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Albachiara, la mia sofferenza

Ciao a tutti,
mi chiamo Chiara, ho 17 anni e sono di Monza.
Mi sono iscritta qui perchè stamattina dopo un’altra crisi di pianto ho cercato “vorrei morire”, beh sicuramente a 17 anni tutti mi diranno è normale sei adolescente sono i capricci,
cosa ti deprimi a fare hai tutto. E’ vero..ho tutto ciò di cui una 17enne ha bisogno, vestiti costosi, una famiglia bizzarra ma che mi ama da morire, studio, esco con gli amici e un sacco di altre cose, il punto è: quanto ancora queste cose potranno farmi felice? quanto ancora riempiranno il mio vuoto dentro?
Sono decisamente giù di morale, ma nessuno mai se ne accorgerà perchè nascondo tutto dientro a un bel sorriso o dietro a risate con amici, uscite, scherzi e così via.
Mi sento vuota dentro, sento che qualcosa in me manca, manca qualcosa tra le cose che ho già.
Mia madre e mio padre son stati insieme per 13 anni, e si son separati quando avevo solo 8 anni. Odiavo vedere le litigate o mio padre che veniva sbattuto fuori casa, perchè io amo mio padre più di qualunque altra cosa in questo mondo e quando questo mi fu tolto io cambiai totalmente carattere. Mia madre nel corso degli anni non mi aveva mai permesso di vedere mio padre dicendo che era lui che non voleva cercarci (ho una sorella più grande di quasi 20 anni), a me sembrava così assurdo che il mio papà, la mia ragione di vita non avrebbe più voluto vedermi dopo tutte le cose che facevamo assieme, eravamo come fratelli come migliori amici, l’avevo visto come un tradimento, io come potevo capire a soli 8 anni??? Così diedi sempre retta mia madre per 6 lunghissimi cupi anni, diceva che non voleva vederci, che non ci amava e io le credevo perche lei era la mia mamma, e la mia mamma aveva una paura comprensibile di perderci. Essendo brasiliana si sentiva minacciata e meno in diritto di tenerci dato che mio padre aveva tutti i mezzi possibili per riaverci e toglierci da lei.
Ma alla fine mia madre fece in modo che nessuno potesse far nulla e ha lottato con le unghie e con i denti per non lasciarci nelle mani degli assistenti sociali.
Ho visto assistenti sociali, carabinieri e avvocati più di chiunque altro, e solo all’eta di 8/9 anni. Mio padre per ripicca non ci mandava il mantenimento, ignorando il fatto che serviva a noi figlie e non a mia madre, così fummo costrette ad andare alla caritas per un po’ di tempo per cercare aiuto, non avevamo l’acqua calda per un po’ e non avevamo i soldi per fare la spesa…e questo tutti i giorni me lo ricordo e mi viene solo da piangere perchè nessuno deve meritare un’infanzia simile, ne un bambino ne un adulto merita una cosa del genere. Capì più avanti che l’amore di mio padre verso noi due figlie era talmente grande che diventò egoista nei nostri confronti ricattandoci dicendo “se non fai venire le bambine non ti do il mantenimento” noi ovviamente pensavamo fosse cattiveria, mia madre diceva così, e noi assimilavamo ogni singola parola da lei pronunciata. Dopo di che mia madre trovo lavoro come badante e cercava di tirarci su con quel poco che aveva, ricordo ancora quando fummo andate dal prete che ci diede 100 euro perche non avevamo piu da mangiare, ricordo che il prete pianse insieme a mia madre, lo ricordo come se fosse ieri. Dopo un po’ di tempo mia madre, sempre cercando lavoro, parlò con una madre fuori dalle scuole elementari che le diede il numero e il nominativo di questo uomo che cercava una donna che facesse le pulizie in casa sua. Mia madre accetto subito, ricordo quanto era felice perchè finalmente poteva darci qualcosa di più da mangiare. Mia madre andò si conobbero e si innamorarono (lui perse la moglie per tumore).
Non so come non so perchè, era più vecchio di lei e comunque faceva un lavoro normalissimo, mia madre non era il tipo di donna da cercare uomini ricchi o altro, anzi era categoricamente contro non voleva più innamorarsi o conoscere nessuno, voleva pensare a me e a mia sorella, il suo pensiero costante, le sue lacrime versate e i suoi sforzi e sacrifici.
Dopo di che piano piano mamma e questo uomo che chiamerò Luca si misero insieme e convissero assieme nella nostra casa, perche lui aveva un figlio grande che non accettava assolutamente questa situazione e quindi lo lascio vivere in casa sua.
