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Come comportarsi?

di alice76

Da due anni e mezzo frequento un uomo che é diventato il mio compagno; conviviamo da un po’ e condividiamo gioie e dolori della vita. Lui ha una bimba di 10 anni da una precedente relazione, che vive con la madre.
Prima che io arrivassi, lui per soddisfare le richieste della piccola accettava di fare le ferie con la ex, visto che senza la madre la bambina non accettava di stare con lui troppo tempo, né di allontanarsi; stesso dicasi per le cene di natale e capodanno (lei che presenziava a tavola con ex suoceri e parentado) e per tutte le volte in cui il mio compagno chiedeva alla figlia di passare un maggior numero di ore con lei.
Questa situazione é continuata finché non sono arrivata io, quando il mio compagno ha deciso di non accettare di fare le ferie con la bimba se avesse dovuto trascorrerle anche con la ex, spiegando alla piccola che intanto aveva qualche anno in più e cominciava a capire meglio, che essendosi separati era normale che la madre e il padre non trascorressero le vacanze insieme, ma ognuno separatamente con lei. La figlia di fatto ha preferito non fare le ferie con il padre piuttosto che andare con lui senza la madre. In occasione del prossimo cenone di Natale a casa dei parenti del padre, ha già chiesto che potesse venire anche la madre e di fronte al diniego del padre ha cominciato a piangere e a chiedere l’intercessione di nonni e parenti affinché convincessero il padre ad accettare la presenza della madre.
Il mio compagno che inizialmente si era mostrato risoluto a non reggere più il teatrino, alla fine ha capitolato, senza però avere il coraggio di parlarmene se non quando gliel’ho esplicitamente chiesto.
Io, che intanto in tutto questo tempo ho sempre cercato di vivere ai margini della sua vita familiare per non inasprire ulteriormente i suoi rapporti con la figlia e che per tale motivo non mi sento a mio agio nel frequentare la sua famiglia, mi sento come messa da lui nella condizione di essere la responsabile della felicità o del fallimento del Natale di tutta la famiglia e della riuscita o meno di tutti i suoi tentativi di “abbordaggio “ alla figlia… che mi ha vista solo una volta controvoglia e che ad oggi mi conosce solo di nome come presenza impalpabile al fianco del padre perché, come dicevo, evito di diventare il capro espiatorio per la figlia del fatto che la madre e il padre non tornano insieme. Quello che mi ha destabilizzata e’ vedere la sua intenzione di dirmi della cena solo a poca distanza temporale dal fatto per evitare ingerenze, la naturalezza con cui nessuno della sua famiglia si è fatto il problema di come potessi vivere io la cosa e la minaccia del mio compagno di non andare alla cena per uscire da questa situazione, buttando tutta la responsabilità su di me che o faccio ancora un passo indietro per non dare l’idea di entrare in competizione con una bambina (che sia chiaro, non è il problema perché manifesta solo una sofferenza) oppure devo passare per l’infame guastafeste della situazione.
Intanto io non mi sento proprio vista né riconosciuta nel mio ruolo di nuova compagna tanto dal mio compagno quanto da tutta la famiglia e mi sento sola in un rapporto che comincio a credere non dovesse ancora iniziare… vorrei sentire opinioni educate, grazie

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Categorie: - Amore

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