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Disabili? Pietismo e ammirazione

di Andrea74

Ci sono due disabili nella mia vita. Uno è un amico da anni, un amico di Milano, che è là, perché sono in Liguria da due anni, come alcuni di voi sanno. L’altro l’ho conosciuto qua, da poco, e ci collaboro giornalmente per lavoro.

Tutti e due camminano autonomamente, guidano auto con cambi automatici, ma solo questo li accomuna. La disabilità ed il cambio automatico.

Jacopo, il primo, è una persona sgradevole, che usa la propria diversità in chiave cinica, pretendendo, accusando, come se il suo problema fosse colpa della società. Parcheggia in un posto qualunque, ma se un bastardo (sottolineo: bastardo) parcheggia nelle righe gialle sale in auto e pretende la liberazione del posteggio reclamando a colpi di clcson e parolacce, perché tanto sa che ci sono (io non più) amici grossi a difenderlo ed a picchiare, se del caso, eventuali rissosi automobilisti. Cinismo a gò gò, cattiverie, per poi chiamarmi con scuse per non sa stare da solo. Mi sfotteva per la romena del kaiser ed ora sta insieme e zerbina indecentemente per una ragazza che io ho scartato. Giuro, è storia. 

Luca: una persona che affronta con coraggio la propria diversità, che ne parla senza commiserarsi, che non odia nessuno perché sa che non è colpa di nessuno. E’ una persona seria, netta, onesta, un venditore che si pone in modo assertivo, deciso, ma rispettoso. Dignitoso ma non orgoglioso, determinato, volitivo, autoironico e generosissimo. Ha una moglie molto bella, e la manda affankuulo  perché è un po’ viziata e immatura e Luca la mette in riga con polso, ma le vuole veramente bene, e lo dimostra a fatti, non a parole. Si fa rispettare e non chiede pietà. Uno zoppo tutto sciancato? No, un GIGANTE. 

Jacopo mi aveva portato ad odiare i disabili.. perché non è colpa mia se presto o tardi finirà in sedia a rotelle, è fiero del niente. Mi  ha sempre trattato male pur sapendo che gli voglio bene. Luca sa che non gli voglio (ancora) bene, ma mi tratta con rispetto reciproco, con serietà, non è falsamente umile né inutilmente presuntuoso. E’ un UOMO. 

Ci sono diversamente abili, e diversamente bastardi. Credo che con Jacopo taglierò i rapporti.

Avete rapporti con disabili? Sono il solo a credere che con alcuni di essi sia molto difficile relazionarsi perché sono stupidamente presuntuosi e prevenuti? 

Lettera pubblicata il 24 Ottobre 2014. L'autore ha condiviso 11 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Clara -

    Ciao Andrea74,

    da disabile ti dico che hai ragione… ci sono alcuni disabili che fanno della loro malattia un motivo per polemizzare su tutto e ce ne sono altri che, come me, “usano” la loro malattia per educare gli altri alla diversità.

    Tutto dipende da come cresci, da quali sono le tue esperienze con gli altri. Io ho sempre trovato (i miei genitori in primis) persone che mi hanno valorizzato e che hanno accantonato l’handicap per apprezzare il carattere e il mio modo di vivere. Ma ci sono persone che non sono state cosi fortunate, persone che sono nate sane e poi si sono ammalate (io sono disabile dalla nascita, quindi ho metabolizzato meglio), persone che sono state rifiutate dalla famiglia… Tutto è relativo.

    Quello che posso consigliarti sono 2 cose: la prima è di metterti nei panni di una persona che “dipende” in tutto dagli altri… ti incazzeresti no? E la seconda è cercare di non chiudere il dialogo solo perché di fronte a te hai un disabile… “Noi” siamo come i sani, per quanto riguarda il carattere… Anche tra i tuoi amici “normali” ci sarà sicuramente il presuntuoso come quello che invece ti è simpaticissimo no? Io tra di “voi” ne vedo tanti!!!

