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La fine di un’amicizia speciale

Salve a tutti,  ho deciso di scrivere su un evento che mi ha turbata parecchio.

Premessa: Attualmente vivo in una città del nord Italia, ma vengo da un piccolo paese del sud che, ahimè, ho lasciato con molto dispiacere circa due anni fa. Non mi trovo per niente bene qua, la gente è troppo fredda e sebbene io ci abbia provato e riprovato non riesco ad integrarmi. Questi primi due anni di scuola superiore sono stati un inferno per me. Cercavo di farmi accettare, proponevo di uscire alle mie compagne e loro non accettavano perché erano sempre e costantemente “impegnate” in altre cose (quando in realtà, spesso e volentieri, non mi chiamavano). Quelle poche volte in cui sono uscita mi sentivo troppo a disagio, parlavano di affari loro, di storie che io non potevo sapere perché non conoscevo le persone di cui stavano parlando ecc… Mi stavano antipatiche così tanto che durante quest’anno scolastico ho deciso di smetterla di “intromettermi” negli affari loro, di non stargli più dietro e di continuare, da sola, la mia strada. Alcune che credevo quasi amiche mi hanno delusa, quindi non aveva più senso andare dietro a loro. Insomma ho deciso di lasciare perdere e di non aprirmi troppo a nuove amicizie. Nonostante tutto ciò ho mantenuto le mie amicizie del mio paese e anzi, ne facevo sempre di nuove anche se non ero sempre lì. Sono rimasta molto attaccata al mio paese, lì c’è tutto il mio mondo..quello che mi sono creata negli ultimi anni, prima che me ne andassi. Io e miei amici siamo rimasti sempre in contatto anche se per adesso non li sento più come prima. In ogni caso, è da settembre 2016 che scendo 5 volte l’anno: ponte dei morti, natale, carnevale, pasqua e estate. Di solito scendo da sola perché i miei genitori lavorano.. 

Tutto è cominciato il 10 febbraio di quest’anno. Quel giorno arrivai nella città in cui studiano i miei amici, non molto lontana dal mio paese. Tutti erano in gita sulla neve, solamente lei rimase ed andò a scuola.. così mi chiese di aspettarla per tornare a casa insieme. Feci colazione e aspettai che la mia amica uscisse da scuola. Non appena la incontrai, iniziammo a passeggiare, mi fece vedere la sua scuola (quella che avrei dovuto frequentare io) e mentre eravamo al viale incontrammo alcuni suoi compagni classe tra cui un ragazzo che conoscevo. Io e Luca ci siamo conosciuti durante la gita di terza media, eravamo seduti vicini nell’autobus. In quella settimana abbiamo parlato molto. Siamo rimasti in contatto anche nei mesi successivi tant’è vero che lui è stato il primo a sapere del mio trasferimento al nord. Verso la metà di gennaio avevamo riniziato a scriverci quasi tutti i giorni e quando mi ha vista al viale mi ha abbracciata fortissimo, come se le fossi  mancata veramente tanto. Io sono rimasta sorpresa, perché non me l’aspettavo proprio per niente. Dopo averli salutati siamo andate a prendere l’autobus. Era sabato e quindi questa mia amica mi ha proposto di passare la serata nel paese dei ragazzi che avevamo incontrato al viale, dove c’erano i carri carnevaleschi. Dato che Luca insistette parecchio, accettai. La sera partimmo in macchina con un’altra amica. Una volta arrivate vidi Luca con i suoi amici Marco e Daniele. Dopo qualche bicchiere di troppo, mi ritrovai sola con Luca, Marco e Daniele. Quella serata mi divertii come non mai. Dopo molto tempo fui finalmente felice di stringere un’amicizia. Quando rientrai a casa vidi che Luca creò un gruppo whatsapp con me e i suoi amici. Passammo tutta la settimana a massaggiarci, a parlare della bella serata. Poi aggiunse un altro ragazzo, Michele. Il sabato successivo dato che c’erano ancora i carri, ritornai da loro. Fu una serata altrettanto bella ma ero un po’ triste perché l’indomani dovetti ripartire per il nord. Tornai più triste del solito, perché mi mancavano, tanto. Intanto programmavo il prossimo evento, il 24 marzo, il ballo di pasqua. Tra febbraio e marzo io e i ragazzi ci sentivamo ogni giorno sul gruppo. A volte Daniele insisteva sul fatto di sentirci a telefono, così iniziai a chiamarlo. C’erano volte in cui ci sentivamo anche per ore. Una sera facemmo una videochiamata mentre mangiavamo la pizza. Un’altra volta Luca mi fece uno scherzo telefonico. Insomma mi tenevano compagnia e mi facevano forza perché sapevano che il nord non mi piaceva. Eravamo in sintonia, mi facevano stare bene. La sera del ballo, però, non fu come mi aspettavo…io stetti con un altro mio amico e loro con i loro compagni di classe. Io ero un po’ brilla ma ricordo di averli salutati. Due giorni più tardi decisi di andarli a trovare. C’era anche Daniele che non era venuto al ballo. Quel giorno andammo in motorino in un altro paese. Al ritorno però io e Michele cademmo dal motore e io mi feci male alla mano. I ragazzi mi portarono in un luogo sicuro e mi disinfettarono la ferita. Dopo quel giorno erano piuttosto distaccati. Non scrivevano più sul gruppo come una volta, tant’è vero che dopo circa una settimana decisi di abbandonarlo. Io e Daniele non ci sentivamo più al telefono.. un giorni mi disse di smettere di chiamarlo perché gli dava fastidio e non voleva fare torto alla sua ragazza anche se eravamo solamente amici. Prima della fine delle vacanze di pasqua volevo salutare Luca, ma lui non voleva incontrarmi. Non so il perché. Nelle settimane successive ho provato a contattarli, anche se con meno frequenza. Non rispondevano quasi mai e se lo facevano, rispondevano freddamente. Tutto ciò fino a quando Daniele mi inviò un messaggio dicendo che loro non sono miei amici, dovevo smettere di cercarli e che provando a mettermi in contatto con loro li infastidivo e quindi vedevano tutto questo come una mancanza di rispetto. Io sono rimasta  delusa perché credevo fossero miei amici. Mi ero addirittura presa una cotta per Luca. 