I problemi apparentemente pensavamo fossero terminati, ma mio padre lo venne a sapere e quindi interpellò i servizi sociali per degli incontri io, mia sorella e mamma, e poi mia madre fu mandata pure dallo psichiatra, l’obbiettivo di mio padre era volerci vedere.
Era un casino assurdo orribile, uscivo da scuola e andavo subito dagli assistenti sociali per degli incontri, facevo merenda in macchina con il panino al prosciutto cotto e una cocacola in lattina, lo ricordo ancora bene, ci andavo solo per questo motivo.
Però, per far cessare tutto ciò mia madre che ci inculcava con cose del tipo, tuo padre ti picchiava, fai il disegno cosi cosi cosi, noi avendo paura accettavamo sempre tutto ciò.
L’obbiettivo era far capire che papà era cattivo e che mamma non fosse pazza come mio padre volle far credere. Era una battaglia di calunnie e menzogne sia da una parte che dall’altra.
C’è da dire che cominciò mia madre ad infangare mio padre per prima e mio padre stanco non fece altro che giocare al suo stesso gioco.
Nel mentre sempre quando ero alle medie seppi che per un po’ fui affidata al comune quindi mia madre non aveva più cosi tanti poteri decisionali nei miei confronti, le responsabilità non erano più sue, e questo mi colpi davvero tanto perchè non ero più dei miei genitori, e ora nemmeno di mia madre, ma ero una delle tante sfortunate ragazze che temporaneamente ERANO DEL COMUNE.
La fine degli incontri con i servizi sociali terminava con il conoscere il posto dove vivevamo io e mia sorella.
C’era un problema, le psicologhe sapevano bene che mia madre mentiva – sapevano che noi probabilmente non vivevamo più nella nostra casa, ma nella casa del suo compagno, così andarono di forza in casa nostra, ma mia madre astuta fece in modo che la casa fosse come utilizzata tutti i giorni, ci mise dentro un pò di cose, nell’armadio ci infilo un paio di vestiti, grembiuli e così via…alla fine ci lasciarono in pace e ci diedero il modo di continuare a vivere normalmente.
Realizzai che io avevo il terrore di mio padre, per X motivi. Mia madre ci aveva completamente lavato il cervello con sciocchezze inventate da lei tipo: tuo padre ti portava ai riti satanici, o ti picchiava e tante altre cavolate delle quali non sto nemmeno a elencare. Mio padre ricevendo continue denunce per nulla, stava zitto e non faceva mai nulla perche se avesse fatto qualcosa, sarebbe stato denunciato.
Dopo di che mamma e Luca si sposarono, ma io mio padre ancora non lo vedevo ed erano passati 4/5 anni non ricordo bene. Accettai tranquillamente Luca, è una persona meravigliosa e sono tutt’ora insieme, e son felice anche perchè poi ho deciso io di mia spontanea volonta di vedere mio papà, e ora sono quasi tre anni che ci siamo rivisti, ci vediamo spesso dormo da lui, beh come dovrebbe essere!
Quando non c’era stavo malissimo, mi ero costruita una corazza di ferro intorno ed ero la ragazza più fredda e rabbiosa del mondo, ero aggressiva impulsiva e avevo tanto rancore dentro, volevo spaccare il mondo volevo stare costantemente sola, non mi fidavo più di nessuno, come tutt’ora…non racconto i miei problemi e la mia storia a nessuno perche anche se gli voglio un bene dell’anima non riesco a fidarmi. Ho la paura costante di essere ancora tradita di essere trattata male da qualcuno, di essere semplicemente ferita.
Quando rividi mio padre però avevo problemi di altro tipo, diventai bulimica di nascosto dai miei genitori, piangevo sempre perche non mi piacevo o semplicemente per far si che si accorgessero di me, mi salvai in tempo; mi curai e “tornai a vivere”, ringrazio Dio per avermi salvata la prima volta, perchè la seconda non avrei mai pensato di uscirne viva.
Pasticciavo molto con il cibo, alternando ricche abbuffate con giornate dove mangiavo tre kiwi, oppure ne mangiavo 12 in un giorno. Da tempo avevo dei problemi di afte e di cisti piccole nei glutei, erano dolorosissime ma dovevo conviverci, pensavo che venissero a tutti ogni tanto e mettevo il cuore in pace. Ma quest estate non mi sentivo mai bene, continuamente disidratata, stanchezza cronica, dolori laceranti all’intestino.
