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di LAD
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 21.507 commenti

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  1. 21371
    Trader -

    Golem, tu non sei tremendo, sei diabolico!!
    Divertentissimi e ingegnosi questi scherzi a quel soggetto. Incredibile come certe persone siano talmente stupide da non capire che si tratti di una burla.

  2. 21372
    maria grazia -

    Beh.. a quanto pare non sono l’ unica ad essere fallita, ignorante, delirante, complottista, medievale, troppo emotiva, mancante di cognizioni, ecc.. ma lo sono pure quelli di Astrazeneca:

    https://www.milanofinanza.it/amp/news/astrazeneca-ritira-il-vaccino-non-e-sicuro-202405081011071851

  3. 21373
    Golem -

    Mah, Trad, quando trovo soggetti così mi scatta il genio. Ne ricordo uno da militare, a Pistoia.
    Di solito uscivo solo, ma una sera càpito per caso in un gruppo di commilitoni che stavano guardando un nuovo negozio di abbigliamento, tra questi c’era un sergente, che chiamerò Russo per via dei capelli rossissimi. Un elemento come quel collega, pavido e insicuro ma nello stesso tempo presuntuoso, che si sentiva…bello, il pel di carota. Stranamente arrivano tre ragazze, simpatiche e stranamente loquaci, con le quali scambiamo qualche battuta, mentre notavo che Russo si atteggiava per farsi notare. Quando rientro, in branda il diavolo che vive in me mi suggerisce un diabolico quanto crudele scherzo per il vanitoso sergente rosso di pelo. Il giorno dopo parlo del progetto con gli immancabili complici, e in mezza giornata lo sapeva tutta la caserma, tranne lui.
    Ok, mi metto a tavolino e comincio a scrivere una lettera con tondeggiante calligrafia femminile.
    “Caro sergente dai bei capelli rossi, non conosco il tuo nome》

  4. 21374
    Golem -

    》ma sono sicura che questo mio messaggio ti arriverà, perchè non credo ci sia un altro come te. Ti ho visto ieri sera in quel negozio, e mi hai colpito sai? Non mi capita spesso ma è successo. Non giudicarmi importuna, ma io vorrei incontrarti con discrezione, per questo uso una lettera e non sono venuta in caserma a cercarti direttamente. Senti, cosa ne pensi se ci incontrassimo domani alle 19, davanti a quel negozio? Se potessi portare anche un piccolo mazzolin di fiori saprò che hai accettato. Spero di vederti. Ciao Deborah”
    Chiudo la busta con uno SCUB, vado dal tenente di picchetto, che era un gran figlio… che lo chiama. “Russo, è venuta una bella ragazza e questa lettera deve essere per te, perchè sei l’unico sergente coi capelli rossi. Tiè”.
    Tutti alla finestra lo vediamo che la legge attraversando il cortile e via via aumenta il passo. Arriva nella palazzina camerate e dopo un po’ ne esce con la divisa buona, diretto verso il reparto servizi dove si trovava il sarto. Era andato a farsela stirare.
    E arriva la sera fatidica…
    (Segue alla prossima puntata)

  5. 21375
    Trader -

    Ho sentito di Astrazeneca.

    MG che legge Milano Finanza. Mica vuole diventare un trader come me? Eh, eh, ce ne vuole per diventare un trader.

  6. 21376
    Golem -

    (Continua lo scherzone)
    Ormai tutta la Compagnia sapeva, e pure la ronda, ma tutti facevano finta di non sapere.
    Alla libera uscita si sciama tutti verso il centro storico, dove peraltro si trovava il negozio, punto dell’appuntamento. Noi, i soliti quattro bastardi, ci appollaiamo in un bar di fronte e sorseggiando una birra lo aspettiamo. E arriva, tutto impettito e tirato a lucido dieci minuti prima delle 19, chiaramente teso mentre cercava di nascondere come poteva il mazzo di margherite gialle, risultando strano a lui stesso vedersi come graduato, in divisa e con dei fiori in mano.
    Alle 19 in punto smette di camminare avanti e indietro e si ferma come un manichino davanti al negozio, scrutando con fare speranzoso ogni ragazza che passava, che lo squadrava da capo a piedi chiedendosi di sicuro che diavolo facesse quel Danny Kaye in divisa e col mazzolin di fiori, lo sguardo da pesce lesso e le guance rubizze, che l’emozione dell’attesa rendeva ancora più rosse. Tutto un rosso tra capelli e viso, acceso come un enorme naso della renna di Babbo Natale》

