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Cara barbarie

Gentile Direttore e cari lettori,

mi rivolgo a voi per dare voce alle tante perplessità che nutro in merito al discorso tenuto oggi dal Ministro degli Interni Matteo Salvini durante la conferenza stampa al Viminale del 25 Giugno a.c.,  di ritorno dal suo viaggio di poche ore in Libia. Avevo pensato di argomentare i miei dubbi con uno sproloquio di stampo legale da aspirante avvocato, mettendo in luce le anomalie che le affermazioni del Ministro portano con sé. Ma ho deciso piuttosto, di abbandonare la pista legale e di scrivere in qualità di persona, essere umano, attivista, fortemente turbata dalle offese che le parole che ho ascoltato arrecano a chi nei centri di detenzione Libici,  ha perso la vita, nonché alla sottoscritta.  Mi riferisco naturalmente alla seguente dichiarazione del Ministro: “Ho chiesto di visitare un centro di accoglienza per migranti in costruzione, un centro all’avanguardia che potrà ospitare mille persone. Questo per smontare la retorica in base alla quale in Libia si tortura e non si rispettano i diritti umani”.

Premessa doverosa è che, come noto, nella legislazione libica esiste il cd.  reato d’ingresso irregolare che, unito all’ assenza di norme o centri per la protezione dei richiedenti asilo e delle vittime del traffico di esseri umani, fa sì che la detenzione di massa, arbitraria e a tempo indeterminato sia il principale mezzo di controllo dell’immigrazione in Libia. Infatti, non essendoci differenza tra un rifugiato e un irregolare, chiunque venga intercettato dalla Guardia Costiera libica, viene trasferito nei centri di detenzione superaffollati gestiti dal DCIM, nei quali nel Dicembre 2017 si contavano circa 20.000 persone.

Si aggiunga a questo, che il traffico di esseri umani, ha reso la Libia un Paese che abbonda di centri di detenzione illegali, dove per detenzione , alludo alla modalità  con cui vengono parcheggiati,  in quelli che dovrebbero essere centri di trattenimento, coloro che intendono imbarcarsi e che, per illegali, mi riferisco a centri non ufficiali e non dichiarati, nei quali Organizzazioni come l’ Onu, OIM ed Msf hanno difficoltà ad accedere ma al cui interno sono ampiamente documentati, da fonti come Amnesty International, le più gravi violazioni di diritti umani. Pare infatti che anche il Ministro Salvini abbia preferito visitare un centro di accoglienza UNCHR in costruzione, che di immigrazione non ha ancora nemmeno l’odore. E’ un po’ come venire nella mia bella Napoli e farsi una camminata a Posillipo, sedersi poi davanti a un microfono e dire a milioni di persone che a Napoli la criminalità è pura retorica.  C’è da dire comunque, che il Ministro Salvini, grazie alla sua storica politica anti-meridione, troverà sempre in Libia un’accoglienza migliore di quella che gli ha riservato la città di Napoli l’ 11 Marzo 2017.

Ad ogni modo, ritengo che ci sarebbero stati mille modi per continuare sull’ onda di una campagna elettorale terminata, solo formalmente, ventisei giorni fa, mille modi per rendere legittimo agli occhi degli elettori un accordo con la Libia che L’ Organizzazione delle Nazioni Unite ha qualificato come disumano, oltraggio a coscienza dell’ umanità. Ci sarebbero stati altrettanti mille modi per sottolineare che il centro di accoglienza in costruzione, gestito dall’ UNHCR, non sarebbe diventato un ennesimo Lager. E invece, è stata scelta una specifica modalità: il Ministro Salvini ha scelto di chiamare “retorica”, la sofferenza di quanti in quelle prigioni, sono morti-dentro più volte, di quanti hanno avuto la fortuna di uscirne vivi, di quanti in quelle mura di terrore hanno lasciato parenti e amici e di quanti invece, se li sono visti morire sotto gli occhi.