Fui ricoverata per retto colite ulcerosa acuta, pensai di morire, ogni dolore era la morte, mi veniva la nausea dai dolori. Mi salvai una seconda volta. Siccome mangiavo artificialmente, ovvero feci la parenterale, mi cibavo da un sondino nel collo. Per un mese stetti a digiuno, quando arrivò il giorno di toglierlo, andai in tachicardia, crisi respiratoria e tanti altri termini che non so, chiamarono la rianimazione, stavo troppo male. Mi salvai per la terza volta.
Ora? Vorrei cercare di salvarmi per una quarta volta, non ce la faccio più mi sento così sola, mi sento sempre ansiosa ed irrequieta, l’ansia mi divora gli organi e mi accorcia il fiato, mi fa venire la nausea, ho così tanti amici ma in realtà mi sento tanto sola, ho sempre attribuito la figura paterna al ragazzo che trovavo, con cui ci stavo per molti mesi, quando mi ci lasciavo mi sentivo persa, perchè sola. Non riesco a trovare persona che voglia star con me, non riesco ad essere tranquilla, vorrei essere felice davvero, ma io lo sono poche volte. Quando faccio qualcosa di buono per i miei genitori provo felicità al 50%, ma io vorrei scoprire l’altro 50%, mi sento una costante delusione per chiunque, mi sento costantemente sbagliata, mi sento sempre triste e depressa.
Mia madre non è capace di capire, mentre mio padre farebbe di tutto per aiutarmi ma nemmeno lui sa da dove cominciare. Mamma è tanto orgogliosa vuole cercare costantemente di dirmi che a me non manca nulla per essere così, che ora ho tutto e che prima avevo il niente.
Ora è vero, sto molto bene economicamente e non mi lamento, anche se ogni tanto qualche capriccio lo faccio, ma dopo me ne rendo subito conto.
Però non riesce a capire che una persona può avere TUTTO dalla vita e deprimersi comunque per ragioni che nemmeno sa, o meglio che sa e che non riesce ad affrontare.
La solitudine che prima era la mia arma di difesa, ora è la mia più grande debolezza e la mia più grande tristezza. A volte mi viene voglia di sparire, mi viene voglia di non esistere più, mi viene quella voglia di non farmi più trovare per capire chi realmente tiene a me. Non ho mai avuto bisogno di nessuno per questo sopravvivo ancora, son sempre stata indipendente, lavoro a milano per una nota agenzia per modelle e comunque me la son sempre sbrigata da sola, pioggia, neve, sole cocente, vento ed io ero sempre sola in giro per milano a fare casting per non pensare ad altro, per far qualcosa che occupasse la mia mente.
Prima della malattia e del ricovero ero tutti i giorni appena finiva scuola a milano a lavorare e a far casting, ora non posso più permettermi una vita cosi stressante e ho un vuoto incessabile dentro, devo tenere occupata la mente per non pensare a me e alle mie problematiche, lo facevo proprio per distogliere l’attenzione da questo martirio. Ora esco con gli amici, si ma di settimana non posso mai uscire ho la scuola e ho l’atletica e devo concentrarmi in queste cose. Soprattutto la scuola.
Se avessi un ragazzo, saprei a cosa pensare, penserei ad occuparmi di lui e non di me stessa, perche meno penso a me meglio sto, un altro metodo che utilizzo è il comprare vestiti, la felicità massima la raggiungo sempre quando mi prendo vestiti nuovi. Ma comunque non posso sempre stare a comprare, le cose costano e i soldi ultimamente sono un problema con la crisi che c’è e cerco sempre di stare nel mio e cercar la felicità altrove, scrivendo o leggendo oppure cantando che mi piace molto, ma che non ho mai potuto approfondire per esigenze economiche.
ma io piango sempre, piango nella notte e non dormo, piango ora e spero di non piangere per sempre.
Rimpiango il fatto di vedere amici con la famiglia unita, con la madre sempre presente e il padre sempre presente, e io queste cose non le ho mai avute, questa cosa mi spezza sempre il cuore a metà. Cerco sempre di lottare e nascondere tutto questo, e riesco con successo a nascondere tutto, ma ci sono giorni che io arrivo a limite e sto a chiedermi che cosa faccio qui, perchè proprio io? quando ci sono persone che apprezzerebbero la mia vita se solo potessero vivere un po’ di più come i malati terminali, o come chi non ha più casa o famiglia.
Spero di uscirne, perchè è troppo per me, quanto sofferenza devo passare ancora?
Scusate se è molto lunga ma avevo bisogno di scrivere e sfogarmi.