    Ciao!

    Clara

    Ps. se hai fb possiamo anche chiederci l’amicizia e parlarne li sopra, cosi vedi la mia faccia :)!

  2. 2
    rossana -

    Andrea74,
    concordo con Clara: tutto è relativo!

    dal mio punto di vista, è innanzitutto il carattere a fare la differenza nelle persone, sane o disabili che siano; poi, anche le esperienze esistenziali possono avere influenza sui risultati relazionali riscontrabili in un adulto.

    come ti spieghi che, in linea generale, una donna, se viene lasciata, si ripiega su se stessa mentre un maschio, di solito, impreca contro l’intero genere femminile? basi genetiche diverse oppure fattori culturali?

    ci sono persone che s’incattiviscono quando capitano loro disgrazie o disavventure di vario genere; altre, invece, che nella sofferenza maturano e diventano migliori.

    l’essere umano è molto complesso!

    buona giornata!

    PS: dei tuoi due amici disabili, quello incattivito è il più bisognoso d’aiuto affettivo… facile star vicino e apprezzare l’altro, in cui la disabilità è in pratica, se non superata, abbastanza serenamente accettata, come tutto quello che in una qualsiasi vita non si può cambiare…

  3. 3
    filipp -

    Ciao! Ho trovato interessante la tua lettera. Ho conosciuto un solo disabile in vita mia, ed effettivamente era molto incline all’autocommiserazione, far pietà al prossimo sembrava dargli soddisfazione. Comunque ci sono persone perfettamente abili che fanno lo stesso. Quindi penso sia una caratteristica della persona in sè e non lo collegherei tanto al fatto che sia disabile o meno.

  4. 4
    Andrea74 -

    Clara: mi piace il tuo post, è ricco di spunti.

    Però Jacopo è disabile da molti anni, ha avuto tutto il tempo per metabolizzare!
    E cammina con le sue gambe, come Luca, guida, lavora, fa l’amore, non ha un handicap grave per ora (sebbene degenerativo).

    Io ho mille difetti, come mia moglie Sarah (del forum) sa, ma un pregio: mi immedesimo nelle persone. Sia in quelle che amo, sia nei clienti, nei conoscenti etc.

    Quindi ti quoto: io ho “cercato” di ESSERE Jacopo e Luca.

    Voglio proseguire il discorso, quindi ti lascio la mia mail, e solo in ambito privato ti darò il contatto FB perché non voglio che certa gente del forum che mi odia possa accedere al mio profilo FB. Scusa per le cautele, non posso fare diversamente..

    Un bacio, a presto.

    ramingo.delnord@libero.it

  5. 5
    Andrea74 -

    Cara Rossana,

    innanzitutto un abbraccio, non te ne mandavo da tanto!

    Sì, è tutto relativo, è vero, sono d’accordo con voi.

    Ambiente, educazione, esperienze, variabili incontrollabili sono il mix che porta un essere umano a diventare quello che è.

    In questo topic sereno posso finalmente dirti la mia sul perché, selon moi, donne e uomini reagiscono diversamente all’abbandono.
    La donna è abituata a difendersi dagli attacchi sessuali, deve difendersi, quindi rinuncia ad un compagno quando non lo ama più, o perché è scontenta pur amandolo, perché viene tradita, offesa, o perché a volte vede un altro uomo che sembra più appetibile. La donna lascia per motivi giusti o sbagliati, ma spesso dettati dalla difesa di se stessa. Questo perché mi sono immedesimato in tante donne che ho conosciuto, carnalmente e non.
    L’uomo non lascia, perché deve avere sesso assicurato, non lascia una ragazza che gliela da, è da pazzi per il 70% degli uomini. Chi lascia lo fa perché ha un’altra, pochi lasciano perché hanno il coraggio di farlo e basta. L’uomo è conservatore e possessivo, Rossana, e te lo dico da uomo.

