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Doverismo e ruoli in amore

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Lettera pubblicata il 12 Marzo 2010. L'autore ha condiviso 37 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 27 commenti

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  1. 21
    key -

    …siano più adulti degli altri e che debbano necessariamente essere i separati di domani? O magari il lacerante dolore che hanno subìto non faccia desiderare loro di avere una famiglia stabile un domani?
    E siano magari più consapevoli degli altri, che danno tutto per scontato, ritenendo la coppia un nido da costruire per adagiarsi su di esso per poi trovarsi in casa qualcuno che non ci sopporta e che non tolleriamo. Consapevoli delle difficoltà della vita, perchè hanno già dovuto lottare sia da piccoli contro coloro che li giudicano fragili e sfortunati, problematici e diversi dagli altri.
    La famiglia è sacra ma l’individuo lo è ancor di più. E non è un elogio alla separazione il mio, nè tantomeno un tripudio al celibato.
    Ma non mi piacciono coloro che non si accorgono che le iversioni di tendenza della società sono causate dal tentativo, a volta maldestro, di adattarsi ai cambiamenti della società stessa. Ogni periodo storico è segnato dai progressi evolutivi dell’uomo e di conseguenza l’individuo cambia le sue abitudini. Nel cambiamento si fanno molti sbagli ma anch’essi sono dettati dall’evoluzione dal progresso. Le generazioni future avranno altre problematiche, altre tendenze, perchè la nostra è molto concentrata sulla produttività e sull’individualismo. Ma è un percorso che non possiamo ignorare generalizzando su famiglie distrutte e adolescenti impasticcati, diciamo allora che prima c’erano i padri padroni e i mariti dispotici, facciamo un bel pappone di luoghi comuni e non se ne parla più.

  2. 22
    Bimba -

    Non è amore nè quello del “doverismo”, nè quello che vediamo oggi.
    No, mi dispiace, non può essere amore quello delle coppie “aperte”, quello è un tentativo fallace a lungo termine di provare ad allungare l’innamoramento, come se fosse un chewin-gum da sfilare dal punto A al punto più lontano che si può. Ma, ahimè, l’innamoramento da che mondo è mondo non può essere eterno, nè tantomeno programmativamente e forzatamente allungato. Se alla limonata continui ad aggiungerci acqua, prima o poi la limonata sarà solo acqua sporca, non più limonata.
    L’amore è altro. L’amore è innanzittutto prendersi una responsabilità reciproca. Non la responsabilità di portare a casa i soldi o lavare le mutande, bensì la responsabilità ASSOLUTA dell’altro/a. Che poi non ci si riesca è più che palese, che uno si chieda “faccio fatica a badare a me, come faccio a prendermi un impiccio del genere?”..ecco, questo è non amare, l’amore ti cambia dentro spontaneamente, questo è sì, immaturità, è egoismo, è egocentrismo. L’amore presuppone “ragionare irrazionalmente” con un “noi”, non con il “tu” (quello è l’innamoramento, la contemplazione della figura amata che non prevede senso del possesso, ci si accontenta anche di uno sguardo, di un gesto effimero) anche a discapito e a sacrificio dell’ “io”. L’amore è qualcosa di profondo, che si coltiva insieme giorno dopo giorno, col dialogo certo ma anche con delle sane litigate. Ora, la storia dell’appiattimento, della routine e via dicendo si supera con proposte nuove, con il provare INSIEME qualcosa di diverso, non cercare l'”alternativa” più giovane e in forma, non vedersi una volta al mese “per non annoiarsi”, personalmente mi sembra assurdo. L’amore è avere cura dell’altro, preoccuparsene, esserne gelosi, ammirarlo, stimarlo, cercare dei confronti, avere bisogno della sua sola presenza familiare e cullante ai nostri occhi, progettare ISTINTIVAMENTE un domani insieme, cercare sempre il suo sguardo tra tutti, pensarlo come l’unica salvezza di sè.

  3. 23
    francy -

    Io penso che Bimba ha fatto centro con il suo post..l’amore e’ fatto di scelte coraggiose,ci vuole coraggio per essere se stessi,per non mentire,per offrire la propria vita all’altro,per vivere assieme..L’unico dovere,il rispetto di se stessi e al proprio compagno..

  4. 24
    silvana_1980 -

    ci vuol coraggio, ma ci vuole anche testa sulle spalle

  5. 25
    Spectre -

    e ci vogliono le condizioni personali.
    magari arriveranno le occasioni ma non le si asseconderà… non è nemmeno facile.

  6. 26
    Rossella -

    Senza i doveri non potrebbe esistere neanche l’intimità coniugale. Non a caso si parla di doveri coniugale. I giornali un giorno sì e l’altro pure parlano di calo del desiderio e di tutte le strade possibili e immaginabili per aggirare quest’ostacolo. Io sono credente, ma non mi attengo solo al racconto della creazione perché a quel punto dovrei giungere alla conclusione più ovvia: le donne sono la rovina degli uomini. Invece il parallelismo tra Adamo e Lucifero, dal mio punto di vista, serve soprattutto alla donna per capire che è più facile convivere con un uomo che si ritiene innocente perché è caduto sedotto e ingannato dalla malizia degli altri. Un ragazzo praticamente. Lucifero è caduto per malizia propria. Quando parlo di altri non mi riferisco a nessuno in particolare. Né tentatori, né tentatrici. Il mondo stesso con le sue vanità, le sue ricchezze, i suoi onori e le sue mode ci suggestiona e c’illude. Il dovere giustifica le pressioni del mondo esterno. Non esci mai? Perché non t’iscrivi a questo corso? Perché non appari mai? Perché non ti fai bella? Perché non fai un bel viaggio? Perché non hai un ragazzo? Al dunque fa male immaginare l’uomo che ami impegnato in una doppia vita. Non parlo di storie alla luce del sole perché io da questo punto di vista sono trasparente, anche se si tratta solo di un gioco (di un amore platonico) mi diverto a fare battute perché sono singol, ma in caso contrario i miei interessi sarebbero altrove .

  7. 27
    Rossella -

    […]Invece qui parliamo di oblio della ragione… quando nell’uomo l’intelletto si oscura e tu ci stai male perché lo vedi padrone di sé stesso al 101%. Per portare avanti l’entusiasmo te lo devi immaginare come un ragazzo. Non per giustificarlo, ma per leggere nel suo dolore… così come Dio ha saputo leggere nel dolore di un uomo ed una donna che hanno scelto di fare affidamento solo sulla natura. Non li ha puniti. Lì ha lasciati a loro stessi e si sono puniti da soli. La punizione dà un significato al loro vagare in una terra che quando diventa terra di piaceri li mette l’uno contro l’altro. Quindi il piacere in sé non è sbagliato, ma come vediamo è una giustificazione che non convince la donna. Nell’uomo le obiezioni sono di carattere ideologico perché i dolori del parto creano uno squilibrio nel rapporto di parità tra i sessi. Da questo punto di vista nessun uomo riuscirà a farmi sentire in colpa. Ecco perché la diretta interessata trova la forza per perdonare. Ci sono situazioni che strappano un sorriso dall’esterno… non vedo perché una donna che è stata tanti anni con lo stesso uomo dovrebbe vergognarsi di amarlo… anche perché la malizia è una cosa difficile da accettare. Devi essere tanto innamorata… perché anche quì le solite malelingue intervengono sui sogni delle donne con le loro maldicenze. Solo quando l’orgoglio acceca si rischia di agire contro se stessi… quando sei intimamente convinta riesci ad essere felice… negli altri casi: che male fai a sognare?

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