Lettera pubblicata il 12 Giugno 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amicizia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Nel mezzogiorno d’Italia la vita di relazione della gente comune si svolge lontano dai clamori mondani e dagli intrighi dell’utile e questo non aiuta a vivere quel distacco dal mondo che serve all’uomo per trarre profitto dalla lotta contro il tempo; in compenso crea un ambiente nel quale si conservano quelle caratteristiche dell’umano che servono a tenere vivo lo spirito di unità nazionale. Il sud è sempre stato lo sfondo dell’agire dell’uomo che tende spontaneamente a proiettare i suoi stati d’animo sulle cose e a identificarsi in una massa informe, dalla quale comunica emozioni soggettive. Il nord e il sud non si possono sovrapporre, ci sono delle affinità che riguardano la tradizione. Infatti Pio X diceva che è amico del popolo chi difende la tradizione.Questo è l’unico punto in comune. L’innovazione e la rivoluzione dividono le nostre strade perché veniamo da storie diverse e,come hai potuto notare, non vogliamo le stesse cose.Io non potrei mai frequentare determinati ambienti…

  2. 2
    Rossella -

    perché ho assorbito valori (parità, ecc.)che non mi consentirebbero di sentirmi veramente libera senza tradire a mia volta. Cosa che non riuscirei a fare. Le resistenze si percepisce. La consapevolezza del corpo è un modo di vivere che non ha niente a che vedere con i facili costumi. Si vede che la donna è sofferente in quel momento, in quella situazione. Magari in un’altra epoca, proprio perché vivo il distacco dal mondo sarei stata in grado di vivere con filosofia la mancanza momentanea di argomenti convincenti per sconfiggere la potenza del desiderio maschile. Il progresso mi fa sentire ancora più costretta. Non mi ci sarei proprio vista in un determinato contesto accanto ad un uomo che non vive in odore di santità. Anche nelle amicizie, quando non vivi il sentimento d’amore vieni percepita come una rompiscatole perché il desiderio (di una sigaretta) è una cosa che passa e nessuno se la ricorda. Ma in altri casi il contrasto tempo-memoria porta a desiderare l’eternità…

  3. 3
    Esther -

    Va be’, ma si sa che le amicizie vanno “è” vengono: perciò esistono i ricambi.

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