    Sui due disabili: Jacopo pretende compagnia ma snobba l’affetto, odia le smancerie ma pretende che tu sia sempre disponibile.. non è facile stargli vicino! Luca è diventato disabile per un sinistro stradale, a 35 anni, si è alzato dall’asfalto col bacino crepato e due protrusioni erniarie (dovute alle lesioni), ha vissuto per tre mesi con flebo e sondini gastrici, ed ha la dignità di lasciarsi aiutare, perché quando l’altrieri gli è caduta una bottiglietta d’acqua sotto l’auto mi ha detto “non posso chinarmi, puoi recuperarla?”. Jacopo se ne sarebbe andato incazzato e avrebbe comprato un’altra bottiglietta. E’ anche vero che Luca è genovese, non butta mai niente ahahahah!

    Scherzo per stemperare la “tensione” del post.

    Baci.
    Luca mi sta insegnando molto. Non sui disabili, su me stesso.

  6. 6
    rossana -

    Andrea74,
    “La donna lascia per motivi giusti o sbagliati, ma spesso dettati dalla difesa di se stessa.” – interessante questo spunto, che non mi è nuovo ma mi sembra visto da una angolatura leggermente diversa.

    ovvio e scontato, invece, il punto di vista sul maschio.

    abbraccio ricambiato.

  7. 7
    Andrea74 -

    Sì, perdonate lo spin-off, ma è così. La donna spesso percepisce un pericolo quando lascia: pericolo di sprofondare in una relazione sempre più disastrosa (es.: quando è l’amante di uno sposato), pericolo di non costruire niente (es.: farfallone Peter Pan che non vuole saperne di impegni), pericolo di danneggiare se stessa ed i suoi cari (es.: separata con figli con un nuovo uomo indeciso che vuole divertirsi). La donna deve difendersi. Se fa un figlio resta a lei, se si fa usare convinta che poi ci sia altro, è lei che resta sbucciata come la frutta.

    Ecco perché a Clara e te dicevo: “riesco ad immedesimarmi”. Io NON sono meglio di nessuno, ho solo ‘sta cosa che mi metto nei panni di altri e cerco di vedere il mondo con i LORO occhi. Questo NON vuol dire zerbinare le donne, vuol dire tentare di capirle pur non essendo donna.

    In realtà non è off-topic, perché Jacopo e Luca, o Clara, sono disabili, io no.

    C’è un film cretino, purtroppo non ricordo il titolo, in cui un delinquente da quattro soldi muore ma Dio lo re-incarna in un Angelo (senza ali). Lui non sa bene cosa può fare un angelo, prova a volare ma niente. Va in un bar e scazza con un disabile sulla sedia a rotelle. Litigano, ed il disabile (forzuto perché fa body building) lo sfida: “non possiamo fare a pugni perché sono in carrozzina!”. Il protagonista si siede su una sedia, e fa a pugni col disabile. Se le danno di santa ragione e diventano AMICI. Ecco, io farei lo stesso, Rossana, Clara. Non tratterei un disabile da tale, mi siedo su una sedia e faccio a botte SENZA usare le gambe. Anche questo è rispettare la diversità per me. Jacopo meritava delle sberle, non gliele ho date, e forse ho sbagliato a non farlo, dato che beve troppo e non segue le terapie. dare un ceffone ad un disabile richiede coraggio, non so se ne ho abbastanza. Clara scrivimi in pvt quando vuoi.

    Baci.

  8. 8
    rossana -

    Andrea74,
    “vuol dire tentare di capirle pur non essendo donna.” – cosa che tutti gli uomini dovrebbero sforzarsi a fare, e tu ci sei riuscito benissimo, quasi meglio di una donna. così come, da sempre, le donne si sforzano a comprendere gli uomini di loro interesse, magari spesso senza troppo riuscirci…

    buona domenica a te e a Sarah!

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