(Il titolo è albachiara perchè la canzone albachiara la sento tanto mia, se non mi conoscesse nessuno e ascoltassero Albachiara capirebbero tutto di me, perchè è la descrizione del mio essere e della mia persona )

Lettera pubblicata il 13 Dicembre 2013. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Famiglia - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 4 commenti

  1. 1
    Gabriele -

    Ciao chiara

    Ho letto il tuo sfogo, e per i tuoi 17 anni trapela molta maturità, consapevolezza e tristezza.

    Hai avuto una vita travagliata sin da piccola, ma i tuoi genitori in cambio di tenerti all’oscuro di tutto ti hanno messo in mezzo.

    Il tuo vuoto è la famiglia che tu tanto desideri, ma che non hai mai avuto.
    Un padre e una madre, che si vogliono bene e che ti vogliono bene.

    A mio modesto parere, devi pensare che tu, NON hai nessuna colpa e che vai bene così.
    Non devi cercare quelle sicurezze, quelle attenzioni, che ti sono mancate da un padre, in un ragazzo, ma sopratutto non devi colmare il tuo vuoto con spese folli, con le spese compulsive.
    Sei molto consapevole di essere infelice e vuota.
    Presumo che questo tuo vuoto, lo potrai colmare, solo con il tempo e parlando con tuo padre e tua madre, per quello che ne vale la pena.
    Purtroppo, le persone sulle quali puoi fare affidamento sono veramente poche e oggi è difficile fidarsi, sopratutto se sei una giovane ragazza.

    Vedi, tenersi completamente occupati, non ti farà risolvere i problemi, ma ti farà solo fuggire.

    Hai 17 anni, una vita davanti a te e meriti di viverla.

    Prova a informarti per poter parlare con qualche psicologo che i distretti ospedalieri mettono a disposizione gratuitamente.

    Spero di esserti stato d’aiuto.
    Se ti serve scrivere, scrivi, qualcuno ti risponderà volentieri.

    Ciao

  2. 2
    michele -

    Fai bene a sfogarti altrimenti certe sensazioni rischiano di imploderti..alla fine i soldi la sicurezza economica tamponano solamente il senso di vuoto e disagio..ma credo che quello che vuoi e’ calore affetto comprensione..che le persone ti vogliano bene ti stimino per quello che sei veramente al di la’ della corazza protettiva..perche’ non provi a far leggere questo sfogo a tua mamma ai tuoi amici?Se ci tengono veramente a te ti saranno ancor piu’ vicine e avranno ancor piu’ affetto e comprensione verso te!Non mollare che sei forte piu’ di quello che pensi!

  3. 3
    fede -

    Il mio consiglio è cerca quello che vuoi non scacciare quello che non vuoi. capisci cosa vuoi, cosa ti piace e raggiungilo.

  4. 4
    Roberto91 -

    Capisco, sono messo male anche io non saprei cosa consigliarti

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