Sulla base di queste premesse di fatto e come attivista per i diritti umani, che ogni giorno ascolta testimonianze dirette di ciò che accade nelle carceri Libiche, confermate per altro da fonti accreditate; come  volontaria  che ogni giorno ha a che fare con chi porta sul corpo quelle violenze, o peggio, con chi le porta dentro; ed infine in qualità di essere umano, che davanti a queste sofferenze ha provato e covato un patimento, aggravato da un forte senso di impotenza, ci tengo ad esprimere quanto, le poche parole del Ministro Salvini, abbiano offeso e calpestato il dolore di chi lo prova ed il mio, che lo vivo attraverso gli altri. E chiedo scusa a nome del Governo Italiano, auspicandomi che chi di dovere lo faccia al più presto, a quanti oggi, si siano visti negati il diritto di aver sofferto.  Queste persone oggi, hanno ricevuto l’ennesimo schiaffo alla dignità, da parte di un Governo che si è fatto carico delle loro vite al pari di come il suo popolo ci ha lucrato in accoglienza. Questa questione non è mero affare di politica ma ha precise coordinate che si sostanziano nel rispetto e nell’ umanità. Concludo queste poche righe con un’ammissione personale, con la presa di coscienza cioè che ad oggi, nessuna sofferenza, nè rabbia o paura, men che meno mia, mi si è rivolta contro con tanta veemenza quanto quella che sta  nascendo proprio adesso, dalla cieca barbarie di un popolo che infondo, non riesce ad amare nemmeno i suoi simili.

Martina Stefanile,

25 anni, Napoli

Lettera pubblicata il 29 Giugno 2018. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 5 commenti

  1. 1
    Rossella -

    Il punto è un altro. Negli ultimi giorni il mio spirito è cambiato perché le energie che mi servivano sono state incamerate e mi sento come uno studente che si prepara per l’ultimo giorno di scuola… quando qualche ritardatario si toglie il pensiero dell’ultima interrogazione. Tuttalpiù. Quando ti trovi in quella precisa predisposizione d’animo anche se ti fanno capire che ti è rimasta una foglia d’insalata in mezzo ai denti (proprio perché niente è lasciato al caso… l’emozione, l’euforia, ecc.)ti fai scivolare tutto addosso. Il punto è questo. La cosa non mi riempie il cuore di gioia… questa cosa che infondo ho sempre voluto e che adesso non mi sembra tanto bella perché questo è il lavoro nobilita l’uomo e per gli addetti ai lavori continuerà nelle sedi opportune. I miei amici non se ne avranno a male perché hanno capito tante cose. Alcuni di loro non hanno capito. O meglio: hanno sentito che le cose sarebbero cambiate… ma se ci pensiamo è giusto così.

  2. 2
    maria grazia -

    Questo attuale governo sta facendo semplicemente quello che gli compete, e cioè salvaguardare IN PRIMIS gli interessi nazionali. E in questo momento è interesse dell’ Italia che quest’ ultima non si sobbarchi da sola tutto il peso della questione migranti. perciò è inutile demonizzare il governo italiano e accusarlo di tutti i mali del mondo. Sarebbe invece da chiedersi come mai, nel 2018, così tante zone del mondo sono ancora estremamente arretrate sia economicamente che culturalmente, come mai sono così indietro in fatto di diritti umani e come mai, sopratutto, ci sono ancora “colonizzatori” di ogni specie e senza scrupoli che sfruttano arbitrariamente le risorse di questi territori senza che quasi nessuno abbia nulla da ridire al riguardo.

  3. 3
    Yog -

    Il punto è un altro e molto chiaro, pur trattandosi di gente dalla pelle troppo scura. Devono stare a casa loro e prosperarvi in modo ottimale.

  4. 4
    Suzanne -

    Ehhh caro Yog, potrebbe essere che nella prossima vita tu nasca con la pelle troppo scura, e anziché sfumarti il cervello con la narda, magari saresti obbligato a sopperire alla mancanza sniffando colla. Chissà, magari I risultati sarebbero migliori…

  5. 5
    Yog -

    No Suzie. Con la colla non funziona, è leggenda metropolitana. Il bostik costerebbe assai meno della narda, però le sfumature non sarebbero uguuali. E poi il bostik fa un odore che nun me piace.

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