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Dagli amici mi guardi Dio che dai nemici mi guardo io

Ho deciso di scrivere questa lettera sperando in qualche parere sincero e saggio perché non so come comportarmi.

Sono una ragazza di ventisette anni e frequento ancora la mia piccola compagnia del liceo.
Siamo in quattro, le “ex-sfigatelle” della classe, perdonate il termine poco garbato ma assolutamente calzante.

Io sono una persona molto cinica e diffidente, senz’altro diversa da tutte loro e non necessariamente in positivo.
Posso però dire di essere stata con loro abbastanza leale, sempre.

T. maniaca del controllo, mente spesso su emerite idiozie (come per esempio quando ci rifila cibo preconfezionato insistendo di averlo cucinato lei, pensando che nessuna se ne accorga).
È competitiva, costruita e saccente.
Bisogna dire che si da sempre da fare nonostante il suo stato di salute non eccezionale.

D. è estremamente concreta ed ansiosa.
Giudica facilmente e alle volte non si accorge di essere indelicata.
Si è sempre impegnata per non perdere i contatti anche quando un brutto episodio l’aveva allontanata dal gruppo.

B. è la regina del dramma, infantile e viziata.
Pensa soltanto al proprio tornaconto e basta poco perché se la leghi al dito.
La vita con lei, è però stata poco generosa lavorativamente parlando.
Meritava effettivamente molto di più e capisco il suo rancore.

Insomma, ci incontriamo ai tempi del liceo e loro legano ed escono frequentemente. Io sono un jolly, abitavo più lontana e vedersi nei weekend soprattutto all’inizio, era difficile.
Mi sento da sempre l’esclusa ed illusa di un’amicizia che non mi accoglieva pienamente.
Del resto penso mi volessero sì e no.

Avevo legato per un certo periodo con un’amica di T., la quale stava prendendo le distanze dal gruppo e mi disse una grande verità: “Si mangiano l’una con l’altra”. Era vero.
All’epoca non c’ero dentro abbastanza per percepirlo.

Sono finita con l’essere maggiormente inclusa nel gruppo circa sette anni fa, non so esattamente perché ma legai moltissimo con B.
Invece, T. che mi aveva sempre considerata appena, cominciava a “scoprirmi” e per quanto crescesse l’affiatamento anche la competizione e la “copia”, da parte sua, di qualunque cosa facessi.
In quel periodo, perdemmo D. per strada a causa di un grande litigio e uno sgarbo che specialmente per B. sarà irricucibile.

Arriva il 2018, mi fidanzo e questo desta l’ira di B.
Ha tagliato i ponti con me dalla sera in cui glielo dissi, ho provato in tutti i modi a contattarla e capire perché non volesse più parlarmi, so che è assurdo ma non ha più voluto vedermi da quel preciso momento! (escludo ogni sorta di interesse sentimentale, anche verso il mio fidanzato che non conosceva).

Non so se si sia o meno confidata con T. che mi nasconde il perché…comunque sia, si è persa B.

Nel frattempo, D. è tornata da circa un anno!
Ci siamo ritrovate io, lei e T.
Tuttavia di recente, B., D. e T. hanno preso a vedersi senza di me.

Due mondi parelleli in cui io e B. ci alterniamo, quando c’è una manca l’altra.
Non so se B. abbia perdonato D. o se ci esce solo perché deve affermare la sua presenza e non permettere che ci sia un gruppo con me ma senza di lei…veramente, non lo so!

D. e T. sono anche migliori amiche e hanno un angolo di mondo tutto per loro.

Avanti lo so, state pensando che tutto questo sia “Beautiful” o comunque un covo di serpi più che un gruppo di amiche. E Lo sapete? io penso che abbiate un po’ ragione.

Veniamo al punto: mi sento un po’ esausta e confusa.
1. T. con i suoi modi tronfi mi opprime e spesso gode nel crearmi disagio.
2. T. e D. insieme, a volte non le reggo soprattutto se si discute di qualcosa ed io sono sola contro la loro alleanza.
3. T., D. e B. insieme, trameranno alle mie spalle?

Lo ribadisco, nemmeno io sono una persona semplice e candida o come sarei potuta sopravvivere in questa situazione finora?
Non so come comportarmi, una parte di me è affezionata a queste ragazze ma un’altra mi ricorda che in fondo, se a lungo sono stata l’esclusa del gruppo un motivo inconscio ci sarà stato.
Forse stono in tutto questo, forse è ora di prendere le distanze, forse mi faccio dei problemi che non esistono.

