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‘Dico’ si, ‘Dico’ no

di aldo
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Lettera pubblicata il 10 Marzo 2007. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 29 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 21
    aldo -

    concordo col metodo Pasquino e complimenti per la consueta chiarezza
    nell’esposizione.

  2. 22
    aldo -

    Per restare sul metodo Pasquino ….ma non tanto….
    La questione reversibilità-pensione andrebbe rivista rendendo usufruttuari parenti e amici (tanto sono soldi tuoi),
    oppure, (come già si fa )
    una persona 90enne per non lasciare la sua pensione allo Stato e/o per fare beneficenza sposa una diciottenne donandele di fatto un ottimo vitalizio.(virtualmente, in totale sono circa 100 anni di pensione)…………..

    Correggetemi se sbaglio.

  3. 23
    albert -

    Leo, dove hai trovato la notizia dei 60.000 miliardi di lire che percepirebbe la Chiesa cattolica?

    Il dato è palesemente errato (per fortuna, se no scenderei in piazza se gli dessero tutti quei soldi!).

    Basti pensare che il PIL, cioè tutto quanto l’economia italiana produce in un anno è mediamente attorno a 100.000 miliardi di vecchie lire.
    E se anche la Chiesa prendesse TUTTO l’otto per mille delle dichiarazioni dei redditi (e non lo prende), l’8 per mille di 100 mila miliardi fa 800 miliardi, nemmeno la sessantesima parte.

    60.000 mila miliardi vale un’intera finanziaria, quasi 2/3 del PIL italiano andrebbero alla Chiesa!! Vorrebbe dire che quasi 2/3 degli italiani lavorano per i preti (eh eh eh) Probabilmente avrai letto 600 miliardi annui.
    Considera che in Italia ci sono 37.000 sacerdoti cattolici. Se la Chiesa prendesse dallo Stato 60.000 miliardi annui , ciascuno di loro avrebbe mediamente a disposizione 1,6 miliardi annui (!) e li vedresti girare in Rolls Royce e aereo privato!

    Invece, 600-700 miliardi annui dallo Stato fa circa 16-19 milioni di vecchie lire per sacerdote, + le offerte dei fedeli e del Vaticano.

  4. 24
    albert -

    dati ufficiali su PIL e 8 per mille alla Chiesa cattolica

    Il Pil italiano nel 2005 (dati Fondo monetario) è stato di 1.723 miliardi di dollari (e non attorno a 100.000 miliardi di vecchie lire come da me indicato sopra)

    L’8 per mille alla Chiesa è stato nel 2005 di 981 milioni di euro ( e non 60.000 miliardi di vecchie lire come indicato da Leo: 981 milioni di euro fanno circa 1900 miliardi di vecchie lire).

  5. 25
    leo -

    ho già detto che il dato è fiscale e proviene direttamente da quelli che elaborano le entrate del Vaticano in Vaticano.
    se questi hanno aggiunto un paio di zeri perché odiano Ruini, io non posso saperlo ma li capisco.
    pare che le entrate del Vaticano da parte dello stato non sono solo l’8×1000, già di per sé un fatto anomalo perché la carità è una scelta soggettiva, non imposta dall’alto, e quale alto poi!
    senza contare che l’8×1000 determina entrate subdole, ossia involontarie, perché per evitare di dare soldi al Vaticano bisogna effettuare obbligatoriamente una scelta alternativa, altrimenti ricadono per default sul Vaticano e questo non tutti lo sanno, anzi la maggioranza lo ignora.
    questo è un dato più che certo, e la sconcezza maggiore è che va a danno non solo di chi è cattolico, cioè iscritto al partito vaticano, ma anche di altri non iscritti e questo è paradossalmente vergognoso, nonché una truffa ideologica.
    tanto per la cronaca, i rabbini sono mantenuti a spese della Comunità ebraica, non di tutti i cittadini italiani e la Comunità percepisce un contributo pubblico solo se io faccio la scelta dell’8×1000 a favore della Comunità, come faccio 1 anno sì e un altro ai Valdesi.
    perciò, sia da 60.000 sia da 600, il dato resta una vergogna in linea di principio e non si altera il concetto da me esposto, ossia che

    “la Chiesa oggi percepisce dallo Stato circa X miliardi di £ (dato fiscale) con cui campa a ufo a spese dei cittadini, tutti i cittadini, non solo dei loro tesserati, come sarebbe giusto”

  6. 26
    leo -

    …….

    in ogni caso e per meglio comprendere la gravità dell’imbroglio, ecco un piccolo stralcio molto .. educativo, che fa fare una pessima figura al dato ufficiale rispetto al PIL:

