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Dalla parte dei dipendenti pubblici onesti lavoratori

Illustre Ministro,
sono dipendente di un Ente locale, donna, 50 anni, maturità classica, poco più di venti anni di anzianità. Faccio parte della schiera di dipendenti del Ministero del Lavoro che, in seguito al passaggio di competenze in materia di mercato del lavoro, ha scelto di transitare all’Ente locale.
Sono stata per anni in trincea a dare risposte, senza mai illudere, alle migliaia di disoccupati che per anni hanno cercato un lavoro nei vecchi Uffici di Collocamento senza averlo mai trovato. Ho avuto il coraggio di “riciclarmi” da sola quando l’Ufficio di Collocamento ha cambiato la sua veste in Centro per l’Impiego, mi sono informata, ho letto, ho navigato in internet per ore per capire come si fanno i “Nuovi Servizi”, durante il mio tempo libero, sottraendolo alla famiglia, ho cercato di mettere in pratica quel poco che ho avuto modo di imparare con una formazione (il famoso progetto”Caravelle), durata troppo poco per consentire di stravolgere un sistema. Tutti i Dirigenti che si sono alternati nella direzione del Centro per l’Impiego dove lavoro, peraltro molto grande e che raccoglie le esigenze degli utenti di una città di 350.000 abitanti, hanno apprezzato il mio lavoro, l’impegno che ci metto e hanno riconosciuto, con la famosa scheda di valutazione annuale, che (testualmente) ” ho capacità che vanno molto al di sopra della categoria di appartenenza”. Qui, arriviamo al punto: da venti anni appartengo alla categoria B, ex IV Livello. Non ho alcuna possibilità di avanzamenti. Perchè? si chiederà Lei. Ci sono i concorsi interni!
In questi giorni ho ricominciato a studiare. L’Ente per cui lavoro ha bandito un concorso interno per n. 10 Istruttori amministrativi.Concorriamo in 250. E’ la sua grande occasione! Dirà Lei! E’ una GRANDE BEFFA!! sostengo io. Qui da noi , ma anche lì da voi ( non facciamo come gli struzzi), i concorsi pubblici si superano, in grandissima percentuale, a forza di raccomandazioni.
Ora io dico: non sarebbe meglio trovare un sistema che premi il merito?
Io, da piccola dipendente pubblica, dal basso della mia categoria di appartenenza, pagata non per pensare, avrei trovato anche il metodo: organizzare Corsi di Riqualificazione Professionale, al di fuori dell’orario di lavoro e senza retribuzione economica, con esame finale che tutti supereranno. Al termine verrà stilata una graduatoria in base alle ore di presenza e all’effettiva preparazione. I primi in graduatoria transiteranno subito nella categoria superiore secondo le disponibilità dell’Ente, gli altri, successivamente, appena le posizioni si saranno liberate per pensionamento dei colleghi più anziani. Allora si che si premierà il merito , perchè solo chi è veramente motivato sarà disposto a sacrificare il proprio tempo libero, a rimettersi in discussione ritornando a studiare e quelli che saranno disposti a farlo sicuramente sono gli stessi che ogni giorno lavorano per sè e per i “fannulloni”, sono quelli che amano il lavoro, non quelli che lo scansano aggirandosi negli Uffici o inventandosi malattie col beneplacito di chi del lavoro ha la loro stessa considerazione.
Spero tanto che, Illustre Ministro, dopo aver trovato il sistema per “ripopolare” gli Uffici pubblici, e di questo Le faccio le mie congratulazioni, trovi il sistema per dare alle migliaia di lavoratori, che la pensano come me, che sono nella mia stessa condizione, di essere capaci e meritevoli, quella gratificazione che hanno cercato e non hanno mai smesso di cercare per tanti anni.
Auguri di Buon Lavoro a Lei, Signor Ministro e al suo staff.
Clementina.

Lettera pubblicata il 8 Agosto 2008. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Lavoro

La lettera ha ricevuto finora 1 commento

  1. 1
    rosadeibanchi -

    Cara Clementina,
    apprezzo la tua dedizione al lavoro nonostante tutto, dato che è vergognoso che dopo vent’anni non si faccia un passo in avanti non dico nella carriera, ma almeno nella retribuzione.
    Anch’io sono una dipendente pubblica da più di vent’anni, e ti assicuro che per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a come andarmene, perché le condizioni di lavoro vanno peggiorando di giorno in giorno, come ben si sa. Nella mia storia ho fatto solo un passaggio da 4° a 6° livello, ovvero sono in C2, ora ci troviamo nella situazione di essere meno impiegati che quadri e funzionari; come lavoro ho fatto di tutto, dalla stesura di delibere, allo sportello, ad attività organizzative culturali, ai timbri, ma proprio devo dire che avere delle capacità superiori al proprio livello non serve a niente, anzi fanno di tutto per metterti alla berlina, non glie ne frega niente delle tue attitudini e possibilità di rendere grazie alle tue competenze e titoli personali. Infatti ho trovato molta invidia e martellate sulle rotule da parte di colleghi vari.
    Pensa che io faccio l’assessore in un piccolo comune, gratis ovviamente, e lì sono assai stimata e benvoluta per il lavoro che svolgo; per me è una boccata di ossigeno, che mi permette di tenere in esercizio il mio cervello, mentre sul posto di lavoro devo comportarmi come un automa. Ma lavoro, e sodo anche, il mio stipendio è tutt’altro che rubato e non vedo attorno a me i cosiddetti “fannulloni”, e poco credo ai dati statistici che vengono sbandierati in questi giorni. Io sono al nord, forse in altri regioni è diverso, ma davvero è assai facile scagliarsi, come da tradizione, contro i lavoratori pubblici: la gente parla ma non conosce la realtà della nostra condizione lavorativa. Qui, per esempio, siamo in otto in una stanza, con otto pc, senza aria condizionata, siamo controllati anche se andiamo in bagno, altro che privilegi!
    Mi è capitato in passato di essere ringraziata da utenti per la mia disponibilità, e queste sono le piccole gratificazioni che mi fanno andare avanti. Penso che noi dipendenti pubblici dovremmo riflettere sul fatto che stiamo dando dei servizi a cittadini che spesso si trovano in difficoltà a orientarsi nella rete degli uffici, cittadini che non hanno chiaro il funzionamento dei servizi, e qui sta il nostro senso di responsabilità. Ma chi mai ci ha dato una formazione in tal senso? io in vent’anni ho fatto un corso di tre giorni di Excel… il resto è frutto della mia applicazione personale.
    Ma l’azienda deve funzionare, e noi, le “risorse umane” (orribile definizione), messi in riga, castagnati e ridotti a schiena bassa: tutto in funzione di “prodotti finali” e non di qualità dei servizi.
    Credo per altro che mi cercherò un secondo lavoro in nero, dato che ci è vietato svolgere altri lavori anche di tipo professionistico, perché con lo stipendio non ce la faccio più, sono sola e sappiamo tutti quanto è caro pagarsi la casa e fare la spesa.

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