Perché non parlarne con loro? perché non c’è mai stata una sola discussione in tanti anni che abbia dato frutti commestibili e non ho voglia di litigare.

Vorrei un’alternativa o qualcosa di obiettivo su cui riflettere, che mi levi di torno tutta questa confusione.
Come devo comportarmi con le mie (presunte) amiche?

Vi ringrazio per i vostri consigli esterni, se ce ne saranno, spero mi aiutino a far chiarezza!

V.

Lettera pubblicata il 4 Novembre 2020. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amicizia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 7 commenti

  1. 1
    Bottex -

    Allora, qui abbiamo un sistema di 4 equazioni con 4 variabili … vediamo, se uso il metodo di sostituzione … uhm no, è un po’ troppo complicato, quindi credo dovresti seguire la strada più semplice. Faresti bene a non pensare troppo a quel gruppo di amiche, dalla A alla Z e concentrarti su te stessa e il tuo fidanzato. Inoltre, cerca altre amiche se ti va. Perché se in tanti anni il rapporto con quelle ragazze è sempre stato burrascoso e, come l’hai definito tu, “un covo di serpi”, faresti bene a prendere le distanze. Nella vita occorre circondarsi di persone che ti capiscono e che ti fanno star bene, non che ti danno stress. Capisco che ci sei affezionata, ma se i vari tentativi di chiarimento con loro non hanno mai portato a nulla di buono c’è poco da fare. Pensa a te e cerca altre amiche, senza badare a quello che potrebbero pensare loro. Saluti.
    PS: forse se eri l'”esclusa del gruppo” è anche perché eri un po’ meglio di loro.

  2. 2
    Yog -

    Devi fare il test della narda. Organizzate una seratina e ve ne sgargarozzate 2 litri in 4.
    La narda, oltre ad allietare il cuore, rende assolutamente sinceri (le donne ancora di più perché non hanno tanto ADH).
    E’ una specie di macchina della verità, prova.

  3. 3
    Bohemien82 -

    Stasera mi va di assecondare la mia anima poetica (e fieramente cinica) e cito Ungaretti “di tanti che mi corrispondevano non ne è rimasto neppure tanto”. Si riferiva agli amici portati via dalla guerra. Posso dirti di non farti troppe menate per gli amici perché con tutta probabilità, se non sarà la guerra oppure il più attuale Covid a portarseli via, sarà una banale futile incomprensione, una stupida coincidenza, un insulto, una bugia, l’egoismo, l’aviditá, l’invidia, il tradimento oppure ancora l’amore per un uomo o per una donna, la scelta errata oppure quella giusta o un’infinitá d’altre motivazioni. Quando nella vita ti accorgerai che te ne sono rimasti pochi o magari solo uno, non soffermarti a pensare quanto costui sia speciale, piuttosto rifletti che se un’amicizia é finita non è mai stata sincera.

  4. 4
    Golem -

    Cosa c’entra con l’amicizia questa storia?

  5. 5
    Bohemien82 -

    “Cosa c’entra con l’amicizia questa storia?”

    Immagino pressoché nulla. Di fatto mi sono fermato dal continuare a leggere alla quarta riga. La voglia di citare Ungaretti era preponderante già alla terza.

  6. 6
    Golem -

    Spesso si usano tanto per dire. Come si parla di amore per infatuazione di natura ormonale, lo stesso vale per i rapporti come quelli della nostra Vaniglia, che chiama amiche chi non lo sono. Conoscenze forse è giá molto

  7. 7
    Vaniglia -

    Vi ringrazio tutti ed in particolare Bottex, per le vostre risposte.
    Ironiche, ciniche, sincere, mascherate che siano state, ho cercato di coglierne quel che fosse utile per rifletterci sopra.

    Non so come finirà, non so in realtà ancora come comportarmi esattamente ma penso che soltanto andando avanti, prima o poi qualcosa ne uscirà.

    Se dovrà finire, spero senza drammi per nessuna di noi.
    Se invece qualche evento dovesse sorprendermi, ne dubito, però sarò pronta a ricredermi.

    Nel frattempo seguirò il suggerimento del “non darci peso”, devo provare in questo intento e concentrarmi su altro (il mio fidanzato, la mia vita…).

    È una soluzione molto teorica ma per metterla in pratica penso dovrò prima trovarmi di fronte ad una situazione concreta (e sicuramente non ci vorrà molto) e provare a comportarmi di conseguenza.

    Dovrò procedere per tentativi ma meglio che continuare a rodersi il fegato.

    Arrivederci a tutti!

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