente come me… Non c’è nulla di tanto semplice… daltronde esiste individuo senza una sola problematica interiore? Essere qui o non esserlo a scrivere di se stessi non cambia assolutamente nulla… per me la scrittura è una terapia personale che mi fa conoscere interiormente… il canto mi aiuta a svuotare ogni cosa di negativo amplificando quelle positive sempre condividendo le mie covers nessuno mi viene a dire che se le pubblico vuol dire che ho qualche problema ma si soffermano sulla voce ed a ciò che a loro può piacere…. se mi isolo allora si che è un problema serio… vuol dire che non affronto nulla di me stessa… tutto qui… ciao

  2. 22
    Cristiane -

    Ciao Rossana
    La penso proprio come…

  3. 23
    maria grazia -

    Golden è proprio azzeccato! qui abbiamo di fronte davvero L’ UOMO D’ ORO;) ( che è diverso da “cuore d’ oro” ) . e infatti, proprio come il preziosissimo metallo, uno come lui si trova RARAMENTE..
    per quanto mi riguarda, LUI si riconferma come L’ IMPAREGGIABILE. Mi spiace per tutti gli altri..
    Nel “confronto”, stavolta “lo stronzo” ha perso. e pure alla grande! e che ci volete fare.. succede sempre così, quando dall’ altra parte non c’è il solito dozzinale zerbino, ma un tizio con due palle quadre!

    Golem, qui ci sta, dai! 🙂

    https://www.youtube.com/watch?v=6D1nK7q2i8I

  4. 24
    rossana -

    Cristiane,
    sembra che usare “entrambi i canali” e comprenderli entrambi sia una caratteristica di pochi… lieta, quindi, di farne parte, pur sapendo distinguere quando e come applicare uno dei due o tutti e due contemporaneamente…

  5. 25
    Golem -

    Golden mi piace però.. Ciao

  6. 26
    maria grazia -

    a proposito dei “due canali”, ora qui ci stava bene una delle tipiche freddure del nostro mitico Gaudente!

    scherzi a parte, penso che sia una contraddizione in termini affermare che l’ irrazionalità ha una parte importante nella vita amorosa ed emotiva di una donna, e poi subito dopo dire che “bisogna sapere sempre quando poter usare l’ uno o l’ altro canale, o tutte e due contemporaneamente”. scusate, ma a questo punto se io devo “dosare” le due dimensioni a seconda della persona e della situazione che ho davanti, a quel punto sto RAZIONALIZZANDO. O, se preferite, mi sto CONSAPEVOLMENTE RINCOGLIONENDO.. o mi sbaglio ?? non so… ma mi sfugge qualcosa! ..

    abbandonarsi alle emozioni, per quello che ne so, vuol proprio dire non fare NESSUN CALCOLO, e quindi buttarsi alla cieca verso una persona o una situazione senza vagliarne preliminarmente i pro e i contro.
    per il resto, E’ ASSOLUTAMENTE OVVIO che un rapporto d’ amore è fatto sia di una parte razionale ( stima, rispetto, apprezzamento, reciprocità ) sia di una parte irrazionale ( passione, istintività ). Se manca questo secondo aspetto, siamo di fronte a una semplice amicizia platonica. se manca il primo aspetto, siamo di fronte a una sola cosa: una botta ormonale. niente in contrario a chi se la vuole COMUNQUE vivere, l’ importante è essere CONSAPEVOLI di quello che in quel caso si sta vivendo. perchè le botte ormonali sono uguali PER TUTTE le donne. non ci sono quelle più “edificanti di altre”.

  7. 27
    Cristiane -

    Rossana 🙂 grazie dei tuoi pensieri!!!

  8. 28
    Cristiane -

    Io penso Maria che bisogna analizzare se stessi per capire come interpretiamo le cose che ci circondano e viviamo… è inutile che sto a spiegare il mio punto di vista, posso comprenderlo soltanto io perché lo vivo in prima persona… la razionalità è la voce che manca all’irrazionalità che va interpretata… l’ esempio di un pittore che da forma al suo mondo interiore razionalizzandolo con delle immagini visive ed interpretative… per me è questa la razionalità… perché la vivo in questo modo e non perché debba valere per tutti come verità assoluta…. se ad esempio un verme è cieco e sa dell’inesistenza della luce e poi arrivo io affermando che si sta sbagliando perché realmente la vedo chi ha ragione? Entrambi perché io posso vedere la luce e dire che esiste attraverso un canale che mi permette di verificarlo ma il verme non lo sta usando ed è condizionato da un suo limite a non poterlo constatare…. possibilmente noi che ci convinciamo di vedere ciò che identifichiamo luce è altro ma non possiamo verificarlo se non usiamo altri canali per poterlo interpretare… la vita alla fin fine è tutto questo… e la razionalità per me è la voce della parte irrazionale ed ovviamente se la interpretiamo con dei limiti il mondo che possiamo solo sentire od intuire possiamo solo comprendere ciò che ci siamo imposti di sapere….
    Io la penso così…..

  9. 29
    Golem -

    “ma a questo punto se io devo “dosare” le due dimensioni a seconda della persona e della situazione che ho davanti, a quel punto sto RAZIONALIZZANDO”

    È talmente evidente che non sarebbe neppure il caso di sottolinearlo.

  10. 30
    maria grazia -

    Cristiane,
    non ho avuto modo di risponderti prima, ma ho pensato e ripensato al tuo commento n. 28, che secondo me è davvero eccezionale e mette il focus su tutta l’ intera questione. Il problema principale è appunto questo: riuscire a far sì che l’ altro veda con i nostri stessi occhi, capisca ciò che NOI proviamo, riesca a sentire ciò che NOI sentiamo. per me è stata sempre questa la difficoltà maggiore che ho incontrato in ogni rapporto: far sì che l’ altro si mettesse nei miei panni, che si sforzassi di VEDERMI come io mi sforzavo di VEDERE LUI. Non si trattava semplicemente di riuscire a suscitare la sua attrazione nei miei confronti, ma è un discorso molto più profondo e molto più ad ampio raggio. tu accennavi a una sorta di “quadro” che andiamo delineando ogni volta che viviamo un’ esperienza. Se io dovessi paragonare a una tela dipinta le mie esperienze relazionali più significative, direi che l’ “immagine” che andava formandosi era pressapoco sempre la stessa: due figure mitologiche, due “icone” dell’ immaginario collettivo che si vanno “scontrando”, ognuna cercando di prevalere, ognuna cercando di “vincere” nella sua battaglia “epica” riuscendo a far emergere il suo messaggio, il suo verbo e la sua presenza. Ma, alla fine, nessuno dei due vince, nessuno dei due emerge. ma invece entrambe le figure, bloccate dall’ impossibilitè di venirsi incontro, finiscono per sprofondare nel buio e nel freddo assoluto dell’ oblio, in una specie di “burrone” immaginario oscuro e profondissimo, a cui sono destinate le anime “sole”, e tutti quegli “amori” che non nasceranno mai a causa dell’ umano egoismo, o della pigrizia, o dell’ ottusità delle persone. un pò come quei bambini che non verranno mai al mondo perchè si è preferito abortirli. un pò come una rosa calpestata da piedi fangosi e cattivi.

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