  7. 21377
    Golem -

    》Intanto le 19 erano passate, e lei niente, ma lui sempre lì fisso come il palo della banda dell’Ortica, a girare la testa a destra e sinistra per cercare di intercettare lo sguardo dell’ammore. Passa e ripassa la ronda (apposta) e lui si irrigidisce ogni volta con la mano sulla visiera in segno di saluto, e l’altro braccio lungo il corpo cercando di trattenere il povero mazzo di fiori, con un effetto che a noi bastardi che eravamo al bar scatenava risate incontrollabili, tanto che il barista ci chiede che casso avevamo da ridere in quel modo. E abbiamo dovuto dirglielo sennò ci sbatteva fuori, e così, bastardo pure lui, si è aggregato.
    Arrivano le 19e30 e niente, il negozio chiude la gente comincia a ritirarsi per cena, ma lui è lì come un monumento. Le 20; le 20e30; 21; 21e30, i fiori sembrano piegare la testa ma lui non molla.
    Ormai la strada è vuota, rotolano pigre solo le cartacce spinte dalla brezza primaverile, tutti sono rientrati, noi fuori dal bar ormai chiuso, e alle 22 c’é il contrappello, ma Russo aspetta sempre la Godot che non arriva…
    (Continua)

  8. 21378
    G.G Dag -

    Eh Golem, potessi divertirmi anch’io con certa gente come sai fare tu, però almeno a quel “carismatico” lo asfaltato per bene, altrimenti come si spiega che è sparito? 🤔

    Bé, qualcuno doveva farlo!

  9. 21379
    Golem -

    Bè Dag, ognuno ha il proprio talento. Tu sei stato un “vermifugo” micidiale per quell’anellide, che senza il tuo intervento sarebbe ancora qui a intossicarci, supportato
    dagli “enzimi opportunisti” con cui viveva in simbiosi.

    Quello della “burla” è una caratteristica che mi proviene dalla famiglia materna, che ha un noto attore e comico cine televisivo, degli anni tra i 50 e i 90, nell’albero “ginecologico”, quindi ogni tanto qualche “gene” interviene a suggerirmi un modo per divertirsi in modo goliardico. Guarda Dag, se da ragazzo lo facevo per crudeltà ormonale, oggi lo spirito è quello del film “Amici miei”, dove la goliardia “adulta” è un modo anche cinico per esorcizzare sia la vita che la morte.
    Come direbbe l’architetto
    Rambaldi nel film, lasciamo qualche volta andare lo spirito a vagabondare, facciamo gli zingari: “Ecco, questo vuol dire essere zingari, questa è la zingarata: una partenza senza meta, né scopi. Un’evasione senza programmi che può durare un giorno, due o una settimana. Una volta ricordo durò venti giorni, salvo complicazioni”.

  10. 21380
    Golem -

    (Segue)
    E non arrivò naturalmente.
    Ma la situazione aveva preso una piega che andava oltre le attese, e dopo quasi tre ore di spettacolo, “‘o surdat’ ‘nnamurat” non accennava a capire, e la cosa stava scivolando nel grottesco.
    A quel punto noi si doveva rientrare per l’appello serale prima del “silenzio” e la branda. Bisognava in qualche modo svegliare “il rosso addormentato nel borgo tosco”, che minacciava di restare lì fino all’alba. Come mente della burla sento il dovere di intervenire, e assieme al gruppetto dei goliardi in grigio verde mi avvicino al graduato, e fingendomi sorpreso gli dico: “ah, Russo, casso, meno male ti ho incontrato, è tutta la sera che ti cercavo. Senti, uscendo mi ha fermato una ragazza, carina pure, dice che dovevate incontrarvi stasera: rosso di capelli, sergente, sei tu no? Ma è vero? Vabbè va a capire i gusti delle donne. Comunque dice che aveva un impegno e rimanda tutto a DOMANI 2 APRILE, stesso punto stessa ora. 2 APRILE, capito?”.
    La storia di Russo divenne una leggenda dell’84° R.F. “Venezia”.

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