    “”… Come accadde, tanto per ricordare un macroscopico esempio, in occasione del vero e proprio “sacco di Roma” che durò dagli anni ’50 a tutti i ’70, nel corso dei quali, appalti, piani regolatori, aree verdi o di destinazione estensiva furono manipolati per favorire Ordini religiosi, grandi famiglie papaline, dignitari della Santa Sede, società immobiliari e palazzinari, dentro una rete di compiacenza di marca vaticana che spolparono la città come si spolpano le ossa di un pollo” (E. Scalfari, Repubblica).
    Cosi il Vaticano ha potuto conservare e moltiplicare in Italia immense ricchezze. Gli innumerevoli immobili situati in tutto il territorio italiano e sopratutto a Roma, sono anch’essi favoriti da un regime fiscale che ha del ridicolo. Le chiese sono semivuote ma le casse sono piene. Un fiume inesauribile di denaro affluisce in Vaticano dall’Italia e da tutte le nazioni e comunità dove vi sia una maggioranza cattolica: offerte, donazioni, eredità, quote di imposte.
    Soltanto una piccola parte di tali ricchezze finisce in progetti umanitari.
    Il resto va alla catechesi nelle parrocchie, all’edilizia di culto, al sostegno del clero (circa 40.000 in Italia), ma anche alle banche amiche; da qui la liquidità si ricicla e si moltiplica in investimenti, in titoli, in immobili, in businnes disinvolti, in azioni di industrie etc…
    Non per niente spesso il Vaticano, sempre per quanto concerne lo Stato Italiano, è rimasto implicato in vicende strane mai completamente chiarite, come il caso Calvi, il banchiere di Dio impiccato sotto un ponte di Londra, la vicenda del Banco Ambrosiano e dell’assassino di Marco Ambrosoli , il sinistro ruolo dello Ior attraverso il misterioso Marcinkus ed altri faccendieri di alto bordo tra i quali Michele Sindona”

    se questo non basta a chiarire che forse il 60.000 non era poi una fantasia anticlericale, il resto è disponibile a questo link sulle finanze vaticane.

    http://www.italialaica.it/cgi-bin/news/view.pl?id=006421

    ma ripeto ancora che non era tanto una questione quantitativa ma di diritto e di principio e per chiarire quale sia la vera origine del dissenso vaticano sui DICO, altroché la famiglia, ovvero la loro .. famiglia!

  7. 27
    albert -

    Vero Leo, anche chi non destina l’8 x mille alla Chiesa cattolica di vede assegnare senza volerlo la quota al Vaticano, a meno che espressamente non li destini ad altro soggetto.

    Non solo, ma cè un privilegio intollerabile del Vaticano rispetto ad altri culti, anche cristiani (valdesi, luterani, ecc.).

    I proventi dell’8 per mille vengono SUBITO girati dallo Stato italiano al Vaticano (con la scusa che l’8 per mille sostituiva la “congrua”, cioè lo stipendio che lo Stato pagava ai sacerdoti col vecchio concordato. Siccome col nuovo concordato del 1985 il Vaticano temeva che i sacerdoti restassero senza stipendio, hanno ottenuto di avere subito gli introiti dell’8 per mille), mentre gli altri culti – che pure hanno molto meno risorse finanziarie – aspettano almeno 1 anno!

  8. 28
    aldo -

    anche X leo,
    “Per restare sul metodo Pasquino ….ma non tanto….
    La questione reversibilità-pensione andrebbe rivista rendendo usufruttuari parenti e amici (tanto sono soldi tuoi),
    oppure, (come già si fa )
    una persona 90enne per non lasciare la sua pensione allo Stato e/o per fare beneficenza si sposa una diciottenne donandele di fatto un ottimo vitalizio.(virtualmente, in totale, sono circa 100 anni di pensione)…………..”
    Correggetemi se sbaglio.

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  9. 29
    leo -

    “… virtualmente, in totale, sono circa 100 anni di pensione .. Correggetemi se sbaglio”
    (Aldo)

    beh, non è poi così semplice!
    la pensione è erogata con un meccanismo complesso che tiene conto dei contributi versati e dell’aspettativa di vita del soggetto.
    avete mai sentito di una banca che ci rimette?!
    stessa cosa per gli enti di previdenza, unica eccezione l’INPS che ha erogato ed eroga pensioni indebite a cani e porci, tra cui i parlamentari, fregando i lavoratori che versano veramente.
    ora, poter lasciare a 70 anni d’età l’esatto importo della propria pensione di 40 anni di lavoro ad una persona di 20 anni, con un’aspettativa di vita di 80 sarebbe tanto scorretto quanto è adesso il fatto che l’INPS incamera le pensioni non fruite da gente morta a 66 anni, ossia dopo 1 anno dal pensionamento (assumendo le nuove regole europee). sarebbe però corretto riversare un ammontare ricalcolato in base al nuovo soggetto, come si fa già con il coniuge superstite (60%), oppure capitalizzare e liquidare la somma residua e chiudere il conto.
    questo è il mio commento.

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